C’è questa mascherina particolare, leggera, comoda, elegante, con due sensori quasi invisibili – uno per il naso e uno per la bocca – e un’antenna bluetooth sistemata dietro l’orecchio sinistro che si connette al telefonino. I sensori acquisiscono in tempo reale il suono emesso durante la respirazione e li inviano all’app. Qui inizia la magia di SmartBreath.
Un modello matematico mette in correlazione il suono con le dimensioni della cavità orale e nasale, con il diametro e la forma dell’apertura della bocca, la posizione delle lingua e della gola, la forza dell’inspirazione e espirazione, la durata, la provenienza dell’aria dalla parte alta o bassa dei polmoni, la posizione del diaframma, etc.
Queste variabili, prese nel loro insieme, hanno una parte costante che costituisce una “firma biometrica” della persona, unica e riconoscibile.
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Riprende la nuova stagione delle dita nella presa, ripartendo da social network, sorveglianza, smartphone...
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