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Meta e il suo CEO Mark Zuckerberg sono al centro delle accuse per aver ignorato le evidenze sulla nocività dei loro prodotti per gli utenti più vulnerabili, bambini e adolescenti. La società avrebbe scelto di ignorare, in nome del profitto, le pressioni interne per proteggere il benessere dei più giovani

Appare oramai evidente ai più come Meta, società madre di Facebook e Instagram, non sia intenzionata a mutare il proprio modello di business basato sull’indifferenza rispetto alla circostanza, assodata, che certi prodotti possono danneggiare i suoi utenti maggiormente vulnerabili, bambini e adolescenti.

Le notizie divulgate dalla CNN nei giorni scorsi fanno intendere che neanche le pressioni dei suoi più grossi dirigenti siano in grado di far cambiare idea, al proposito, a Mark Zuckerberg. È venuto fuori, infatti, che egli ha personalmente e ripetutamente contrastato iniziative tese a tutelare il benessere degli adolescenti su Facebook e Instagram, ignorando anche i suoi collaboratori più anziani.

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Dopo che Elon Musk ha comprato Twitter in molti stanno cercando un’alternativa.

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Molti utenti si sono spostati da Twitter verso un social network chiamato Mastodon che, sotto i radar, si stava sviluppando da qualche anno e che, da allora, sta continuando a crescere al riparo dei riflettori.

Twitter è un po’ come WhatsApp, mentre Mastodon è un po’ come la mail: su Twitter (come WhatsApp) tutti gli utenti stanno su uno stesso server; su Mastodon (come con la mail) chiunque può stare sul server che preferisce, e tutti i server sono collegati consentendo a tutti gli utenti del mondo la piena raggiungibilità reciproca, proprio come accade per la mail.

Mentre Twitter è un centro commerciale di proprietà di un solo soggetto, Mastodon è un insieme di piazze pubbliche, connesse tra loro, ciascuna gestita da un gruppo di volontari che ne cura anche la moderazione in modo assai efficace. Il più grande server italiano è mastodon.uno.

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Zoom, Deliveroo, Animal Crossing, Houseparty, Netflix.

“Dopamina” è la serie che ci guida alla scoperta dei meccanismi che ci tengono incollati allo smartphone.

In questo episodio speciale dedicato al lockdown focus su: Zoom e la dissonanza cognitiva delle nostre videochiamate; l’app di consegne a domicilio Deliveroo; il videogioco Animal Crossing; l’app Houseparty che consente di organizzare riunioni con amici e familiari a distanza; la piattaforma di streaming Netflix. Anche queste attività sono concepite per stimolare nel nostro cervello la produzione della dopamina: la molecola che regola le sensazioni di piacere, motivazione e dipendenza.

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