Il 30 agosto 2022 l’app Spyhide registra un nuovo utente. È un uomo di Milano che vuole sapere se la donna con cui si sta frequentando lo tradisce. Per provare l’applicazione si registra al sito web con il suo indirizzo email e sceglie una password. Spyhide gli fornisce un link .apk (un formato di file contenente un’app Android, ndr) da scaricare sul telefono. Da quel momento in poi l’app registra ogni azione che l’uomo fa con il suo smartphone: messaggi di testo inviati e ricevuti, chiamate in entrata e uscita, spostamenti e numeri presenti in rubrica, foto e video.
L’inchiesta in breve
- Gli stalkerware sono strumenti di sorveglianza digitale sempre più comuni, usati anche per controllare il partner. Un esempio è Spyhide, app scaricata anche da utenti italiani prima di essere ritirata dal mercato in seguito a un attacco informatico
- Almeno 64 utenti italiani hanno utilizzato l’app Spyhide infettando almeno 31 persone tra donne e uomini. Le persone contattate hanno dichiarato di aver utilizzato l’app per ragioni quali la sorveglianza senza consenso della partner o per volontà di conoscerne il funzionamento
- In Italia, secondo una ricerca di Kaspersky pubblicata a febbraio 2024, sono state registrate 252 infezioni su telefoni
- I Centri antiviolenza e gli spazi autogestiti che trattano vittime di violenza raccontano di aver accolto donne che testimoniano di essere state sorvegliate anche digitalmente
- Il caso del femminicidio di Giulia Cecchettin esemplifica un collegamento tra sorveglianza digitale e violenza di genere fisica che è ancora ampiamente sottovalutato
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