Pillole

Pillole di informazione digitale

Segnalazioni di articoli su diritti digitali, software libero, open data, didattica, tecno-controllo, privacy, big data, AI, Machine learning...

Sta circolando un’accusa pesante che riguarda il popolarissimo software Word di Microsoft: userebbe i testi scritti dagli utenti per addestrare l’intelligenza artificiale dell’azienda. Se l’accusa fosse confermata, le implicazioni in termini di privacy, confidenzialità e diritto d’autore sarebbero estremamente serie.

Questa è la storia di quest’accusa, dei dati che fin qui la avvalorano, e di come eventualmente rimediare. Benvenuti alla puntata del 25 novembre 2024 del Disinformatico, il podcast della Radiotelevisione Svizzera dedicato alle notizie e alle storie strane dell’informatica.

Le intelligenze artificiali hanno bisogno di dati sui quali addestrarsi. Tanti, tanti dati: più ne hanno, più diventano capaci di fornire risposte utili. Un’intelligenza artificiale che elabora testi, per esempio, deve acquisire non miliardi, ma migliaia di miliardi di parole per funzionare decentemente.

Procurarsi così tanto testo non è facile, e quindi le aziende che sviluppano intelligenze artificiali pescano dove possono: non solo libri digitalizzati ma anche pagine Web, articoli di Wikipedia, post sui social network. E ancora non basta. Secondo le indagini del New York Times, OpenAI, l’azienda che sviluppa ChatGPT, aveva già esaurito nel 2021 ogni fonte di testo in inglese pubblicamente disponibile su Internet.

Per sfamare l’appetito incontenibile della sua intelligenza artificiale, OpenAI ha creato uno strumento di riconoscimento vocale, chiamato Whisper, che trascriveva il parlato dei video di YouTube e quindi produceva nuovi testi sui quali continuare ad addestrare ChatGPT. Whisper ha trascritto oltre un milione di ore di video di YouTube, e dall’addestramento basato su quei testi è nato ChatGPT 4.

Leggi la storia o ascolta l'audio su Attivisimo.me

Non dobbiamo dare lo smartphone per acquisito e limitarci a discuterne l’uso. Dovremmo anche mettere in discussione come è fatto lo smartphone, a tutti i livelli

Da molti mesi si parla con particolare intensità di smartphone e adolescenti. Era qualche anno che se ne discuteva, dando anche vita alle prime iniziative, ma è solo nel 2024 che l’argomento dell’impatto dello smartphone sul benessere psicologico e sulle prestazioni scolastiche dei più giovani è entrato con forza nel dibattito pubblico, conquistando spazio nei media e diventando oggetto di iniziative politiche. In particolare, sono due le proposte intorno alle quali si polarizzano l’attenzione e le proposte: se proibirne o meno l’uso a scuola (come è stato deciso di recente in Italia e in altre Paesi, europei e non) e se proibire o meno del tutto lo smartphone sotto una certa età (per esempio, sotto i 16 anni).

Il modello, insomma, è quello delle sigarette...

Leggi l'articolo di Juan Carlos De Martin sul sito de "Il Manifesto"

Urso, 'avanti con la sovranità digitale' Non si capisce se lo dice con ironia o è convinto, forse non sa cosa sia Amazon Web Services?

l Consiglio dei ministri ha approvato, oggi, la delibera che dichiara l'interesse strategico nazionale del programma di investimento iniziale da 1,2 miliardi di euro presentato da Amazon Web Services (AWS), per stabilire ed espandere l'infrastruttura e i servizi cloud in Italia.

Lo si apprende da una nota derl Mimit.

Il Ministro commenta: "L'investimento di Amazon Web Service consolida il ruolo dell'Italia come hub europeo d'innovazione. Oggi facciamo un ulteriore passo verso la sovranità digitale,

Si rimane basiti nel leggere tali dichiarazioni. Si tratta di un provvedimento che affossa ulteriormente la possibilità che i provider italiani ed europei si sviluppino creando conososcenza e valore locale. Si consegna il cloud ad Amazon e, con altri provvedimenti, ad altri provider d'oltre oceano. Nel frattempo i nostri governanti dichiarano che sono provvedimenti che fanno avanzare l'Italia verso la sovranità digitale. MA E' UN MEME?

Oltre tutto senza tenere conto del regolamento europeo per la protezione dei dati (GDPR) che è considerato da molti, compresa la corte europea di giustizia, in conflitto con la normativa USA che regola il cloud.

Sul sito di ANSA la notizia

Leggi anche [L’AI consuma troppo. Irlanda (regina dei data center Ue) a rischio crisi energetica. Ecco perché vengono da noi (forse)](L’AI consuma troppo. Irlanda (regina dei data center Ue) a rischio crisi energetica. Ecco perché vengono da noi (forse))

Puntata del 24 novembre 2024

Apriamo la puntata collegandoci con l'Hacklabbo di Bologna per segnalare la loro prossima iniziativa: Hack or di(y|e), due giorni di workshop, capture the flag e quant'altro. A proposito: 20-21 Dicembre AvANa (yours truly) fa 30 anni, siateci! Le selezioni musicali di stasera ne sono un assaggio.

Tutto il resto della puntata è dedicata al rapporto tra aziende della tecnologia e politica statunitense. Iniziamo con il ruolo dei Venture Capitalist nel nuovo governo statunitense, con JD Vance vicepresidente e Musk che ha già iniziato a parlare di tagli politicamente orientati.

Nel frattempo l'antitrust, che ha riconosciuto Google come monopolista, avanza la proposta di separare Chrome da Google. Facciamo un po' di ipotesi a riguardo.

Ascolta la puntata nel sito di Radio Onda Rossa

Si fa il nome della società di comunicazioni satellitari di Musk per un progetto pilota per superare i ritardi dei piani sulla banda larga.

Se sarà Starlink si saprà a valle del bando, ma la società di telecomunicazioni satellitari fondata da Elon Musk è il nome più quotato per aggiudicarsi il progetto pilota di internet dallo spazio in Lombardia. Un test che si inserisce nel tentativo del governo Meloni di tamponare le falle del programma Italia a 1 Giga, che utilizza 3,65 miliardi di euro del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) per cablare con la fibra ottica aree remote del Paese entro giugno 2026, ma rischia di mancare l'obiettivo.

Nonostante i due vincitori del bando, Open Fiber e Fiber Cop (la società della rete nata dallo scorporo di Tim) dicano di essere in linea con la tabella di marcia di connessione di 7 milioni di numeri civici in zone difficilmente raggiungibili e con pochi abitanti (e pertanto poco appetibili per gli operatori di telecomunicazioni), Palazzo Chigi ormai da tempo accarezza l'idea di affidarsi al satellite per non sforare le scadenze del Pnrr e, di conseguenza, perdere i fondi europei. L'internet dallo spazio, però, rischia di non garantire la stessa qualità di connessione.

Leggi l'articolo

Il 29 e 30 novembre si terrà al Vag61 (Bologna) la decima edizione di Hack or Di(Y|e). HoD è una due giorni di seminari riguardanti lo studio, la critica e la riappropriazione degli strumenti tecnologici.

I due giorni saranno dedicati ad argomenti alla portata di tutt, smanetton e non. Si parlerà infatti di PiracyShield e censura di stato, palestre di autoeducazione digitale, ciappini sui router e binary exploitation per principianti (e pure altro…).

Sabato a tarda notte finiremo con l’allegra confusione dei ten minutes talk.

Durante tutta la durata dell’evento saranno presenti tavoli di lockpicking, reverse engineering, retrogaming, distro e una Capture The Flag.

Non mancheranno pranzo, merenda, cena, LAN space e distro.

Sul sito di Hack or Di(y|e) programma e dettagli delle due giornate

Il video della presentazione, organizzata dalla Scuola critica del digitale del CRS, de “Le emissioni segrete”, un libro per conoscere l’impatto ambientale del digitale, di Giovanna Sissa (il Mulino, 2024).

Ne hanno parlato con l’autrice Stefano Lotti, Maurizio (Graffio) Mazzoneschi, Alessandro Montebugnoli. Coordinamento di Giulio De Petra.

Leggi la recensione

Venerdì 29 novembre 2024 per Elèuthera editrice esce in libreria "Pedagogia hacker" di Davide Fant e Carlo Milani. Un libro per educatori, educatrici, insegnanti, psicologi, tecnici, artisti, ma anche per chiunque sia alla ricerca di pratiche che ci portino a essere soggetti più attivi e soprattutto più consapevoli degli effetti che la tecnologia ha su di noi.

"Con il libro che avete tra le mani vogliamo rispondere all’urgenza di un’educazione sui temi del digitale che ponga al centro le relazioni fra persone e tecnologie. Relazioni ambivalenti che sfociano spesso in vissuti di sofferenza, di euforia a cui seguono cocenti delusioni, di esaltazione spasmodica ed emozioni violente; da questo disagio della tecnica vogliamo muovere per aprire spazi di immaginazione, ri-creazione e liberazione."

Leggi la scheda del libro

Leggi l'introduzione

Sul sito di C.I.R.C.E. altre informazioni

L’ampia diffusione dell’Intelligenza Artificiale, che notoriamente consuma molta energia, sta mettendo sotto pressione la rete elettrica dell’Irlanda e ancor più seriamente sta mettendo in forse il ruolo di punta del paese come hub tecnologico d’elezione delle Big Tech Usa in Europa.

Lo scrive Politico.eu, aggiungendo che il problema energetico di Dublino potrebbe di fatto ridisegnare il panorama tecnologico del Vecchio Continente.

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Domanda di data center non sostenibile in Irlanda

Nel frattempo, il Ministero dell’ambiente, del clima e delle comunicazioni irlandese ha riconosciuto in una dichiarazione che “non tutta la domanda di sviluppo di data center può essere soddisfatta in modo sostenibile” nel breve termine. Mentre i giganti della tecnologia Amazon, Microsoft e Google iniettano miliardi nell’infrastruttura cloud europea che alimenta l’intelligenza artificiale, la disponibilità di energia (idealmente, economica e verde) potrebbe emergere come un criterio fondamentale per determinare le loro prossime destinazioni di investimento.

I data center, come tutti i grandi consumatori di energia, devono esistere entro i limiti della nostra legislazione e dei nostri obiettivi sul clima, così come della nostra sicurezza energetica”, hanno affermato, riecheggiando un avvertimento simile del ministro irlandese per il clima e l’ambiente Eamon Ryan in un’intervista al Financial Times.

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Mohammed Almajdalawi racconta a Fanpage.it come gli studenti sfollati della Striscia hanno ricominciato a seguire le lezioni online grazie al progetto degli alberi della rete dell’ong italiana ACS: “Abbiamo messo su un sistema di apprendimento elettronico, con connessioni online, e installando tende scolastiche nei campi, dove i bambini possono seguire le lezioni tutti insieme”:

"La guerra è ormai entrata nel suo secondo anno, sono più di dodici mesi che i nostri figli non possono andare a scuola, che sono obbligati a sfollamenti continui, che vivono senza casa, costretti a fare la fila per un pezzo di pane, per un bicchiere d’acqua o del cibo confezionato", racconta a Fanpage.it Mohammed Almajdalawi, volontario gazawi dell’ong italiana ACS e padre di quattro figli. "Con altri volontari di ACS abbiamo pensato di provare a far seguire ai bambini sfollati la scuola a distanza. Abbiamo messo su un sistema di apprendimento elettronico, con connessioni online, e installando tende scolastiche nei campi, dove i bambini possono seguire le lezioni tutti insieme".

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