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A venti anni dalle giornate di lotta contro il G8 di Genova è improvvisamente riapparsa online la Time Machine di Indymedia. Sono stati tra l’altro ripubblicati nell’ordine storico tutti i post delle giornate del luglio 2001, quelli sulla morte di Carlo Giuliani, gli scontri per strada e le torture alla Diaz e a Bolzaneto. Negli stessi giorni, è stato pubblicato da Alegre Millennium bug. Una storia corale di Indymedia Italia, una raccolta di testimonianze curata da Emanuela Del Frate, Sara Menafra, Peppe Noschese, Francesca Urijoe e Franco Vite. Genova fu una esplosione di immagini e di voci e Indymedia è stata il sistema nervoso, gli occhi e le orecchie di quel movimento nella sua espressione più indipendente e creativa.

Leggi l'articolo sulla rivista "Gli asini"

indy-time-machine-transparentIl sito di Indymedia di nuovo on line, un canale Telegram e un account Twitter che permettono di leggere tutti i post e di commentare. E' questa la versione di Indymedia 20.0 ovvero vent'anni dopo, in occasione dei vent'anni dagli eventi, proteste e repressioni di Genova 2001. Una pagina da non dimenticare e dunque è stata rimessa online senza filtri, esattamente com'era nel 2001, per consentire a chi non ha vissuto in prima persona quei giorni di sperimentare in diretta le stesse senzazioni di allora. La storia senza interpretazioni.

"Sii il tuo media" era il motto di Indymedia, che permetteva a tutti di pubblicare articoli, foto, registrazioni, commenti, senza bisogno di login, senza controlli né moderazione dei post.

Indymedia era uno strumento unico di pubblicazione partecipata, un proto social-network con ambizioni libertarie: dopo Indymedia non è stato più possibile fare altrettanto. Oggi le piattaforme digitali di massa hanno invece dei padroni che estraggono dati per poter manipolare le nostre scelte. Quelli che ora crediamo essere "spazi liberi della rete" per comunicare, sono in realtà banche di dati che sfruttano contenuti e utenti per creare il valore economico più importante del mondo del capitale.

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È nata a giugno puntarella.party, nodo romano di Mastodon, il social network fondato dal tedesco Eugen Rochko. Arriva dopo le esperienze Bologna, Torino e Milano e ne conserva i valori libertari, antifascisti e autogestiti

Internet è stata un tempo una terra selvaggia dove convivevano ricercatori e ricercatrici universitarə, appassionatə di informatica, hacker e fricchettonə. Nessuno ci faceva soldi, tutte e tutti scambiavano informazioni, materiale accademico, libri, fanzine, codice di software. Collegarsi costava assai, ma ne valeva la pena. Fra le pionierə di questa Internet c’erano anche tante e tanti di coloro che animavano collettivi e centri sociali: gli anni ’90 videro nascere i primi bollettini e siti web italofoni di movimento. Sono in buona parte le stesse persone che nei primi 2000 daranno vita al nodo italiano di Indymedia (che proprio in questi giorni è tornato online con il suo archivio dal 2001 al 2006 e diverse iniziative per il ventennale del g8 di Genova, vedi: https://itm.vado.li), a un’esperienza ancora oggi fondamentale come Autistici/Inventati e a molti altri progetti volti all’uso critico e sociale delle tecnologie informatiche...

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