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Pillole di informazione digitale

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Puntata 16 di EM, quarta del ciclo tecnologico Estrattivisimo dei dati, parliamo di Intelligenza Artificiale e lavoro, con un ospite, Antonio Casilli, docente di sociologia presso Télécom Paris, la scuola di ingegneria delle telecomunicazioni del Politecnico di Parigi.

Nella prima parte della trasmissione passiamo in rassegna, con una serie di esempi, il ruolo dell'IA nel mondo del lavoro, tra parcellizzazione, cottimo e sfruttamento nel Sud del Mondo, sfatando miti e smascherando retoriche pericolose.

Nella seconda parte analizziamo in particolare la precarizzazione del lavoro con l'IA, click work, micro task, uberizzazione, anche in relazione alla fornitura di lavoro gratuito e dati da parte degli utenti del web nel Nord del Mondo, utilizzati poi anche per l'addestramento delle IA. Introduciamo anche la necessità di redistribuire il surplus derivante dall'estremo aumento di efficienza attraverso l'introduzione di un reddito universale di cittadinanza.

Nella terza parte proviamo a parlare di futuro del lavoro, di opportunità e limiti per una mobilizzazione dei laboratori nel Nord e nel Sud del Mondo e delle nuove sfide che ci attendono.

Ascolta l'audio sul sito di Radio Onda Rossa

Mondo digitale ha pubblicato un bel articolo di Carlo Milani e Vivien García. Di seguito potete leggere il sommario mentre l'articolo completo è sul sito di Mondo Digitale

"L'IA affascina e spaventa. Uno spauracchio si aggira per il mondo: il timore che esseri tecnologici intelligenti sostituiranno gli esseri umani in (quasi) tutte le loro attività, a partire dal lavoro. L'IA se ne occuperebbe automaticamente, agendo come un aiutante magico, capace di svolgere qualsiasi compito assegnato.

Attingendo alla prospettiva di Gilbert Simondon sull'alienazione tecnica,sosterremo che l'automazione è in realtà il livello più basso possibile di interazione uomo-macchina. L'analisi di Simondon offre un metodo per prendere le distanze sia dalla tecnofobia che dalla tecnofilia, promuovendo una cultura tecnica capace di sviluppare "macchine aperte", caratterizzate da un certo livello di variabilità nel loro funzionamento reciproco con gli umani.
Ricordando alcune tappe fondamentali nella storia dell'IA, sosterremo che le cosiddette macchine digitali "intelligenti", basate su algoritmi di riduzione dei dati, sono caratterizzate da una modellazione statistica che talvolta tende, a prescindere dall’intenzione degli esseri umani coinvolti, a incorporarne alcuni presupposti ideologici, credenze e valori. Usando la nostra analisi dell'interazione umana con i motori di ricerca potenziati dall'IA, mostreremo come i sistemi automatizzati stiano diffondendo il condizionamento reciproco tra umani e macchine. Più gli esseri umani si rivolgono a queste macchine in modo meccanicamente semplice e non ambiguo, più esse agiscono "automaticamente" e sembrano "intelligenti".

Infine analizzeremo lo sfruttamento di questi sistemi di condizionamento reciproco in una miriade di micro-attività digitali a scopo di lucro. L'IA in questo contesto si manifesta come un essere tecnico di formazione antropologica e manipolazione comportamentale, molto lontano dall'ideale di "macchina aperta" proposto da Simondon."

Leggi l'articolo completo su Mondo Digitale