Pillole

Pillole di informazione digitale

Segnalazioni di articoli su diritti digitali, software libero, open data, didattica, tecno-controllo, privacy, big data, AI, Machine learning...

Un gruppo di ricerca dell'Università di Heidelberg e dell'Università di Colonia (in Germania), ha indagato cosa accade al nostro cervello se ne riduciamo l'utilizzo per 72 ore, e scoperto che rinunciare a questi dispositivi anche per poche ore può addirittura rimodellare l'attività cerebrale. I dettagli della ricerca sono stati pubblicati sulla rivista Computers in Human Behavior.

Durante le scansioni cerebrali eseguite dopo il periodo di 72 ore, ai partecipanti sono state mostrate diverse immagini, tra cui immagini di smartphone accesi e spenti, nonché immagini "neutre" di soggetti come barche e fiori. Quando venivano mostrare le immagini del telefono, nei partecipanti sono stati osservati cambiamenti nelle aree del cervello proposte all'elaborazione della ricompensa e del desiderio, simili a quelli osservati nella dipendenza da sostanze, il che suggerisce che questi dispositivi possono creare dipendenza come la nicotina o l’alcol.

"I nostri dati non distinguono tra il desiderio di usare lo smartphone e il desiderio di interagire socialmente, due processi oggi strettamente interconnessi - hanno affermato i ricercatori -. Sebbene i nostri dati mostrino risultati solidi senza svelare questi processi, gli studi futuri dovrebbero mirare ad affrontare questo aspetto".

E’ da quando è apparso il primo smartphone che gli scienziati stanno indagando su come il loro utilizzo influenzi l'attività del nostro cervello. Grazie a questa ricerca sappiamo qualcosa in più sui sintomi (simili all'astinenza da alcune sostanze stupefacenti) come ansia, insonnia, inappetenza, agitazione fisica, irritabilità, che compaiono quando non utilizziamo il telefonino per un pò di tempo.

Link alla ricerca qui

L’Europa dipende dalle big tech americane, rischiando la sicurezza nazionale. Servono alternative europee integrate a tutti i livelli dell’infrastruttura digitale. La collaborazione pubblico-privato e l’open source sono fondamentali per costruire l’EuroStack e garantire l’indipendenza tecnologica europea

La dipendenza dell’Europa dalle tecnologie digitali americane e cinesi rappresenta una minaccia significativa per la sua sovranità, sicurezza e competitività economica. Per affrontare questa sfida, è essenziale sviluppare un “EuroStack“, un ecosistema digitale integrato che copra tutti i livelli, dai chip alle applicazioni, garantendo così l’autonomia tecnologica del continente.

L’Eurostack è un’iniziativa proposta dall’Ucl all’Unione Europea per creare un ecosistema tecnologico indipendente e sovrano, con l’obiettivo di ridurre la dipendenza da colossi tecnologici stranieri come Alphabet, Amazon, Apple, Microsoft e altri.

Questo progetto mira a sviluppare infrastrutture digitali completamente europee, tra cui piattaforme cloud, intelligenza artificiale (AI), reti di telecomunicazione e software, in linea con i valori europei di protezione dei dati personali, sovranità digitale e supporto alle imprese locali.

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Domenica 2 marzo, C.I.R.C.E. partecipa alla giornata di riflessione sull'educazione digitale organizzata da MovEre nell'ambito del percorso itinerante ideato da insegnanti e genitori dell'IC Simonetta Salacone.

Dalle ore 15:00 - 18:00, presso IC Salacone, plesso Iqbal Masih, via Ferraironi, 28 - Roma

Molti videogiochi catturano la nostra attenzione al punto da creare forme di abitudine e assuefazione, costruite magistralmente sulle vulnerabilità comuni a tutti gli umani. In maniera analoga siamo chiamati a partecipare e a contribuire instancabilmente alle “comunità” digitali dei social media, costruite seguendo tecniche di gamificazione.
Ogni esperienza di interazione sociale si trasforma in una complicata gara, con un sacco di punti e classifiche, livelli e campioni. Conosciamo per esperienza diretta le regole di questi “giochi”: se ci comportiamo bene, otteniamo molti “like”, strike, notifiche, cioè caramelle sintetiche per i nostri cervelli (sotto forma di dopamina); se siamo scarsi rimaniamo a bocca asciutta.

Possiamo fare a meno di gmail? Sappiamo scegliere una password sicura? Farsi domande come queste significa essere consapevoli che la privacy è una ricchezza da preservare e da difendere in prima persona. Sostenere lo sviluppo di un approccio hacker alla tecnologia e all’apprendimento in generale è un modo per diffondere pratiche di consapevolezza e autodifesa digitale. Contribuisce a far emergere l’hacker che si nasconde in ognuno e ognuna, dargli valore e aiutarlo a crescere.

Radio Blackout ha intervistato Silvano Cacciari, ricercatore presso il NAFF dell’Università di Firenze e il CheerLab dell’Università di Prato

La competizione strategica tra Cina e Stati Uniti è più complessa e meno lineare di come viene solitamente rappresentata dai media generalisti. Conta, in prima luogo l’interdipendenza economica tra i due giganti che da qualche decennio struttura quel fenomeno che abbiamo conosciuto come “globalizzazione”, basato sui due macro-fenomeni: una corposa delocalizzazione delle produzione verso il polo asiatico (centro cinese); una sempre maggiore finanziarizzazione dell’economia euro-atlantica (polo statunitense). Questa interdipendenza è ancora più evidente se si osserva il livello degli scambi delle merci ad alto contenuto di tecnologia incorporata, dove l’uno e il maggiore cliente dell’altro, e viceversa. Si tratta però di un equilibrio perennemente instabile e a-simmetrico, che in questo momento storico viene rimesso in discussione da una Cina sempre meno disponibile a restare confinata negli scalini più bassi della scala del valore.

L’uscita politicamente ben orchestrata delle nuova intelligenza artificiale Made in China DeepSeek ha causato profondi tonfi nelle borse statunitensi ma, a differenza del passato (vedi crisi dei subprime, 2008) questa volta l’innesco è stato esterno, cinese appunto, e non interno alle dinamiche della finanziarizzazione americano-centrica. Dopo qualche decennio di osservazione sui meccanismi predatori della finanza a stelle e strisce , i cinesi hanno imparato a condurre, pro domo loro, la guerra finanziaria e ne hanno fornito un primo assaggio ai competitor strategici. Tra le realtà più colpite, oltre alla ben nota Chat GPT c’è anche la più nascosta, e meno conosciuta dai non addetti ai lavori, Palantir, specializzata nel servizio di controllo e fornitura dati, all’interno di quello che potremmo chiamare paradigma del “capitalismo della sorveglianza” e della “guerra ibrida”. Il CEO di questa azienda, Peter Thiel, già fondatore di PayPal autore di diversi manifesti politici tecno-reazionari, si è preso il compito nell’ultimo lustro di dare una strigliata ideologica (e politica) alla Silicon Valley libertaria e rizomatica degli anni ’90 per intrupparla in un nuovo corso dove devono essere chiare le gerarchie e le finalità (nemesi) politiche.

Ascolta l'audio sul sito di Radio Blackout

Secondo Meta, l'uso di Torrent per scaricare copie pirata dei libri non è illegale, se non vengono distribuite tramite seeding dopo il download.

Emergono nuovi dettagli relativi al processo che vede Meta sul banco degli imputati. L’azienda di Menlo Park, accusata di violazione del copyright da diversi autori per aver addestrato i modelli Llama con copie digitali pirata di numerosi libri, ha dichiarato che il torrenting senza seeding non è illegale.

I documenti depositati in tribunale hanno confermato che i dipendenti di Meta sono stati autorizzati a scaricare circa 82 TB di dati tramite Torrent dal sito Anna’s Archive. Le copie pirata dei libri sono state utilizzate per il training dei modelli Llama. L’azienda californiana sostiene che il “fair use” è consentito dalla legge.

Articolo completo qui

Il 10 settembre 2024 sulla piattaforma statunitense change.org è stata pubblicata la petizione “Stop smartphone e social sotto i 16 e 14 anni: ogni tecnologia ha il suo giusto tempo”:

L’appello è promosso da Daniele Novara, pedagogista e counselor – direttore del CPPP e Alberto Pellai, medico e psicoterapeuta, a cui si sono unite quasi centomila adesioni in pochi mesi. Il cuore dell’appello è questo:
“Chiediamo quindi al Governo italiano di impegnarsi per far sì che nessuno dei nostri ragazzi e delle nostre ragazze possa possedere uno smartphone personale prima dei 14 anni e che non si possa avere un profilo sui social media prima dei 16. Aiutiamo le nuove generazioni.”

"Mi è stato chiesto un parere in merito perché con le colleghe di C.I.R.C.E. – circex.org lavoriamo sulla promozione di tecnologie conviviali, tramite il metodo della pedagogia hacker. Siamo amanti delle tecnologie, anche di quelle digitali. Ma non di tutte, anzi: consideriamo deleteri la maggior parte dei sistemi oggi in uso: sistemi scientemente progettati, costruiti e continuamente perfezionati per generare comportamenti di autoabuso. Sofferenze psicologiche e sociali sono quindi sempre più diffuse non per una qualche mancanza da parte degli utenti, incapaci di “usare bene” tecnologie sofisticate, ma per via del design tossico di quelle tecnologie."

Leggi l'articolo sul sito "Gli Asini"

La puntata è dedicata a come la qualità di Google sia nel tempo calata.

Raccogliamo delle evidenze che non siano solo aneddotiche, mettiamole insieme con i dati di fatturato di Alphabet, con l'avvicendarsi di manager e con i documenti diventati pubblici per via delle inchieste antitrust.

In chiusura di puntata alcuni aggiornamenti sul caso Paragon.

Ascolta la puntata sul sito di Radio Onda Rossa

Martedì 25 febbraio via Stamira, 5 Roma
Convegno di aggiornamento / formazione gratuito per il personale della scuola in presenza (on line solo per i non residenti a roma)
Presso la Sala Convegni di Libera, via Stamira 5.

metro B Bologna Tiburtina

Dalle ore 8 alle 14 Relazioni ed interventi di:

  • Daniela Tafani
    (docente di Filosofia Politica, UniPISA)
    Libera Transizione digitale: verso dove? Edtech, monopoli e narrazioni

  • Maria Chiara Pievatolo
    (docente di Filosofia Politica, UniPISA) Di dati e di despoti: la scuola al tempo della transizione tecnofeudale

  • Renata Puleo
    (maestra, ex dirigente scolastica) INVALSI fra pubblico e privato: come l'istituto usa i dati dei nostri studenti

  • Alessandro Zammarelli
    (psicoterapeuta) La scuola, la relazione, il digitale

  • Stefano Borroni Barale
    (docente CUB SUR / Ricercatore Circex.org) Costruire alternative al digitale autoritario

  • Ferdinando Alliata
    (dottore in Consulenza del lavoro, Cobas Scuola Palermo) Tempi moderni. La digitalizzazione del lavoro di docenti e ATA

Per informazioni: alas.convegno25febbraio@gmail.com; tel. 3274307767

Unità Navigante per la Diminuzione dell'Onnipotenza della Silicon valley - Team Rapido Eliminazione Social

Probabilmente avete già visto questa foto.
bigtech

Qualunque cosa pensiate del passato di queste persone, delle aziende che hanno dietro, dei prodotti che creano e dei loro allineamenti politici pensiamo che sul presente non ci sia tanto da discutere: sono un gruppo di miliardari della destra ultraliberista che usa i prodotti che controlla per promuovere la propria agenda politica.

Questo, purtroppo, ci riguarda direttamente: le persone che decidono di usare i social media commerciali per mettersi in contatto con le realtà di movimento vengono esposte alla disinformazione e alla violenza fascista; le nostre mobilitazioni in solidarietà con la Palestina sono catturate all'interno di un sistema che collabora attivamente con il genocidio in corso. Questo è spesso visto come il contraltare di una "grande capacità di comunicazione". Peccato che non sia vero: il meccanismo dei social, tra le altre cose, non permette di raggiungere persone che non siano già nella tua cerchia di relazioni.

Leggi la proposta del Team Rapido Eliminazione Social sul sito di AvANa

Venerdì 14 febbraio in un post pubblicato sul suo account su X, Milei ha promosso il token $Libra, fino a quel momento sconosciuto, dicendo che avrebbe incentivato la crescita economica del Paese, finanziando piccole imprese e iniziative. “L’Argentina liberale sta crescendo!!!” ha detto Milei a oltre 3 milioni di follower.

$LIBRA è un meme coin, cioè una criptovaluta ispirata a un meme o a un fenomeno di cultura pop, come quelle presentate da Donald Trump, $TRUMP e $MELANIA. Le criptovalute di questo genere sono considerate ancora più volatili e potenzialmente rischiose di quelle normali. Benché condividano di fatto gli stessi princìpi economici e tecnologici dei bitcoin e delle criptovalute tradizionali, sono pensate esplicitamente come beni speculativi, che assomigliano più a oggetti collezionabili che a una valuta.

In poche ore il valore di ciascuna $LIBRA è passato da pochi centesimi a circa 4,5 euro, e il valore complessivo di tutte quelle in circolazione a oltre 4 miliardi di euro. Come è stato ricostruito in seguito, però, circa l’80 per cento delle $LIBRA era concentrato in cinque “portafogli”, cioè in cinque singoli conti. Questi hanno immediatamente venduto una parte delle criptovalute che possedevano incassando 90 milioni di euro, ma dando il via a un crollo.

Più o meno nello stesso momento Milei ha eliminato il suo post su X, contribuendo alla fuga dall’iniziativa. La criptovaluta è tornata a valere pressoché zero, lasciando alcuni dei primi investitori che avevano venduto in tempo con guadagni milionari e tutti gli altri (circa 40mila persone) con la perdita di tutto il patrimonio investito.

Fonti qui e qui