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Pillole di informazione digitale

Segnalazioni di articoli su diritti digitali, software libero, open data, didattica, tecno-controllo, privacy, big data, AI, Machine learning...

A Helsingør il caso di un bambino di otto anni ha portato al blocco dei servizi e dei dispositivi del colosso, dando il la a un dibattito nazionale.

Il caso

Tutto è iniziato nell'agosto del 2019, quando un bambino di otto anni si è rivolto al padre con un problema. Uno dei suoi compagni di classe aveva usato il suo account YouTube per scrivere un commento "molto maleducato" sotto il video di un'altra persona, e il bambino era molto spaventato per le possibili conseguenze. Temeva di essere punito o di diventare il bersaglio di una campagna di vendetta online.

Il padre, Jesper Graugaard, era inizialmente confuso: non aveva creato un account YouTube per il figlio e non aveva dato alla scuola il permesso di crearne uno. Quando Graugaard si è reso conto che suo figlio aveva un account YouTube che riportava pubblicamente il suo nome, la scuola e la classe, ha contattato immediatamente la scuola.

Il personale scolastico, a suo dire, ha cercato di attribuire il problema a dei filtri privati e sosteneva che potesse essere facilmente risolto. Google ha rifiutato di commentare i dettagli di questo caso, ma ha fatto sapere che il personale informatico delle scuole è di solito responsabile dei servizi dell'azienda a cui possono accedere gli studenti.

Ma Graugaard non si è sentito rassicurato. L'uomo, che non era mai stato coinvolto in alcun tipo di attivismo, ha intrapreso una campagna di tre anni per risolvere quello che considerava un grave difetto nel rapporto tra il sistema scolastico pubblico danese e Google. È stato il suo reclamo ufficiale all'autorità danese per la protezione dei dati, Datatilsynet, nel dicembre 2019, a ispirare il divieto di Google a Helsingør. In Danimarca il suo impegno nel parlare con media e politici locali ha contribuito a creare un grande dibattito su come proteggere i dati locali e ha scatenato un crescente scetticismo sul ruolo delle aziende americane nel settore pubblico europeo.

Leggi l'articolo completo su Wired

Una raccolta di hosting che utilizzano solo data center a energia rinnovabile. Abbiamo deciso di dare priorità, nell’ordine dei consigli, agli hosting italiani. Nella seconda parte dell’articolo troverete anche hosting europei. Non andremo però oltre l’Unione Europea ad eccezione di Svizzera e qualche altra Nazione che fa comunque parte dell’Europa geografica e che ha accordi con l’UE.

Quale hosting green scegliere per la privacy?

Parlare di privacy in questo contesto è, secondo noi, molto complesso. Chi offre un maggiore servizio di protezione della privacy? I provider infatti non sono al di sopra della legge, noi abbiamo cercato di fare delle scelte equilibrate e sensate senza scadere nel complottismo. Una delle decisioni prese per stilare questo articolo è quella di escludere tutte le Nazioni che fanno parte dei Five Eyes. I Five Eyes, per chi non lo sapesse, sono l’alleanza di intelligence che comprende Stati Uniti, Australia, Canada, Nuova Zelanda e Gran Bretagna 1. Esistono poi, a voler approfondire, anche i Nine Eyes e i Fourteen Eyes 2.

Cercando compromessi e tentando di non generare eccessiva ansia in chi ci segue crediamo sia importante stare alla larga principalmente dai Five Eyes. L’NSA infatti si è già dimostrata decisamente disinvolta e attiva nei programmi di sorveglianza di massa e, grazie alle rivelazioni di Snowden, sappiamo abbastanza da pensare sia necessario cercare di starne alla larga il più possibile 3. Nei limiti del possibile per un utente medio, ovviamente.

Questo è il motivo per cui sono stati esclusi da questa lista tutti gli hosting che utilizzano data center in quelle cinque Nazioni.

Leggi l'articolo completo sul sito "Le Alternative"

Ennesima alternativa libera ai social media e ai sistemi GAMAM (Google, Amazon, Meta, Apple, Microsoft). Mobilizon è un'alternativa alla pagina eventi di Facebook.

Uno strumento pratico

Mobilizon è un strumento che ti aiuta a cercare, creare, organizzare e diffondere eventi. Puoi anche creare una pagina del tuo gruppo dove i membri sono in grado di organizzarsi insieme.

Un'alternativa etica

Alternativa etica agli eventi, i gruppi e le pagine Facebook, Mobilizon è uno strumento progettato per esserti utile. Fine. Niente like, niente follow, niente scroll infinito: Mobilizon ti lascia padronə della tua attenzione.

Un programma federato

Mobilizon non è una piattaforma gigante, ma una moltitudine di siti Mobilizon interconnessi.

Questa architettura federata ti aiuta a evitare i monopoli e offre una diversità di condizioni d'uso.

Per saperne di più dai un'occhiata al sito e alla demo di Mobilizon

  • Oltre ai consumi energetici e alla lentezza, la blockchain ha dimostrato di essere una tecnologia spesso inutilmente complessa
  • È anche per questo che la promessa della decentralizzazione non è stata mantenuta, come dimostra la nascita di grandi piattaforme del settore
  • Riuscirà la blockchain, un giorno, a dare vita alla rivoluzione egualitaria e libertaria promessa da oltre un decennio?

Leggi l'articolo completo su Domani

Altro articolo interessante è "NFT: costretti a sanguinare – #Forced2Bleed" di Enrico Bisenzi

Monitora PA lancia una nuova campagna: "Vogliamo liberare 8 milioni di studenti dal controllo dei GAFAM (Google, Apple, Facebook, Amazon, Microsoft) a Scuola".

Monitora PA ha avviato il primo FOIA (richiesta di accesso agli atti) massivo della storia italiana, come primo passo di una strategia che si svilupperà completamente nei prossimi 3/4 mesi.

La campagna chiede ai Dirigenti scolastici di rispondere delle proprie scelte. Responsabile, infatti, deriva dal latino "responsum abilem", capace di rispondere delle proprie decisioni passate e soprattutto presenti. In quest'ottica è stato richiesto alle 8.254 Scuole che riceveranno a breve miliardi di euro dall'Unione Europea come hanno speso le risorse precedentemente disponibili.

Leggi tutto sul sito di Monitora PA

Leggi un articolo sulle criticità del PNRR per la scuola

Durante l'Hackmeeting 0x19, C.I.R.C.E ha contribuito alla Tavola Rotonda sull'hacking a scuola. Due ore di chiacchiere tra insegnati, animatori digitali, genitori, curiose e curiosi. Cosa ne è emerso?

Ascolta una breve pillola audio che introduce la tavola rotonda spiegando cosa è la Pedagogia Hacker, e un breve resoconto dell'incontro sul sito di C.I.R.C.E.

Il nuovo obiettivo per il cloud di Stato francese è mettere, finalmente, l’ecosistema nazionale specializzato nel settore al centro della strategia nazionale.

Schiaffo dalla Francia al cloud Usa. Il Governo cambia la strategia cloud, non più quella presentata l’anno scorso “Cloud di fiducia” con Microsoft e Google protagonisti, ma ora con un sostegno chiaro, massiccio e inequivocabile al settore cloud francese. L’obiettivo: mettere, finalmente, l’ecosistema nazionale specializzato nel cloud al centro della strategia nazionale e rimuovere un certo numero di ostacoli.

Leggi l'articolo completo

Il lavoro da remoto ha un bacino potenziale di 8 milioni di persone. E ora, dopo il Covid, le imprese cominciano a considerarlo come strumento per tagliare spazi e costi, soprattutto quelli dell'energia. Meno spese anche per i lavoratori, per esempio per i trasporti, ma quelle casalinghe potrebbero alzarsi

Articolo su Repubblica.it

2,1 miliardi di euro per trasformare 100.000 classi tradizionali in ambienti innovativi di apprendimento e creare laboratori per le professioni digitali del futuro. Tanto sarà stanziato, all’interno del pacchetto di investimenti del Pnrr per la transizione digitale della scuola. A questi vanno aggiunti altri 2 miliardi e 443 milioni per altri tipi di interventi quali il potenziamento delle reti locali, cablate e wireless, l’installazione di schermi interattivi nelle aule, il piano per la Banda larga, la migrazione sul cloud, lo sviluppo di siti internet delle scuole e il Piano PagoPA-SPID-CIE. Insieme agli 800 milioni destinati alla formazione digitale dei docenti, arriviamo ad una somma complessiva di 4,9 miliardi di euro

Nella scuola manca il pane, ma stanno per arrivare montagne di brioche. E' quanto ha dichiarato Laura Biancato, dirigente scolastica dell’Istituto Einaudi di Bassano del Grappa, che aggiunge: "in un’occasione così unica per la scuola pubblica è necessario fare formazione ai dirigenti scolastici perché il rischio è quello di acquistare o rinnovare gli ambienti scolastici secondo la moda e non secondo un criterio di sistema della scuola che si dirige".

Il soluzionismo tecnologico non salverà la scuola

Giovanni Salmeri è professore di Filosofia all’Università di Roma Tor Vergata e segue da tempo il tema dell’insegnamento dell’informatica nella scuola: “viene detto che il modello tradizionale di insegnamento non è più adatto ai tempi attuali, quindi è necessario percorrere la strada di una «didattica innovativa», commenta a Guerre di Rete. Già qui c’è una premessa fragile: la scuola di oggi è in realtà molto diversa da quella anche solo di qualche decennio fa. L’innovazione poi viene identificata principalmente con l’uso della tecnologia: questa è un’ingenuità, che fa sospettare che chi ha preparato questo documento non abbia mai insegnato”. In un’analisi per Agenda Digitale scrive, inoltre, che nel Piano viene utilizzato “un linguaggio intenzionalmente vago” che serve a tenere sotto lo stesso ombrello l’informatizzazione della scuola, l’uso dell’informatica come tecnologia di sostegno all’insegnamento e l’insegnamento vero e proprio dell’informatica.

“Purtroppo la tecnologia può essere facilmente spacciata per una cura miracolosa – spiega a Guerre di Rete Salmeri – la storia della LIM (le Lavagne Interattive Multimediali, ndr) di dieci anni fa non ha insegnato nulla? Gli studi empirici hanno concluso che non c’è stata la minima correlazione tra uso della LIM e miglioramento dei risultati dell’insegnamento”.

Leggi l'articolo completo nel sito di guerre di rete

COMUNICATO STAMPA

HACKMEETING Torino, 9-11 settembre 2022

Si è concluso oggi a Torino l’Hackmeeting, l’incontro annuale dell’altra nazionale hacker, quella che si dedica alla riflessione critica sulle tecnologie. Mentre l’Ilo ospitava il gruppo che partirà domani per la sesta edizione dell’European Cybersecurity Challenge, un migliaio di persone (da tutta Italia e alcune decine anche dall’estero) ha preso invece parte alla tre giorni che si è svolta al centro sociale Gabrio di Torino, una kermesse sociale e comunitaria nel corso della quale sono state lanciate tante iniziative, come monitora-PA.it, un sito che monitora gli abusi in tema di GDPR delle pubbliche amministrazioni, gruppi di lavoro per sviluppare software per le persone con disabilità, gruppi di sostegno per progetti nelle scuole per un uso critico delle tecnologie. Diversi i focus: l’uso del telefonino e del computer senza Google per sottrarsi alla raccolta dei dati personali che il gruppo raccoglie sistematicamente sugli utenti, i rischi legati all’impiego dell’intelligenza artificiale per prendere decisioni, che rischiano di replicare pratiche discriminatorie. E ancora: la propaganda sui social, con uno studio di caso: in questi 6 mesi di guerra in Ucraina, TikTok ha messo in atto una serie di strategie per conformarsi alle nuove leggi sulle “fake news” promulgate in Russia ma il risultato è stato che misure pensate per ridurre la propaganda (da entrambi i lati) hanno finito per rendere la propaganda ancora più invasiva.

Una edizione ricca, la numero 25 da quando ha preso il via a Firenze nel giugno de 1998. Venticinque anni nei quali l’Hackmeeting ha mantenuto la sua vocazione alla condivisione della conoscenza, non per inseguire il sogno della prossima startup destinata a diventare una macchina da soldi, ma per analizzare assieme le tecnologie che utilizziamo quotidianamente: come cambiano e come incidono sulle nostre vite reali e virtuali e quale ruolo possiamo rivestire nell’indirizzare questo cambiamento per liberarlo dal controllo di chi vuole monopolizzarne lo sviluppo, sgretolando i tessuti sociali e relegandoci in spazi virtuali sempre più stretti.

In questo quarto di secolo l'hackmeeting ha accompagnato tutte le fasi della rete. Lanciando l'allarme con anni di anticipo su quello che sarebbe successo in Italia e nel mondo. La voracità di Google sui dati delle persone, la pervasività dei social e le dipendenze che hanno provocato, il controllo sociale attraverso i dispositivi, le bolle digitali fatte di propaganda personalizzata, la trasformazione delle criptovalute da strumenti di libertà in mezzi speculativi, la fine della neutralità della rete, le insidie del telefonino nei rapporti di lavoro o come strumento di sorveglianza. Proprio perché aiuta a capire ciò che avviene, l'hackmeeting è uno strumento di libertà e a questo si riferisce il manifesto: una slot machine the si ferma sul 777. Il comando chmod -R 777 in Linux (e in ambiente MacOs) offre all'utente tutti i diritti di accesso ai file.

Negli anni sono nate anche diverse iniziative analoghe nel mondo, grazie alla collaborazione internazionale tra attivisti. Cinque hackmeeting si sono svolti invece in Spagna, dove è in programma la prossima edizione dal 7 al 9 ottobre a Salamanca. A novembre scorso si è tenuto nella città di Yacuiba, in Bolivia, un hackmeeting sudamericano giunto già alla decima edizione, altri due in Messico. Mentre diverse edizioni transeuropee si sono svolte nel continente, una di queste in Norvegia.

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