Siamo arrivati alla terza ondata di Didattica a Distanza dall’inizio della pandemia COVID e, incredibile a dirsi, la situazione in cui si ritrova ad affrontarla la scuola è ancora la stessa di un anno fa. Tutto demandato ai singoli istituti e a cascata sui singoli docenti. Se in questo anno c’è stata qualche forma di organizzazione e miglioramento lo si può registrare esclusivamente a questo livello, con un’esperienza sul campo maturata da docenti, animatori digitali, studenti.
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In tutto questo anno abbiamo assistito a questa tendenza da parte ministeriale, in cui la didattica a distanza è sempre più diventata una minaccia da cui sfuggire, la responsabile principale dell’impoverimento educativo connesso alla pandemia, la fonte di disagio per gli alunni fino anche ad esserle imputato l’insorgere di disturbi psichici oltre che nell’apprendimento.
Ma davvero è tutta colpa della DAD? E, mi viene da aggiungere, di quale DAD?
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I ricercatori dello Stanford Virtual Human Interaction Lab hanno esaminato le conseguenze psicologico di passare ore ogni giorno nelle piattaforme di videochat . Carola Frediani nella sua newsletter "Guerre di rete" le riassume così: