In rete girano già battute del tipo: «I dati della pubblica amministrazione sono su Google, così sarà più facile trovarli». Scherzi a parte...
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Una corrispondenza a Radio Onda Rossa per cercare di comprendere il dibattito nazionale che sta dando molto spazio alla proposta di acquisto di Tim fatta da Kkr.
Colleghiamo a questo argomento anche il tema del cloud europeo, un progetto che rimane ancora non del tutto chiaro. Si può già dare per assodato, però, che il tema della sovranità che viene sbandierato per quanto riguarda la stesura della fibra non sia al centro delle attenzioni quando si parla di cloud.
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PNRR. A. Baldassarra: “Cloud nazionale? Il governo rifiuti una narrativa sbagliata che penalizza imprese e competenze italiane”
Il vero rischio è che con i nostri soldi del PNRR contribuiremo a far crescere il PIL degli altri. E questo senza considerare il rischio di trovarsi, negli anni a venire, a commentare ancora una volta una “occasione perduta”, con scempio delle competenze e delle capacità industriali del Paese, come già avvenuto nel secolo scorso prima con l’elettronica e poi con l’informatica.
Ultimamente in Italia si è acceso e continua ad andare avanti in modo importante il dibattito sul tema del “Cloud Nazionale”.
In vista del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) il Ministro Vittorio Colao ha infatti comunicato che il suo obiettivo è creare un cloud unico per la PA entro il 2022.
Un intervento, quello di Colao, che ha mosso le acque sul tema della nuvola, scatenando il dibattito su come verrà presidiato il terreno della digitalizzazione in Italia.
Come si è appreso dalla stampa, in un primo momento sembrava che i gruppi candidati ad avere un ruolo preponderante nel piano “Italia Digitale 2026” a difesa della sicurezza cyber italiana e per la digitalizzazione sul Cloud fossero rappresentati dalle alleanze Leonardo–Microsoft, Fincantieri–Amazon e TIM–Google, quest’ultima partita per prima nel 2020. Ora, nelle ultime ore sembra prender piede un diverso schema di gioco centrato su un accordo a tre tra Cassa Depositi e Prestiti (CDP), Leonardo e TIM (dietro cui sarebbe diluita in modo silente la presenza di Google).
Leggi l'articolo intero con l'intervista a Baldassarra, AD di Seeweb.