Pillole

Pillole di informazione digitale

Segnalazioni di articoli su diritti digitali, software libero, open data, didattica, tecno-controllo, privacy, big data, AI, Machine learning...

[...] Nel caso dell’istruzione e della scuola sono prioritarie da una parte la denuncia della colonizzazione messa in atto dall’oligopolio del capitalismo di piattaforma, che agisce in nome del valore economico, e dall’altra la ricerca di alleanze con tutti i soggetti che si pongano l’obiettivo di uno sviluppo umano equo, con particolare riferimento alla condivisione cooperativa e mutualistica della conoscenza.

Questo contributo vuole andare in questa direzione e si articola perciò in una pars destruens, di decostruzione del contesto attuale, e in una pars costruens, che vuole orientare su possibili alternative tecno-economiche e culturali per andare oltre il torpore e l’opposizione devitalizzata.

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Pars de(co)struens

Il periodo del distanziamento delle pratiche didattiche, iniziato nel marzo 2020, ha definitivamente consegnato all’infrastruttura e alla cultura delle piattaforme del capitalismo digitale un’istruzione che già da tempo le aveva privilegiate sia sul piano dell’apprendimento, nella definizione dei canoni tematici STEM, sia con le proprie decisioni in merito alle opzioni logistiche. In gran parte del mondo occidentale i CEO di GAFAM sono stati poi i super-eroi virtuali che hanno permesso con la fornitura dei propri dispositivi il parziale salvataggio della scolarizzazione, ridotta in un angolo dall’emergenza sanitaria...

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Pars costruens

A volerle vedere e volendo impegnarsi a praticarle, vi sono invece alternative in termini sia di prospettiva politico-culturale sia di dispositivi e di pratiche. Mi riferisco alle tecnologie conviviali, il cui scopo sono condivisione paritaria della conoscenza, sviluppo umano equo, cooperazione non competitiva, mutualismo, sostenibilità economica e ambientale, rinnovamento.

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Leggi l'articolo completo di Marco Guastavigna

Da Etica digitale

Quando nel 2016 fu revisionata la legge sui servizi di intelligence del Paese, per placare l'opinione pubblica il governo dell'epoca e il capo dei servizi segreti dichiararono che non ci sarebbe stata una sorveglianza generalizzata dellɜ cittadinɜ, e che la legge si sarebbe applicata solo alle persone risiedenti al di fuori del confine elvetico.

Tuttavia, dai documenti e le ricerche fatte da Republik, risulta che:

  1. il traffico internet dellɜ cittadinɜ svizzerɜ è stato letto e analizzato, con tanto di archiviazione dei dati per ricerche successive
  2. i tre grandi fornitori di rete (Sunrise, Swisscom e Salt) sono obbligati dalla legge a monitorare e inviare i dati ai servizi segreti
  3. l'intercettazione avviene tra mail e chat private, basandosi su alcune parole chiave come nomi di persone, aziende, numeri di telefono e parole cercate sui motori di ricerca

In loro difesa, i servizi segreti avevano dichiarato al Tribunale Federale Amministrativo che sono in grado di monitorare solo il traffico che parte dalla Svizzera e che arriva in una specifica regione (ad esempio la Siria). Tuttavia, l'ingegnere Fredy Künzler smentisce questa affermazione, perché internet non funziona così: il traffico è dinamico e muta nel tempo, ovvero ciò che oggi può puntare in Siria, domani potrebbe puntare su un'altra area del mondo.

Sempre dal Tribunale risale la dichiarazione dell'attuale direttore dei servizi segreti, Christian Dussey; che, nel rispondere alla causa intentata nel 2016 da un gruppo di attivistɜ, giornalistɜ e avvocatɜ, che accusa la legge di violare il diritto della tutela delle fonti e del segreto professionale, ha affermato che nessuna comunicazione tra un`giornalista e la sua fonte è stata monitorata dal 2017. Con il problema che, per fare un'affermazione del genere davanti al tribunale c'è solo un modo: aver revisionato il contenuto di tutte le chat e le mail setacciate.

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All-In Plan lega gli utenti all'azienda per almeno due anni fornendo stampanti, inchiostri e un numero massimo di pagine stampabili.

Con l'inizio del mese di marzo HP ha iniziato a realizzare il suo sogno di imprigionamento degli utenti con il lancio del servizio HP All-In Plan.

Disponibile per ora nei soli Stati Uniti, è un piano in abbonamento dalle ambizioni molto più ampie rispetto a quelle di Instant Ink: in cambio di una quota mensile, infatti, fornisce non soltanto le cartucce, ma anche la stampante. I prezzi vanno dai 6,99 dollari al mese necessari per sottoscrivere per l'offerta base, che include una stampante HP Envy (attualmente, si tratta della Envy 6020e) e consente di stampare un massimo di 20 pagine al mese, e arrivano fino ai 35,99 dollari mensili dell'offerta più completa, che include una HP OfficeJet Pro e consente di stampare fino a 700 pagine al mese.

Leggi l'articolo su ZEUS News

No Tech For Apartheid è stata lanciata da più di mille lavoratorɜ di Amazon e Google, e supportata da organizzazioni di palestinesi ed ebreɜ statunitensi che sono contrarie all'apertheid a Gaza. Il loro obiettivo è quello di far ritirare i due giganti tecnologici (Amazon e Google) dal Progetto Nimbus; ovvero l'accordo firmato tra Amazon, Google e il governo israeliano, che prevede la fornitura di servizi di computazione cloud e tecnologie di intelligenza artificiale alle forze armate.

Tali tecnologie sono usate nelle operazioni di sorveglianza e repressione che la popolazione palestinese subisce, e che subiva già prima dell'attuale genocidio. Sul sito della campagna, alcunɜ studenti palestinesi raccontano le discriminazioni subite: se vivi a Gaza ti devi accontentare di connessioni 2G o 3G (mentre in Israele si parla di 5G), non puoi acquistare app nel Play Store, né memoria aggiuntiva su Google Drive. Come è già noto, infine, sui social le voci del popolo palestinese vengono periodicamente censurate oppure nascoste dall'algoritmo.

(Tratto dal canale telegram Etica Digitale)

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Amazon France Logistique, l’azienda che gestisce i magazzini del grande e-commerce statunitense Amazon in Francia, ha ricevuto una multa da 32 milioni di euro dalle autorità francesi per aver «creato un sistema di sorveglianza» dei dipendenti «eccessivamente intrusivo». La sanzione è stata emessa il 27 dicembre, ma è stata resa pubblica martedì dalla Commissione nazionale dell’informatica e delle libertà (CNIL), l’autorità incaricata di assicurare l’applicazione della legge sulla tutela dei dati personali in Francia.

Leggi l'articolo su "Il Post"

Nella puntata due interviste. La prima a Noemie, di La quadrature du Net. La seconda a Paul Biggar, importante startupper della Silicon Valley e a favore della Palestina.

Quadrature du net Intervista a Noemie, del progetto La quadrature du Net. Analiziamo alcuni dei passaggi chiave che hanno attraversato la societa’ francese a partire dagli attentati di Parigi del 2015 per capire come hanno influenzato il sistema di sorveglianza tecnologica fino ad arrivare ai piu’ recenti processi a carico di attivist*.

Paul Biggar Dalle stelle delle startup della Silicon Valley a militante per la Palestina in pochi giorni. Una storia esemplificativa delle tensioni che si muove come un unico corpo a sostegno di Israele.

In fine puntata varie notizie interessanti

Ascolta la puntata sul sito di Radio BlackOut

7 persone sono state accusate di terrorismo per aver messo in sicurezza le proprie comunicazioni, tramite strumenti quali il sistema operativo Tails, la rete Tor e l'applicazione di messaggistica Signal. Tra le altre cose, la conoscenza di questi strumenti e l'aver partecipato a dei "caffè della privacy" sono state usate come argomentazioni contro le persone arrestate.

"Cosa ne pensi delle GAFA (Google Amazon Facebook Apple)?", "Sei contro le GAFA?" sono alcune delle domande che la polizia e i giudici hanno posto ripetutamente alle persone accusate, come se criticare queste aziende fosse segno di radicalizzazione.

Le persone arrestate sono state accusate di avere "comportamenti clandestini" e di far parte di un "culto basato sulla segretezza" solo per avere a cuore la propria privacy. Tuttavia la polizia non ha trovato alcuna prova a supporto di questa tesi.

Quì la notizia originale

Notizia tratta dal canale telegram di Etica Digitale

la puntata si apre con gli aggiornamenti su Chat Control 2.0, il nuovo tentativo dell'unione europea di proibire la cifratura dei dati con il pretesto della lotta alla pedopornografia.

Riprendendo il comunicato de La Quadrature Du Net, aggiorniamo sul clima che si respira in Francia per chi promuove consapevolezza nell'uso delle tecnologie digitale: nel tentativo di criminalizzare i movimenti sociali con l'accusa di terrorismo, vengono criminalizzate le loro pratiche di sicurezza, l'utilizzo di specifici strumenti, l'autoformazione all'uso di tecnologie rispettose della privacy e persino le opinioni anti-GAFAM.

A seguire, la solita carrellata di notiziole.

Ascolta la puntata sul sito di Radio Onda Rossa

I Copernicani lanciano DepreDATI
DepreDATI è un laboratorio in cui si imparano e si condividono le tecniche di difesa dalla sorveglianza digitale.

Si rivolge a tutti coloro che hanno a cuore la propria privacy nel mondo digitale e che non vogliono essere profilati dalle Big Tech. Ci proponiamo a non specialisti, non geek, non maghi dell’informatica, che vogliono riappropriarsi della loro vita digitale e non regalare la propria identità a chi ne trae profitto.

La progressiva privatizzazione di Internet da parte delle Big Tech ha costruito un’economia dal valore inimmaginabile. A ottobre 2022 la capitalizzazione dei GAFAM (Google, Apple, Facebook, Amazon, Microsoft) è stata stimata nell’ordine dei 7 triliardi di dollari, poco meno della metà del PIL di tutti i Paesi dell’Eurozona.

Leggi tutto sul sito dei Copernicani

La spesa pubblica italiana ha creato un mercato nazionale oramai saturo pronto a spingersi all’estero. Ma l’Italia non è pronta per controllarlo

Un'inchiesta di IRPI media Italia.

Il 10 marzo 2022 il Parlamento europeo ha istituito la commissione speciale PEGA per investigare sugli abusi compiuti da alcuni Stati membri che hanno usato lo spyware Pegasus, prodotto dall’azienda israeliana NSO, contro giornalisti e avversari politici. Questa tecnologia, considerata tra le più efficaci nel mondo della sorveglianza, ha dato prova di essere in grado di rivelare il contenuto e le attività degli smartphone sui quali viene installata all’insaputa del bersaglio. Tuttavia la strutturale mancanza di controlli su chi l’acquista ha spesso fatto sì che gli spyware venissero utilizzati da governi o forze di polizia repressive, se non da vere e proprie organizzazioni criminali.

Ma l’attività di PEGA, concentrata esclusivamente sui prodotti dell’azienda israeliana, rischia di lasciare campo libero alle altre aziende europee. Gli Stati membri possono contare infatti su una vasta offerta assicurata dalla grande quantità di società, prime fra tutte quelle italiane. Lo ha ricordato, lo scorso agosto, l’esperto di sicurezza informatica membro del Security Lab di Amnesty International, Claudio Guarnieri, quando è stato audito dalla commissione investigativa speciale: in Europa ci sono almeno nove aziende note produttrici di spyware, e sei di queste in Italia.

Leggi l'inchiesta sul siti di IRPI Italia

Un webinar di Elena Pesaresi, Funzionario del Garante per la protezione dei dati personali.

Senza nominarle esplicitamente Pratesi mette in guardia sull'uso di piattaforme per la didattica a distanza, per le videoconferenze, per gli esami a distanza che non sono conformi al GDPR e costituiscono una violazione del diritto alla privacy degli studenti e dei lavoratori di scuole e università, oltre che essere un problema per la libertà di insegnamento. Il video dura circa un'ora.

Guarda il video su peertube

A partire dalle note vicendi dell'aggressione a alla stazione ferroviaria di Roma Termini avvenuta il 31 dicembre, parliamo del riconoscimento facciale.

Facciamo anzitutto una breve cronistoria del riconoscimento facciale, distinguendolo dalla "mera" videosorveglianza.

Uno sguardo alla situazione legale in Italia e andiamo ad indagare le basi del riconoscimento facciale, gli effetti che produce nei luoghi in cui è già utilizzato, i motivi profondi per cui è discriminatorio.

Non solo il riconoscimento facciale non funziona bene come ci vogliono dire. Gli errori che questi sistemi producono sono in maniera schiacciante più pesanti per i gruppi marginalizzati (in particolare le donne nere). Questi errori hanno delle ripercussioni reali sulla vita di queste persone. La ragione profonda di questi errori non è il caso ma esattamente la loro condizione di marginalizzazione. Sono quindi sistemi che riproducono ed amplificano le oppressioni già esistenti.

Cerchiamo di tenere uno sguardo sull'automazione, dato che la creazione di un dibattito consapevole su questo tema non è più rimandabile.

Ascolta la registrazione sul sito di Radio Onda Rossa

Che cosa decide se la tecnologia contribuisce al nostro benessere, ai diritti umani e alla democrazia o se li deteriora? Cosa distingue la buona tecnologia dalla cattiva tecnologia? E visto che ci siamo, cosa distingue il telescopio di Galileo e le lenti a contatto da Google e Facebook? E perché è importante se consideriamo o no noi stessi come dei cyborg ?

Tutti dobbiamo cercare di capire le risposte a queste domande. Altrimenti il prezzo per non averlo fatto potrebbe essere davvero molto alto. Queste non sono domande solo sulla tecnologia. Sono domande fondamentali su ciò che significa essere umani nell’era del digitale e delle connessioni in rete. Il modo in cui scegliamo di rispondere a queste domande ha conseguenze fondamentali per il nostro benessere, sia personale che sociale. Le risposte che scegliamo determineranno il carattere delle nostre società e, a lungo termine, potrebbero anche avere un impatto sulla sopravvivenza della nostra specie.

Leggi l'articolo completo tradotto da Nilocram

Puntata fiume per rimediare alla vacanza di 2 settimane fa.Parliamo di tracciamento, che sia fatto di stati o di aziende.

  • In casa nostra: un'azienda italiana sfrutta la vetustà del protocollo che gestisce le comunicazioni tra operatori telefonici su scala mondiale, per localizzare geograficamente utenti in tutto il mondo
  • in Messico non va meglio: dopo lo scandalo del 2017, Lopez Obrador aveva promesso che sarebbe cessato l'utilizzo di Pegasus. Non è andata così.
  • La dogana USA ha collezionato dump completi di decine di migliaia di passeggeri che hanno attraversato la frontiera e sono risultati "sospetti". Questi dati sono accessibili a migliaia di funzionari doganali e rimarranno tali per altri 12 anni, nonostante il progetto sia cessato per manifesta inutilità.
  • Consoliamoci: uno dei sistemi di comunicazione "riservate" della CIA era fatto così male che l'avevano capito tutti. Probabilmente lo capirono i servizi antispionaggio di Cina e Iran. Oggi ci sono gli archivi di quei siti, e si può confermare che non era difficile notarlo.
  • TikTok ti traccia quanto (e come) Facebook e Google
  • L'opzione "Blocca le connessioni senza VPN" non fa tutto quel che dice... qualcosa passa! Non è un bug, è una feature. :)
  • Se usate Chrome o Edge, quello che digitate in un form potrebbe essere inviato su internet per il controllo ortografico. Sì, anche le password.
  • Pare che sempre meno persone utilizzino la funzionalità "Login con Facebook", tanto che iniziano a sparire gli appositi pulsanti. È una buona notizia, ma non del tutto.
  • Sapete dove memorizza Facebook i vostri dati? Se sì, diteglielo agli ingegneri di Facebook (loro non lo sanno! è tutto vero)
  • Facebook censura i palestinesi più degli israeliani, dicono. Facebook non ci crede, e commissiona un report indipendente. Che conferma tutto e rincara la dose. Facebook dice che non è vero ma farà tutto quello che suggerisce il report.
  • VLC bloccato in India. La causa? lettura frettoloso di un report Symante.
  • La Cina attiva la censura basata su SNI, tecnica vecchia ma ancora efficace.
  • Aggiornamento dalla puntata precedente: Kiwi Farms bucato!
  • Dopo il disastro di log4j, gli USA vogliono finanziare la sicurezza nel software libero

Ascolta sul sito di Radio Onda Rossa

Riprende la nuova stagione delle dita nella presa, ripartendo da social network, sorveglianza, smartphone...

  • Come mai molte applicazioni utilizzano il "loro" browser invece di usare quello di sistema?
  • Qualcuno ha avuto un'ideona per scovare i pedofili: perché non mettiamo una IA che ti sorveglia dentro al cellulare? Un esempio chiarisce le possibili conseguenze
  • Facebook fa di tutto per non essere trasparente riguardo alle pubblicità elettorali negli Stati Uniti. E per le prossime elezioni in Italia? Quì il problema non si pone nemmeno, perché non ci sono leggi in proposito...
  • Una azienda statunitense vende alle polizie sistemi di sorveglianza a basso costo che funzionano utilizzando dati raccolti per scopi commerciali.
  • E varie altre notiziole...

Ascolta l'audio sul sito di Radio Onda Rossa

WFH - Watched from Home: Office 365 and workplace surveillance creep

  • Working from home bolstered the use of remote surveillance software to monitor employees.
  • It's not only tools that are developed specifically for surveillance, traditional productivity suites might also enable an intrusive level of monitoring.
  • PI and UCL students looked into Office 365 and found features that can enable employers to access all communications and activities on Microsoft services
  • These features can be operated without the employees' knowledge and there seems to be a lack of transparency for users in terms of what data is collected and for what purpose

da Etica Digitale: Microsoft: l'azienda consente al datore di lavoro di monitorare tutte le attività legate ai prodotti Office 365, e di leggere i contenuti delle chat e delle mail tramite Teams e Outlook.

Attraverso il "Microsoft Office 365 Admin Center" un amministratore può selezionare specifici utenti e leggere diverse informazioni sui dipendenti, tra cui: quanto tempo hanno passato in chiamate, quanti messaggi hanno scambiato, a quante riunioni hanno partecipato e quali dispositivi hanno usato. È anche possibile accedere a documenti, e-mail e messaggi delle persone su Teams.

Questo aspetto è in verità specificato nell'informativa sulla privacy dell'azienda, tuttavia è così seppellito nel testo che è pressoché impossibile notarlo. A prescindere, i dipendenti spesso non hanno altra scelta che acconsentire all'utilizzo di tali programmi.

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Stati uniti. Nebraska, incriminate una madre e la figlia adolescente. Dalle conversazioni su Messenger emerge che la ragazza ha preso un farmaco abortivo

Messaggi privati, registrazioni audio e video, immagini: un totale di 300 megabyte di dati relativi agli account di una madre e sua figlia adolescente – Jessica e Celeste Burgess – consegnati da Facebook alle forze dell’ordine del Nebraska in un caso di presunto aborto.

Leggi l'articolo su Il Manifesto

La puntata è dedicata principalmente all'intelligenza artificiale, partendo dalla notizia del licenziamento di Blake Lemoine, dipendente di Google che aveva dichiarato che un chatbot basato su IA poteva essere considerato senziente. Evidentemente, Google non apprezza affermazioni esagerate sulle IA che sviluppa e preferisce avere un profilo più basso. Come spiegare, altrimenti, la collaborazione tra Google e il governo israeliano in tema di sorveglianza basata su intelligenza artificiale?

Diamo anche alcune altre notizie - di serietà variabile - riguardanti gli sviluppi dell'intelligenza artificiale.

Ma esiste anche una sorveglianza "stupida": niente IA, ma tanto cloud, dall'uso della domotica al prelevamento del DNA alla nascita, tutto fa brodo.

Infine alcune notiziole: ancora problemi per Google dal GDPR; i giudici americani fanno ricerche come gli studenti delle superiori (su wikipedia); il trenino "Termini-Centocelle", grazie ai lavori di ammodernamento, viaggerà su un futuristico binario unico per 1,5km; ma soprattutto, pare che stavolta il copyright per Topolino scada sul serio!

Ascolta il podcast sul sito di Radio Onda Rossa

Le smart tv comunicano e inviano dati anche a destinatari terzi. Un traffico, che secondo uno studio dell’Imperial college e della Northeastern university, non è necessario a fornire il servizio. È quello che emerge dalla nuova inchiesta di Report in onda su Rai 3 il lunedì 27 dicembre alle ore 21:20

Non siamo solo noi a guardare la tv, ora è la tv che guarda noi. Grazie agli esperimenti condotti dai ricercatori dell’Imperial College e della Northeastern University, è emerso che tra gli elettrodomestici intelligenti, le smart tv sono quelle che più di tutti contattano terze parti, cioè servizi di profilazione, pubblicità, tracking e destinazioni non richieste per fornire il servizio.

leggi l'articolo completo su Domani

Investigative Reporting Project Italy ha realizzato un'inchiesta sulla filiera dell’industria in Italia, tra attori emergenti, testimonial della politica ed ex appartenenti a forze armate e forze dell’ordine.

Il software più famoso si chiama Pegasus e l’ha prodotto una società israeliana, NSO. È stato utilizzato per spiare giornalisti, oppositori politici, attivisti. Lo scopo che ci si aspetta dai sistemi di sorveglianza è proteggere. Invece, a volte, i prodotti possono essere “offensivi”. Data la sensibilità delle materie che riguardano la sicurezza, spesso le informazioni sono poche e parziali. NSO è uno dei principali attori di questa industria e ha già attraversato una lunga serie di scandali.

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Anche l’Italia ha attori di primo piano in questo settore, che spesso si intrecciano in vari modi a Leonardo, azienda le cui azioni appartengono per il 30% al Ministero delle finanze. E l’industria esiste anche grazie a un sistema di fondazioni e think tank che creano una rete di scambio di opinioni idee, e tecnologie con gli Stati. Un vero e proprio micelio sotterraneo di cui è spesso difficile comprendere l’estensione.

Questa serie indaga sulle diverse sfaccettature dell’industria della sorveglianza e della sua filiera, sui canali usati per espandere il controllo della propria fetta di mercato e sui prodotti che le aziende italiane cercano di introdurre per sfidare i competitor mondiali.

Leggi tutte le puntate dell'inchiesta sul sito di IRPI