Pillole

Pillole di informazione digitale

Segnalazioni di articoli su diritti digitali, software libero, open data, didattica, tecno-controllo, privacy, big data, AI, Machine learning...

Il 2024 delle intelligenze artificiali si è concluso con molti annunci e rilasci di nuovi strumenti da parte delle principali aziende impegnate nello sviluppo di queste tecnologie. Come da manuale delle trovate di marketing di Sam Altman, la OpenAi si è riservata il finale a effetto. L’azienda, che aveva addirittura organizzato un calendario dell’avvento per svelare una alla volta le proprie novità, ha anticipato o3, il suo nuovo modello.

o3 non è ancora disponibile al pubblico: solo chi fa ricerca nell’ambito della sicurezza dei sistemi di ia può ottenere un accesso anticipato.

Sappiamo poco di o3. Da quel che si può leggere online, si basa ancora sull’architettura degli altri modelli della OpenAi. Quel che lo rende interessante, però, è il fatto che è stato valutato da un progetto che si chiama Arc prize. L’Arc prize è’un premio da un milione di dollari riservato a chiunque riesca a far risolvere ai modelli linguistici alcuni test chiamati Arc-agi che sono particolarmente ostici per le macchine.

Leggi l'articolo

Parigi chiede a Bruxelles di agire contro le ingerenze di Musk.

Prima Elon Musk, poi Mark Zuckerberg. Quasi una manovra a tenaglia. Il primo destabilizza l'Europa prendendo di mira capi di Stato e di governo nei suoi post e spinge i movimenti di estrema destra, il secondo - sull'onda di una conversione tardiva al trumpismo - si scaglia contro l'eccessiva regolamentazione dell'Unione Europea ed evoca persino la censura. L'Ue non vuole alzare i toni, pur vedendo le nubi addensarsi all'orizzonte.

Non è il suo stile, diciamo. Eppure tocca marcare il territorio: "La moderazione dei contenuti - nota Bruxelles - non significa censura". "La libertà di espressione è al centro del Digital Services Act (Dsa), che stabilisce le regole per gli intermediari online per contrastare i contenuti illegali, salvaguardando la libertà di espressione e d'informazione online: nessuna disposizione del Dsa obbliga le piattaforme a rimuovere i contenuti leciti", dichiara all'ANSA un portavoce della Commissione Europea in risposta alle accuse del patron di Facebook.

Link all'articolo qui

Le mani sulle reti L’eccezionalismo muskiano sembra una categoria analitica fallace (come anche «tecnodestra» ma sarebbe un altro discorso) che dietro la cortina di fumo creata intorno al personaggio rischia di ostacolare la comprensione di fenomeni strutturali ben più importanti.

Nel dibattito pubblico italiano ed europeo si sta affermando una sorta di eccezionalismo muskiano. Molti commentatori e politici, infatti, descrivono Elon Musk come fosse un fenomeno nuovo e totalmente a sé stante nel panorama del digitale (o, più in generale, dei grandi detentori di capitali). Alcune questioni di fondo vanno chiarite per evitare di trovarsi spiazzati quando un altro miliardario tecnocrate, come è adesso il caso di Zuckerberg, compie mosse che vanno incontro al nuovo potere trumpiano. Dove sarebbe allora questo eccezionalismo di Musk? Quello che fa veramente la differenza non sono tanto le sue parole.

Quello che mi sembra di gran lunga più importante è il processo che ha portato tutti i principali Paesi europei, con l’Italia in prima fila, a consegnare a una manciata di imprese statunitensi il controllo di tre infrastrutture essenziali, ovvero, le infrastrutture di comunicazione, archiviazione ed elaborazione delle informazioni. Stati che non controllino, anche fisicamente, queste infrastrutture sono, per dirla in maniera delicata, a sovranità limitata.

Leggi l'articolo di J.C. De Martin

Ultimo atto di una strategia di avvicinamento a Donald Trump, ma anche punto finale del distanziamento di Meta dalla stagione “liberal” aperta nel 2016. La decisione avrà riflessi sulle organizzazioni giornalistiche che si occupavano di verificare le notizie

Meta chiude il suo programma di fact-checking e punta a sostituirlo con un sistema di “note della comunità” simile a quello introdotto sul social concorrente X, di proprietà di Elon Musk. È un passo definitivo per l’azienda di Mark Zuckerberg, che rivoluziona l’approccio del gruppo che possiede i social Facebook, Instagram e Threads e la app di messaggistica Whatsapp rispetto all’informazione e ai media tradizionali.

Il Ceo di Meta lo ha annunciato di persona martedì in un video su Facebook. Nel suo discorso fa esplicito riferimento al mutato panorama politico e sociale, e parlando del desiderio di abbracciare “la libertà di parola”, ossia il free speech che è diventato lo slogan di Elon Musk dopo l’acquisto della piattaforma Twitter, oggi rinominata X. Ma cita anche i “troppi errori” commessi dal sistema di moderazione dei contenuti di Meta e in particolare gli scandali scoppiati durante le elezioni presidenziali Usa.

Leggi tutto

Versione non integrale e privo dell’apparato delle note, di un articolo uscito sul numero 64 della rivista Le nuove frontiere della scuola.

Questo breve dialogo è la continuazione e la sintesi di un confronto molto fecondo, che dura ormai da tempo, sulle tematiche del digitale e su un’idea della tecnologia non asservita ai grandi interessi economici. L’intenzione è quella di liberare la riflessione attorno alle nuove tecnologie, e all’Intelligenza artificiale in particolare, dal pensiero magico e dal tecnoentusiasmo del PNRR sulla scuola

Luca Malgioglio: Stefano, la lettura del tuo bellissimo libro sull’intelligenza artificiale mi ha aiutato a chiarire un paio di questioni che mi piacerebbe approfondire ulteriormente insieme a te. La prima la porrei così: l’intelligenza artificiale, come molte altre cose, ci viene presentata come un prodotto senza storia, un dato di fatto tecnologico di fronte al quale l’unico approccio possibile sarebbe quello di capire come utilizzarlo...

leggi l'articolo

Apple pagherà 95 milioni di dollari per evitare un lungo scontro in tribunale. L’accordo extragiudiziale (PDF) è stato raggiunto con lo studio legale che ha denunciato l’azienda di Cupertino per violazione della privacy. Le conversazioni degli utenti sono state registrate tramite Siri e condivise con terze parti.

Link all'articolo qui

Puntata di natale che inizia con un lungo approfondimento sull'uso dei malware in Serbia, con riferimento anche alle tecnologie utilizzate per la loro installazione.

Sempre più chiaro il ruolo attivo di Meta nel silenziare le voci Palestinesi. L'azienda dice che il silenziamento è stato un effetto collaterale non voluto,ma le sue scuse sembrano peggiorare la situazione.

Seguono notizie su Copyright (da youtube alla Serie A), alfabetizzazione informatica, il mondo del bitcoin e altro ancora...

Ascolta l'audio sul sito di Radio Onda Rossa

È sufficiente una veloce ricerca su Shodan o Censys per scoprire oltre 680 stream RTSP pubblici di webcam italiane che mostrano interni di abitazioni, negozi, studi medici… senza alcuna protezione!

Nei momenti di relax mi diverte esplorare i risultati su shodan.io, piattaforma che raccoglie e indicizza le informazioni tecniche sui nodi connessi a Internet. In particolare, la sezione dedicata alle immagini, tra cui flussi RTSP, VNC e RDP, regala sempre sorprese interessanti. Per gioco ho voluto vedere se, a distanza ormai di qualche anno dai miei articoli relativamente ai rischi connessi dalle telecamere domestiche esposte su Internet senza protezione (Insecam, il database delle telecamere pubbliche (a loro insaputa), Oltre 1800 telecamere di sorveglianza italiane esposte sul Web e via dicendo), qualcosa nel panorama nazionale fosse cambiato.

È così bastata una banale query sui flussi RTSP (Real Time Streaming Protocol, il protocollo di trasmissione dati per lo streaming di flussi video, porta tcp 554) geolocalizzati in Italia per ottenere oltre 680 risultati (per la cronaca: “country:it rtsp“).

Tra i vari flussi video esposti in Rete senza protezione, troviamo case private, giardini privati, sale di attesa di studi professionali, negozi e molto altro.

Leggi tutto

L’Ufficio Scolastico Regionale (USR) del Veneto , in collaborazione con gli Uffici Ambiti Territoriali (UU.AA.TT.), ha recentemente pubblicato quanto è stato studiato e proposto dal Gruppo di lavoro regionale sull’Educazione alla Legalità. Questo gruppo ha prodotto un documento dettagliato che illustra come adottare il Software Libero nelle scuole.

Il gruppo di lavoro, composto da circa cento docenti delle scuole della Regione Veneto, ha organizzato quattro incontri formativi e informativi da remoto grazie al coordinamento delle referenti di Legalità, Politiche Giovanili e Partecipazione degli Uffici Ambiti Territoriali di Verona e Vicenza.

Leggi tutto

Il processo a Pegasus L'azienda israeliana condannata a pagare un risarcimento al social network di Meta che verrà fissato in un secondo processo nel 2025

Venerdì 20 dicembre il tribunale del Northern District della California ha dato ragione a Whatsapp in una causa intentata dal social network contro la compagnia di spyware israeliana Nso Group, produttrice e distributrice del software Pegasus.

Per la giudice Phyllis Hamilton Nso Group ha violato la legge federale statunitense in materia di hacking e i termini di servizio di Whatsapp, sfruttando il social network per infettare più di mille smartphone con il proprio spyware Pegasus.

L’entità dei danni che Nso Group dovrà pagare a Whatsapp sarà stabilità in un secondo processo l’anno prossimo.

Pegasus era stato sviluppato da Nso Group nel 2011 e promosso tra le agenzie governative internazionali come strumento per combattere terrorismo e criminalità organizzata.

Leggi l'articolo completo su Il Manifesto