Pillole

Pillole di informazione digitale

Segnalazioni di articoli su diritti digitali, software libero, open data, didattica, tecno-controllo, privacy, big data, AI, Machine learning...

Iniziamo la trasmissione parlando di Google: stavolta non l'azienda, ma il motore di ricerca. In un processo antitrust tuttora in corso ci si chiede se google abbia una quota enorme del mercato grazie alla qualità del suo prodotto, o grazie alla mole di dati che riceve. Proviamo a capire insieme la risposta (che potrebbe essere riassunta in "entrambe") passando per mappe, guerre di browser, contesti regionali... ma soprattutto, il potere del default.

Prime prove per piracy shield: nonostante gli annunci soddisfatti, ci sembra che i primi segnali non siano particolarmente rassicuranti. Però era solo un test.

7 anni fa Wikileaks pubblicava documenti segreti, provenienti dalla CIA, che mostravano le tecniche di spionaggio utilizzate dall'agenzia di spionaggio statunitense, come individuava i suoi obiettivi, e molto altro. Giorni fa è arrivata una condanna pesantissima: 40 anni di reclusione a Jesse Furman, che già ne ha scontati 6 nelle peggiori condizioni permesse dal sistema carcerario statunitense.

Un comunicato del politburo per la protezione dei dati personali annuncia che si procederà contro ChatGPT. Tra i motivi, l'acquisizione di dati senza base giuridica, trattamento inaccurato di dati personali.

Per concludere, in Giappone non sarà più obbligatorio depositare documentazione in floppy disk o cd-rom per i procedimenti burocratici.

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PNRR. A. Baldassarra: “Cloud nazionale? Il governo rifiuti una narrativa sbagliata che penalizza imprese e competenze italiane”

Il vero rischio è che con i nostri soldi del PNRR contribuiremo a far crescere il PIL degli altri. E questo senza considerare il rischio di trovarsi, negli anni a venire, a commentare ancora una volta una “occasione perduta”, con scempio delle competenze e delle capacità industriali del Paese, come già avvenuto nel secolo scorso prima con l’elettronica e poi con l’informatica.

Ultimamente in Italia si è acceso e continua ad andare avanti in modo importante il dibattito sul tema del “Cloud Nazionale”.

In vista del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) il Ministro Vittorio Colao ha infatti comunicato che il suo obiettivo è creare un cloud unico per la PA entro il 2022.

Un intervento, quello di Colao, che ha mosso le acque sul tema della nuvola, scatenando il dibattito su come verrà presidiato il terreno della digitalizzazione in Italia.

Come si è appreso dalla stampa, in un primo momento sembrava che i gruppi candidati ad avere un ruolo preponderante nel piano “Italia Digitale 2026” a difesa della sicurezza cyber italiana e per la digitalizzazione sul Cloud fossero rappresentati dalle alleanze Leonardo–Microsoft, Fincantieri–Amazon e TIM–Google, quest’ultima partita per prima nel 2020. Ora, nelle ultime ore sembra prender piede un diverso schema di gioco centrato su un accordo a tre tra Cassa Depositi e Prestiti (CDP), Leonardo e TIM (dietro cui sarebbe diluita in modo silente la presenza di Google).

Leggi l'articolo intero con l'intervista a Baldassarra, AD di Seeweb.

Non si può dire che il cloud sia un tema sottostimato dell’agenda nazionale: il Ministero dell’Innovazione l’ha individuato come un punto fondamentale della propria azione,

Il ministro dell’Innovazione ha recentemente annunciato che l’Italia seguirà il modello francese, quello cioè annunciato da Parigi la settimana scorsa, che prevede che i dati della PA siano rigorosamente gestiti da operatori europei, in modo da porli al riparo da intrusioni di agenzie estere, in particolare americane, alle quali la normativa statunitense del CLOUD ACT ha concesso il dono dell’extraterritorialità.

Quindi tutto bene se il nostro governo seguirà questa via che, peraltro, avrebbe il pregio di dare fiducia e fiato all’industria ICT nazionale. Poi però si leggono notizie di stampa secondo cui il futuro Polo strategico nazionale, dove dovrebbero confluire asset e dati strategici della nostra PA, sarà gestito da un “campione nazionale” in “partnership” con un campione digitale globale. I nomi circolati fino ad ora sono TIM (con Google), Fincantieri (con Amazon) e Leonardo (con Azure/Microsoft). E allora viene il dubbio: il governo ha capito fino in fondo la lezione francese?

Leggi l'articolo integrale di Innocenzo Genna

L’anno scorso, quando l’assessore alla scuola, Vettorato, ha comunicato la decisione di far migrare la scuola italiana a Windows, un cittadino della Provincia di Bolzano ha prima, con una richiesta generalizzata di accesso agli atti (FOIA), interrogato l’amministrazione per avere la valutazione comparativa che stabilisse la convenienza dell’uso di Microsoft come previsto dal CAD, art. 68, e poi, sentitosi rispondere che il CAD non si applica al software didattico, ha inoltrato una segnalazione all’Ufficio del difensore civico per il digitale.

La risposta del dr. Massimo Macchia dell’Ufficio del difensore civico per il digitale – Presidenza del consiglio dei ministri è stata netta: la valutazione comparativa del software non è facoltativa.

Leggi l'articolo completo sul sito del Linux User Group Bolzano-Bozen-Bulsan

Una indagine condotta negli scorsi mesi ha fatto emergere una situazione piuttosto grave nei confronti dell'adozione del software libero e opensource da parte di centinaia di piccole amministrazioni pubbliche: uno dei maggiori fornitori di software gestionale documentale, adottato da circa 1700 comuni in tutta Italia, supporta esclusivamente documenti prodotti nei formati proprietari gestiti da Microsoft Office, di cui raccomanda caldamente l'utilizzo (alimentando inoltre la sua propria attività di rivendita di licenze).

Continua a leggere sul sito de Italian Linux Society

Puntata dedicata a 3 casi piuttosto diversi, di interazione tra grandi aziende teconogiche e lavoratori:

  • nel primo caso Google licenzia (o accompagna alle dimissioni...) una sua ricercatrice, Timnit Gebru, perché un suo articolo sul bias algoritmico non rispettava gli standard aziendali
  • nel secondo Amazon assolda la Pinkerton, azienda famosa nella storia delle relazioni tra aziende e lavoratori, per indagini di intelligence sui suoi stessi lavoratori;
  • nel terzo troviamo la Microsoft impegnata a studiare software per rendere più efficienti i lavoratori ("Productivity Score") o le riunioni in base ai comportamenti registrati, confrontati con l'"ideale" da una AI e aggregati in punteggi ipersemplificati.

Ascolta il podcast sul sito di Radio Onda Rossa