La spesa pubblica italiana ha creato un mercato nazionale oramai saturo pronto a spingersi all’estero. Ma l’Italia non è pronta per controllarlo
Un'inchiesta di IRPI media Italia.
Il 10 marzo 2022 il Parlamento europeo ha istituito la commissione speciale PEGA per investigare sugli abusi compiuti da alcuni Stati membri che hanno usato lo spyware Pegasus, prodotto dall’azienda israeliana NSO, contro giornalisti e avversari politici. Questa tecnologia, considerata tra le più efficaci nel mondo della sorveglianza, ha dato prova di essere in grado di rivelare il contenuto e le attività degli smartphone sui quali viene installata all’insaputa del bersaglio. Tuttavia la strutturale mancanza di controlli su chi l’acquista ha spesso fatto sì che gli spyware venissero utilizzati da governi o forze di polizia repressive, se non da vere e proprie organizzazioni criminali.
Ma l’attività di PEGA, concentrata esclusivamente sui prodotti dell’azienda israeliana, rischia di lasciare campo libero alle altre aziende europee. Gli Stati membri possono contare infatti su una vasta offerta assicurata dalla grande quantità di società, prime fra tutte quelle italiane. Lo ha ricordato, lo scorso agosto, l’esperto di sicurezza informatica membro del Security Lab di Amnesty International, Claudio Guarnieri, quando è stato audito dalla commissione investigativa speciale: in Europa ci sono almeno nove aziende note produttrici di spyware, e sei di queste in Italia.
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Fin dal 2015, con il referendum sulla Brexit e l’elezione di Donald Trump, sappiamo che la manipolazione dell’opinione pubblica nell’epoca di internet è passata a un livello industriale. Ma la vera sorpresa della vicenda Team Jorge, rivelata il 15 febbraio da un consorzio di giornalisti di tutto il mondo tra cui anche quelli di Radio France, non riguarda l’esistenza di queste pratiche, bensì la loro portata.
Nella notizia arrivata il 15 febbraio c’è qualcosa di specifico (e nuovo): la passività degli stati e la complicità, attiva o meno, delle grandi multinazionali della tecnologia, soprattutto statunitensi.
L’inchiesta, avviata dall’ong francese Forbidden stories, ha rivelato l’esistenza di un’azienda israeliana, Team Jorge, fondata da ex militari, che vende prestazioni diverse da qualsiasi altra
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Una recente analisi mostra che l'utima versione del sistema di Microsoft invia un sacco di informazioni anche a terze parti sin dal primo avvio.
La "telemetria" di Windows 11 non si limita a fornire informazioni tecniche al produttore del sistema operativo, ma contatta anche aziende specializzate in ricerche di mercato, editori pubblicitari e domini legati alla geolocalizzazione senza che l'utente apra un browser, e soprattutto senza chiedere il permesso ad alcuno.
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Investigative Reporting Project Italy ha realizzato un'inchiesta sulla filiera dell’industria in Italia, tra attori emergenti, testimonial della politica ed ex appartenenti a forze armate e forze dell’ordine.
Il software più famoso si chiama Pegasus e l’ha prodotto una società israeliana, NSO. È stato utilizzato per spiare giornalisti, oppositori politici, attivisti. Lo scopo che ci si aspetta dai sistemi di sorveglianza è proteggere. Invece, a volte, i prodotti possono essere “offensivi”. Data la sensibilità delle materie che riguardano la sicurezza, spesso le informazioni sono poche e parziali. NSO è uno dei principali attori di questa industria e ha già attraversato una lunga serie di scandali.
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Anche l’Italia ha attori di primo piano in questo settore, che spesso si intrecciano in vari modi a Leonardo, azienda le cui azioni appartengono per il 30% al Ministero delle finanze. E l’industria esiste anche grazie a un sistema di fondazioni e think tank che creano una rete di scambio di opinioni idee, e tecnologie con gli Stati. Un vero e proprio micelio sotterraneo di cui è spesso difficile comprendere l’estensione.
Questa serie indaga sulle diverse sfaccettature dell’industria della sorveglianza e della sua filiera, sui canali usati per espandere il controllo della propria fetta di mercato e sui prodotti che le aziende italiane cercano di introdurre per sfidare i competitor mondiali.
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Il sistema potrebbe essere convertito in qualsiasi momento in uno strumento di spionaggio di massa, per rintracciare e perseguire minoranze, attivisti e oppositori politici.
Apple ha annunciato una serie di misure per la “protezione dei bambini” che hanno fatto rabbrividire gli esperti e gli attivisti per la privacy. Si tratta di tre programmi separati, che per ora saranno applicati solo negli Stati Uniti — ma nel proprio comunicato stampa l’azienda di Cupertino ha scritto che i suoi impegni “si evolveranno e si espanderanno del tempo” perché “proteggere i bambini è una responsabilità importante.”
Ma come dovrebbero essere protetti i bambini? Leggi cosa dice Apple e le criticità individuate da "The submarine"
Inoltre il parlamento Europeo ha approvato di recente la Deroga ePrivacy, che consente ai fornitori di servizi di posta elettronica e di messaggistica, di poter cercare all'interno dei messaggi personali di ciascun cittadino con lo scopo di individuare presunti contenuti sospetti, e quindi segnalarli alla polizia.
I risultati dell’inchiesta Project Pegasus dettagliano quanto sia diffuso l’utilizzo dello spyware Pegasus, prodotto dall’azienda israeliana Nso, già nota agli esperti di sicurezza informatica come una delle più attive e importanti in questo mercato. Grazie a un leak ottenuto dalla redazione parigina di Forbidden Stories e da Amnesty International, il cui contenuto è stato poi condiviso con il Guardian e altre testate giornalistiche, l’inchiesta ha rivelato l’esistenza di una lista di 50mila utenze telefoniche potenzialmente target dei clienti di Nso e dello spyware Pegasus.
Simone Pieranni intervista Philip Di Salvo, ricercatore dell’Università della Svizzera italiana, attualmente Visiting Fellow alla London School of Economics and Political Science (LSE) e autore del libro «Leaks. Whistleblowing e hacking nell’età senza segreti» (Luiss University Press, 2019)