Dopo un anno di spietata offensiva israeliana su Gaza, il conflitto si allarga a macchia d’olio in tutta la regione mediorientale. Anche se l’escalation in corso assorbe l’attenzione dei media principali, non possiamo distogliere lo sguardo da quello che succede sul campo.
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La ong Acs Italia ha creato hotspot rudimentali nella Striscia. Ma sono le relazioni umane a permettere il funzionamento
«La cosa più forte sono i legami umani. Il nostro è un movimento che va dal basso verso il basso e l’obiettivo è di riuscire a mantenere un canale di comunicazione tra le persone, tenere in piedi almeno una briciola di rete sociale che mantenga le comunità coese. Che permetta di sapere, conoscere. Qual è l’ordine di sgombero? Da dove arriveranno oggi le bombe? La mia vicina, mia sorella, sono ancora vive?». Manolo Luppichini, videomaker, regista, con decenni di attivismo (e mediattivismo, come si sarebbe detto nei primi 2000) alle spalle, è una delle anime di Gazaweb. Il progetto della ong Acs Italia che ha dato vita agli Alberi della rete, hotspot rudimentali che hanno permesso di riportare la connessione internet in alcune zone della Striscia. «La nostra è solo una goccia in mezzo al mare, una toppa» continua Luppichini, «e non può essere la soluzione al problema». Dopo i primi bombardamenti israeliani su Gaza e i primi blackout, la connessione è stata una delle prime cose a sparire.
Il modo trovato da questo gruppo di “nerd attempati” come li definisce lo stesso Luppichini, è semplice, ma efficace. Pali su cui vengono issati dei secchielli contenenti smartphone e powerbank alimentate con pannelli solari e delle e-sim. Ogni “albero” diventa così un hotspot che permette a decine di gazawi di collegarsi. «Il nostro è stato un riflesso quasi istantaneo. Acs non riusciva a parlare con nessuno dei palestinesi con cui lavora da oltre 20 anni all’interno della Striscia. Ci siamo resi subito conto che internet era il problema».
Oltre a decine di migliaia di vite umane, l’offensiva di Israele sta annichilendo deliberatamente le infrastrutture di telecomunicazione a Gaza.
Per aggirare i black-out della rete e condividere connessioni gratuite nelle aree difficili della striscia, gli operatori gazawi dell’ong ACS hanno iniziato a piantare gli Alberi della Rete.
Gli Alberi della Rete sono hot-spot che spuntano nei coni d’ombra delle zone di conflitto e irradiano segnali WI-FI liberi, accessibili da tuttə. Quando attecchiscono, gli Alberi della Rete aiutano a connettere Gaza col resto del mondo, mantengono vivi i legami affettivi e fanno da argine, per impedire che anche le relazioni umane vengano sradicate dalla guerra.
Una serie di cellulari di ultima generazione consentono il collegamento ai network internazionali anche con le eSIM, carte sim virtuali che (tramite l’attivazione di un codice) svolgono le stesse funzioni di una SIMcard tradizionale. Inviando il codice di attivazione eSIM a chi possiede uno di questi apparecchi, si possono attivare collegamenti alle reti cellulari egiziane o israeliane dall’interno della striscia di Gaza.
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Il progetto italiano Gazaweb: permettere l'accesso a internet alla popolazione civile con gli «alberi della rete»: con un solo smartphone si dà connettività a decine di persone. Un atto popolare in assenza di interventi istituzionali esterni
Una carrucola, un secchiello, uno smartphone e una e-sim: un albero della rete, a Gaza, nasce così. Obiettivo, fornire a più persone possibile l’accesso alla rete internet. Che non serve solo a comunicare con il mondo esterno: serve a tenersi in contatto con familiari e amici, coordinare i soccorsi, individuare i dispersi, tenere in piedi un’idea di comunità sgretolata dalla guerra.
Da ottobre Gaza è un buco nero, o quasi. Il volume del traffico è crollato. Non esistono più punti di emissione a causa dei raid sulle infrastrutture di telecomunicazione, i blackout intenzionali e le restrizioni all’accesso all’elettricità