Nella puntata di domenenica 17 novembre intervistiamo Antonio Casilli sul lavoro nascosto e senza diritti che fa funzionare l'Intelligenza Artificiale; di questi temi parleremo meglio Giovedì 20 al Forte Prenestino con la proiezione di In the belly of AI. Segnaliamo alcune iniziative, poi le notiziole: l'Unione Europea attacca il GDPR per favorire le grandi imprese dell'IA; Google censura video che documentano il genocidio in Palestina: quali alternative?
Nella lunga intervista con Antonio Casilli, professore ordinario all'Istituto Politecnico di Parigi e cofondatore del DiPLab, abbiamo parlato del rapporto tra Intelligenza Artificiale e lavoro: la quantità di lavoro diminuisce a causa dell'intelligenza artificiale? quali sono i nuovi lavori che crea? come si situano nella società le data workers, ovvero le persone che fanno questi lavori? come è strutturata la divisione (internazionale) del lavoro che fa funzionare l'intelligenza artificiale? è vero che sostituisce il lavoro umano?
Per approfondire questi sono alcuni siti di lavoratori che si organizzano menzionati durante la trasmissione:
Inoltre:
Tra le iniziative:
Ascolta la puntata intera o l'audio dei singoli temi trattati sul sito di Radio Onda Rossa
Nel 2021, Google e Amazon hanno stipulato un contratto da 1,2 miliardi di dollari con il governo israeliano per fornire servizi avanzati di cloud computing e intelligenza artificiale, strumenti che sono stati impiegati durante i due anni di attacchi israeliani sulla Striscia di Gaza. I dettagli del contratto, noto come Progetto Nimbus, sono stati mantenuti riservati.
Documenti riservati del Ministero delle Finanze israeliano ottenuti dal Guardian, tra cui una versione definitiva del contratto, e fonti vicine alle trattative rivelano due richieste vincolanti che Israele ha imposto ai giganti della tecnologia come parte dell'accordo. La prima vieta a Google e Amazon di limitare l'utilizzo dei loro prodotti da parte di Israele, anche se tale utilizzo viola i loro termini di servizio. La seconda obbliga le aziende a informare segretamente Israele se un tribunale straniero ordina loro di consegnare i dati del paese memorizzati sulle loro piattaforme cloud, aggirando di fatto i loro obblighi legali.
I funzionari israeliani incaricati di redigere il contratto avevano previsto la possibilità che Google e Amazon fossero oggetto di azioni legali relative all'uso della loro tecnologia nei territori occupati.
Uno scenario che preoccupava particolarmente i funzionari vedeva le due società ricevere da un tribunale di uno dei paesi in cui operano l'ordine di consegnare i dati di Israele alla polizia, ai pubblici ministeri o alle agenzie di sicurezza come parte di un'indagine. Ad esempio, per valutare se l'uso dei loro prodotti da parte di Israele fosse collegabile a violazioni dei diritti umani nei confronti dei palestinesi.
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Diverse comunità accorrono in solidarietà con Gazaweb, il progetto della ONG ACS che si propone di ripristinare connessione a internet e legami umani nella Striscia di Gaza.
Lo Scanlendario 2026 è il calendario che mette l'amore per i videogiochi al servizio del mutuo aiuto. Tutto il ricavato verrà donato ad “Alberi della rete” di Gazaweb e ACS.
L'edizione di quest'anno propone 12 opere di 12 artiste e artisti del mondo del fumetto e dell'illustrazione, ognuna dedicata a un classico dei videogiochi: Zerocalcare, Valeria Cunto, Roberto D'Agnano, Luca Tieri, Fumettibrutti, Francesco Guarnaccia, Junopika, Matilde Simoni, Matteo De Longis, Fra! Design, Daw, Daniel Cuello
Tutte le info per ordinare lo Scanlendario sono nel sito
I COBAS Telecom hanno deciso di sostenere direttamente Gazaweb, invitando i lavoratori di Telecom Italia a donare per sostenere il progetto.
Tutte le informazioni sono nel sito del sindacato
Nei settori più a Sud della striscia di Gaza sono ancora attivi gli alberi della rete che consentono di connettersi a internet.
A Deir Balah, l'albero della rete gestito da Nour funziona regolarmente e continua a fornire accesso soprattutto ai più giovani che, grazie alla connessione seguono le lezioni e danno esami a distanza.
Nelle zone a nord la situazione sta precipitando.
Il palazzo dal quale Youssef attiva uno degli alberi della rete di Gaza City è stato colpito due volte in due giorni. Youssef e sua moglie sono stati feriti e trasportati a sud per essere curati poiché in quella zona gli ospedali sono tutti fuori uso. Le loro scorte di cibo sono andate distrutte.
Non lasciamo sole i nostri fratelli e sorelle, coltiviamo solidarietà!
Sottoscrivi al croudfunding: aiutagazaweb.vado.li
Un breve documentario di Al Jazeera.
Meta ha un problema con la Palestina. Se usate Facebook o Instagram, probabilmente avete visto voi stessi la censura. Dena Takruri scopre una cultura interna di censura, intimidazione e paura all'interno di Meta, la società madre di Instagram e Facebook.
Parla con i dipendenti di Meta che hanno cercato di risolvere il problema o di far sentire la propria voce e che hanno detto di essere stati messi a tacere o addirittura licenziati. L'autrice indaga anche sui profondi legami dei leader di Meta con Israele, che potrebbero spiegare perché Meta sopprime e censura i contenuti palestinesi per miliardi di utenti in tutto il mondo.
Dopo un anno di spietata offensiva israeliana su Gaza, il conflitto si allarga a macchia d’olio in tutta la regione mediorientale. Anche se l’escalation in corso assorbe l’attenzione dei media principali, non possiamo distogliere lo sguardo da quello che succede sul campo.
Coltiva la solidarietà insieme ad ACS. Sottoscrivi per far vivere gli alberi della rete.
Israele/Palestina. La scoperta della filiale americana dell’agenzia creata dall’Onu nel ’49 per i palestinesi. Colpa di GoogleAds che premia con più evidenza chi più paga. E il governo Netanyahu pagava
Cercare in rete come aiutare le famiglie a Gaza, tentare di trovare on line un modo per far arrivare qualche soldo alle organizzazioni che le assistono ed invece incappare nella propaganda di Netanyahu. Quella per la quale i civili palestinesi sono tutti terroristi.
È un nuovo capitolo della guerra all’informazione che da undici mesi accompagna e segue le stragi israeliane. Forse, meglio: è solo un paragrafo, un piccolo paragrafo di quella guerra ma è sicuramente il più strano e va raccontato. A rivelarlo è stato Wired che ha raccolto una denuncia, ha fatto qualche brevissima indagine e ha scoperto tutto.
MESI FA, l’Unrwa americana – la “filiale” statunitense della United Nations relief and works agency, l’organizzazione mondiale creata dall’Onu nel ’49 per sostenere i rifugiati palestinesi – ha lanciato una campagna per raccogliere fondi. Già da quattro mesi, la Striscia era ridotta ad un cumulo di macerie, con una crisi sanitaria ed alimentare che appariva, allora come adesso, drammatica. Insostenibile. La campagna, come avviene ovunque in qualsiasi parte del mondo, è stata avviata nella home page dell’Unrwa Usa. Tutto normale, tutto lecito, tutto fatto centinaia di altre volte.
Intervista a Marwa Fatafta, la responsabile per il Medio Oriente dell’associazione per i diritti digitali Access Now: «Questi sistemi sono la quintessenza di tutto ciò che l’intelligenza artificiale ha di malvagio. Sono inaffidabili e vengono impiegati per autorizzare decisioni che hanno conseguenze fatali»
Nella guerra a Gaza il ruolo della tecnologia, dai social network all’impiego dell’intelligenza artificiale, è emerso in modo inedito rispetto al passato. Un ruolo che interroga l’Occidente direttamente: dall’Europa e i suoi tentativi di porre delle regole ai giganti del mondo tech, agli Stati uniti dove Silicon Valley è ormai un contropotere di fatto e una fonte di insostenibili pressioni sulle istituzioni. Ne abbiamo parlato con Marwa Fatafta, la responsabile per il Medio Oriente dell’associazione per i diritti digitali Access Now.
Da alcuni mesi la ong ACS sperimenta un sistema di connessione internet alternativo che permetta di aggirare il blocco imposto da Israele sulle comunicazioni nella striscia di Gaza: gli Alberi della Rete.
Il progetto GazaWeb prevede sistemi multipli che forniscono l’accesso a reti di telefonia e/o dati Assistendo all’embargo comunicativo imposto alla popolazione di Gaza – rilevato quotidianamente a causa delle interruzioni di contatto con i cooperanti operativi sul territorio – ACS riconosce il valore che rappresenta l’accesso universale alla comunicazione, alle fonti di informazione e all’interazione attraverso la rete telefonica e internet. Diritto riconosciuto dalle Nazioni Unite, ma a Gaza gestito, ripetutamente negato e costantemente sottoposto al controllo dalle autorità israeliane.
Per contrastare questo fenomeno e attivare sistemi di comunicazione stabile con Gaza, la ong ACS ha lanciato il progetto GazaWeb.
Leggi come funziona e come collaborare sul sito di ACS-Italia
L'algoritmo. Il Manifesto pubblica l'inchiesta dei siti di informazione israeliani +972 e Local Call: l’intelligenza artificiale dietro il massacro di Gaza. 37mila palestinesi «marcati» dalla Ia e colpiti nelle loro case. Poca o nulla supervisione umana: «Per l’assassinio dei comandanti senior, si era disposti a uccidere centinaia di civili. Avevamo un calcolo: quanti per un comandante di brigata, quanti per uno di battaglione»
Nel 2021 è stato pubblicato in inglese un libro intitolato The Human-Machine Team: How to Create Synergy Between Human and Artificial Intelligence That Will Revolutionize Our World, sotto lo pseudonimo «Brigadier General Y.S.». In esso, l’autore – un uomo che abbiamo confermato essere l’attuale comandante dell’unità di intelligence d’elite israeliana 8200 – sostiene la necessità di creare una macchina speciale, in grado di processare rapidamente enormi quantità di dati per generare migliaia di potenziali «obiettivi» per gli attacchi militari nel mezzo di una guerra. Una tecnologia del genere, scrive, risolverebbe quelle che ha descritto come «strettoie umane, sia nell’individuazione di nuovi obiettivi che nel processo decisionale per approvarli».
Una tale macchina, si è scoperto, esiste davvero.
Una nuova inchiesta condotta da +972 Magazine e Local Call rivela che l’esercito israeliano ha sviluppato un programma basato sull’intelligenza artificiale noto come Lavender, di cui qui si scrive per la prima volta.