Nei mesi scorsi la biblioteca di internet – e con essa il futuro dell’accesso alla cultura online – è finita sul banco degli imputati. Nelle aule di un tribunale federale di New York si è svolto il primo round di un procedimento legale intentato da alcuni editori americani nei confronti di Internet Archive, la biblioteca digitale non profit fondata dall’informatico, attivista e archivista Brewster Kahle nel 1996 a San Francisco. Lo scontro è tra Davide e Golia, e rischia di definire per sempre il modo in cui la conoscenza è condivisa.
“Accesso universale alla conoscenza” è da 27 anni lo slogan di Internet Archive. L’organizzazione raccoglie e mette a disposizione di chiunque, gratuitamente, 37 milioni di libri, 16 milioni di file audio e molti altri contenuti nonché servizi come la Wayback machine, il più noto archivio di pagine Web. Una delle maggiori e più evidenti eredità culturali e intellettuali che gli esseri umani possano vantare per raccontare la loro storia.
Esattamente dieci anni fa, l'undici gennaio 20013, si toglieva la vita a soli 26 anni a New York Aaron Hillel Swartz, programmatore e attivista digitale, impegnato in numerosi progetti che continuano ancora oggi (da internet archive a creative commons) e in prima linea nella lotta contro il copyright e per un accesso libero e gratuito al sapere. Considerato una delle menti più brillanti della sua generazione, lo ricordiamo insieme a uno dei redattori de Le dita nella presa.
Ad Aaron Swartz dobbiamo molto. Aveva 14 anni quando scrisse le specifiche del protocollo RSS, ancora oggi uno dei più usati formati per la distribuzione di contenuti web. Progettò e sviluppo Tor2web, un sistema per accedere ai servizi della rete Tor attraverso un normale browser.
Ma sopattutto si è battuto con grande forza e creatività per la libertà di accesso alla conoscenza, partecpando a molte campanga contro le leggi che punivano le violazioni del copyright (Stop SOPA).
Scaricò 4 milioni di articoli accademici da JSTOR (Una importante biblioteca digitale statunitense) probabilmente per renderli disponibili in open access. Gli articoli scaricati, risalendo ad anni precedenti al 1923, erano già di pubblico dominio nella loro versione originale, ma le versioni digitalizzate erano coperte da copyright . Per questo fu accusato di frode informatica dal procuratore del Massachusetts. Accuse che prevedevano fino a 35 anni di detenzione.
Il processo non si tenne mai. Aaron si tolse la vita l'undici gennaio 2013, ad appena 26 anni.
Prima puntata di un ciclo sul DRM: una serie di tecnologie che - anche con tecniche crittografiche - limita le capacità di una miriade di oggetti tecnologici, sia hardware sia software: lettori dvd che mandano il video solo a televisori; libri leggibili ma non stampabili; canzoni che scadono.
In questa puntata parleremo dei cavi video digitali. Contrariamente a quanto potreste credere, i cavi HDMI, ma anche i DisplayPort, o i DVI, non sono dei meri cavi video che utilizzano tecnologie digitali per darvi la migliore qualità. Supportano infatti una tecnologia chiamata HDCP, il cui scopo è proprio quello di limitare le funzionalità dei vostri dispositivi al fine di evitare che possiate copiare contenuti protetti da copyright.
Questa tecnologia da un punto di vista tecnico è ormai un colabrodo: moltissimi attacchi crittografici l'hanno resa sempre meno efficace. Questo non vuol dire che l'HDCP è debellato: i suoi effetti sono comunque molto chiari, perché rendono molto più difficile l'utilizzo "libero" dei dispositivi video digitali.
Nella prima parte della puntata si parla di copyright, prendendo spunto dalla vicenda di youtube-dl programma che permette di scaricare audio e video da youtube - che nel mese scorso è stato prima oscurato da GitHub in seguito alle richieste della RIAA (la SIAE statunitense) e poi rimesso online in seguito alle proteste di utenti e sviluppatori. Un caso controverso, dato che si tratta in maniera solo molto indiretta di uno strumento per aggirare i sistemi di protezione del copyright! Questo ci da un'idea di come il meccanismo censorio che sta intorno al copyright non sia affatto finito, nonostante ci possa sembrare che negli ultimi anni questo si sia alleggerito.
Un altro esempio interessante in tal senso è quello della censura del progetto Gutenberg in Italia. Il progetto - che si occupa di pubblicare online testi in pubblico dominio ed è a tutti gli effetti la prima biblioteca digitale - è stato messo nel calderone dei canali Telegram che pubblicavano scansioni di quotidiani per motivi ad oggi non del tutto chiari.
Conclusione con una breve storia di alcune delle mosse più brillanti dell'industria delle stampanti. Un'industria che ha cercato di estrarre quanti più profitti possibile in un settore industriale oggettivamente non frenetico e che ora ha la sua ultima evoluzione con il concetto di "Stampa come servizio" che ti consente di utilizzare la tua stampante come se dovessi andare in copisteria.