Pillole

Pillole di informazione digitale

Segnalazioni di articoli su diritti digitali, software libero, open data, didattica, tecno-controllo, privacy, big data, AI, Machine learning...

Iniziamo la puntata mettendoci in contatto con lo sviluppatore di Blob, uno strumento di aggregazione contenuti (articoli, podcast, ...) che permette di sapere cosa si dice in giro senza usare Telegram o Instagram.

Proseguiamo dando qualche aggiornamento sulla vicenda Paragon, di cui a breve arriverà un ulteriore report da parte di Citizen Lab e che potrebbe ulteriormente crescere di volume.

Ci spostiamo negli Stati Uniti, concentrandoci sulle iniziative del governo Usa che rimuovono e invisibilizzano contenuti sgraditi alle logiche escludenti dell'alt-right.

Concludiamo dando l'appuntamento a due eventi di Hacking che si terranno a Milano e a Cosenza il prossimo fine settimana (21-22 Marzo).

Ascolta la trasmissione sul sito di Radio Onda Rossa

Lunedì 31 Marzo 2025, a Torino, si terrà il Corso di Formazione Nazionale per il personale della scuola pubblica statale dal titolo “La scuola nella transizione digitale. Il prossimo futuro di didattica e lavoro”.

Alcuni dei temi che saranno toccati nelle relazioni:

  • l'effetto dei device digitali sui bambini della scuola dell'infanzia e primaria,
  • l'influenza illegale dei GAFAM (Google, Amazon, Facebook, Apple e Microsoft) sulla libertà d'insegnamento attraverso le loro "piattaforme educative",
  • l'effetto del Piano Scuola 4.0 e delle continue "riforme" (tagli di contenuti e durata) che interessano la scuola etc.

Pa partecipazione all'incontro, sia online che in presenza, dà diritto all'ESONERO DAL SERVIZIO per i docenti e personale ATA e offrirà numerosi spunti anche a genitori (di tutte le età) e allievi dalla 4° superiore in su.

La partecipazione è gratuita per tutte e tutti, si chiede unicamente la registrazione al seguente indirizzo: http://iscrizioneto.vado.li. Il link per la partecipazione online sarà inviato a chi si registra. Per chi non risiede nella provincia di Torino sarà possibile ottenere l'esonero anche per la partecipazione online.

Lunedì 31 Marzo 2025 - ore 8:15/17:00
presso I.t.i.s. “G.B.Pininfarina”- Via Ponchielli 16,10024 Moncalieri (TO)

In un evento al Parlamento europeo organizzato dai Verdi il ricercatore di Citizen Lab fa il punto sulle analisi sui telefoni di giornalisti e attivisti spiati. Il direttore di Fanpage Francesco Cancellato: “Abbiamo chiesto trasparenza, abbiamo ricevuto omissioni e silenzio”.

“Il primo rapporto pubblico sul caso Paragon uscirà nei prossimi giorni, e in quel rapporto mostreremo le prime prove forensi sulla portata di questo attacco”. John Scott Railton è il ricercatore di Citizen Lab che studia da anni gli spyware governativi come Pegasus, oltre a essere la persona a capo del team che sta indagando su Graphite, il software spia di Paragon Solutions che è entrato nel telefono di oltre novanta tra giornalisti e attivisti in tutta Europa, tra cui il direttore di Fanpage.it Francesco Cancellato.

Durante il convegno “Paragon Scandal” organizzato dai parlamentari europei dei Verdi Leoluca Orlando, Hannah Neumann e Saskia Bricmont, che ha avuto luogo giovedì 13 marzo all’Europarlamento di Strasburgo, Scott Railton ha fatto chiarezza su molti aspetti del caso: “Stavamo investigando su Paragon da tempo – ha spiegato – e nella nostra investigazione su Paragon abbiamo avuto il sospetto che Whatsapp potesse essere un veicolo d’ingresso per lo spyware. Abbiamo condiviso questa informazione con Meta, che a sua volta l’ha condivisa con Whatsapp, che ha identificato i bersagli e li ha avvisati con un messaggio”.

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Giovedì 13 marzo, presso lo Spazio Libero Autogestito Vag61 (BO) incontro con gli autori di Pedagogia Hacker: Davide Fant e Carlo Milani.

La gente ha il potere: "people have the power" (cit.). Ma non ce lo ricordiamo, così come dimentichiamo che le reti sociali (social network) non sono i media sociali (social media): è ora di abbandonare narrazioni e abitudini tossiche e immaginare quello che ci piace fare con le tecnologie che amiamo, e come.

Vi portiamo alcune nostre storie. Altre le trovate qui:

Giovedì 13 marzo,
ore 18
Spazio Libero Autogestito Vag61
Via Paolo Fabbri 110
Bologna

Edward Snowden, la gola profonda che nel 2013 ha svelato il programma di sorveglianza di massa organizzato dall’agenzia di spionaggio civile degli Stati Uniti, sosteneva che la macchina della tirannia automatizzata fosse già pronta e che fossimo a un giro di chiave dal suo avviamento. Gli eventi recenti negli Usa sembrano tristemente confermare questa profezia. E in Europa?

“Siate dunque decisi a non servire mai più e sarete liberi. Non voglio che scacciate i tiranni e li buttiate giù dal loro trono; basta che non li sosteniate più, e li vedrete crollare, […] come un colosso a cui sia stato tolto il basamento”. Étienne de La Boétie, “Discorso sulla servitù volontaria”, 1576.

Giorgio vive a Roma ed è un militante a tempo pieno. Fa parte di un sindacato di base della scuola, è segretario del circolo di uno dei tanti partiti della diaspora della sinistra, è femminista, appassionato praticante dell’inclusione dei suoi allievi con disabilità e non. La sua vita, a parte i rari momenti in cui riposa o in cui si dedica ai suoi genitori molto anziani, è dedicata a cercare di ricostruire quel “tessuto collettivo” in cui è cresciuto, negli anni tra il sessantotto e il settantasette, e che lo ha visto prendere parte poi, giovanissimo, al movimento ecologista e nonviolento dei primi anni 80.

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Il suo ’Dipartimento’ ora appare come un’iniziativa che unisce la retorica dell’efficienza ad un approccio ingegneristico al “problema” del governo federale. E scompaiono migliaia di ’dataset’ dai siti federali, relativi a genere, sanità, sessualità, inquinamento, disuguaglianza sociale e cambio climatico: i dati di un’agenda progressista

Uno degli aspetti che più colpiscono di questo primo mese di amministrazione Trump è stata la velocità con cui si è mosso il minuscolo esercito guidato da Elon Musk sotto le insegne del dipartimento per l’efficienza governativa (DOGE). Da qualche settimana, questi ventenni – tra loro molti ingegneri informatici – stanno scorrazzando nei corridoi del potere di Washington, richiedendo accesso a informazioni riservate, e spedendo email di massa a migliaia di dipendenti – con effetti che vanno dall’incredulità al caos amministrativo. Vari osservatori hanno paragonato il loro entusiasmo zelante a quello di squadristi e camice brune e Musk, a cui non dispiace indulgere nell’immaginario della destra radicale, li ha definiti i suoi “spartani”.

In realtà il modello per l’azione di questi novelli agenti del caos è molto più vicino: è Silicon Valley. Il motto move fast and break things si adatta perfettamente a quello che stanno facendo, come pure il verbo preferito dal mondo tech: to disrupt, che potrebbe essere tradotto letteralmente come produrre caos.

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Puntata dedicata in gran parte al tema dell'internazionalizzazione dei nomi di dominio. Infatti da diversi anni questi non sono più limitati ai caratteri dell'alfabeto inglese, ma supportano anche caratteri di altre lingue. Il dibattito è abbastanza aperto, e vede contrapposte delle esigenze tecniche di semplicità e sicurezza alle esigenze di persone non inglesi di poter scrivere nella propria lingua.

Passiamo poi alle notiziole: dall'acqua al fluoro passando dai licenziamenti massivi del DOGE e dai suoi piani di automatizzazione. Si allarga l'uso del DNA nelle indagini di polizia. Meta si rivendica l'uso di Torrent, sostenendo che scroccare non è reato. Nonostante le censure e le multe e le minaccie di licenziamento da parte dei grandi studi legali, una ricerca mostra che la maggior parte degli avvocati americani usa l'Intelligenza Artificiale per il suo lavoro.

Ascolta l'audio sul sito di Radio Onda Rossa

Lungarno ha intervistato Carlo Milani, coautore con Davide Fant di Pedagogia hacker.

Se vi chiedessi qual è la prima cosa che guardate la mattina e l’ultima che vedete la sera, mi direste lo smartphone. Non è un giudizio, lo faccio anche io. Lo smartphone è una protesi digitale, uno strumento così integrato nelle nostre vite da sembrare indispensabile. Uscite di casa senza e ditemi come vi sentite: smarriti, nudi, addirittura incompleti. Come possiamo allora evitare che la tecnologia prenda un controllo così pervasivo sulla nostra vita? A questa domanda cercano di rispondere il ricercatore Carlo Milani e il formatore Davide Fant con il saggio Pedagogia Hacker (Elèuthera, 2024). I due, attraverso attività pedagogiche che fanno propria l’attitudine hacker, aiutano giovani e adulti a sviluppare un rapporto più critico e meno alienante con il digitale.

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La dipendenza europea dall’infrastruttura cloud americana solleva preoccupazioni sulla sicurezza. Il Cloud Act permette agli USA di accedere ai dati globali, mettendo a rischio la privacy e la sicurezza nazionale dell’Europa

Cinque settimane di Donald Trump e gli europei stanno scoprendo per la prima volta quello che Vasco cantava 46 anni fa: non siamo mica gli americani. E non solo non siamo gli americani, improvvisamente scopriamo che i loro interessi non coincidono con i nostri. E non solo i loro interessi non coincidono con i nostri, presto scopriremo che spesso sono opposti.

Indice degli argomenti

  • La fine dell’alleanza transatlantica e le conseguenze per l’Europa
  • L’incontro Trump-Zelensky e la vera natura della politica estera americana
  • Terre rare: l’estorsione di Trump all’Ucraina e il destino dell’Europa
  • Il problema dell’infrastruttura cloud e la dipendenza europea dagli Usa
  • Il Gdpr e i fallimenti degli accordi per la protezione dei dati
  • La soluzione per liberarsi dal cloud americano
  • Il ritorno all’hosting come alternativa praticabile

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Sono circa 100mila gli studenti e 200mila i genitori attualmente raggiunti da questi contenuti pubblicitari. Ma potrebbero aumentare nel silenzio della questione

Genitori e studenti di tutta Italia utilizzano il registro elettronico per consultare voti, assenze, ritardi e compiti assegnati a scuola. Una novità, però, sta sollevando polemiche: all’interno dell’app ClasseViva, una delle più diffuse nel Paese, sono spuntati una serie di contenuti commerciali che promuovono servizi di vario genere, dal supporto psicologico alle attività sportive, fino a prestiti studenteschi, corsi di lingue e persino videogame. L’integrazione di questi contenuti all’interno di uno strumento ufficiale della scuola ha sollevato tra i genitori diversi interrogativi su quanto sia corretto veicolare offerte commerciali attraverso un canale destinato alla gestione della didattica della scuola pubblica

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Un gruppo di ricerca dell'Università di Heidelberg e dell'Università di Colonia (in Germania), ha indagato cosa accade al nostro cervello se ne riduciamo l'utilizzo per 72 ore, e scoperto che rinunciare a questi dispositivi anche per poche ore può addirittura rimodellare l'attività cerebrale. I dettagli della ricerca sono stati pubblicati sulla rivista Computers in Human Behavior.

Durante le scansioni cerebrali eseguite dopo il periodo di 72 ore, ai partecipanti sono state mostrate diverse immagini, tra cui immagini di smartphone accesi e spenti, nonché immagini "neutre" di soggetti come barche e fiori. Quando venivano mostrare le immagini del telefono, nei partecipanti sono stati osservati cambiamenti nelle aree del cervello proposte all'elaborazione della ricompensa e del desiderio, simili a quelli osservati nella dipendenza da sostanze, il che suggerisce che questi dispositivi possono creare dipendenza come la nicotina o l’alcol.

"I nostri dati non distinguono tra il desiderio di usare lo smartphone e il desiderio di interagire socialmente, due processi oggi strettamente interconnessi - hanno affermato i ricercatori -. Sebbene i nostri dati mostrino risultati solidi senza svelare questi processi, gli studi futuri dovrebbero mirare ad affrontare questo aspetto".

E’ da quando è apparso il primo smartphone che gli scienziati stanno indagando su come il loro utilizzo influenzi l'attività del nostro cervello. Grazie a questa ricerca sappiamo qualcosa in più sui sintomi (simili all'astinenza da alcune sostanze stupefacenti) come ansia, insonnia, inappetenza, agitazione fisica, irritabilità, che compaiono quando non utilizziamo il telefonino per un pò di tempo.

Link alla ricerca qui

L’Europa dipende dalle big tech americane, rischiando la sicurezza nazionale. Servono alternative europee integrate a tutti i livelli dell’infrastruttura digitale. La collaborazione pubblico-privato e l’open source sono fondamentali per costruire l’EuroStack e garantire l’indipendenza tecnologica europea

La dipendenza dell’Europa dalle tecnologie digitali americane e cinesi rappresenta una minaccia significativa per la sua sovranità, sicurezza e competitività economica. Per affrontare questa sfida, è essenziale sviluppare un “EuroStack“, un ecosistema digitale integrato che copra tutti i livelli, dai chip alle applicazioni, garantendo così l’autonomia tecnologica del continente.

L’Eurostack è un’iniziativa proposta dall’Ucl all’Unione Europea per creare un ecosistema tecnologico indipendente e sovrano, con l’obiettivo di ridurre la dipendenza da colossi tecnologici stranieri come Alphabet, Amazon, Apple, Microsoft e altri.

Questo progetto mira a sviluppare infrastrutture digitali completamente europee, tra cui piattaforme cloud, intelligenza artificiale (AI), reti di telecomunicazione e software, in linea con i valori europei di protezione dei dati personali, sovranità digitale e supporto alle imprese locali.

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Domenica 2 marzo, C.I.R.C.E. partecipa alla giornata di riflessione sull'educazione digitale organizzata da MovEre nell'ambito del percorso itinerante ideato da insegnanti e genitori dell'IC Simonetta Salacone.

Dalle ore 15:00 - 18:00, presso IC Salacone, plesso Iqbal Masih, via Ferraironi, 28 - Roma

Molti videogiochi catturano la nostra attenzione al punto da creare forme di abitudine e assuefazione, costruite magistralmente sulle vulnerabilità comuni a tutti gli umani. In maniera analoga siamo chiamati a partecipare e a contribuire instancabilmente alle “comunità” digitali dei social media, costruite seguendo tecniche di gamificazione.
Ogni esperienza di interazione sociale si trasforma in una complicata gara, con un sacco di punti e classifiche, livelli e campioni. Conosciamo per esperienza diretta le regole di questi “giochi”: se ci comportiamo bene, otteniamo molti “like”, strike, notifiche, cioè caramelle sintetiche per i nostri cervelli (sotto forma di dopamina); se siamo scarsi rimaniamo a bocca asciutta.

Possiamo fare a meno di gmail? Sappiamo scegliere una password sicura? Farsi domande come queste significa essere consapevoli che la privacy è una ricchezza da preservare e da difendere in prima persona. Sostenere lo sviluppo di un approccio hacker alla tecnologia e all’apprendimento in generale è un modo per diffondere pratiche di consapevolezza e autodifesa digitale. Contribuisce a far emergere l’hacker che si nasconde in ognuno e ognuna, dargli valore e aiutarlo a crescere.

Radio Blackout ha intervistato Silvano Cacciari, ricercatore presso il NAFF dell’Università di Firenze e il CheerLab dell’Università di Prato

La competizione strategica tra Cina e Stati Uniti è più complessa e meno lineare di come viene solitamente rappresentata dai media generalisti. Conta, in prima luogo l’interdipendenza economica tra i due giganti che da qualche decennio struttura quel fenomeno che abbiamo conosciuto come “globalizzazione”, basato sui due macro-fenomeni: una corposa delocalizzazione delle produzione verso il polo asiatico (centro cinese); una sempre maggiore finanziarizzazione dell’economia euro-atlantica (polo statunitense). Questa interdipendenza è ancora più evidente se si osserva il livello degli scambi delle merci ad alto contenuto di tecnologia incorporata, dove l’uno e il maggiore cliente dell’altro, e viceversa. Si tratta però di un equilibrio perennemente instabile e a-simmetrico, che in questo momento storico viene rimesso in discussione da una Cina sempre meno disponibile a restare confinata negli scalini più bassi della scala del valore.

L’uscita politicamente ben orchestrata delle nuova intelligenza artificiale Made in China DeepSeek ha causato profondi tonfi nelle borse statunitensi ma, a differenza del passato (vedi crisi dei subprime, 2008) questa volta l’innesco è stato esterno, cinese appunto, e non interno alle dinamiche della finanziarizzazione americano-centrica. Dopo qualche decennio di osservazione sui meccanismi predatori della finanza a stelle e strisce , i cinesi hanno imparato a condurre, pro domo loro, la guerra finanziaria e ne hanno fornito un primo assaggio ai competitor strategici. Tra le realtà più colpite, oltre alla ben nota Chat GPT c’è anche la più nascosta, e meno conosciuta dai non addetti ai lavori, Palantir, specializzata nel servizio di controllo e fornitura dati, all’interno di quello che potremmo chiamare paradigma del “capitalismo della sorveglianza” e della “guerra ibrida”. Il CEO di questa azienda, Peter Thiel, già fondatore di PayPal autore di diversi manifesti politici tecno-reazionari, si è preso il compito nell’ultimo lustro di dare una strigliata ideologica (e politica) alla Silicon Valley libertaria e rizomatica degli anni ’90 per intrupparla in un nuovo corso dove devono essere chiare le gerarchie e le finalità (nemesi) politiche.

Ascolta l'audio sul sito di Radio Blackout

Secondo Meta, l'uso di Torrent per scaricare copie pirata dei libri non è illegale, se non vengono distribuite tramite seeding dopo il download.

Emergono nuovi dettagli relativi al processo che vede Meta sul banco degli imputati. L’azienda di Menlo Park, accusata di violazione del copyright da diversi autori per aver addestrato i modelli Llama con copie digitali pirata di numerosi libri, ha dichiarato che il torrenting senza seeding non è illegale.

I documenti depositati in tribunale hanno confermato che i dipendenti di Meta sono stati autorizzati a scaricare circa 82 TB di dati tramite Torrent dal sito Anna’s Archive. Le copie pirata dei libri sono state utilizzate per il training dei modelli Llama. L’azienda californiana sostiene che il “fair use” è consentito dalla legge.

Articolo completo qui

Il 10 settembre 2024 sulla piattaforma statunitense change.org è stata pubblicata la petizione “Stop smartphone e social sotto i 16 e 14 anni: ogni tecnologia ha il suo giusto tempo”:

L’appello è promosso da Daniele Novara, pedagogista e counselor – direttore del CPPP e Alberto Pellai, medico e psicoterapeuta, a cui si sono unite quasi centomila adesioni in pochi mesi. Il cuore dell’appello è questo:
“Chiediamo quindi al Governo italiano di impegnarsi per far sì che nessuno dei nostri ragazzi e delle nostre ragazze possa possedere uno smartphone personale prima dei 14 anni e che non si possa avere un profilo sui social media prima dei 16. Aiutiamo le nuove generazioni.”

"Mi è stato chiesto un parere in merito perché con le colleghe di C.I.R.C.E. – circex.org lavoriamo sulla promozione di tecnologie conviviali, tramite il metodo della pedagogia hacker. Siamo amanti delle tecnologie, anche di quelle digitali. Ma non di tutte, anzi: consideriamo deleteri la maggior parte dei sistemi oggi in uso: sistemi scientemente progettati, costruiti e continuamente perfezionati per generare comportamenti di autoabuso. Sofferenze psicologiche e sociali sono quindi sempre più diffuse non per una qualche mancanza da parte degli utenti, incapaci di “usare bene” tecnologie sofisticate, ma per via del design tossico di quelle tecnologie."

Leggi l'articolo sul sito "Gli Asini"

La puntata è dedicata a come la qualità di Google sia nel tempo calata.

Raccogliamo delle evidenze che non siano solo aneddotiche, mettiamole insieme con i dati di fatturato di Alphabet, con l'avvicendarsi di manager e con i documenti diventati pubblici per via delle inchieste antitrust.

In chiusura di puntata alcuni aggiornamenti sul caso Paragon.

Ascolta la puntata sul sito di Radio Onda Rossa

Martedì 25 febbraio via Stamira, 5 Roma
Convegno di aggiornamento / formazione gratuito per il personale della scuola in presenza (on line solo per i non residenti a roma)
Presso la Sala Convegni di Libera, via Stamira 5.

metro B Bologna Tiburtina

Dalle ore 8 alle 14 Relazioni ed interventi di:

  • Daniela Tafani
    (docente di Filosofia Politica, UniPISA)
    Libera Transizione digitale: verso dove? Edtech, monopoli e narrazioni

  • Maria Chiara Pievatolo
    (docente di Filosofia Politica, UniPISA) Di dati e di despoti: la scuola al tempo della transizione tecnofeudale

  • Renata Puleo
    (maestra, ex dirigente scolastica) INVALSI fra pubblico e privato: come l'istituto usa i dati dei nostri studenti

  • Alessandro Zammarelli
    (psicoterapeuta) La scuola, la relazione, il digitale

  • Stefano Borroni Barale
    (docente CUB SUR / Ricercatore Circex.org) Costruire alternative al digitale autoritario

  • Ferdinando Alliata
    (dottore in Consulenza del lavoro, Cobas Scuola Palermo) Tempi moderni. La digitalizzazione del lavoro di docenti e ATA

Per informazioni: alas.convegno25febbraio@gmail.com; tel. 3274307767

Unità Navigante per la Diminuzione dell'Onnipotenza della Silicon valley - Team Rapido Eliminazione Social

Probabilmente avete già visto questa foto.
bigtech

Qualunque cosa pensiate del passato di queste persone, delle aziende che hanno dietro, dei prodotti che creano e dei loro allineamenti politici pensiamo che sul presente non ci sia tanto da discutere: sono un gruppo di miliardari della destra ultraliberista che usa i prodotti che controlla per promuovere la propria agenda politica.

Questo, purtroppo, ci riguarda direttamente: le persone che decidono di usare i social media commerciali per mettersi in contatto con le realtà di movimento vengono esposte alla disinformazione e alla violenza fascista; le nostre mobilitazioni in solidarietà con la Palestina sono catturate all'interno di un sistema che collabora attivamente con il genocidio in corso. Questo è spesso visto come il contraltare di una "grande capacità di comunicazione". Peccato che non sia vero: il meccanismo dei social, tra le altre cose, non permette di raggiungere persone che non siano già nella tua cerchia di relazioni.

Leggi la proposta del Team Rapido Eliminazione Social sul sito di AvANa

Venerdì 14 febbraio in un post pubblicato sul suo account su X, Milei ha promosso il token $Libra, fino a quel momento sconosciuto, dicendo che avrebbe incentivato la crescita economica del Paese, finanziando piccole imprese e iniziative. “L’Argentina liberale sta crescendo!!!” ha detto Milei a oltre 3 milioni di follower.

$LIBRA è un meme coin, cioè una criptovaluta ispirata a un meme o a un fenomeno di cultura pop, come quelle presentate da Donald Trump, $TRUMP e $MELANIA. Le criptovalute di questo genere sono considerate ancora più volatili e potenzialmente rischiose di quelle normali. Benché condividano di fatto gli stessi princìpi economici e tecnologici dei bitcoin e delle criptovalute tradizionali, sono pensate esplicitamente come beni speculativi, che assomigliano più a oggetti collezionabili che a una valuta.

In poche ore il valore di ciascuna $LIBRA è passato da pochi centesimi a circa 4,5 euro, e il valore complessivo di tutte quelle in circolazione a oltre 4 miliardi di euro. Come è stato ricostruito in seguito, però, circa l’80 per cento delle $LIBRA era concentrato in cinque “portafogli”, cioè in cinque singoli conti. Questi hanno immediatamente venduto una parte delle criptovalute che possedevano incassando 90 milioni di euro, ma dando il via a un crollo.

Più o meno nello stesso momento Milei ha eliminato il suo post su X, contribuendo alla fuga dall’iniziativa. La criptovaluta è tornata a valere pressoché zero, lasciando alcuni dei primi investitori che avevano venduto in tempo con guadagni milionari e tutti gli altri (circa 40mila persone) con la perdita di tutto il patrimonio investito.

Fonti qui e qui