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Sarebbero 4 le linee Internet danneggiate. La conferma arriva da una sola società, che non si sbilancia sulle cause. Ma l’allarme era stato lanciato 3 settimane fa.
Prima gli attacchi alle navi occidentali nel Mar Rosso, adesso (forse) il sabotaggio di alcuni cavi sottomarini che trasmettono dati e tengono in piedi l’infrastruttura globale di Internet. Le rappresaglie dei miliziani Houthi, gruppo armato yemenita filo-iraniano, si intensificano e potrebbero aver trovato nuovi obiettivi, anche se i miliziani hanno smentito questa ipotesi.
Partiamo dall’inizio: secondo diversi media dell’area, sarebbero almeno quattro i cavi sottomarini danneggiati nel Mar Rosso: il cavo AAE-1 (Asia-Africa-Europa 1, lungo 25mila chilometri, dal sud-est asiatico all’Europa; il cavo Seacom (cavo da 17mila chilometri che collega Sudafrica, Kenya, Tanzania, Mozambico, Gibuti, Francia e India); il cavo Europe India Gateway (Eig) di 15mila chilometri. Almeno per uno di questi cavi c’è la conferma ufficiale del danneggiamento: si tratta del cavo Seacom.
Il vero punto è però un altro: non è chiaro se i danni siano dovuti a sabotaggi o a più banali incidenti marittimi (magari causati da attrezzature da pesca come reti da traino o ancore trascinate sul fondo del mare). C’è da dire che la seconda ipotesi sembra tuttavia abbastanza difficile, considerato che la costruzione e la posa dei cavi tengono conto del traffico marittimo e di queste eventualità.