Il 6 dicembre 2025, presso il “Museo Riso” di Palermo, C.I.R.C.E. condurrà un laboratorio di Pedagogia Hacker.
Nei giorni 5 e 6 dicembre 2025, presso il “Museo Riso” di Palermo, si terrà l’evento “Cambiare la scuola (per) cambiare la città”, rivolto a dirigenti e docenti, con la partecipazione di esperti, attivisti e studiosi chiamati a riflettere e portare esperienze sulle potenzialità della scuola come motore di trasformazione sociale e sulla capacità dei laboratori urbani di promuovere processi di rigenerazione e innovazione nelle città.
Il convegno Cambiare la scuola (per) cambiare la città intende esplorare il ruolo della scuola come presidio educativo e sociale in un’epoca segnata da profonde crisi: dalla dispersione scolastica al bullismo, dal crescente disagio giovanile alla miseria delle troppe periferie, dal rapporto tra tecno- logia e didattica alle insufficienze di un sistema educativo che chiede sostegno fuori da sé. Ad essere in crisi, infatti, non è solo la scuola, bensì la città nel suo complesso, con le sue enormi contraddizioni e il continuo involversi della situazione sociale. Occorre allora interrogarsi su come infrastrutturare una città basata sull’inclusione di tutti e tutte, compresi i soggetti più marginalizzati. Se le città si configurano come un luogo nel quale mancano spazi, opportunità e tutele, è giunta l’ora di invertire la rotta.
Quando si parla di tecnologia a scuola, sopratutto tra colleghi, è solo questione di tempo prima che qualcuno pronunci – con la massima determinazione – la seguente frase: “Il problema non è la tecnologia X. Basta usarla bene”. Analisi di una “catchphrase” di gran moda
Di questa frase ( “Il problema non è la tecnologia X. Basta usarla bene”) ne esistono numerose varianti che sostituiscono la parola “bene” con locuzioni specifiche, senza variare il significato complessivo. Se la tecnologia in questione è l’intelligenza artificiale, le varianti più probabili, solitamente, sono le seguenti: “in modo etico”, “in modo sostenibile” oppure “consapevole” o ancora “appropriato”.
In tempi più recenti, e soprattutto nei testi ministeriali, spesso queste varianti appaiono tutte insieme (melius abundare, come nel latinorum di Don Abbondio): “Basta usarla in modo etico, appropriato, sostenibile e consapevole”. Il risultato è quello che gli inglesi chiamano "catchphrase". Acchiappa. Diventa virale. Monetizza, magari. Ma è anche vera?
leggi l'articolo di Stefano Borroni Barale
Oggi l’intelligenza artificiale, lasciata in mano a una manciata di miliardari, diviene una minaccia esistenziale alla scuola. Oggi, contro questa I.A., diciamo BASTA!
Nella trasmissione di Radio Onda Rossa, l'Ora di Buco, si riparla di Intelligenza artificiale a scuola: un docente di informatica spiega tutto quello che non va nelle fumose linee guida ministeriali. Inoltre presenta l'appello alla comunità educante per rifiutare l'introduzione dell'Intelligenza Artificiale delle multinazionali e proporre invece delle tecnologie realmente utili a studenti, insegnanti e personale non docente della scuola.
Qui alcune riflessioni critiche e preoccupate, con l'appello da diffondere e firmare.
Riceviamo e volentieri pubblichiamo.
Colleghe, colleghi, madri, padri, alle nostre allieve e allievi di ogni colore, genere, orientamento, provenienza.
Noi siamo il prodotto di 35 anni di lotte, dalla riforma Berlinguer al taglio di un anno di istruzione tecnica e professionale, in via di realizzazione da parte del Ministro Valditara. Alcune abbandonate, alcune perse, alcune - per fortuna - vinte.
Oggi l’intelligenza artificiale, lasciata in mano a una manciata di miliardari, diviene una minaccia esistenziale alla scuola.
Oggi, contro questa I.A., diciamo BASTA!
Leggi l'appello e firma.
Apriamo con una lunga analisi delle Linee guida per l'Introduzione dell'Intelligenza Artificiale nella scuola. Proseguiamo con un commento sulle dichiarazioni di Durov; e poi le nuove regole per pubblicare applicazioni su Android. Infine la rubrica notiziole.
Di Linee guida per l'Introduzione dell'Intelligenza Artificiale nella scuola se ne è già parlato all'ora di buco, ma ci torniamo sopra per parlare anche degli aspetti più prettamente tecnologici.
Per la rubrica notiziole
Le dita nella presa salterà le prossime due puntate, torniamo Domenica 2 Novembre con una puntata speciale!
L'intervento a Radio Onda Rossa di un collaboratore di C.I.R.C.E. a proposito dell'uso dell'intelligenza artificiale nella scuola a partire dalle linee guida recentemente emanate dal Ministero dell'Istruzione evidenziandone contraddizioni, limiti e speculazioni e sottolineando l'ennesimo trasferimento di fondi pubblici ai privati, i soliti big tech.
Molto in sistesi: l'Intelligenza Artificiale delle multinazionali tecnologiche, in particolare i Large Language Model, non andrebbe usata perché è insostenibile dal punto di vista ambientale, replica discriminazioni e stereotipi della società, standardizza scrittura e pensiero.