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Pillole di informazione digitale

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Lunedì 20 Maggio, alle 18.30, presso la Città dell’Altra Economia di Roma (largo Dino Frisullo, snc) si terrà l’incontro pubblico ”Il diritto alla riparazione, l’Italia accetta la sfida?”,

Buone pratiche, opportunità e ostacoli nell'applicazione della direttiva europea.
Lancio della campagna che chiede l’introduzione di un bonus riparazione anche in Italia

Lunedì 20 maggio - Ore 18:30 – 20:30 Città dell’Altra Economia, Campo Boario dell’ex-Mattatoio in Largo Dino Frisullo.

Intervengono:

  • Nadia Ramazzini, giurista ambientale
  • Patty L'Abbate, Vicepresidente Commissione ambiente della Camera dei Deputati
  • Rossano Ercolini, Presidente di Zero Waste Italy
  • Danilo Boni, Referente area riuso e riparazioni Zero Waste Italy
  • Ugo Vallauri, Condirettore, RestartProject / Co-fondatore Right to Repair Europe (da remoto)
  • Daniele Gizzi, Responsabile U.O. Ambiente e Sostenibilità Confartigianato
  • Walter Ruggeri, Consulting e Networking - WeFix.it
  • Raniero Maggini, Responsabile delle Politiche dell'Ambiente e del Territorio - Cittadinanzattiva
  • Nicolas Denis, Socio di Reware
  • Francesco Loparco, OZ Officine Zero
  • Modera: Raffaele Lupoli di EconomiaCircolare.com

Presentazione del libro di Rossano Ercolini “Noi siamo Oceano. Manifesto per un’ecologia del cambiamento”

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Il video dell'incontro, tenutosi il 13 maggio, organizzato dalla Scuola critica del digitale del CRS e dal ForumDD, per la presentazione del libro di Juan Carlos De Martin "Contro lo smartphone. Per una tecnologia più democratica" (add editore).
Ne hanno discusso con l’autore Giulio De Petra, Maurizio (Graffio) Mazzoneschi e Teresa Numerico.

Guarda il video

Lo smartphone è la macchina che ha segnato di più questa prima parte del secolo. Inventato appena sedici fa e diffusosi capillarmente in modo rapidissimo soprattutto negli ultimi dieci anni, è usato oggi da oltre quattro miliardi di persone. Nel giro di pochi anni siamo arrivati a una situazione in cui la metà della popolazione mondiale possiede e usa quotidianamente centinaia di volte, per l’equivalente di 4-5 ore al giorno, una macchina sofisticata che quindici anni fa nemmeno esisteva.

Pochi, però, colgono un aspetto strabiliante di questo successo: lo smartphone è diventato, di fatto se non ancora per legge, necessario.

Il primo Language Model "italiano" sviluppato dall'Università Sapienza genera testi "tossici", non moderati, simili a quelli del più becero senso comune. D'altra parte, la nostra lingua presenta alcune difficoltà tecniche per una soluzione tutta tricolore.

“Il ruolo tradizionale della donna italiana è quello di moglie e madre”. “La donna dovrebbe essere più attenta, in quanto i suoi atteggiamenti possono essere fraintesi”. “Mussolini è stato un dittatore, ma è stato il fascismo a rendere l’Italia una nazione moderna”. Sono passaggi estratti dal libro di Vannacci? No: sono “perle nere” che si possono generare con Minerva, il Large Language Model italianissimo recentemente rilasciato da un team dell’Università Sapienza di Roma.

Già da qualche tempo arde il desiderio di avere un modello linguistico generativo italiano, cioè una intelligenza artificiale come quella di GPT (OpenAI, ma leggete pure Microsoft), Mistral (startup francese con Macron alle spalle), LLama (Meta, quelli di Facebook) o Claude (Anthropic, ma leggete pure Amazon) che sia costruito solo con le parole della lingua del “sì”.

iGenius, una startup italiana di ascendenza albanese, era partita a Gennaio col sostegno di CINECA annunciando il “Modello Italia”, che dovrebbe vedere la luce (scevro da nequizie, si spera) entro l’estate.

Leggi l'articolo sul sito de "Il Manifesto"

Giovedì 16 maggio a Roma, in Via della Dogana Vecchia 5, alle ore 17:30, l'incontro, organizzato dalla Scuola critica del digitale del CRS e dal ForumDD, per la presentazione della ricerca "Blurring boundaries: an analysis of the digital platforms-military nexus" di Andrea Coveri, Claudio Cozza e Dario Guarascio.

Ne parleranno con gli autori Giulio De Petra, Mario Pianta e Guglielmo Tamburrini.

L’inchiesta di Yuval Abraham all’uso del sistema Lavender nella guerra di Gaza ha attirato l’attenzione di analisti e commentatori sull’uso dell’intelligenza artificiale nei teatri di guerra ed ha avuto il merito di portare in superficie ciò che già da molti anni sta accadendo nelle strategie di sviluppo dei grandi monopolisti digitali: una crescente e reciproca dipendenza tra industria digitale e apparato statale militare. L’apparato militare sempre più dipendente dai prodotti e dai servizi delle imprese digitali in tutti i teatri di guerra, le big tech sempre più alla ricerca di nuovi mercati, di lucrose commesse pubbliche, e di finanziamenti per investimenti in ricerca e sviluppo orientati all’utilizzo in ambito bellico.

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La puntata mensile dedicata ai saggi ha avuto come argomento la tecnologia. Lo abbiamo fatto parlando di e con:

  • ▷ Contro lo smartphone - Per una tecnologia più democratica di Juan Carlos De Martin (add editore)
  • ▷ L’intelligenza inesistente - Un approccio conviviale all'intelligenza artificiale di Stefano Borroni Barale (Altraeconomia)
  • ▷ Le emissioni segrete. L'impatto ambientale dell'universo digitale di Giovanna Sissa (Il Mulino)

Ascolta l'audio sul sito di Radio Onda Rossa

Una storia delle teorie, soggetti e luoghi che hanno ipotizzato e creato le basi critiche e pratiche per un nuovo modello di sviluppo in Italia della tecnologia digitale, comunitario, cooperativo e rivolto al bene comune.

I nuovi volumi 2 e 3 della ricerca descrivono gli anni tra il 1990 ed 1996 che hanno preceduto e accompagnato la nascita del World Wide Web, proseguendo la ricerca iniziata nel 2019 con il primo volume che documentava il periodo trascorso tra il 1969 ed il 1989.

I tre volumi che narrano tali vicende possono essere scaricati dal sito di Tommaso Tozzi

I volumi 2 e 3 saranno presentati dall’autore Tommaso Tozzi, insieme a Stefano Sansavini e Ferry Byte, co-fondatori del gruppo di lavoro sulla comunicazione Strano Network.
il 10 maggio 2024 alle ore 18:30
al Centro Sociale Autogestito Next Emerson, Via Bellagio 15-17, Firenze
All'interno della manifestazione Brugole e Merletti 2024

Secondo The Global E-Waste Monitor, ogni persona genera mediamente 7,5 kg di rifiuti elettronici (e-waste) ogni anno a livello globale; di questa montagna di materiali preziosi (circa 60 milioni di tonnellate), meno del 50% viene raccolta e riciclata correttamente.

Inoltre, sottolinea l’agenzia, anche nel caso di una corretta gestione degli e-waste, qualora il contenuto di oro, argento e platino risultasse troppo basso per rendere conveniente il suo recupero, i chip verrebbero triturati e interrati o bruciati.

Circa l’8% dei rifiuti legati all’elettronica è composto da PCB (Printed Circuit Board, semiconduttori stampati), che da oltre 70 anni sono costruiti (nella maggior parte dei casi) su laminati epossidico in fibra di vetro, solitamente con l’aggiunta di un inquinante organico persistente come ritardante di fiamma.

Nell’ultimo decennio, però, la ricerca del settore sta studiando le potenzialità di impiego nell’elettronica di materiali naturali, riciclabili e biodegradabili, come la canapa.

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Lunedì 13 maggio a Roma, in Via della Dogana Vecchia 5, dalle ore 17:30, l'incontro, organizzato dalla Scuola critica del digitale del CRS e dal ForumDD, per la presentazione del libro di Juan Carlos De Martin "Contro lo smartphone. Per una tecnologia più democratica" (add editore).

Ne discutono con l’autore Giulio De Petra, Maurizio "Graffio" Mazzoneschi e Teresa Numerico.

Lo smartphone è la macchina che ha segnato di più questa prima parte del secolo. Inventato appena sedici fa e diffusosi capillarmente in modo rapidissimo soprattutto negli ultimi dieci anni, è usato oggi da oltre quattro miliardi di persone. Nel giro di pochi anni siamo arrivati a una situazione in cui la metà della popolazione mondiale possiede e usa quotidianamente centinaia di volte, per l’equivalente di 4-5 ore al giorno, una macchina sofisticata che quindici anni fa nemmeno esisteva.

Pochi, però, colgono un aspetto strabiliante di questo successo: lo smartphone è diventato, di fatto se non ancora per legge, necessario.

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Il Comitato dei Garanti europei (Edpb) ha approvato a larga maggioranza il 17 aprile l’attesa opinione sul modello di business “Pay Or Ok”, che alcune piattaforme hanno adottato negli ultimi mesi. Si tratta dell’opzione offerta all’utente, nel caso in cui questi non voglia essere profilato con pubblicità personalizzata, di poter pagare un prezzo mensile e usufruire del servizio senza vedere pubblicità.

Con grande sorpresa di assolutamente nessuno, l'opinione del Comitato Europeo dei Garanti è che se le piattaforme offrono solo una scelta binaria fra essere profilati e pagare, la scelta non è conforme al GDPR. Un altro chiodo nella bara della pubblicità profilata, e di chiodo in chiodo la seppelliremo. Un barlume di speranza in questi tempi tetri: l'Europa è ancora un posto dove i principi contano qualcosa. Teniamolo a mente.

Ascolta il podcast di "DataKnightmare: L'algoritmico è politico"

Intervista a Marwa Fatafta, la responsabile per il Medio Oriente dell’associazione per i diritti digitali Access Now: «Questi sistemi sono la quintessenza di tutto ciò che l’intelligenza artificiale ha di malvagio. Sono inaffidabili e vengono impiegati per autorizzare decisioni che hanno conseguenze fatali»

Nella guerra a Gaza il ruolo della tecnologia, dai social network all’impiego dell’intelligenza artificiale, è emerso in modo inedito rispetto al passato. Un ruolo che interroga l’Occidente direttamente: dall’Europa e i suoi tentativi di porre delle regole ai giganti del mondo tech, agli Stati uniti dove Silicon Valley è ormai un contropotere di fatto e una fonte di insostenibili pressioni sulle istituzioni. Ne abbiamo parlato con Marwa Fatafta, la responsabile per il Medio Oriente dell’associazione per i diritti digitali Access Now.

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