Vera e propria rivoluzione, il digitale era la promessa di un mondo più verde: meno carta stampata e viaggi ridotti. Tuttavia questa dematerializzazione ha delle conseguenze e gli impatti ambientali sembrano ancora essere sconosciuti o ignorati dal grande pubblico.
In un momento in cui l’obsolescenza programmata sta aumentando la produzione di dispositivi elettronici e il volume di dati digitali generati dall’umanità sta esplodendo, come possiamo rendere l’inquinamento digitale un problema visibile, ma soprattutto come possiamo ridurre l’impronta del digitale nella crisi climatica?
Dal punto di vista del suo ciclo vitale, la fabbricazione di un oggetto elettronico necessita la produzione di componenti complessi che richiedono energia, trattamenti chimici, acqua, ma soprattutto una notevole quantità di metalli preziosi. Questa industria contribuisce al 76% dell’esaurimento delle risorse non rinnovabili in tutto il mondo[1], per non parlare delle discutibili pratiche di estrazione e delle condizioni di lavoro spesso deplorevoli.
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