Giovedì 16 maggio a Roma, in Via della Dogana Vecchia 5, alle ore 17:30, l'incontro, organizzato dalla Scuola critica del digitale del CRS e dal ForumDD, per la presentazione della ricerca "Blurring boundaries: an analysis of the digital platforms-military nexus" di Andrea Coveri, Claudio Cozza e Dario Guarascio.
Ne parleranno con gli autori Giulio De Petra, Mario Pianta e Guglielmo Tamburrini.
L’inchiesta di Yuval Abraham all’uso del sistema Lavender nella guerra di Gaza ha attirato l’attenzione di analisti e commentatori sull’uso dell’intelligenza artificiale nei teatri di guerra ed ha avuto il merito di portare in superficie ciò che già da molti anni sta accadendo nelle strategie di sviluppo dei grandi monopolisti digitali: una crescente e reciproca dipendenza tra industria digitale e apparato statale militare. L’apparato militare sempre più dipendente dai prodotti e dai servizi delle imprese digitali in tutti i teatri di guerra, le big tech sempre più alla ricerca di nuovi mercati, di lucrose commesse pubbliche, e di finanziamenti per investimenti in ricerca e sviluppo orientati all’utilizzo in ambito bellico.
La puntata mensile dedicata ai saggi ha avuto come argomento la tecnologia. Lo abbiamo fatto parlando di e con:
Una storia delle teorie, soggetti e luoghi che hanno ipotizzato e creato le basi critiche e pratiche per un nuovo modello di sviluppo in Italia della tecnologia digitale, comunitario, cooperativo e rivolto al bene comune.
I nuovi volumi 2 e 3 della ricerca descrivono gli anni tra il 1990 ed 1996 che hanno preceduto e accompagnato la nascita del World Wide Web, proseguendo la ricerca iniziata nel 2019 con il primo volume che documentava il periodo trascorso tra il 1969 ed il 1989.
I tre volumi che narrano tali vicende possono essere scaricati dal sito di Tommaso Tozzi
I volumi 2 e 3 saranno presentati dall’autore Tommaso Tozzi, insieme a Stefano Sansavini e Ferry Byte, co-fondatori del gruppo di lavoro sulla comunicazione Strano Network.
il 10 maggio 2024 alle ore 18:30
al Centro Sociale Autogestito Next Emerson, Via Bellagio 15-17, Firenze
All'interno della manifestazione Brugole e Merletti 2024
Secondo The Global E-Waste Monitor, ogni persona genera mediamente 7,5 kg di rifiuti elettronici (e-waste) ogni anno a livello globale; di questa montagna di materiali preziosi (circa 60 milioni di tonnellate), meno del 50% viene raccolta e riciclata correttamente.
Inoltre, sottolinea l’agenzia, anche nel caso di una corretta gestione degli e-waste, qualora il contenuto di oro, argento e platino risultasse troppo basso per rendere conveniente il suo recupero, i chip verrebbero triturati e interrati o bruciati.
Circa l’8% dei rifiuti legati all’elettronica è composto da PCB (Printed Circuit Board, semiconduttori stampati), che da oltre 70 anni sono costruiti (nella maggior parte dei casi) su laminati epossidico in fibra di vetro, solitamente con l’aggiunta di un inquinante organico persistente come ritardante di fiamma.
Nell’ultimo decennio, però, la ricerca del settore sta studiando le potenzialità di impiego nell’elettronica di materiali naturali, riciclabili e biodegradabili, come la canapa.
Lunedì 13 maggio a Roma, in Via della Dogana Vecchia 5, dalle ore 17:30, l'incontro, organizzato dalla Scuola critica del digitale del CRS e dal ForumDD, per la presentazione del libro di Juan Carlos De Martin "Contro lo smartphone. Per una tecnologia più democratica" (add editore).
Ne discutono con l’autore Giulio De Petra, Maurizio "Graffio" Mazzoneschi e Teresa Numerico.
Lo smartphone è la macchina che ha segnato di più questa prima parte del secolo. Inventato appena sedici fa e diffusosi capillarmente in modo rapidissimo soprattutto negli ultimi dieci anni, è usato oggi da oltre quattro miliardi di persone. Nel giro di pochi anni siamo arrivati a una situazione in cui la metà della popolazione mondiale possiede e usa quotidianamente centinaia di volte, per l’equivalente di 4-5 ore al giorno, una macchina sofisticata che quindici anni fa nemmeno esisteva.
Pochi, però, colgono un aspetto strabiliante di questo successo: lo smartphone è diventato, di fatto se non ancora per legge, necessario.
Il Comitato dei Garanti europei (Edpb) ha approvato a larga maggioranza il 17 aprile l’attesa opinione sul modello di business “Pay Or Ok”, che alcune piattaforme hanno adottato negli ultimi mesi. Si tratta dell’opzione offerta all’utente, nel caso in cui questi non voglia essere profilato con pubblicità personalizzata, di poter pagare un prezzo mensile e usufruire del servizio senza vedere pubblicità.
Con grande sorpresa di assolutamente nessuno, l'opinione del Comitato Europeo dei Garanti è che se le piattaforme offrono solo una scelta binaria fra essere profilati e pagare, la scelta non è conforme al GDPR. Un altro chiodo nella bara della pubblicità profilata, e di chiodo in chiodo la seppelliremo. Un barlume di speranza in questi tempi tetri: l'Europa è ancora un posto dove i principi contano qualcosa. Teniamolo a mente.
Ascolta il podcast di "DataKnightmare: L'algoritmico è politico"
Intervista a Marwa Fatafta, la responsabile per il Medio Oriente dell’associazione per i diritti digitali Access Now: «Questi sistemi sono la quintessenza di tutto ciò che l’intelligenza artificiale ha di malvagio. Sono inaffidabili e vengono impiegati per autorizzare decisioni che hanno conseguenze fatali»
Nella guerra a Gaza il ruolo della tecnologia, dai social network all’impiego dell’intelligenza artificiale, è emerso in modo inedito rispetto al passato. Un ruolo che interroga l’Occidente direttamente: dall’Europa e i suoi tentativi di porre delle regole ai giganti del mondo tech, agli Stati uniti dove Silicon Valley è ormai un contropotere di fatto e una fonte di insostenibili pressioni sulle istituzioni. Ne abbiamo parlato con Marwa Fatafta, la responsabile per il Medio Oriente dell’associazione per i diritti digitali Access Now.
Una prospettiva hacker sull’“Intelligenza Artificiale”: come funzionano i Grandi Modelli Linguistici? Dall’inquinamento dell’infosfera all’e-proctoring, vie d’uscita e percorsi possibili. Dal numero 25 de «La ricerca», “Uomini e bot”.
Risoluto, il Professore disse:
"Non credo proprio che possa farcela. Voglio dire, a sostituirsi a me, per scrivere una recensione decente. Insomma, va bene, non sarò un genio, ma sono pur sempre meglio di una macchina!"
Il Professore ostentava convinzione, eppure nella sua voce si coglieva una certa qual esitazione, che tradiva un dubbio: e se… e se l’Intelligenza Artificiale fosse davvero stata in grado di scrivere una recensione meglio di lui?
Inizio di puntata con la segnalazione di una interessante ricerca di Citizen Lab riguardo alle tastiere per l'inserimento del Cinese che utilizzano funzionalità "cloud": non solo questo tipo di applicazione ha una invasione della privacy intrinseca, ma difetti software facevano sì che i problemi di sicurezza fossero ancora peggiori di quanto si potesse pensare.
Ci spostiamo poi negli Stati Uniti, seguendo le vicende di TikTok (che non sta facendo molto per salvarsi dalle mire del Congresso) nonché Amazon e Google, che da una parte hanno gli occhi dell'antitrust puntati su di loro, dall'altra non pare proprio ci sia un forte interesse governativo ad ostacolarle. Nel frattempo, Amazon prende appunti di autodifesa digitale e utilizza sistemi per la cancellazione delle prove.
La carrellata di notiziole darà grande spazio alla cosiddetta intelligenza artificiale, in particolare approfondendo l'uso dell'intelligenza artificiale per "scoprire" nuovi materiali (o meglio, per brevettarli) e per dotare l'hardware di nuove funzionalità.
Non manchiamo di festeggiare il rilascio in software libero di una delle versioni più buggate di MS-DOS (la 4.0).
Il paese viola tutti gli standard stabiliti dal Gdpr. Le associazioni per i diritti digitali chiedono all’Europa di rivedere la sua decisione
Israele potrà trasferire nel suo paese i dati dei cittadini europei. Come se niente fosse, come non ci fosse un genocidio, come se fosse un paese sicuro dal punto di vista della privacy. Come se sulla sorveglianza di massa non avesse costruito gli strumenti per le stragi a Gaza. La notizia è di qualche tempo fa, ma si è saputa solo ora: la Commissione di Bruxelles ha dato via libera alla possibilità del trasferimento dei dati da e verso Israele. Dati dei cittadini del vecchio continente. Che ora potrebbero essere profilati, controllati, spiati da Tel Aviv.
In Europa, come sanno tutti, la materia è regolata da una serie di leggi, racchiuse nel Gdpr.