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Pillole di informazione digitale

Segnalazioni di articoli su diritti digitali, software libero, open data, didattica, tecno-controllo, privacy, big data, AI, Machine learning...

"Tecniche e Miti: le trappole dell'intelligenza artificiale" è un e-BOOK de Gli Asini che vuole tracciare un percorso critico che metta in luce le problematiche dell'hype che accompagna il machine learning. Per farlo è necessario indagare l’IA da diversi punti di osservazione. Al numero ha contribuito come C.I.R.C.E. con l'articolo "Nuove intelligenze, vecchi pregiudizi."

Sull'Intelligenza Artificiale scrive la redazione: "In primo luogo proviamo a smontarne i meccanismi, mettendo in discussione la stessa denominazione: si tratta infatti di un apparato tecnologico che non è “intelligente” né “artificiale”.

Per saperne di più vai sul sito di C.I.R.C.E.

Partiamo dal caso di Beeper Mini, applicazione per Android che reimplementa le funzionalità di iMessage (altrimenti disponibili solo su Mac). Apple non gradisce. Proviamo a capire perché questo non è utile alla Apple, perché le implementazioni alternative non piacciono mai alle aziende e perché a volte non piacciono nemmeno a chi usa il software.

Parliamo poi di OpenStreetMap e Overture, il progetto patrocinato da tutte le grandi aziende del settore tranne le due più grandi, col chiaro intento di fare concorrenza. Il progetto aperto e comunitario di OpenStreetMap ne uscirà rafforzato o svuotato?

A seguire notiziole!

Giovedì 14 dicembre alle ore 17.00 si terrà il seminario “Dalla DAD sostitutiva all’intelligenza artificiale a scuola” organizzato da CUB Scuola Università e Ricerca Torino.

Il mondo della scuola è investito dalle parole d’ordine del marketing digitale: DAD, Social, intelligenza artificiale, coding, scratch, pensiero computazionale… le novità si susseguono con ritmo battente.

La spinta del Piano Scuola 4.0, con la sua formazione “obbligatoria”, sembra voler imporre l’adozione in fretta e furia di tutto quello che le imprese del digitale mettono a disposizione.

Come fare? Respingere del tutto l’offerta di ‘novità’? L’avanzata della tecnologia è inarrestabile come uno tsunami? Non esistono tempi e modi alternativi, più conviviali?

Insieme a Carlo Milani e Stefano Borroni Barale proveremo a rispondere ad alcune di queste domande, insieme all’imperdibile dilemma: “Ma davvero ChatGPT segna la fine dei compiti a casa?”

Carlo Milani, PhD. Saggista e formatore attivo a livello internazionale con CIRCE (Centro Internazionale di Ricerca sulle Convivialità Elettriche: www.circex.org). Pratica quotidianamente la pedagogia hacker in corsi di formazione rivolti a docenti e allievi delle scuole di ogni ordine e grado. Scrive da anni di questi temi sia a livello accademico che divulgativo. Il suo ultimo libro è “Tecnologie conviviali” (Eleuthera, 2022).

Stefano Borroni Barale. Fisico, docente di informatica e formatore sindacale sulle nuove tecnologie. Ha scritto per Altreconomia “Come passare al software libero e vivere felici” (2003), uno dei primi manuali sul tema. Il suo ultimo libro è “L’intelligenza inesistente. Un approccio conviviale all’intelligenza artificiale” (Altreconomia, 2023).

Dove: Corso Marconi 34, Torino – 2° Piano (Sede CUB SUR) Quando: Giovedì 14 Dicembre 2023 ore 17-18.30 Per chi: docenti e genitori di allievi delle superiori Come: partecipazione gratuita fino ad esaurimento posti, prenotazione obbligatoria

Form di prenotazione: https://dadia.vado.li/
giovedì 14 Dicembre 2023 ore 17:00 - 18:30

L’editore tedesco rivoluziona l’app internazionale di notizie upday e chiude la redazione italiana, licenziandone i redattori. Un caso su presente e futuro dell’informazione

Un «nuovo generatore di notizie di tendenza guidato esclusivamente dall’intelligenza artificiale» sostituirà il lavoro dei giornalisti in carne e ossa.

Mentre l’Unione europea ha varato l’Ai Act, prima legge al mondo sull’intelligenza artificiale, arriva la notizia che non è uno scenario fantascientifico di una serie tv ma la realtà di upday, app e sito internazionale di notizie che ha una testata registrata anche in Italia.

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Venerdì, 15 Dicembre 2023 in occasione della 15° Conferenza Nexa su Internet & Società sono stati invitati a parlare di digitali possibili, tra gli altri, Carlo Milani (C.I.R.C.E.), autore di "Tecnologie Convivali" e Stefano Borroni Barrale, autore di "L'intelligenza inesistente. Un approccio conviviale all'intelligenza artificiale"

Abstract

Negli ultimi anni, sempre più spesso sono state mosse critiche al modo in cui le tecnologie digitali di cui ci serviamo nella nostra vita quotidiana vengono concepite e utilizzate: i social media ci renderebbero tristi e ci imporrebbero modelli di comportamento sbagliati; i siti web, le app e gli oggetti “intelligenti” raccoglierebbero informazioni su di noi, per sorvegliarci e indirizzare i nostri comportamenti; l’intelligenza artificiale, particolarmente energivora e inquinante, verrebbe sviluppata sfruttando in maniera brutale i micro-lavoratori, per rendere le imprese e le istituzioni più produttive, consentendo loro di rimpiazzare dove possibile le persone. Sono moltissimi, ormai, i libri o gli articoli di giornale che denunciano tutto questo, ma i loro stessi autori sottolineano quanto sia difficile resistervi e, soprattutto, immaginare un altro tipo di digitale, perché si tratterebbe, in sostanza, di pensare a nuove forme di economia, nuovi modi di lavorare, nuove leggi e, in definitiva, a un’altra idea dello stare insieme.

Eppure, per quanto tutto questo sia complicato, c’è già chi prova a offrire soluzioni e proporre alternative: la quindicesima conferenza annuale del centro Nexa cerca di proporre una panoramica su ciò che è stato immaginato e messo in pratica in vari ambiti. Dal lavoro alla scuola, dall’ecologia alla partecipazione politica, l’idea è di mostrare che un altro digitale è già possibile, nel pensiero e nelle azioni di chi, ripensandolo, vuole evidentemente portare avanti anche un’altra visione del mondo che lo produce e lo utilizza tutti i giorni.

Sul sito si Nexa trovate il programma e ulteriori informazioni su come partecipare

È la prima volta che i ricercatori calcolano le emissioni di anidride carbonica causate dall’utilizzo di un modello di intelligenza artificiale per diversi compiti. OpenAI, Microsoft, Google… quando soluzioni AI più green?

Ogni volta che usiamo l’AI per generare un’immagine, scrivere un’e-mail o fare una domanda a un chatbot, ha un costo per il pianeta.

Infatti, generare un’immagine utilizzando un potente modello di intelligenza artificiale richiede tanta energia quanto caricare completamente il tuo smartphone, secondo lo studio dei ricercatori della startup di intelligenza artificiale Hugging Face e della Carnegie Mellon University.

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Il boom della Cina negli ultimi 20 anni, il crollo di Stati Uniti e Giappone, così si sintetizza la classifica dei maggiori Paesi esportatori al mondo di prodotti di elettronica di consumo dal 2000 al 2021.

Il mercato dell’elettronica nel suo complesso è in forte crescita e secondo le stime di Mckinsey le esportazioni globali hanno raggiunto i 4,1 trilioni di dollari nel 2021.

Al primo posto c’è la Cina, che negli ultimi 20 anni ha visto aumentare la propria quota di esportazioni dal 9% dell’anno 2000 al 34% del 2021, per un valore di 1,4 trilioni di dollari.

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Il fondatore e CEO di Nvidia, Jensen Huang, ha ammesso che agli Stati Uniti occorreranno tra i dieci e i venti anni per ottenere l’indipendenza della catena di fornitura dei chip da Cina e Taiwan. In ballo il già delicato rapporto con la Cina.

Nel corso della conferenza DealBook svoltasi a New York e organizzata dal New York Times, il fondatore e CEO di Nvidia, Jensen Huang, ha affermato gli Stati Uniti sono tra i dieci e i vent’anni di distanza dall’indipendenza del Paese nella produzione di chip da Taiwan e Cina, nonostante la costruzione di nuove fabbriche e gli incentivi. Per poi precisare che il successo della sua compagnia, fondata nel 1993, è legato “a una miriade di componenti che provengono da diverse parti del mondo.

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Prima di ogni raid, Israele è a conoscenza di quanti saranno i cosiddetti “danni collaterali”, ossia il numero di vittime civili che resteranno uccise in quell’operazione. È quanto rivela un’inchiesta realizzata dal magazine +972 insieme a Local Call, che si basa sulle testimonianze anonime di attuali ed ex membri dell'intelligence militare israeliana, ma anche su dati e documenti provenienti dalla Striscia di Gaza. “Nulla accade per caso”, ha spiegato una fonte che ha preferito rimanere anonima. “Quando una bambina di 3 anni viene uccisa in una casa a Gaza è perché qualcuno nell’esercito ha deciso che non era un grosso problema, che era un prezzo da pagare per colpire un altro obiettivo. Noi non siamo Hamas. Questi non sono razzi casuali. Tutto è intenzionale. Sappiamo esattamente ‘quanti danni’ collaterali ci sono in ogni casa”.

Tutto questo è possibile grazie a un software basato sull’intelligenza artificiale che permette di “generare” target da colpire a un ritmo molto più veloce di quello che era possibile fare in precedenza. Il programma si chiama Habsora, “il Vangelo”: un ex ufficiale dei servizi segreti ha dichiarato che questo sistema contribuisce a creare a Gaza una “fabbrica di uccisioni di massa”, in cui il focus “è sulla quantità e non sulla qualità”.

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Sul Guardian altre informazioni sul funzionamento dell'AI usata dall'esercito Israeliano

Carlo Milani di C.I.R.C.E. sarà ospite il 10 dicembre 2023 alle 10 di mattina presso il CVS di Roma per parlare di Tecnologie Conviviali e cittadinanza con un approccio decisamente critico.

Scrivono gli organizzatori:

"Tempo fa se ne discuteva "Roma ha bisogno di più tecnologia! Alla Capitale serve un data warehouse!". Forse Carlo Milani, l'ospite del nostro evento, avrebbe qualcosa da ridire. Saggista, traduttore e ricercatore associato di portata internazionale: incontriamo uno degli analisti più anticonformisti e controculturali nella riflessione contemporanea sulle tecnologie.

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Secondo il tribunale, il sistema non tiene conto delle condizioni individuali e discrimina i lavoratori. Per questo va modificato, sentiti i sindacati

Scegliere le migliori e le maggiori opportunità di lavoro e smistarle tra i rider è discriminatorio. Il principio è stato confermato da una sentenza del tribunale di Palermo che ha accolto un ricorso promosso da Nidil, Filcams e Filt Cgil provinciali e ha bocciato il sistema di selezione usato da Foodinho, società del gruppo Glovo.

Al centro della questione, l’algoritmo usato dalla piattaforma di food delivery.

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La richiesta del primo ministro francese Elisabeth Borne a tutti i i ministri e al loro staff dall'8 dicembre è di bandire Whatsapp e app di messaggistica straniere e di utilizzare invece la francese Olvid, startup parigina considerata più sicura.

Sovranità digitale? la Francia ne sa qualcosa. Dopo TikTok, è la volta di Whatsapp e Signal di sparire per motivi di cybersicurezza dagli smartphone dei ministri e del loro staff. E’ quanto emerge da una circolare che prelude alla scoperta da parte del grande pubblico di una app perlopiù sconosciuta. Si tratta di Olvid, la risposta francese a Whatsapp, che il Governo francese ha chiesto di installare sugli smartphone e sui pc di ministri, membri dei vari ministeri e funzionari pubblici come “sostituto di altri sistemi di messaggeria istantanea allo scopo di rafforzare la sicurezza degli scambi”. In alternativa un’altra app di messaggistica sempre francese e consentita è Tchap.

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Se l'inglese come lingua franca è molto diffusa, permettendo di allenare IA inglesi in gran parte del mondo (anche a costi irrisori in condizioni di sfruttamento), non è lo stesso per lingue come il finlandese: è per questo che la compagnia finlandese Metroc allena il suo modello linguistico tra le carceri del Paese.

Da un lato c'è chi ritiene questo lavoro (€1,54 all'ora) uno fra tanti che offre il carcere, che non sfrutta gente nel terzo mondo (vedasi OpenAI in Kenia (https://t.me/eticadigitale/753)) e che permette di mantenere vivo il patrimonio linguistico-culturale, senza lasciare il predominio linguistico ed economico all'inglese.

Dall'altro c'è invece chi critica come Metroc faccia milioni sottopagando carceratɜ, temendo che la mancanza di freni possa portare a far fare loro lavori del clic provanti, come l'esposizione a immagini disturbanti per etichettarle (vedasi Facebook, sempre in Kenia (https://t.me/eticadigitale/592))

Leggi l'articolo su Wired.com

Occorre studiare l’interfaccia di Bing se si vuole capire come sarà Google post-AI.

Google pospone l’implementazione della sua intelligenza artificiale Bard nella sua UI (User Interface) in Europa per motivi legali ma possiamo già curiosare sulla sua anteprima attraverso l’area sperimentale di Google in diversi paesi nel mondo (no Europa).

Se però vogliamo avere un’idea su come sarà l’impatto dell’AI (Artiicial Intelligence) sui motori di ricerca sia a livello di SERP (Search Engine Results Page) che a livello di ranking possiamo andare a studiare ‘dal vivo’ cosa sta già presentando Bing di Microsoft grazie alla partnership con Open AI e quindi all’integrazione nella sua interfaccia di Chat-GPT (Generative Pretrained Transformer). A livello di (top) ranking non credo che il fattore X della SEO (Search Engine Optimization) ovvero la link popularity sarà messa in discussione (qualche idea di ottimizzazione post intelligenza generativa la propongo più avanti), mentre è a livello di pagina dei risultati di ricerca che, davvero, tutto, sta per cambiare drammaticamente.

Leggi l'articolo completo sul sito di Scacco al Web

Deforestazione, centrali a carbone, interi villaggi sgomberati con la forza, scarti chimici nelle acque, operai bruciati vivi, schiavi bambini, fauna e flora devastate, incidenti mortali. Sono il prezzo nascosto dell’auto elettrica.

La rivoluzione verde, infatti, come tutte le rivoluzioni, non è un pranzo di gala. La Commissione Europea ha deciso che dal 2035 si potranno vendere solo veicoli elettrici. Bisogna abbattere a tutti i costi le emissioni di Co2 per combattere l’effetto serra. Ma se la transizione avverrà senza tenere in conto i costi umani e ambientali, rischia di essere solo una tinta di verde che copre ogni sorta di abusi.

La parte più importante di un’auto elettrica è la sua batteria: 500 chili di minerali tra cui nichel, litio, manganese, cobalto, che viaggiano fino a 50.000 miglia nautiche prima di raggiungere la fabbrica in cui saranno trasformati in celle. Non proprio a Km zero. E d’altronde i fornitori di materie prime per ogni singola casa automobilistica sono centinaia: è difficile sapere da dove arrivano e dove finiscono i minerali per i veicoli elettrici, nemmeno il congresso americano è riuscito a farli mappare. Report ha deciso di indagare sulla filiera del nichel, un minerale che costituisce il 10% circa del peso delle batterie più performanti, dai 39 ai 43 chili per auto. La troupe di Report è finita in Indonesia dove ha potuto documentare quanto poco pulita è la filiera e quanto incide sui diritti umani più basici, a partire dall'accesso all'acqua. Anche nella vicina Germania, la fabbrica di Tesla è al centro di infuocate polemiche per il suo impatto ambientale.

Guarda l'inchiesta di Giulio Valesini e Cataldo Ciccolella sul sito di Report

Programmata strategicamente dopo le elezioni europee e prima delle presidenziali americane, la cessione della rete italiana di telecomunicazione al fondo KKR si annuncia carica di conseguenze industriali, politiche e sociali. Un contropiano possibile.

La cessione da parte di TIM e, in seguito, di Open Fiber di tutta la rete di comunicazioni italiana a un fondo americano è una operazione finanziaria che avrà ricadute industriali, politiche e persino sociali. Su tutti questi piani è una operazione rivoluzionaria, che ha una sua logica.

Temi

  • Il piano finanziario
  • Il piano industriale
  • Il piano politico
  • Il piano sociale. 1 – I risparmiatori
  • Il piano sociale. 2 – I lavoratori
  • Appunti per un contropiano. 1 – Il campione europeo
  • Appunti per un contropiano – 2. Una società pubblica della rete

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Per la prima volta, il servizio di comunicazioni criptate ha rivelato nel dettaglio quanto spende per garantire la privacy degli utenti.

La Signal Foundation, che gestisce l'applicazione, ha pubblicato un'analisi dei costi operativi del servizio: circa 40 milioni di dollari quest'anno, che sono destinati a salire fino a 50 milioni di dollari entro il 2025.

I costi di Signal

"Siamo onesti su questi costi e crediamo che questo contribuisca a far luce sul motore dell'industria tecnologica, il modello di business basato sulla sorveglianza, che non è sempre evidente alle persone", spiega Whittaker a Wired US. Gestire un servizio come Signal – ma lo stesso vale per WhatsApp ,Gmail oTelegram – è “sorprendentemente costoso. Forse non lo sapete, e c'è una buona ragione per cui non lo sapete, cioè che le aziende che pagano queste spese tramite la sorveglianza non vogliono che lo sappiate”, aggiunge.

Leggi l'articolo su wired.it

La puntata Inizia con un QWAC! La proposta di regolamento dell'unione europea riguardo all'identità digitale include una sezione (non molto pertinente) sui certificati web qualificati. Nonostante il regolamento non preveda niente a riguardo, l'implementazione che si preannuncia potrebbe essere molto negativa (permettendo indirettamente un grosso controllo governativo sulla crittografia su Internet) e per nulla funzionale.

Si prosegue con un MIAO. Traendo spunto dall'intervento di un nostro compagno, parliamo del calo nell'uso dei social network. Va detto che questo calo è leggero e molto specifico di alcune fasce d'età e parti del mondo. In preda al pensiero desiderante ragioniamo sulle cause del fenomeno.

Diamo qualche dato sul blackout delle telecomunicazioni a Gaza. Un blackout che fa parte della strategia di isolamento perpetrata da Israele.

Notiziole assortite in chiusura.

Ascolta sul sito di Radio Onda Rossa

Era nata da appena una trentina di giorni; aveva solo tre dipendenti e un sito web, nessuna tecnologia da provare, nessuna metrica da mostrare negli elevator pitch, le brevi presentazioni con cui si cerca di raccogliere fondi dagli investitori. Difficile per chiunque ottenere denaro e fiducia in queste condizioni, anche nel munifico mondo delle startup tecnologiche, sensibile alle mode del momento e malato di Fomo, Fear of missing out, la paura di perdersi la prossima Google o Facebook che spinge i capitalisti di ventura a piazzare un obolo quasi ovunque.

Mistral, l’ambizione di diventare l’OpenAI europea

Eppure, nonostante il curriculum scarno, a giugno 2023 Mistral AI, neonata startup francese, è riuscita a raccogliere ben 105 milioni di euro in un round di finanziamento a un solo mese dalla nascita. Secondo Dealroom, piattaforma che monitora gli investimenti in innovazione, si tratta di un record continentale. I fondatori Timothee Lacroix, Guillaume Lample e Arthur Mensch hanno un passato in grandi società impegnate nell’intelligenza artificiale, da Google a Meta, e sono nomi rispettati nell’ambiente. Ma non basta.

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Leggi anche la newsletter settimanale di Carola Frediani Questa settimana:

  • OpenAI “drama”
  • AI Act sull’orlo di una crisi di nervi
  • Ascesa di Mistral e dell’AI francese
  • La storia dietro alla botnet Mirai
  • Cybercrimine, porti e cocaina

Meta e il suo CEO Mark Zuckerberg sono al centro delle accuse per aver ignorato le evidenze sulla nocività dei loro prodotti per gli utenti più vulnerabili, bambini e adolescenti. La società avrebbe scelto di ignorare, in nome del profitto, le pressioni interne per proteggere il benessere dei più giovani

Appare oramai evidente ai più come Meta, società madre di Facebook e Instagram, non sia intenzionata a mutare il proprio modello di business basato sull’indifferenza rispetto alla circostanza, assodata, che certi prodotti possono danneggiare i suoi utenti maggiormente vulnerabili, bambini e adolescenti.

Le notizie divulgate dalla CNN nei giorni scorsi fanno intendere che neanche le pressioni dei suoi più grossi dirigenti siano in grado di far cambiare idea, al proposito, a Mark Zuckerberg. È venuto fuori, infatti, che egli ha personalmente e ripetutamente contrastato iniziative tese a tutelare il benessere degli adolescenti su Facebook e Instagram, ignorando anche i suoi collaboratori più anziani.

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