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Matteo Piantedosi è intervenuto all’evento per i 20 anni del Centro nazionale anticrimine informatico per la protezione delle infrastrutture critiche (Cnaipic).

Il ministro dell’Interno ha indicato questo nuovo bilanciamento di diritti a cui spera le piattaforme di messaggistica (da WhatsApp a Signal fino a Telegram) si adeguino presto per consentire alle Forze dell’Ordine di “rompere” la crittografia end-to-end per le attività investigative contro i cyber criminali.

“Le policy delle grandi piattaforme sono molto incentrate sull’offerta della privacy degli utenti”, ha osservato Piantedosi. “Io credo”, ha aggiunto il ministro, “che il bilanciamento di interessi, tra libertà democratiche, costituzionalmente garantite, e elementi di sicurezza è il vero snodo su cui si gioca la sfida del futuro, ossia tra la attività di Polizia per contrastare i crimini e la privacy”.

Durante lo stesso evento, il prof. Sala ha dichiarato “secondo me una soluzione su cui lavorare c’è per consentire gli scopi della Forze dell’Ordine, perché, essendo l’algoritmo crittografico una forma matematica, il modo in cui è utilizzato e l’ambiente in cui è sviluppato, permette dei margini in cui si può, in qualche modo, indebolire un pochino la sicurezza del sistema, tenendola, però, sempre accettabile, consentendo quindi le investigazioni della Polizia”.

Quindi, come aveva già annunciato il ministro in estate, il governo italiano sarebbe al lavoro per ridurrre il livello di sicurezza della crittografia end to end, per favorire le attività poliziesche: “Una nuova autorità pubblica sotto il Ministero dell’Interno – in particolare presso la Polizia Postale – per vigilare sui servizi di messaggistica crittografata come WhatsApp, Signal e Telegram”

Quindi, se Chat Control sembra per il momento bloccato, in Italia già si pensa a un sistema simile, che ci porterebbe a essere molto vicini ai regimi dittatoriali come Cina e Russia.

Fonte web

È come il romanzo di Charles Dickens, Racconto di due città. Da una parte l’Italia, che sembra aver capito d’un tratto l’importanza degli investimenti nel settore dei semiconduttori e le Zone Economiche Speciali (Zes) per il Mezzogiorno – ovvero aree geografiche che offrono una serie di incentivi, agevolazioni e semplificazioni amministrative alle imprese che stabiliscano lì la propria sede. E dall’altro l’Irlanda, che ha incassato per più di sessant’anni il dividendo delle Zes e da più di trenta quello della produzione di semiconduttori. Due storie parallele che, almeno nelle aspirazioni della politica italiana, dovrebbero a un certo punto diventare convergenti. Ma non è chiaro con quali tempi.

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In questo numero:

  • Una guida all’AI Watermarking
  • OpenAI si prepare alle elezioni
  • Interferenze GPS sul Baltico
  • I microchips fanno gola all’Europa e all’Italia