Il parere di Max Schrems, watchdog delle politiche europee sul trattamento dati sul Data Privacy Framework, è impietoso
L’attività di monitoraggio di Max Schrems e del suo NOYB prosegue da tempo e il Data Privacy Framework non fa eccezione. Maximilian Schrems è noto, in particolar modo, per essere l’attivista avvocato che ha battagliato contro Facebook per i suoi numerosi atti di violazione della privacy – a partire dalle leggi europee sul trasferimento di dati personali alla NSA Usa. Una delle critiche maggiormente fatte a questo nuovo accordo, in sostanza, è quella di essere un Safe Harbor 3.0 o un Privacy Shield 2.0 – un copia-incolla degli accordi precedenti che, alla fine, non cambia le carte in tavola quanto dice di fare -. Considerate le criticità già individuate anche dall’EDPB (Comitato europeo per la Protezione dei Dati, composto dalle autorità garanti dei Paesi membri), tutto quello che abbiamo finora sembrerebbe essere il ritardo del blocco del trasferimento dati in Usa che porterebbe i cittadini Ue a non poter usare servizi come quelli forniti da Big Tech.
L'azienda di Zuckerberg si era rivolta alla CGUE per contestare un'indagine dell'Antitrust tedesca. Ma i giudici hanno scoperchiato un vaso di Pandora
Sono tempi difficili per Mark Zuckerberg in Europa. In attesa dell’inizio dei controlli ai sensi del Digital Service Act -che partiranno il prossimo 25 agosto – la CGUE (Corte di Giustizia Europea) è andata contro un ricorso presentato da Meta nei confronti di un’indagine avviata dall’Antitrust tedesca. Tutto era partito da un’inchiesta per “abuso di posizione dominante” avviata dalla Bundeskartellamt, con Menlo Park che aveva contestato la legittimità delle autorità nazionali di intervenire su questi ambiti. E la risposta ha deluso le aspettative della holding che controlla Instagram, Facebook e Whatsapp.
I garanti della privacy di Italia, Austria e Francia avevano confermato che Google Analytics non rispetta il GDPR (Regolamento generale sulla protezione dei dati). L’autorità svedese ha invece deciso di sanzionare due aziende locali.
Il garante svedese ha esaminato i casi di CDON, Coop, Dagens Industri e Tele2. Dato che le misure tecniche implementate dalle quattro aziende non garantiscono un sufficiente livello di protezione dei dati inviati negli Stati Uniti, l’autorità ha ordinato di non usare più Google Analytics. Tele2 ha già rispettato l’ordine, ma dovrà pagare una multa di 12 milioni di corone (circa un milione di euro). Una sanzione di 300.000 corone (circa 25.400 euro) è stata invece inflitta a CDON.
Non è solo una questione di sanzione economica: dietro la decisione del Garante Privacy irlandese contro Menlo Park c'è molto di più
Una decisione storica. Non solo per la portata della sanzione. Il Garante della Privacy irlandese (che agisce a nome dell’Unione Europea perché la sede di Meta nel Vecchio Continente è a Dublino) ha sanzionato l’azienda di Mark Zuckerberg per la cifra record di 1,2 miliardi di euro. Un provvedimento che ha origini molto lontane nel tempo, partendo dalla denuncia fatta da Max Schrems, passando per la sentenza della Corte di Giustizia UE di “cancellare” il Privacy Shield e per arrivare a questa multa. La più alta relativa a una violazione della Privacy.
La decisione di applicare la sanzione per aver violato le norme europee sulla protezione dei dati (Gdpr) con il suo social network Facebook non ha precedenti
Multa da record per Meta Platforms. L'autorità garante della privacy irlandese ha deciso di infliggere una multa record da 1,2 miliardi di euro a Meta per violazione delle legge europea sulla privacy per aver inviato informazioni sugli utenti agli Stati Uniti: lo riporta il Wall Street Journal. La decisione di applicare la sanzione per aver violato le norme europee sulla protezione dei dati (Gdpr) con il suo social network Facebook non ha precedenti.
La presidente dell'Edpb, Andrea Jelinek, ha sottolineato che la violazione compiuta da Meta è "molto grave" poiché riguarda trasferimenti di dati personali "sistematici, continuati e ripetitivi". Facebook, ha aggiunto, "ha milioni di utenti in Europa e quindi il trasferimento di dati è stato enorme. La multa senza precedenti rappresenta un segnale forte" nei confronti degli autori dell'infrazione per indicare che "gravi violazioni comportano conseguenze di grande portata".
Sabato 1 aprile 2023 ha avuto luogo il seminario Tecnologie didattiche e PNRR: che fare? organizzato da CUB Scuola Università e Ricerca di Torino
Guarda il video dell'intervento Un altro digitale possibile di Carlo Milani
Hanno partecipato: Carlo B. Milani (C.I.R.C.E. - autore di Tecnologie conviviali), Gruppo di Lavoro Nazionale su Tecnologia nella Scuola (CUB SUR), Luca Malgioglio (Ass. Agorà 33 – La Nostra Scuola), Paolo Dongilli (FUSS), Giorgio Favaro (Continuity), Marco Ciurcina (Studiolegale.it)
Partendo dalle esperienze pionieristiche del progetto FUSS attivo fin dai primi anni 2000 proviamo a fare due proposte concrete, una orientata alla scuola secondaria superiore e l'altra invece più adatta alle scuole secondarie inferiori e alla primaria. Entrambe queste proposte sono in grado, a nostro parere, di permetterci di raggiungere i seguenti obbiettivi:
Altre informazioni e registrazioni del seminario si trovano sul cloud della CUB
Sono molte le scuole che in questi giorni stanno provvedendo alla disattivazione dei servizi Google e\o Microsoft.
Nelle settimane scorse le scuole hanno ricevuto le richieste di Monitora PA affinché siano rimossi entro 60 giorni il servizio di posta elettronica gmail ed ogni altro servizio collegato, come Google drive, Google documents e Google workspace.
Come è noto, la contestazione di Monitora PA trae origine dalla sentenza del 16 luglio 2020 della Corte di giustizia dell’Unione europea (sentenza Schrems-II ) che di fatto ha abolito l’accordo internazionale tra USA e UE per uniformare la sicurezza del trattamento dati cosi come previsto dal Regolamento Europeo sulla Protezione dei dati (art. 45 del GDPR 679/2016).
Con la suddetta sentenza della Corte di giustizia europea (CGUE) i trasferimenti di dati verso gli Stati Uniti non possono più basarsi su questo strumento. Ciò ha determinato quel vuoto normativo, quella mancanza di adeguatezza che ha reso, di fatto, il trattamento dati negli USA non conforme al GDPR.
I Garanti privacy dell'Unione europea (EDPB), finalmente, hanno deciso: Meta deve interrompere il trasferimento dei dati degli utenti di Facebook nei suoi server negli Stati Uniti. E in base a questa decisione, il Garante privacy irlandese, il principale regolatore sulla protezione dei dati di Meta, perché la sua sede europea è in Irlanda, deve adottare questa decisione vincolante entro al massimo un mese dalla decisione finale dell'EDPB.
[...]
Si sta, quindi, per scrivere una storica pagina per la protezione dei dati personali dei cittadini dell'Unione Europea. E dopo l'ordine di stop, Meta cosa farà?
Bloccherà Facebook nell'Unione Europea? In passato ha già minacciato questa ipotesi… vedremo. E il Garante italiano riprenderà con i provvedimenti come a Caffeina Media, dopo essersi “bloccato da quando c'è l'ordine esecutivo di Biden”?
Sabato 1 aprile 2023 h 15.00-18.00 la CUB Scuola Università e Ricerca di Torino organizza il seminario Tecnologie didattiche e PNRR: che fare?
Partecipano: Carlo B. Milani (C.I.R.C.E. - autore di Tecnologie conviviali), Gruppo di Lavoro Nazionale su Tecnologia nella Scuola (CUB SUR), Luca Malgioglio (Ass. Agorà 33 – La Nostra Scuola), Paolo Dongilli (FUSS), Giorgio Favaro (Continuity), Marco Ciurcina (Studiolegale.it)
Partendo dalle esperienze pionieristiche del progetto FUSS attivo fin dai primi anni 2000 proviamo a fare due proposte concrete, una orientata alla scuola secondaria superiore e l'altra invece più adatta alle scuole secondarie inferiori e alla primaria. Entrambe queste proposte sono in grado, a nostro parere, di permetterci di raggiungere i seguenti obbiettivi:
Il 28 marzo ha avuto luogo un incontro con le scuole dell'Emilia Romagna.
La registrazione dell'incontro è disponibile
Perché sostenibilità e sovranità digitale sono due concetti chiave per un sano approccio alle tecnologie informatiche da parte delle nostre scuole e di tutta la Pubblica Amministrazione? E perché sono altrettanto importanti affinché le aziende del nostro territorio possano andare a testa alta tra le cosiddette Big Tech facendo leva su di un modello di condivisione realmente democratico basato sul Software Libero, in grado di accelerare enormemente il processo di innovazione tecnologica e garantire la sicurezza dei nostri dati secondo il GDPR? Tutto ciò nel pieno rispetto del Codice dell'Amministrazione Digitale che pone in risalto la centralità del riuso del software e degli investimenti dedicati alla creazione di nuovo Software Libero per avviare l'economia nazionale in ambito IT verso un processo di massima trasparenza e condivisione.
Questi i temi
L'esempio del progetto FUSS
Paolo Dongilli, Provincia Autonoma di Bolzano
────
Cosa significa per le aziende lavorare con il modello del software libero e perché è la soluzione ideale per le scuole
Christian Surchi, Truelite
Marco Marinello, QNets
Giorgio Favaro, Continuity
────
Aspetti legali da considerare quando la PA acquisisce software
Marco Ciurcina, avvocato
────
Sostegno sul territorio a chilometro 0
LUG dell'Emilia Romagna (Fausto Medici, Fabio Casolari, Denis Caleffi, Lorenzo Bondioli)
────