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Pillole di informazione digitale

Segnalazioni di articoli su diritti digitali, software libero, open data, didattica, tecno-controllo, privacy, big data, AI, Machine learning...

Stati uniti. Nebraska, incriminate una madre e la figlia adolescente. Dalle conversazioni su Messenger emerge che la ragazza ha preso un farmaco abortivo

Messaggi privati, registrazioni audio e video, immagini: un totale di 300 megabyte di dati relativi agli account di una madre e sua figlia adolescente – Jessica e Celeste Burgess – consegnati da Facebook alle forze dell’ordine del Nebraska in un caso di presunto aborto.

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Cassandra Crossing/ Mortale come Metalhead, acquistabile da catalogo, assemblabile da qualsiasi smanettone o esercito del terzo mondo.

Mai deresponsabilizzarsi e glissare sul proprio operato; Cassandra quindi, che sulle LAWS, le armi autonome letali, ha già vaticinato tante volte, oggi può puntare il dito e mostrare un video che sta spopolando su Twitter. Nel video vediamo un cane robotico, simile allo Spot di Boston Dynamics, che con un AK-47 ben fissato sulla schiena, marcia in un paesaggio innevato e spara colpi singoli e raffiche contro alcuni bersagli.

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Internet, per come lo conosciamo oggi, è composto da migliaia di componenti digitali che, assemblate tra di loro, danno forma ogni volta ad applicazioni e piattaforme diverse. Possiamo pensarle come dei mattoncini Lego: le unità fondamentali sono spesso le stesse, ma combinarle in modo diverso permette di generare strumenti e spazi digitali diversi.

Molti di questi mattoncini sono sviluppati direttamente dalle aziende e dalle organizzazioni che costruiscono applicazioni per il web. Altrettanti di questi mattoncini, però, vengono sviluppati da programmatori che non lavorano per grandi aziende e che rilasciano il proprio lavoro come open source, permettendo (eventualmente) a chiunque di contribuire a questi progetti. [...]

Nonostante la loro importanza, però, i mattoncini open source dipendono spesso dal lavoro e dalla volontà di singoli programmatori che a titolo volontario impegnano il loro tempo per aggiornare, riparare e ampliare questi progetti. Le grandi aziende che utilizzano queste librerie gratuite, anche quando sono incluse in applicazioni e servizi a pagamento, il più delle volte non prevedono delle risorse per seguire la manutenzione di questi pezzi di software. Il risultato è che, sempre più spesso, il funzionamento e la sicurezza di librerie essenziali per piattaforme digitali gigantesche dipendono da pochissimi programmatori che lavorano gratuitamente.

Nella pratica, questa dinamica sta facendo emergere dei significativi problemi di sicurezza e compatibilità e, soprattutto, tende a mettere in secondo piano il riconoscimento e la remunerazione del lavoro svolto dai programmatori open source. Nella teoria, però, l’approccio open source dovrebbe poter garantire una vera e propria “mente alveare” in grado di contribuire all’innovazione del software attraverso un approccio orizzontale e decentralizzato.

[...]

Il problema è evidente, sistemico e perlopiù irrisolto. Esiste un rilevante disequilibrio tra il lavoro offerto a titolo volontario da parte degli sviluppatori e i profitti generati dai software venduti che funzionano anche grazie ai pacchetti open-source. È ormai chiaro che questo problema di riconoscimento del lavoro non produca soltanto profonda insoddisfazione e risentimento (come nel caso di Koçulu) negli sviluppatori, ma ponga anche le premesse perfette per dei problemi di sicurezza critici spesso difficilmente monitorabili. Da anni, interi ecosistemi di programmazione stanno cercando di elaborare soluzioni efficaci, ma lo scioglimento definitivo di questo nodo è ancora lontano — e non è detto che possa consistere in una soluzione unica, globale e capillare.

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La puntata è dedicata principalmente all'intelligenza artificiale, partendo dalla notizia del licenziamento di Blake Lemoine, dipendente di Google che aveva dichiarato che un chatbot basato su IA poteva essere considerato senziente. Evidentemente, Google non apprezza affermazioni esagerate sulle IA che sviluppa e preferisce avere un profilo più basso. Come spiegare, altrimenti, la collaborazione tra Google e il governo israeliano in tema di sorveglianza basata su intelligenza artificiale?

Diamo anche alcune altre notizie - di serietà variabile - riguardanti gli sviluppi dell'intelligenza artificiale.

Ma esiste anche una sorveglianza "stupida": niente IA, ma tanto cloud, dall'uso della domotica al prelevamento del DNA alla nascita, tutto fa brodo.

Infine alcune notiziole: ancora problemi per Google dal GDPR; i giudici americani fanno ricerche come gli studenti delle superiori (su wikipedia); il trenino "Termini-Centocelle", grazie ai lavori di ammodernamento, viaggerà su un futuristico binario unico per 1,5km; ma soprattutto, pare che stavolta il copyright per Topolino scada sul serio!

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Anche il Garante della Privacy italiano ha detto no a Google Analytics. Una decisione che ci si aspettava, con una sua valenza anche simbolica, ma che non è detto che cambi davvero qualcosa per il futuro. Infatti il no riguarda solo una versione di Google Analytics che non è l'ultima, solo se si continuerà a mantenere i dati negli USA, e solo se gli USA non cercheranno di rimettere in piedi un nuovo Privacy Shield.

L'AGCOM esaudisce le richieste delle lobby discografiche e ordina a Cloudflare di censurare dal suo servizio di DNS i siti che il governo italiano indica. Finora non era mai successo.

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Leah Elliott è una fumettista e attivista per i diritti digitali: adora i melograni, i muffin ai semi di papavero e la democrazia e ha creato il fumetto “Contra Chrome” per spiegare come nell’ultimo decennio il browser più diffuso al mondo sia diventato una minaccia tanto per la privacy degli utenti quanto per gli stessi processi democratici.

“Contra Chrome” è un riarrangiamento del fumetto “Chrome” commissionato da Google a Scott McCloud nel 2008, e presenta la trasformazione di questo browser in uno degli strumenti di sorveglianza più utilizzati al mondo, mettendone a nudo i funzionamenti che non conosciamo.

Lo abbiamo tradotto in italiano a beneficio di tutti coloro che sono sensibili alle problematiche della privacy.

Buona lettura di una storia di formiche digitali, specchi semitrasparenti, rane bollite, piranha vegani e tutto quello che avreste voluto sapere su Chrome e non avete mai osato chiedere.

Leggi o scarica il fumetto in formato pdf dal sito dei "Copernicani"

La notizia della settimana è che l'Europa promette di non produrre più auto a benzina e diesel a partire dal 2035. Come leggere questa notizia in senso più ampio, con riferimento cioè al tema della mobilità nel suo complesso, alle politiche energetiche e industriali?

Durante la puntata vengono analizzati sia i tipi di motore e di combustibile, sia le politiche sulle modalità di trasporto che si evincono dai documenti, includendo e commentando le reazioni e le controproposte dell'industria. Sorpresa....

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Una interessante inchiesta sul discutibile uso dell'Intelligenza Artificiale per la selezione di domande di lavoro.

I software per la selezione del personale promettono di identificare i tratti della personalità dei candidati al lavoro sulla base di brevi video. Con l'aiuto dell'Intelligenza Artificiale (IA), dovrebbero rendere il processo di selezione dei candidati più obiettivo e veloce.

L'inchiesta di alcuni giornalisti della BR (Bavarian Broadcasting) ha verificato che un'Intelligenza Artificiale può essere influenzata dalle apparenze. Ciò potrebbe riprodurre stereotipi e costare il lavoro ai candidati.

Leggi l'inchiesta e scopri cosa hanno analizzato i giornalisti

Il pop-up che permette agli utenti di bloccare il tracciamento ha innescato una guerra tra i due colossi. In gioco ci sono i rischi di una profilazione selvaggia ma anche il ruolo di Big Tech nelle nostre vite.

Un pop-up da miliardi di dollari

Per chiunque lavori nel settore del mobile advertising, il 26 aprile del 2021 è una data difficile da dimenticare. Coincide con la pubblicazione della versione 14.5 di iOS e iPadOS, l’update dei sistemi operativi per iPhone e iPad che passerà agli annali come l’aggiornamento da 10 miliardi di dollari. I miliardi in questione sono quelli che Facebook – diventata nel frattempo Meta Platforms – non guadagnerà nel corso del 2022 proprio a causa di un singolo cambiamento introdotto da Apple con quel fatidico upgrade del firmware. Dopo una lunga preparazione e un po’ di ritardo sui piani iniziali, con iOS 14.5 l’azienda di Cupertino ha infatti attivato un framework software chiamato ATT, App Tracking Transparency (in italiano suona come “trasparenza nel tracking delle app”). L’iniziativa fa parte di una serie di aggiornamenti per la privacy che Apple aveva illustrato a giugno 2020 alla WWDC, la sua conferenza annuale per gli sviluppatori. Un pop-up da miliardi di dollari

Se utilizzate un iPhone aggiornato almeno ad iOS 14.5, avrete sicuramente incontrato più volte l’elemento centrale della ATT, ovvero il pop-up per la privacy che vi chiede se abilitare o bloccare il tracciamento e la condivisione a fini pubblicitari dei vostri dati da parte dell’applicazione che state utilizzando. Dal punto di vista degli utenti quel pop-up per il consenso informato alla profilazione tra app diverse è l’unico cambiamento visibile. Può sembrare poca cosa, ma è una rivoluzione nel modo in cui le app possono accedere, raccogliere e condividere i dati degli utenti. Se per chi usa un iPhone o un iPad è una piccola notifica in più, per l’industria del mobile advertising è l’equivalente di un ordigno nucleare tattico.

L'articolo completo di Andrea Nepori è sul sito di Guerre di Rete.

Anche questa volta (l'avevamo già fatto un anno fa) prendiamo spunto da un post di Moxie Marlinspike che affronta il tema dei sistemi federati e di quelli centralizzati. Questa volta affrontiamo due degli altri nodi che il post pone:

  • quanto controllo (lock-in) possono ancora effettuare i servizi centralizzati, al tempo in cui usare identificatori di terze parti (il numero di telefono) è ormai molto comune? E può questa tecnica essere utilizzata anche dai servizi federati?
  • si sa che i sistemi federati hanno una innovazione molto lenta rispetto ai sistemi centralizzati. Ma quanta centralizzazione serve, per poter avere davvero una innovazione veloce? E quali sono le conseguenze dell'innovazione veloce in senso ecologico?

Proseguiamo poi con delle notizie di attualità:

  • Apple fornisce un kit per la riparazione dell'iPhone; peccato che il costo sia proibitivo
  • DuckDuckGo, motore di ricerca che promette maggiore privacy, includeva dei tracker e non lo diceva
  • Bing, il motore di ricerca di Microsoft, non solo censura i risultati in Cina, ma censura persino nei suggerimenti automatici di ricerca. Alcune di queste censure, inoltre, avvengono anche fuori dalla Cina, per persone che hanno il dispositivo configurato per la lingua cinese.

Ascolta il podcast sul sito di Radio Onda Rossa