Pillole

Pillole di informazione digitale

Segnalazioni di articoli su diritti digitali, software libero, open data, didattica, tecno-controllo, privacy, big data, AI, Machine learning...

Secondo un rapporto dell’International Telecommunication Union, nel 2019 c’è stato un record di 53.6 milioni di tonnellate di prodotti elettronici scartati, ma solo il 17.4% di questi dispone di documentazione che attesta un corretto riciclo. Un’infografica dello stesso anno, presente sul sito del Parlamento Europeo, riporta che mediamente in Europa meno del 40% dei prodotti elettronici vengono correttamente riciclati, e per quanto riguarda computer e telefoni, si scende al 14%.

Per quanto si potrebbe sicuramente fare di più per incrementare queste percentuali, è tuttavia importante sottolineare che non si può riciclare all’infinito. Da un punto di vista ambientale, infatti, il dispositivo più ecologico è quello che già si possiede – senza contare lo sfruttamento di terre rare con i dannosi processi estrattivi e rischi geopolitici che ciò comporta.

È per questo e altri motivi che nasce il diritto alla riparazione: un movimento volto a rimuovere le barriere che impediscono alle persone di riparare e modificare i propri dispositivi.

Leggi l'articolo sul sito di Etica Digitale

Un'ampia parte della puntata è dedicata a commentare il provvedimento della giunta capitolina riguardo il rafforzamento della ZTL "Fascia Verde", con maggiori controlli e soprattutto impedendo l'accesso ai veicoli Euro 3 e agli Euro 4 Diesel. Cerchiamo di tenere insieme ragioni ecologiste ed egualitarismo andando a guardare livelli di inquinamento, normative, motori, soluzioni possibili, e ovviamente il trasporto pubblico.

Proseguiamo con un po' di notiziole d'attualità:

  • Google (ma non solo) continua la sua ricerca di un mondo con meno password e più delega;
  • l'FBI abusa dei suoi poteri per sorvegliare chi protestava la violenza della polizia;
  • gli avvocati si divertono (e ci divertono) con ChatGPT;
  • l'Unione Europea vuole più censura contro il copyright e meno crittografia.

Ascolta la puntata sul sito di Radio Onda Rossa

Non è solo una questione di sanzione economica: dietro la decisione del Garante Privacy irlandese contro Menlo Park c'è molto di più

Una decisione storica. Non solo per la portata della sanzione. Il Garante della Privacy irlandese (che agisce a nome dell’Unione Europea perché la sede di Meta nel Vecchio Continente è a Dublino) ha sanzionato l’azienda di Mark Zuckerberg per la cifra record di 1,2 miliardi di euro. Un provvedimento che ha origini molto lontane nel tempo, partendo dalla denuncia fatta da Max Schrems, passando per la sentenza della Corte di Giustizia UE di “cancellare” il Privacy Shield e per arrivare a questa multa. La più alta relativa a una violazione della Privacy.

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Ecco la classifica - con l'inserimenti di Big Tech al suo interno - dei Paesi che inquinano e consumano più energia al mondo

Una domanda che, sotto certi versi, può sembrare assurda ma che – di fatti – non lo è assolutamente. Basta dare una letta all’ultimo rapporto di Karma Metrix per rendersi conto che Big Tech (ovvero il gruppo delle maggiori aziende IT occidentali) consuma e inquina quanto uno stato sviluppato. La risposta a entrambe le domande – sulle emissioni di CO2 e sull’energia consumata per le proprie attività – la troviamo ben espressa nel documento, in grafici di vario tipo che aiutano a capire – a colpo d’occhio – il peso sul mondo di Big Tech in questi termini.

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Lo staff di Continuity, all'interno del progetto "ComeInClasse", ha registrato un video nel quale il dirigente e l'animatore digitale di una scuola hanno mostrato come è configurato il loro "google classroom".

Partendo da queste richieste Continuity ha configurato la suite "ComeInClasse" che integra i migliori strumenti rispettosi della privacy affinché:

  • sia molto simile a quanto già in uso
  • sia semplice, integrata, efficace (credenziali centralizzate)
  • copra tutte le necessità richieste ed anche molte altre come, per esempio, la gestione dei flussi amministrativi.

Durante l'incontro è stato confrontata la parte di google configurata dalla scuola ed, in opera, la/le soluzioni alternative configurate allo stesso modo.

Sono stati analizzati i costi e le modalità di fruizione/attivazione utilizzabili già "dal giorno dopo" (per esempio in versione Saas) e/o i possibili progetti PNRR anche quando questi prevedano la presenza di un server in sede.

la registrazione del video è visibile nella piattaforma BBB di Comeinclasse

Prosegue il dibattito sull'AI.

Nella Newsletter del 28 maggio si parla di:

  • AI, copilota o dirottatore?
  • Bengio sui rischi e la sicurezza nell’AI
  • Spyware, GDPR e altro

Microsoft ha annunciato che nei prossimi mesi integrerà Copilot, il suo assistente AI, in Windows 11. Sarà quindi possibile, fra le altre cose, chiedere all'assistente di "regolare le impostazioni" o di eseguire altre azioni su un computer (The Verge). “Stiamo introducendo Windows Copilot, rendendo Windows 11 la prima piattaforma per computer ad annunciare un’assistenza AI centralizzata per aiutare le persone a intervenire facilmente e a realizzare le cose”, scrive Microsoft nel suo blog...

leggi la newsletter nel sito di Guerre di Rete

I sistemi di intelligenza artificiale sono oggi in grado di svolgere alcuni specifici compiti, che erano stati, finora, prerogativa dei soli esseri umani: funzioni quali la traduzione di testi, il riconoscimento facciale, la ricerca per immagini o l’identificazione di contenuti musicali, non trattabili con l’intelligenza artificiale simbolica, sono affrontate con crescente successo dai sistemi di apprendimento automatico (machine learning).

Questi sistemi, di natura sostanzialmente statistica, consentono infatti di costruire modelli a partire da esempi, purché si abbiano a disposizione potenti infrastrutture di calcolo e enormi quantità di dati. Le grandi aziende tecnologiche che, intorno al 2010, in virtù di un modello di business fondato sulla sorveglianza, detenevano già l’accesso al mercato necessario per l’intercettazione di grandi flussi di dati e metadati individuali e le infrastrutture di calcolo per la raccolta e l’elaborazione di tali dati, hanno potuto perciò raggiungere, con l’applicazione di algoritmi in gran parte noti da decenni, traguardi sorprendenti1.

Nella generale euforia per i genuini progressi, le imprese del settore hanno colto l’opportunità per un’espansione illimitata di prodotti e servizi «intelligenti», ben oltre l’effettivo stadio di sviluppo della tecnologia. Con la formula di marketing «intelligenza artificiale», hanno diffuso e messo in commercio sistemi di apprendimento automatico per lo svolgimento di attività che tali sistemi non sono in grado di svolgere o che semplicemente non sono possibili. Tra i prodotti di questo genere – costitutivamente pericolosi e non funzionanti – ci sono

  • le auto a guida autonoma,
  • i sistemi di ottimizzazione predittiva,
  • i generatori di linguaggio naturale.

Leggi l'articolo completo di Daniela Tafani

I Copernicani lanciano DepreDATI
DepreDATI è un laboratorio in cui si imparano e si condividono le tecniche di difesa dalla sorveglianza digitale.

Si rivolge a tutti coloro che hanno a cuore la propria privacy nel mondo digitale e che non vogliono essere profilati dalle Big Tech. Ci proponiamo a non specialisti, non geek, non maghi dell’informatica, che vogliono riappropriarsi della loro vita digitale e non regalare la propria identità a chi ne trae profitto.

La progressiva privatizzazione di Internet da parte delle Big Tech ha costruito un’economia dal valore inimmaginabile. A ottobre 2022 la capitalizzazione dei GAFAM (Google, Apple, Facebook, Amazon, Microsoft) è stata stimata nell’ordine dei 7 triliardi di dollari, poco meno della metà del PIL di tutti i Paesi dell’Eurozona.

Leggi tutto sul sito dei Copernicani

La decisione di applicare la sanzione per aver violato le norme europee sulla protezione dei dati (Gdpr) con il suo social network Facebook non ha precedenti

Multa da record per Meta Platforms. L'autorità garante della privacy irlandese ha deciso di infliggere una multa record da 1,2 miliardi di euro a Meta per violazione delle legge europea sulla privacy per aver inviato informazioni sugli utenti agli Stati Uniti: lo riporta il Wall Street Journal. La decisione di applicare la sanzione per aver violato le norme europee sulla protezione dei dati (Gdpr) con il suo social network Facebook non ha precedenti.

La presidente dell'Edpb, Andrea Jelinek, ha sottolineato che la violazione compiuta da Meta è "molto grave" poiché riguarda trasferimenti di dati personali "sistematici, continuati e ripetitivi". Facebook, ha aggiunto, "ha milioni di utenti in Europa e quindi il trasferimento di dati è stato enorme. La multa senza precedenti rappresenta un segnale forte" nei confronti degli autori dell'infrazione per indicare che "gravi violazioni comportano conseguenze di grande portata".

Leggi l'articolo su huffingtonpost.it

Finora lo storico Liceo Classico "Pilo Albertelli" di Roma sarebbe l'unico in tutta Italia ad aver bocciato il “Piano Scuola 4.0”, o meglio i progetti del PNRR "Next generation Labs e Classrooms".

Il Consiglio d’istituto del Liceo — intitolato al Professor Pilo Albertelli, che in questo Liceo insegnò prima di venir barbaramente torturato e poi trucidato alle Fosse Ardeatine perché da sempre antifascista — ha rigettato a maggioranza due progetti presentati dal dirigente scolastico e destinati a cambiare totalmente gli spazi didattici, orientandoli verso una marcata tecnologizzazione. Così facendo, il liceo ha temporaneamente rinunziato a finanziamenti con fondi del PNRR che superavano i 270.000 euro: decisione che è facile bollare come folle e ideologica in un quadro nazionale della Scuola italiana cronicamente definanziata, con edifici fatiscenti, salari ignominiosi, classi affollate e carenze di personale. E infatti il "mostro" è finito in prima pagina: il coro di condanna si è aperto con le bordate di Repubblica, che ha stigmatizzato la scelta in un articolo del 15 maggio.

Il Comunicato Stampa dei genitori
All'articolo replicano però i genitori dell'"Albertelli" (tra i quali figurano anche professionisti e docenti universitari, quindi non certo luddisti di due secoli fa) con un articolato Comunicato Stampa, che spiega la decisione presa dal Consiglio d’istituto: "Questi progetti cosa propongono? Leggeteli prima di dire che chi li rifiuta sta facendo una battaglia contro le tecnologie ed è fermo all’800. Vengono per esempio prospettati laboratori per diventare curatori di play-list (professione per la quale le app che oggi si possono incontrare in un laboratorio saranno più che sorpassate tra qualche anno) e poco altro, dello stesso tenore".

Leggi la storia completa sul sito tecniche della scuola

Leggi le FAQ per le scuole sul Piano Scuola 4.0 del PNRR dell'ASsociazione per il SOftware LIbero

Lo scorso 11 maggio CIRCE è intervenuta nella tavola rotonda organizzata da Proteo Fare Sapere Ancona e CGIL - FLC.

Il tema era il seguente: I rischi e le opportunità nel Piano Scuola 4.0 nel PNRR: libertà di insegnamento, ruolo del Collegio Docenti e difesa della scuola della Costituzione. L'utilizzo delle piattaforme e delle tecnologie digitali nella scuola pubblica

Nel sito di CIRCE trovate i dettagli dell'appuntamento

Questi i temi trattati nell'intervento:

  • Dati e insegnamento automatico (IA)
  • Libertà di insegnamento e software libero
  • Software libero, conoscenza e lavoro nel territorio

Queste sono le slide mostrate durante l'intervento

In questo periodo si sono tenuti diversi workshop e seminari sull'argomento. Ne segnalo alcuni di seguito:

Sabato 1 aprile 2023 ha avuto luogo il seminario Tecnologie didattiche e PNRR: che fare? organizzato da CUB Scuola Università e Ricerca di Torino

Guarda il video dell'intervento Un altro digitale possibile di Carlo Milani

Hanno partecipato: Carlo B. Milani (C.I.R.C.E. - autore di Tecnologie conviviali), Gruppo di Lavoro Nazionale su Tecnologia nella Scuola (CUB SUR), Luca Malgioglio (Ass. Agorà 33 – La Nostra Scuola), Paolo Dongilli (FUSS), Giorgio Favaro (Continuity), Marco Ciurcina (Studiolegale.it)

Partendo dalle esperienze pionieristiche del progetto FUSS attivo fin dai primi anni 2000 proviamo a fare due proposte concrete, una orientata alla scuola secondaria superiore e l'altra invece più adatta alle scuole secondarie inferiori e alla primaria. Entrambe queste proposte sono in grado, a nostro parere, di permetterci di raggiungere i seguenti obbiettivi:

  • evitare sprechi in tecnologie a rapida obsolescenza o totalmente inutili per la scuola
  • evitare la violazione massiva e reiterata delle legislazioni GDPR, CAD e statuto dei lavoratori
  • evitare l'intrusione massiva nelle vite di discenti e docenti da parte di agenti esterni all'interesse della scuola pubblica

Altre informazioni e registrazioni del seminario si trovano sul cloud della CUB

Grazie alla AI, non è più possibile fermare il processo di autocostruzione dell’automa globale. Missione conclusa per il genere umano?

[...]

L’attuale stadio di sviluppo dell’AI sta probabilmente portandoci sulla soglia di un salto alla dimensione che definirei Automa cognitivo globale pervasivo. L’automa non è un analogo dell’organismo umano, ma la convergenza di innumerevoli dispositivi generati da intelligenze artificiali disseminate.

[...]

Questa superiorità (o piuttosto irriducibilità alla computazione) del pensiero umano è una magra consolazione, perché essa non serve a molto quando si tratta di interagire con dispositivi di generazione (e di distruzione) basati sul calcolo.

[...]

Il progetto di inserire regole etiche nella macchina generativa è una vecchia utopia della fantascienza, su cui per primo scrisse Isaac Asimov, quando formulò le tre leggi fondamentali della robotica. Lo stesso Asimov dimostra narrativamente che queste leggi non funzionano.

Leggi l'articolo completo di Bifo sul sito di Nero edizioni

Le macchine estraggono modelli statistici dalle grandi basi dati di testi e immagini costruite da noi. Basterebbe proibirgli di usare i nostri contenuti per addestrarsi

[...]

Hinton si iscrive nella lista degli scienziati pentiti dopo aver contribuito allo sviluppo dell’intelligenza artificiale, di cui viene considerato addirittura il ‘padrino’. Si consola pensando che comunque qualcun altro lo avrebbe fatto al posto suo. È importante mantenere uno sguardo critico nei confronti di questi atteggiamenti dei grandi esperti di tecnologia. Il rimedio potrebbe essere peggiore del male.

[...]

Leggi l'articolo di Teresa Numerico sul sito de "Il Manifesto"

Giovedì 18 maggio 2023 - h.18.30 presentazione con la partecipazione degli autori dei libri: Carlo Milani e Ginox.

Dove: Libreria del golem via Gioacchino Rossini 21/C - Torino

Tecnologie Conviviali
Leggi la scheda del libro | Leggi la prefazione di Davide Fant | Leggi online tutto il libro

CriptBluff
Leggi la scheda del libro

Intervista. L’architetta che insegna a Eindhoven, specialista del lavoro automatizzato, racconta la sua ricerca, attraverso la quale propone nuove prospettive di osservazione sul complesso rapporto tra lavoro e tecnologia

Negli ultimi anni i data center sono diventati un importante area di investimento. Le previsioni indicano una forte crescita nella produzione di dati, che dovrebbero crescere del 23% all’anno dal 2020 al 2025, raggiungendo i 180 zettabyte nel 2025, secondo il Global DataSphere di IDC.
La società di consulenza Garnter stima che la domanda di storage dei dati potrebbe potenzialmente salire al 50% dal 2020 al 2030. Crescita che sta superando le possibilità delle odierne soluzioni di archiviazione, che porterà a una potenziale insufficienza.
Gli sviluppi dell’IA, dell’Internet delle cose e del Metaverso aggraveranno il problema. La più grande società di servizi immobiliari commerciali a livello globale, CBRE ha aperto una divisione per i data center, lo stesso hanno fatto aziende di architettura e ingegneria come Corgan, HDR, Gensler, AECOM e Arup.
È opportuno ricordare che i data center rappresentano oltre il 2% delle emissioni globali di carbonio, l’equivalente del settore aereo. Senza miglioramenti nell’efficienza energetica, il consumo di elettricità dei data center potrebbe aumentare dal 3% al 13% del consumo totale di elettricità entro il 2030.

Leggi l'intervista completa sul sito de "Il Manifesto"

Mi sono imbattatuto in una inchiesta di qualche anno fa, ma tutt'ora attuale ed esemplificativa dell'importanza dei metadati.

La ricerca è di ShareLab, dal nome "Metadata Investigation : Inside Hacking Team" e prende spunto da un furto (un leak) di dati operato a danno di Hacking Team, un'azienda italiana tra le maggiori produttrici e rivenditrici di armi informatiche del mondo. In particolare sono stati la ricerca prende in esame le email dell'azienda.

Una volta online, ogni nostro movimento, ogni clic, ogni e-mail inviata o ricevuta, ogni nostra attività produce una grande quantità di tracce invisibili. Queste tracce, una volta raccolte, messe insieme e analizzate, possono rivelare i nostri modelli comportamentali, la nostra posizione, i nostri contatti, le nostre abitudini e i nostri interessi più intimi. Spesso rivelano molto più di quanto ci sentiamo di condividere.

La maggior parte di queste tracce è nascosta nei metadati, cioè in piccole informazioni memorizzate nei pacchetti IP, nelle intestazioni delle e-mail o nei file creati. La ricerca mostra quante informazioni si possano dedurre analizzando e mettedo in relazioni i metadati senza necessità di accedere ai dati veri e propri. Nel caso specifico senza accedere al contenuto delle email.

Potete leggere l'intera inchiesta nel sito di ShareLab

oppure guardare il video riassuntivo che è sufficiente ad inquadrare la questione.

In occasione della giornata dell'Europa, Dataknightmare ci ricorda che Digital Markets Act ed ENISA esistono per difendere gli interessi degli Europei contro quelli delle Big Tech e degli USA.

Un report della senatrice americana Elizabeth Warren mostra come le Big Tech manovrino per contrastare le legislazioni antitrust e per deviare gli accordi commerciali in senso favorevole all'oligopolio.
Che cosa dice la senatrice Warren? Poche semplici cose.

  • Uno, che Big Tech si fa in quattro per assumere ex dirigenti delle autorità di controllo del mercato.
  • Due, che poi questi ex dirigenti pubblici diventano non solo lobbisti, ma esperti di riferimento per la pubblica amministrazione e utilizzano conoscenze e accesso per spingere gli interessi delle piattaforme al riparo da occhi indiscreti.
  • E tre, che i lobbisti di Big Tech finiscono anche per avere un ruolo attivo durante negoziati commerciali internazionali.

In sostanza i rappresentanti del Dipartimento del Comercio Americano, debitamente imboccati da Big Tech, si sono fatti portavoce delle istanze delle piattaforme contro il Digital Markets Act, la legge europea a difesa della concorrenza e del libero mercato contro la posizione dominante delle piattaforme.
Già che ci siamo ricordiamoci anche che la sola Google spende 6 milioni l'anno per fare lobbismo a Bruxelles.

L'ENISA, l'Agenzia Europea per la Ciber Sicurezza, ha presentato una bozza di regolamento secondo il quale il solo modo con cui i fornitori cloud possono ottenere una certificazione europea di sicurezza è di entrare in partecipazione con controparti europee.
Che cosa significa? Significa che Google, Amazon e Microsoft per potere avere la certificazione europea di sicurezza necessaria a fornire servizi cloud sul mercato unico dovrebbero creare delle partecipate con aziende europee. E queste aziende non sarebbero dei prestanome come nel caso del polo strategico nazionale di Italica memoria. Tutt'altro, secondo la proposta dell'ENISA, il socio non europeo potrebbe avere solo una quota di minoranza, tutti i dati dovrebbero essere conservati sul territorio europeo e la legislazione comunitaria avrebbe precedenza su qualsiasi altra.

Tutto questo nelle parole dell'ENISA, cito, per mitigare il rischio di ingerenze di potenze extra UE che compromettano i regolamenti, le norme e i valori della UE.

Se qualcuno sta pensando a Stati Uniti e Cloud Act sta pensando bene.

Ascolta la puntata completa

Per il ciclo di incontri “i Nexa Lunch Seminar” - 106° Nexa Lunch Seminar incontro il 24 maggio con Daniela Tafani, autrice di "L’«etica» come specchietto per le allodole Sistemi di intelligenza artificiale e violazioni dei diritti".

Mercoledì 24 maggio 2023, ore 13.00 (termine: ore 14.00)
L'INCONTRO SI TERRÀ IN PRESENZA E ONLINE SEDE FISICA:
Centro Nexa su Internet e Società, Politecnico di Torino, Via Boggio 65/a, Torino (1° piano) Suonare al citofono Portineria - Seguire le indicazioni segnalate dai cartelli lungo il percorso

STANZA VIRTUALE: https://didattica.polito.it/VClass/NexaEvent

leggi tutte le informazioni sul sito di nexa

A distanza di un anno e mezzo dalla presentazione possiamo dirlo: il metaverso di Mark Zuckerberg è al momento un grande fallimento

Anche per questo, Meta sembra star puntando su una tecnologia per molti versi opposta alla realtà virtuale, vale a dire la realtà aumentata, che sovrappone elementi digitali al mondo fisico

Su questo fronte, Apple è però in netto vantaggio e dovrebbe presentare a breve il suo primo visore dedicato proprio alla realtà aumentata, che potrebbe segnare un importante momento di passaggio

Leggi l'articolo completo su Domani