Sabato 24 febbraio 2024 la piattaforma PiracyShield ha ordinato ai provider italiani di escludere un IP dalla navigazione, una delle tantissime segnalazioni. Ma si trattava di un IP di Cloudflare: in un colpo "bannati" decine di siti leciti.
Ore 16:15 di sabato 24 febbraio 2024. Dalla piattaforma anti-pezzotto Piracy Shield arriva a tutti i provider italiani un ticket relativo a un indirizzo IP da oscurare, il 188.114.97.7. I provider, come da disposizioni di legge, eseguono ed oscurano l'indirizzo. Qualcuno, dall'altra parte del marchingegno donato dalla Lega Calcio all'AGCOM aveva 60 secondi prima creato il ticket con quell'IP, senza curarsi però del fatto che l'indirizzo appartiene a Cloudflare (uno dei più grandi operatori cloud e CDN) e che dietro quell'indirizzo ci fossero decine, forse centinaia di siti. Tra cui, quasi sicuramente, anche uno pirata. Che, per quello che ci è dato di capire, poco dopo si è spostato di qualche IP ed è ancora vivo e vegeto.
Nella puntata del 21 gennaio si parla di Piracy Shield, il sistema di contrasto alla "pirateria" che dovrebbe entrare in vigore il 31 Gennaio.
Previsto dal DL Caivano con il fantomatico pretesto di contrastare il disagio giovanile online (?), si tratta di un sistema automatico in grado di bloccare i siti di streaming entro 30 minuti. I giornali ne parlano come della (ennesima) soluzione definitiva, e puntualizzano che sarebbe pensato per gli eventi sportivi. Vediamo quanto c'è di vero.
A seguire il solito misto di notiziole su copyright, privacy e sorveglianza.