Iniziamo la puntata mettendoci in contatto con lo sviluppatore di Blob, uno strumento di aggregazione contenuti (articoli, podcast, ...) che permette di sapere cosa si dice in giro senza usare Telegram o Instagram.
Proseguiamo dando qualche aggiornamento sulla vicenda Paragon, di cui a breve arriverà un ulteriore report da parte di Citizen Lab e che potrebbe ulteriormente crescere di volume.
Ci spostiamo negli Stati Uniti, concentrandoci sulle iniziative del governo Usa che rimuovono e invisibilizzano contenuti sgraditi alle logiche escludenti dell'alt-right.
Concludiamo dando l'appuntamento a due eventi di Hacking che si terranno a Milano e a Cosenza il prossimo fine settimana (21-22 Marzo).
Lunedì 31 Marzo 2025, a Torino, si terrà il Corso di Formazione Nazionale per il personale della scuola pubblica statale dal titolo “La scuola nella transizione digitale. Il prossimo futuro di didattica e lavoro”.
Alcuni dei temi che saranno toccati nelle relazioni:
Pa partecipazione all'incontro, sia online che in presenza, dà diritto all'ESONERO DAL SERVIZIO per i docenti e personale ATA e offrirà numerosi spunti anche a genitori (di tutte le età) e allievi dalla 4° superiore in su.
La partecipazione è gratuita per tutte e tutti, si chiede unicamente la registrazione al seguente indirizzo: http://iscrizioneto.vado.li. Il link per la partecipazione online sarà inviato a chi si registra. Per chi non risiede nella provincia di Torino sarà possibile ottenere l'esonero anche per la partecipazione online.
Lunedì 31 Marzo 2025 - ore 8:15/17:00
presso I.t.i.s. “G.B.Pininfarina”- Via Ponchielli 16,10024 Moncalieri (TO)
In un evento al Parlamento europeo organizzato dai Verdi il ricercatore di Citizen Lab fa il punto sulle analisi sui telefoni di giornalisti e attivisti spiati. Il direttore di Fanpage Francesco Cancellato: “Abbiamo chiesto trasparenza, abbiamo ricevuto omissioni e silenzio”.
“Il primo rapporto pubblico sul caso Paragon uscirà nei prossimi giorni, e in quel rapporto mostreremo le prime prove forensi sulla portata di questo attacco”. John Scott Railton è il ricercatore di Citizen Lab che studia da anni gli spyware governativi come Pegasus, oltre a essere la persona a capo del team che sta indagando su Graphite, il software spia di Paragon Solutions che è entrato nel telefono di oltre novanta tra giornalisti e attivisti in tutta Europa, tra cui il direttore di Fanpage.it Francesco Cancellato.
Durante il convegno “Paragon Scandal” organizzato dai parlamentari europei dei Verdi Leoluca Orlando, Hannah Neumann e Saskia Bricmont, che ha avuto luogo giovedì 13 marzo all’Europarlamento di Strasburgo, Scott Railton ha fatto chiarezza su molti aspetti del caso: “Stavamo investigando su Paragon da tempo – ha spiegato – e nella nostra investigazione su Paragon abbiamo avuto il sospetto che Whatsapp potesse essere un veicolo d’ingresso per lo spyware. Abbiamo condiviso questa informazione con Meta, che a sua volta l’ha condivisa con Whatsapp, che ha identificato i bersagli e li ha avvisati con un messaggio”.
Giovedì 13 marzo, presso lo Spazio Libero Autogestito Vag61 (BO) incontro con gli autori di Pedagogia Hacker: Davide Fant e Carlo Milani.
La gente ha il potere: "people have the power" (cit.). Ma non ce lo ricordiamo, così come dimentichiamo che le reti sociali (social network) non sono i media sociali (social media): è ora di abbandonare narrazioni e abitudini tossiche e immaginare quello che ci piace fare con le tecnologie che amiamo, e come.
Vi portiamo alcune nostre storie. Altre le trovate qui:
Giovedì 13 marzo,
ore 18
Spazio Libero Autogestito Vag61
Via Paolo Fabbri 110
Bologna
Edward Snowden, la gola profonda che nel 2013 ha svelato il programma di sorveglianza di massa organizzato dall’agenzia di spionaggio civile degli Stati Uniti, sosteneva che la macchina della tirannia automatizzata fosse già pronta e che fossimo a un giro di chiave dal suo avviamento. Gli eventi recenti negli Usa sembrano tristemente confermare questa profezia. E in Europa?
“Siate dunque decisi a non servire mai più e sarete liberi. Non voglio che scacciate i tiranni e li buttiate giù dal loro trono; basta che non li sosteniate più, e li vedrete crollare, […] come un colosso a cui sia stato tolto il basamento”. Étienne de La Boétie, “Discorso sulla servitù volontaria”, 1576.
Giorgio vive a Roma ed è un militante a tempo pieno. Fa parte di un sindacato di base della scuola, è segretario del circolo di uno dei tanti partiti della diaspora della sinistra, è femminista, appassionato praticante dell’inclusione dei suoi allievi con disabilità e non. La sua vita, a parte i rari momenti in cui riposa o in cui si dedica ai suoi genitori molto anziani, è dedicata a cercare di ricostruire quel “tessuto collettivo” in cui è cresciuto, negli anni tra il sessantotto e il settantasette, e che lo ha visto prendere parte poi, giovanissimo, al movimento ecologista e nonviolento dei primi anni 80.
Il suo ’Dipartimento’ ora appare come un’iniziativa che unisce la retorica dell’efficienza ad un approccio ingegneristico al “problema” del governo federale. E scompaiono migliaia di ’dataset’ dai siti federali, relativi a genere, sanità, sessualità, inquinamento, disuguaglianza sociale e cambio climatico: i dati di un’agenda progressista
Uno degli aspetti che più colpiscono di questo primo mese di amministrazione Trump è stata la velocità con cui si è mosso il minuscolo esercito guidato da Elon Musk sotto le insegne del dipartimento per l’efficienza governativa (DOGE). Da qualche settimana, questi ventenni – tra loro molti ingegneri informatici – stanno scorrazzando nei corridoi del potere di Washington, richiedendo accesso a informazioni riservate, e spedendo email di massa a migliaia di dipendenti – con effetti che vanno dall’incredulità al caos amministrativo. Vari osservatori hanno paragonato il loro entusiasmo zelante a quello di squadristi e camice brune e Musk, a cui non dispiace indulgere nell’immaginario della destra radicale, li ha definiti i suoi “spartani”.
In realtà il modello per l’azione di questi novelli agenti del caos è molto più vicino: è Silicon Valley. Il motto move fast and break things si adatta perfettamente a quello che stanno facendo, come pure il verbo preferito dal mondo tech: to disrupt, che potrebbe essere tradotto letteralmente come produrre caos.
Puntata dedicata in gran parte al tema dell'internazionalizzazione dei nomi di dominio. Infatti da diversi anni questi non sono più limitati ai caratteri dell'alfabeto inglese, ma supportano anche caratteri di altre lingue. Il dibattito è abbastanza aperto, e vede contrapposte delle esigenze tecniche di semplicità e sicurezza alle esigenze di persone non inglesi di poter scrivere nella propria lingua.
Passiamo poi alle notiziole: dall'acqua al fluoro passando dai licenziamenti massivi del DOGE e dai suoi piani di automatizzazione. Si allarga l'uso del DNA nelle indagini di polizia. Meta si rivendica l'uso di Torrent, sostenendo che scroccare non è reato. Nonostante le censure e le multe e le minaccie di licenziamento da parte dei grandi studi legali, una ricerca mostra che la maggior parte degli avvocati americani usa l'Intelligenza Artificiale per il suo lavoro.
Lungarno ha intervistato Carlo Milani, coautore con Davide Fant di Pedagogia hacker.
Se vi chiedessi qual è la prima cosa che guardate la mattina e l’ultima che vedete la sera, mi direste lo smartphone. Non è un giudizio, lo faccio anche io. Lo smartphone è una protesi digitale, uno strumento così integrato nelle nostre vite da sembrare indispensabile. Uscite di casa senza e ditemi come vi sentite: smarriti, nudi, addirittura incompleti. Come possiamo allora evitare che la tecnologia prenda un controllo così pervasivo sulla nostra vita? A questa domanda cercano di rispondere il ricercatore Carlo Milani e il formatore Davide Fant con il saggio Pedagogia Hacker (Elèuthera, 2024). I due, attraverso attività pedagogiche che fanno propria l’attitudine hacker, aiutano giovani e adulti a sviluppare un rapporto più critico e meno alienante con il digitale.
La dipendenza europea dall’infrastruttura cloud americana solleva preoccupazioni sulla sicurezza. Il Cloud Act permette agli USA di accedere ai dati globali, mettendo a rischio la privacy e la sicurezza nazionale dell’Europa
Cinque settimane di Donald Trump e gli europei stanno scoprendo per la prima volta quello che Vasco cantava 46 anni fa: non siamo mica gli americani. E non solo non siamo gli americani, improvvisamente scopriamo che i loro interessi non coincidono con i nostri. E non solo i loro interessi non coincidono con i nostri, presto scopriremo che spesso sono opposti.
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Sono circa 100mila gli studenti e 200mila i genitori attualmente raggiunti da questi contenuti pubblicitari. Ma potrebbero aumentare nel silenzio della questione
Genitori e studenti di tutta Italia utilizzano il registro elettronico per consultare voti, assenze, ritardi e compiti assegnati a scuola. Una novità, però, sta sollevando polemiche: all’interno dell’app ClasseViva, una delle più diffuse nel Paese, sono spuntati una serie di contenuti commerciali che promuovono servizi di vario genere, dal supporto psicologico alle attività sportive, fino a prestiti studenteschi, corsi di lingue e persino videogame. L’integrazione di questi contenuti all’interno di uno strumento ufficiale della scuola ha sollevato tra i genitori diversi interrogativi su quanto sia corretto veicolare offerte commerciali attraverso un canale destinato alla gestione della didattica della scuola pubblica