L'anno scorso le visite ai siti di pirateria sono aumentate, con una netta prevalenza per i servizi che permettono di estrapolare l'audio dai video di YouTube
Secondo la società di ricerca Muso, l'anno scorso i siti che consentono il download illegale di canzoni sono stati visitati da oltre 17 miliardi di persone in tutto il mondo, con uno aumento di addirittura il 13% rispetto al 2022. Dopo anni di flessione della pirateria musicale dovuta soprattutto ai servizi di streaming come Spotify e Apple Music, la risalita è piuttosto sorprendente. Secondo il rapporto di Muso, la crescita dimostra che l'industria musicale ha la “necessità di comprendere urgentemente i cambiamenti che continuano a spingere i consumatori verso canali non autorizzati”.
La smaterializzazione di massa dei prodotti culturali li ha resi più accessibili ma anche più precari, con conseguenze difficili da calcolare
Nel 2024 la grande catena statunitense di negozi di elettronica Best Buy eliminerà gradualmente la vendita di Blu-ray e DVD di film e serie tv, come da piani aziendali emersi già a ottobre scorso. La popolarità dello streaming e dei download digitali, causa del progressivo declino delle vendite dei supporti fisici, ha prodotto ormai da anni un cambiamento radicale delle modalità di fruizione di massa dei prodotti culturali: cambiamento spesso dibattuto e raccontato, ma le cui conseguenze su larga scala e a lungo termine sono difficili da cogliere e valutare nell’insieme.
Il fatto che l’ascolto di una canzone o la visione di un film o una serie siano oggi esperienze nella maggior parte dei casi mediate da una piattaforma di streaming è assodato e ovvio, ma definisce una differenza significativa sotto molti aspetti rispetto a un passato relativamente recente. Fino a qualche anno fa quelle stesse esperienze richiedevano infatti, oltre che un dispositivo di lettura dei dati, un supporto materiale su cui i dati erano incisi: supporto peraltro necessario anche in caso di noleggio, e ora non più.