Pillole

Pillole di informazione digitale

Segnalazioni di articoli su diritti digitali, software libero, open data, didattica, tecno-controllo, privacy, big data, AI, Machine learning...

La proposta lascia spazio all’uso ostile delle tecnologie da parte delle forze dell’ordine, e lascia troppe libertà alle aziende che le usano per profitto, minacciando il futuro dei diritti di tutti i cittadini

Da quando la presidente della Commissione europea Ursula Von Der Leyen ha promesso di consegnare un regolamento per l’intelligenza artificiale “all’avanguardia, ma affidabile” nei suoi primi 100 giorni di mandato, i riflettori della politica tecnologica globale sono stati puntati sulla risposta dell’Ue. E mercoledì è stato finalmente presentato dalla Commissione il progetto di regolamento UE sull’IA.

Ad una prima lettura il regolamento sembra incentrato sulla tutela dei diritti fondamentali e sul divieto di utilizzo di tecnologie di sorveglianza di massa. In realtà, secondo diversi esperti e diverse organizzazioni non governative del settore, il progetto di legge non proibisce tutti gli usi inaccettabili dell’IA e in particolare tutte le forme di sorveglianza biometrica di massa, permettendo un margine troppo ampio di autoregolamentazione da parte delle aziende che usano queste tecnologie per profitto.

Leggi l'articolo su the submarine

“Nativi digitali” ma hanno poca dimestichezza con tablet e PC. Il 29,3% di un campione di 772 bambini di 13 anni, che frequentano l’ultima classe della scuola secondaria inferiore, non è in grado di scaricare un file da una piattaforma della scuola; il 32,8% non sa utilizzare un browser per l’attività didattica; l’11% non è capace di condividere uno schermo durante una chiamata con Zoom. Lo studio è stato eseguito da Save the Children, in collaborazione con il Cremit.

Leggi l'articolo su Orizzonte scuola

Gli strumenti utilizzati dallo smart worker (ad esempio pc portatili e smartphone) per prestare la propria attività lavorativa permettono una reperibilità ed una connessione, non solo potenziale ma di fatto, costante e continua. E ciò rischierebbe di compromettere il bilanciamento tra vita professionale e vita privata che è tra i presupposti dell’istituto del lavoro agile. In questo quadro si inserisce il diritto alla disconnessione, in virtù del quale il prestatore di lavoro deve essere protetto da una potenziale perenne connessione.

Facciamo il punto sugli accordi che tutelano questo diritto.

Argomenti

  • Lo smart worker e il tema della disconnessione
  • Diritto alla disconnessione e garante privacy italiano
  • Il diritto alla disconnessione in Francia
  • Il diritto alla disconnessione nella contrattazione collettiva in Italia
  • Il rischio da tecnostress e la tutela dell’integrità psicofisica dello smart worker

Leggi l'articolo completo su "Agenda Digitale"

Puntata sulle conseguenze sanitarie e socio-economiche dell'attuale sistema di produzione dei vaccini anti-COVID Ospite in studio Andrea Capocci, giornalista per Il Manifesto.

I principali argomenti della trasmissione:

  • come funzionano i vaccini mRNA e a vettore virale
  • cosa è brevettato/brevettabile
  • difficoltà di produzione (sia in occidente che nei paesi a basso reddito)
  • Rapporto pubblico/privato nel mondo del farmaco (vaccino in particolare) e della ricerca in generale
  • iniziative internazionali destinate al fallimento

Ascolta il podcast sul sito di Radio Onda Rossa

Come ormai sappiamo, WhatsApp ha dato un ultimatum a tutti i suoi utenti: chi non ha accettato la nuova policy entro il 15 maggio non potrà più usare WhatsApp.

L'azienda di proprietà di Facebook, con sede Europea in Irlanda, ci aveva già provato a febbraio 2021 sollevando feroci critiche che l'avevano indotta a rimandare la scadenza per avere il tempo di spiegare meglio agli utenti i cambiamenti introdotti nella policy.

Leggi l'articolo completo

Non si può dire che il cloud sia un tema sottostimato dell’agenda nazionale: il Ministero dell’Innovazione l’ha individuato come un punto fondamentale della propria azione,

Il ministro dell’Innovazione ha recentemente annunciato che l’Italia seguirà il modello francese, quello cioè annunciato da Parigi la settimana scorsa, che prevede che i dati della PA siano rigorosamente gestiti da operatori europei, in modo da porli al riparo da intrusioni di agenzie estere, in particolare americane, alle quali la normativa statunitense del CLOUD ACT ha concesso il dono dell’extraterritorialità.

Quindi tutto bene se il nostro governo seguirà questa via che, peraltro, avrebbe il pregio di dare fiducia e fiato all’industria ICT nazionale. Poi però si leggono notizie di stampa secondo cui il futuro Polo strategico nazionale, dove dovrebbero confluire asset e dati strategici della nostra PA, sarà gestito da un “campione nazionale” in “partnership” con un campione digitale globale. I nomi circolati fino ad ora sono TIM (con Google), Fincantieri (con Amazon) e Leonardo (con Azure/Microsoft). E allora viene il dubbio: il governo ha capito fino in fondo la lezione francese?

Leggi l'articolo integrale di Innocenzo Genna

Image: lavoratori Amazon lavoratori Amazon protestano

L'annuncio è arrivato proprio all’ultima curva. Perché il primo giugno scadeva la data di un’altra moratoria, che era stata decisa nelle drammatiche settimane che seguirono l’assassinio di George Floyd

Il gruppo ha deciso di prolungare – senza una data di scadenza – la moratoria per la vendita alla polizia americana e alle polizie locali della sua tecnologia per il riconoscimento facciale.

Un “prodotto” che proprio nella primavera e nell’estate scorsa, nel pieno delle tensioni seguite all’assassinio da parte dell’agente Derek Chauvin, si scoprì essere in dotazione a tanta parte dell’apparato di sicurezza statunitense. E che tanti drammi ha causato. Ai neri, alle donne, ai trans. Ai migranti.

Leggi l'articolo sul sito de "Il Manifesto"

Metropoli e controllo. La Cina esporta hardware e «standard» per smart city in tutto il mondo. Ma il progetto simbolo vicino a Pechino non sta funzionando

Nella narrazione futuristica e iper tecnologica cinese, le smart city costituiscono una sorta di riassunto nel quale finiscono i tanti aspetti della nuova postura cinese: città di due milioni e mezzo di abitanti circa, completamente sostenibili, con il traffico regolato da algoritmi, con auto a guida autonoma a sfrecciare silenziose su strade pulite e cittadini controllati 24 ore su 24.

LA CINA STA SVILUPPANDO 500 progetti di smart city, seguendo le direttive del Partito e del presidente Xi Jinping in persona che si è più volte espresso al riguardo, chiedendo di sviluppare la nascita di «città intelligenti e sicure». Come spesso accade per questo processo tecnologico cinese, le componenti, l’hardware e il software, costituiscono anche uno dei comparti che la Cina esporta. Secondo uno studio del 2020 di Rwr ADvisory, la Cina avrebbe già sottoscritto oltre 100 accordi per esportare «pacchetti» per città «intelligenti» e «sicure» (oltre 70 all’interno del progetto della Nuova via delle Seta).

Leggi l'articolo di Simone PIeranni su "il Manifesto"

Puntata del 16 maggio 2021.

Nella ricerca delle informazioni su internet è sempre stato importante catalogare i risultati, per esempio utilizzando funzioni di base come i segnalibri. Col passare del tempo si sono affermati sistemi di ricerca più sofisticati basati su dati strutturati accessibili agli utenti, ma hanno avuto ben poco successo... il mondo si è evoluti invece verso sistemi di ricerca che in realtà sono sistemi di raccomandazione di risultati.

Questi sistemi si basano senza ombra di dubbo su strutture e relazioni tra molti dati, ma le strutture fondamentali rimangono oscure all'utente che non può quindi sfruttarli per effettuare ricerche personalizzate, limitandosi quindi ad essere passivo rispetto ai suggerimenti del software. Questa evoluzione si è vista in vari campi, dalle rubriche alle mappe alla ricerca di contenuti specifici, e risulta in una delega nei confronti dei fornitori di servizi che possono introdurre parti di loro esclusivo interesse negli algoritmi di "raccomandazione".

A seguire, la solita razione di notiziole.

Ascolta sul sito di Radio Onda Rossa

Zoom, Deliveroo, Animal Crossing, Houseparty, Netflix.

“Dopamina” è la serie che ci guida alla scoperta dei meccanismi che ci tengono incollati allo smartphone.

In questo episodio speciale dedicato al lockdown focus su: Zoom e la dissonanza cognitiva delle nostre videochiamate; l’app di consegne a domicilio Deliveroo; il videogioco Animal Crossing; l’app Houseparty che consente di organizzare riunioni con amici e familiari a distanza; la piattaforma di streaming Netflix. Anche queste attività sono concepite per stimolare nel nostro cervello la produzione della dopamina: la molecola che regola le sensazioni di piacere, motivazione e dipendenza.

Guarda il video su Arte.tv