La visione di un “inarrestabile” parente militare di Metalhead che emerge dalle acque disturba anche voi?
Metalhead è stato oggetto delle attenzioni di Cassandra fin dalla sua "nascita" come personaggio, 5 anni orsono; lo trovate in questo video, e in questi due articoli: "Robot assassini crescono" e "E spot perse il fucile".
Da tempo Cassandra prediceva che Metalhead altri non era che un parente strettissimo del robocane danzante e cantante Spot di Boston Dynamics, fuffoso e utile.
Un parente impermeabile e irrobustito, semplicemente arruolato da un esercito, aggiornato con un diverso software, che lo trasformi in un'arma, letale o meno non ha molta importanza.
Oggi, Cassandra ha visitato il sito di Ghost Robotics Corporation, un produttore di robot anfibi che, anche nelle informazioni sulla compagnia, ama distaccarsi da chi produce "solo" robot commerciali.
Sono molte le scuole che in questi giorni stanno provvedendo alla disattivazione dei servizi Google e\o Microsoft.
Nelle settimane scorse le scuole hanno ricevuto le richieste di Monitora PA affinché siano rimossi entro 60 giorni il servizio di posta elettronica gmail ed ogni altro servizio collegato, come Google drive, Google documents e Google workspace.
Come è noto, la contestazione di Monitora PA trae origine dalla sentenza del 16 luglio 2020 della Corte di giustizia dell’Unione europea (sentenza Schrems-II ) che di fatto ha abolito l’accordo internazionale tra USA e UE per uniformare la sicurezza del trattamento dati cosi come previsto dal Regolamento Europeo sulla Protezione dei dati (art. 45 del GDPR 679/2016).
Con la suddetta sentenza della Corte di giustizia europea (CGUE) i trasferimenti di dati verso gli Stati Uniti non possono più basarsi su questo strumento. Ciò ha determinato quel vuoto normativo, quella mancanza di adeguatezza che ha reso, di fatto, il trattamento dati negli USA non conforme al GDPR.
È iniziato tutto quando Foad Dabiri, dipendente di Twitter, ha pubblicato sul social network un post in cui raccontava: «WhatsApp ha usato il microfono di nascosto, mentre stavo dormendo e da quando mi sono alzato alle 6 (ed è solo un pezzo della linea temporale!). Che sta succedendo?».
Nel corso dell’evento ASU+GSV tenutosi a San Diego, Bill Gates ha affrontato un interrogativo posto da alcuni partecipanti riguardo alla possibilità che, in futuro, ChatGPT possa sostituire i docenti.
La newsletter di Carola Frediani questa settimana tratta principalmente temi legati all'IA N.159 - 7 maggio 2023
In questo numero:
Giovedì 23 marzo alla Libreria Modo Infoshop di Bologna, è stato presentato il libro TECNOLOGIE CONVIVIALI (Eleuthera, 2023) da Jacopo Anderlini del Centro Internazionale di Ricerca per le Convivialità Elettriche (CIRCE) in dialogo con l'autore Carlo Milani che in tempi non sospetti (primi anni del 2000) ha portato in Italia corpose critiche ai GAFAM (Alphabet (Google), Amazon, Apple, Meta Platforms e Microsoft) attraverso il prezioso contributo al gruppo di scrittura collettiva Ippolita e ai testi Open non è free 2005, Luci e ombre di Google 2007, Nell'acquario di Facebook 2012.
Di seguito i video delle riprese dell'evento.
Presentazione parte 1
La parola “nazionalizzazione” rimanda agli anni settanta, quando Salvador Allende nazionalizzò le aziende minerarie di rame in Cile, pronunciando queste parole alle Nazioni Unite: “Abbiamo nazionalizzato il rame. Lo abbiamo fatto con il voto unanime del parlamento, dove i partiti di governo sono in minoranza. Vogliamo che tutto il mondo capisca che non abbiamo affatto confiscato le imprese estere dell’industria mineraria […]. Queste stesse aziende, che hanno sfruttato il rame cileno per anni, e nello specifico negli ultimi 42 anni, hanno incassato in questo periodo più di quattro miliardi di dollari, quando il loro investimento iniziale non superava i trenta milioni di dollari”.
Sappiamo come è andata a finire: Pinochet
[...]
Proprio in Cile, oggi, la stessa parola esplosiva ritorna con Gabriel Boric, il giovane presidente di sinistra che ha appena annunciato la nazionalizzazione del settore del litio. La notizia è doppiamente significativa e dice molto sulla nostra epoca. Prima di tutto perché il litio è uno dei minerali più importanti del ventunesimo secolo, indispensabile per le batterie delle automobili elettriche e per le tecnologie dell’economia verde. Entro la metà del secolo la domanda di litio si moltiplicherà per cinquanta, dunque non sorprende che in questo contesto emergano grandi tensioni geopolitiche.
Il lancio precipitoso di chatbot AI da parte delle Big Tech ha una fortissima probabilità di degradare l'ecosistema informativo della rete. Molte voci chiedono nuove regole per arginare un'imminente invasione di artefatti prodotti da reti generative sempre più precise che renderà potenzialmente impossibile distinguere il vero dal falso.
Nel suo breve racconto Agnese Trocchi immagina un mondo futuro dove questo è già accaduto...
Possibili giacimenti di litio nel Lazio. Lo stato degli scavi e gli interessi in gioco.
Nella città di Campagnano, a pochi chilometri dalla Capitale, inizia a diffondersi un crescente interesse per le risorse minerarie del territorio. A seguito di rilevamenti geologici si inizia a parlare infatti della possibile presenza nel suolo di giacimenti di litio ovvio un metallo prezioso probabilmente nascosto nel sottosuolo a migliaia di metri di profondità e disciolto nell'acqua.
Anche chiamato oro bianco, si tratta di una risorsa preziosa per le batterie che sarà cruciale nei processi produttivi della transizione energetica per la costruzione delle batterie presenti nelle auto elettriche, nei cellulari o ancora quelle integrate nei impianti solari.
Giudizi e decisioni che hanno effetti rilevanti sulle vite delle persone sono oggi affidati, in un numero crescente di ambiti, a sistemi di intelligenza artificiale che non funzionano. Tali malfunzionamenti non sono occasionali e non sono scongiurabili con interventi tecnici: essi rivelano, anzi, il funzionamento ordinario dei sistemi di apprendimento automatico, utilizzati impropriamente per compiti che non è loro possibile svolgere o che sono impossibili tout court.
Le decisioni basate su tali sistemi sono costitutivamente discriminatorie, e dunque, in alcuni ambiti, infallibilmente lesive di diritti giuridicamente tutelati, in quanto procedono trattando gli individui in base al loro raggruppamento in classi, costituite a partire dalle regolarità rilevate nei dati di partenza. Essendo radicata nella natura statistica di questi sistemi, la caratteristica di dimenticare i «margini» è strutturale: non è accidentale e non è dovuta a singoli bias tecnicamente modificabili. Ci si può trovare ai margini dei modelli algoritmici di normalità in virtù di caratteristiche totalmente irrilevanti, rispetto alle decisioni di cui si è oggetto.
Alla vasta documentazione degli esiti ingiusti, nocivi e assurdi di tali decisioni, le grandi aziende tecnologiche – paventando un divieto generalizzato – hanno risposto, in evidente conflitto di interessi, con un discorso sull'etica: è nata così, come operazione di cattura culturale, con l'obiettivo di rendere plausibile un regime di mera autoregolazione, l'«etica dell'intelligenza artificiale». Si tratta di una narrazione che le aziende commissionano e acquistano perché è loro utile come capitale reputazionale, che genera un vantaggio competitivo; è cioè un discorso, rispetto al quale le università hanno il ruolo, e l'autonomia, di un megafono; è «un'esca per catturare la fiducia» dei cittadini: un discorso pubblicitario che, in quanto declamato da altri, non appare neppure come tale.
La funzione di tale discorso è quella di tutelare, legittimandolo, un modello di business – fondato sulla sorveglianza e sulla possibilità di esternalizzare impunemente i costi del lavoro, degli effetti ambientali e dei danni sociali – il cui nucleo consiste nella vendita, alle agenzie pubblicitarie, della promessa di un microtargeting fondato sulla profilazione algoritmica.
Negli ultimi anni, l'opera di demistificazione della natura meramente discorsiva e del carattere strumentale dell'«etica dell'intelligenza artificiale», che trasforma l'etica nella questione della conformità procedurale a un «anemico set di strumenti» e standard tecnici, è stata così efficace da indurre molti a liquidare come inutile o dannosa – in quanto disarmata alternativa al diritto o vuota retorica aziendale – l'intera filosofia morale.
Al dissolversi della narrazione sull'etica dell'intelligenza artificiale, compare il convitato di pietra ch'essa aveva lo scopo di tenere alla larga: si sostiene infatti ora, da più parti, l'urgenza che ad intervenire, in modo drastico, sia il diritto. L'adozione di sistemi di apprendimento automatico a fini decisionali, in ambiti rilevanti per la vita delle persone, quali il settore giudiziario, educativo o dell'assistenza sociale, equivale infatti alla decisione, in via amministrativa, di istituire delle «zone pressoché prive di diritti umani».
A chi, in nome dell'inarrestabilità dell'innovazione tecnologica, deplori gli interventi giuridici, giova ricordare che il contrasto non è, in realtà, tra il rispetto dei diritti umani e un generico principio di innovazione, ma tra il rispetto dei diritti umani e il modello di business dei grandi monopoli del capitalismo intellettuale.