Pillole

Pillole di informazione digitale

Segnalazioni di articoli su diritti digitali, software libero, open data, didattica, tecno-controllo, privacy, big data, AI, Machine learning...

Quando si parla di sviluppo di intelligenza artificiale si sottovaluta l'impatto ambientale di un processo fortemente energivoro. E l'IA è al centro delle attenzioni dell'edizione 2024 del Digital Cleanup Day, l'iniziativa che dal 2020 ci invita a ripulire la nostra vita digitale. Ecco alcuni pratici consigli da seguire.

In un mondo sempre più connesso, internet è diventato uno strumento indispensabile che influisce su quasi ogni aspetto della vita quotidiana: dall’accesso istantaneo alle informazioni alla capacità di mantenere in contatto persone e comunità su scala globale, la sua importanza non può essere sottovalutata. Le aziende operano online, le relazioni si formano e si mantengono attraverso reti sociali e l’istruzione si sviluppa in ambienti virtuali, rendendo Internet un pilastro della società moderna.

Tuttavia la digitalizzazione su vasta scala porta con sé sfide ambientali significative: i data center che alimentano la nostra insaziabile sete di (conservare i) dati consumano enormi quantità di energia (spesso alimentata da fonti fossili) contribuendo, quindi, all’inquinamento e ai cambiamenti climatici. Uno studio pubblicato nel 2017 – divulgato dal Guardian – ha stimato che l’industria ICT potrà arrivare ad utilizzare fino al 20% dell’elettricità mondiale entro il 2025 con un impatto ambientale paragonabile a quello dell’intera flotta aerea.

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Obiettivi e lacune della prima legge al mondo sull'intelligenza artificiale

Con 523 voti favorevoli, 46 contrari e 49 astensioni, dopo un lungo e travagliato iter nel quale talvolta sembrava di essere a un vicolo cieco, ieri il Parlamento europeo ha approvato l’AI Act, la prima regolamentazione al mondo sugli utilizzi dell’intelligenza artificiale e dei sistemi basati su questa tecnologia. Composto di 113 articoli e 12 allegati, il documento si propone di proteggere diritti fondamentali e la sostenibilità ambientale, mantenendo l’obiettivo di facilitare e promuovere la crescita di competitor europei ai colossi statunitensi.

L’articolo 3 è quello che definisce cosa si intende per intelligenza artificiale, ovvero «un sistema basato su macchine progettato per funzionare con diversi livelli di autonomia» e che dalle previsioni e dai contenuti generati «può influenzare ambienti fisici o virtuali». La definizione non si applica quindi ai sistemi di software tradizionali o agli approcci che si basano su regole predefinite.

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La violenza nel Mar Rosso porta all’attenzione un tema su cui sappiamo poco: i cavi che garantiscono i collegamenti internet nel mondo. Ecco perché sono così importanti

Negli ultimi mesi, l’escalation di violenza nel Mar Rosso, con i ripetuti attacchi dei ribelli Houthi yemeniti, ha portato all’attenzione generale un tema fino a poco tempo fa poco conosciuto: quello della strategicità (oltre che della presenza) dei cavi sottomarini che garantiscono i collegamenti internet nel mondo.

Non tutti sanno infatti che solo l’1% del traffico web globale scorre su cavi su terraferma, mentre il restante 99% transita sotto i mari, dove il traffico transatlantico di dati raddoppia in media ogni due anni.

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Nella puntata di oggi parliamo di economia dell'attenzione, termine spesso usato ma non sempre spiegato accuratamente. Cerchiamo di capire cosa si intende con questo termine, il contesto economico da cui proviene, e come si declina concretamente.

Chiudiamo poi con un commento sulla notizia della settimana, ovvero le misure prese dal Congresso statunitense contro TikTok, fondate apparentemente sul grave pericolo posto alla sicurezza del paese e alle menti dei giovani americani (sic!). Andiamo a vedere quanto c'è di vero.

Ascolta la trasmissione sul sito di Radio Onda Rossa

Disconnessioni. Guasto al largo di Abidjan, da giovedì paesi popolosi come Nigeria e Sudafrica sperimentano seri problemi di connettività. Cittadini, imprese e istituzioni in tilt. Mistero sulle cause e incertezza sui tempi di recupero

Lo scenario in cui oltre mezzo miliardo di persone, tutte allo stesso momento, si ritrovano fuori dal mondo perché Internet va in down e non si riprende più è una delle più inquietanti, distopiche e pericolose eventualità che il mondo potrebbe fronteggiare.

IN REALTÀ QUESTO SCENARIO si è verificato in mezza Africa alle 12:30 di giovedì. A farne le spese, in Costa d’Avorio, Liberia, Benin, Ghana, Burkina Faso (in modo grave), Sudafrica, Lesotho, Nigeria (in modo lieve), Camerun, Gabon e Namibia (a singhiozzo), milioni di individui che fanno fatica, ancora oggi, ad accedere a internet. In questi Paesi vivono, complessivamente, oltre 400 milioni di persone. E, con loro, le pubbliche amministrazioni, le imprese, i grandi gruppi industriali, tutti stanno avendo problemi più o meno gravi con la connettività. In Costa d’Avorio giovedì pomeriggio era al 4% della sua capacità, il 14% in Benin, 17% in Liberia, 25% in Ghana.

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"A breve il Comitato Europeo dei Garanti esprimerà la propria decisione incolante sula legittimità del "Pay or OK", che preferisco chiamare "stacce o paga", ossia l'idea che si possa "pagare con i propri dati" un bene o un servizio, proprio come ci chiedono di fare molte testate italiane.

Io vedo due problemi:

  • uno, i dati personali non sono una proprietà alienabile, quindi "vendita" non è la parola giusta.
  • Secondo, nel caso dei giornali e di Facebook/Instagram la sola base legale sotto GDPR è il consenso esplicito dell'interessato.

Immaginate il padrone di casa che dice "ti installo una webcam nelle doccia, ma se non sei d'accordo puoi pagarmi il doppio dell'affitto".

È una vera scelta? È un consenso libero?"

Ascolta il podcast di Vannini

Il progetto italiano Gazaweb: permettere l'accesso a internet alla popolazione civile con gli «alberi della rete»: con un solo smartphone si dà connettività a decine di persone. Un atto popolare in assenza di interventi istituzionali esterni

Una carrucola, un secchiello, uno smartphone e una e-sim: un albero della rete, a Gaza, nasce così. Obiettivo, fornire a più persone possibile l’accesso alla rete internet. Che non serve solo a comunicare con il mondo esterno: serve a tenersi in contatto con familiari e amici, coordinare i soccorsi, individuare i dispersi, tenere in piedi un’idea di comunità sgretolata dalla guerra.

Da ottobre Gaza è un buco nero, o quasi. Il volume del traffico è crollato. Non esistono più punti di emissione a causa dei raid sulle infrastrutture di telecomunicazione, i blackout intenzionali e le restrizioni all’accesso all’elettricità

leggi l'articolo su "Il Manifesto"

Ascolta l'intervista di Stakka Stakka su Radio Black Out

E' in vigore dal 7 marzo il regolamento che l’Europa ha voluto per riequilibrare la concorrenza nei mercati digitali.

Le big tech stanno cambiando molta della tecnologia alla base dei loro servizi e gli utenti europei se ne accorgeranno presto: tutto perché scattano giovedì le regole del Digital Markets Act, il regolamento che l’Europa ha voluto per riequilibrare la concorrenza nei mercati digitali.

Con sanzioni fino al 10 per cento del fatturato globale, che raddoppiano in caso di recidiva: un bel disincentivo. Non sorprende che le big tech stiano cominciando ad annunciare importanti modifiche, anche se alcune novità forse richiederanno ancora mesi e un braccio di ferro con l’Europa per esprimersi appieno. Le modifiche che le big tech stanno facendo ora sono in effetti “proposte” di adeguamento al Dma, che la Commissione europea dovrà valutare. Leggi cosa cambia per gli utenti sul sito de "IL Sole 24 ore"

Parla un ingegnere di Google, attivista e organizzatore del gruppo nato in opposizione al Progetto Nimbus

Nel suo saggio all’interno di Emancipatory Social Science (Orthotes, 2020), Franco Bifo Berardi parlando della crisi sistemica ed ecologica, conclude evidenziando due situazioni alle quali guardare per intravedere un’alternativa alla catastrofe: la prima è la «crociata dei bambini», cioè quella catena di movimenti ecologisti scaturiti dalla sensibilità radicale dei giovanissimi, e l’altra è la possibilità posseduta dalle lavoratrici e dai lavoratori della conoscenza che innervano il tessuto della produzione cognitiva e tecnica: «Ma questi 100 milioni di lavoratori cognitivi – sparpagliati nei centri di ricerca, nei laboratori di sperimentazione, nelle università, negli ospedali – possono ad un certo punto, e probabilmente per contatto con la crociata dei bambini, rendersi conto che loro posseggono la potenza per smantellare la macchina che loro stessi sono stati costretti a costruire».

Leggi l'intervista ad un membro di No Tech for Apartheid

Giovedì 21 marzo alle ore 17:00 nel coworking Dialogue Place (Napoli) incontreremo l'aurore del libro L'intelligenza Inesistente. Un approccio conviviale all’intelligenza artificiale (Altreconomia 2023).

Con l'autore dialogheranno: Josè Compagnone, Web and Design Anthropologist fondatore di Goodea, Cristina Mele, ordinario Economia e innovazione dei servizi UNINA. Modera: Dana Cappiello, PM di Project Ahead. Discussione aperta, con interventi del pubblico.

Un'occasione fantastica per misurarci sul tema dell'AI, comprendendone i pro e i contro, per provare a immaginare e costruire tecnologie alternative, che promuovano la convivialità e la partecipazione diffusa, a scuola come nella società.

Maggiori informazioni sul sito di Dialogue Place