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Pillole di informazione digitale

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Puntata di domenica 8 dicembre. La prima parte della puntata è dedicata alle variegate malefatte dei soliti noti: Google e Meta.

Prima parliamo della situazione di Google con l'antitrust, che vede avvicinarsi il verdetto anche per quanto riguarda il settore pubblicità. Avevamo già parlato della questione del motore di ricerca, ma questa è un'altra storia.

Passiamo poi ai legami tra grandi aziende e militarismo:

  • Google continua a negare i suoi rapporti con l'apparato militare israeliano, ma i dati sono sempre più chiari
  • Meta si lancia apertamente nelle applicazioni militari dell'intelligenza artificiale generativa
  • Hannah Byrne ha lavorato per anni nel gruppo "antiterrorismo e organizzazioni pericolose", si è licenziata nel 2023, e racconta alcuni dei motivi per cui crede che la selezione dei contenuti fatta da Meta sia sbagliata fin dalla radice

Chiudiamo infine rimandando un audio andato in onda recentemente su Data Center, consumo di energia e di acqua.

Ascolta l'audio sul sito di Radio Onda Rossa

Google ha siglato un accordo con Kairos Power per l'utilizzo di piccoli reattori nucleari per generare la quantità di energia necessaria ad alimentare i suoi data center per lo sviluppo dell'intelligenza artificiale (AI). L'azienda ha dichiarato che l'accordo prevede l'avvio dell'utilizzo del primo reattore nel corso di questo decennio e la messa in funzione di altri entro il 2035. Le società non hanno fornito alcun dettaglio sull'importo dell'accordo o su dove saranno costruiti gli impianti.

Ma Google a quanto pare non è l'unica, lo scorso mese Microsoft ha raggiunto un accordo per rimmettere in funzione l'impianto nucleare di Three Mile Island, tristemente noto per il più grave incidente nucleare accaduto negli USA nel 1979.

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Intervista. L’architetta che insegna a Eindhoven, specialista del lavoro automatizzato, racconta la sua ricerca, attraverso la quale propone nuove prospettive di osservazione sul complesso rapporto tra lavoro e tecnologia

Negli ultimi anni i data center sono diventati un importante area di investimento. Le previsioni indicano una forte crescita nella produzione di dati, che dovrebbero crescere del 23% all’anno dal 2020 al 2025, raggiungendo i 180 zettabyte nel 2025, secondo il Global DataSphere di IDC.
La società di consulenza Garnter stima che la domanda di storage dei dati potrebbe potenzialmente salire al 50% dal 2020 al 2030. Crescita che sta superando le possibilità delle odierne soluzioni di archiviazione, che porterà a una potenziale insufficienza.
Gli sviluppi dell’IA, dell’Internet delle cose e del Metaverso aggraveranno il problema. La più grande società di servizi immobiliari commerciali a livello globale, CBRE ha aperto una divisione per i data center, lo stesso hanno fatto aziende di architettura e ingegneria come Corgan, HDR, Gensler, AECOM e Arup.
È opportuno ricordare che i data center rappresentano oltre il 2% delle emissioni globali di carbonio, l’equivalente del settore aereo. Senza miglioramenti nell’efficienza energetica, il consumo di elettricità dei data center potrebbe aumentare dal 3% al 13% del consumo totale di elettricità entro il 2030.

Leggi l'intervista completa sul sito de "Il Manifesto"