Pillole

Pillole di informazione digitale

Segnalazioni di articoli su diritti digitali, software libero, open data, didattica, tecno-controllo, privacy, big data, AI, Machine learning...

“Nativi digitali” ma hanno poca dimestichezza con tablet e PC. Il 29,3% di un campione di 772 bambini di 13 anni, che frequentano l’ultima classe della scuola secondaria inferiore, non è in grado di scaricare un file da una piattaforma della scuola; il 32,8% non sa utilizzare un browser per l’attività didattica; l’11% non è capace di condividere uno schermo durante una chiamata con Zoom. Lo studio è stato eseguito da Save the Children, in collaborazione con il Cremit.

Leggi l'articolo su Orizzonte scuola

L’anno scorso, quando l’assessore alla scuola, Vettorato, ha comunicato la decisione di far migrare la scuola italiana a Windows, un cittadino della Provincia di Bolzano ha prima, con una richiesta generalizzata di accesso agli atti (FOIA), interrogato l’amministrazione per avere la valutazione comparativa che stabilisse la convenienza dell’uso di Microsoft come previsto dal CAD, art. 68, e poi, sentitosi rispondere che il CAD non si applica al software didattico, ha inoltrato una segnalazione all’Ufficio del difensore civico per il digitale.

La risposta del dr. Massimo Macchia dell’Ufficio del difensore civico per il digitale – Presidenza del consiglio dei ministri è stata netta: la valutazione comparativa del software non è facoltativa.

Leggi l'articolo completo sul sito del Linux User Group Bolzano-Bozen-Bulsan

Aurora Val, che si occupa di progettazione, comunicazione e storia delle arti, racconta qui la sua esperienza di insegnante durante la pandemia e gli hack ideati per "sopravvivere".

Leggi l'articolo completo sul sito di C.I.R.C.E.

Fra le applicazioni pratiche, esaltate dagli entusiasti e sminuite dagli scettici, ricordiamo: i servizi di assistenza alla clientela (in particolare i chatbot delle compagnie telefoniche); gli acquisti, sempre più personalizzati e rapidi; i social network, in particolare le notifiche e i feed (ad esempio, la timeline di FB, costruita in base al profilo di ciascun utente); la finanza, dove gli algoritmi di trading da parecchio hanno soppiantato gli obsoleti negoziatori umani; viaggi e trasporti, dai suggerimenti del navigatore alla pianificazione degli spostamenti fino alle occasioni di ospitalità; le case furbe (smart), disseminate di sensori in grado di regolare la temperatura dell’acqua, l’illuminazione e così via; le automobili furbe (smart), con tanti accorgimenti per assistere la guida, in prospettiva delle auto a guida autonoma; la sorveglianza e il controllo, nelle strade come a casa propria, spesso attraverso sistemi di riconoscimento facciale e vocale; l’assistenza sanitaria, nella diagnosi precoce così come nella ricerca farmaceutica di nuove molecole, nella gestione dei dati dei pazienti, nella chirurgia di precisione.

E, infine, nell’educazione: per abbassare l’ansia dell’apprendimento, personalizzare l’insegnamento, ma soprattutto controllare e monitorare, valutare, schedare…

Sgombrare il campo dagli equivoci sull’IA non è banale.

Leggi l'articolo di Carlo Milani su La ricerca

Un interessante commento a proposito della proposta di legge "Istituzione della Rete di interconnessione unica nazionale dell’istruzione – UNIRE".

Stefano Penge si domanda che fine fanno la didattica e la diversità in questa idea di rete dell'istruzione. Quel che serve per la didattica non è la Piattaforma Unica, ma un ecosistema di piattaforme diverse...

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Un Private Cloud come piattaforma per la didattica digitale delle scuole italiane. Lo prevede il disegno di legge “Istituzione della Rete di interconnessione unica nazionale dell’istruzione – UNIRE”, presentato al Senato. Il progetto prevede l’interconnessione delle scuole di ogni ordine e grado su un’unica rete veloce e si pone come alternativa autoctona alle piattaforme di Google e Microsoft. La prima firmataria del DDL è Maria Laura Mantovani, che ha sottolineato la particolare attenzione alla protezione dei dati degli studenti minorenni e alla gestione in proprio della cybersecurity.

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Intervista alla senatrice Mantovani (M5S), prima firmataria del disegno di legge per realizzare “una rete unica nazionale per collegare le scuole italiane di ogni ordine e grado per garantire l’accesso a Internet e la didattica digitale a prova di privacy e cybersecurity”.

Tutte le scuole d’Italia interconnesse tra loro grazie a un’unica rete veloce che consenta anche l’accesso a Internet, con un cloud privato per offrire piattaforme alla didattica digitale, alternative a quelle di Google e Microsoft, con attenzione alla protezione dei dati degli studenti minorenni e con una propria gestione della sicurezza informatica.

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Siamo arrivati alla terza ondata di Didattica a Distanza dall’inizio della pandemia COVID e, incredibile a dirsi, la situazione in cui si ritrova ad affrontarla la scuola è ancora la stessa di un anno fa. Tutto demandato ai singoli istituti e a cascata sui singoli docenti. Se in questo anno c’è stata qualche forma di organizzazione e miglioramento lo si può registrare esclusivamente a questo livello, con un’esperienza sul campo maturata da docenti, animatori digitali, studenti.

[...]

In tutto questo anno abbiamo assistito a questa tendenza da parte ministeriale, in cui la didattica a distanza è sempre più diventata una minaccia da cui sfuggire, la responsabile principale dell’impoverimento educativo connesso alla pandemia, la fonte di disagio per gli alunni fino anche ad esserle imputato l’insorgere di disturbi psichici oltre che nell’apprendimento.

Ma davvero è tutta colpa della DAD? E, mi viene da aggiungere, di quale DAD?

Leggi l'articolo intero di Alfredo Imbellone

Il comunicato stampa di Privacy Network che giosce per la rimozione dalla pagina delle piattaforme consigliate dal Ministero della suite di Google for education

"Vittoria! Il Ministero dell’istruzione ha rimosso GSuite for Education dall’elenco delle piattaforme consigliate per la DAD.

È stata dura, ma Privacy Network ha raggiunto il suo obiettivo, facendo un passo in più verso la protezione dei dati di studenti e studentesse italiane."

Leggi il comunicato completo

Ultimora: sul sito del Ministero dell'Istruzione c'è ancora Google Suite for Education tra le piattaforme consigliate.

"L’Associazione per l’Informatica Umanistica e la Cultura Digitale (AIUCD) ritiene urgente sollecitare l’attenzione del Governo italiano e in particolare del Ministero dell’Istruzione e del Ministero dell’Università e della Ricerca sulla svolta fondamentale impressa dalla pandemia da Covid-19 nell’applicazione della tecnologia dell’informazione all’insegnamento, a tutti i livelli di formazione."

[...]

In un prossimo futuro, anche dopo la fine della pandemia, la didattica sarà sempre più strutturalmente digitale, perché proprio il lockdown ha fatto emergere – insieme ai problemi – anche le grandi opportunità e i vantaggi di una formazione in cui si rendano complementari forme di insegnamento in presenza e a distanza. Per questo motivo creare infrastrutture pubbliche per la didattica digitale è una scelta strategica di enorme importanza

Leggi l'intera lettera aperta.

"Mi trovo a scrivere in una condizione particolare: per 15 anni mi sono occupato di didattica a distanza in centri di ricerca universitari, fino a essere assunto nel 2015 come professore di matematica al liceo."

La testimonianza di un docente, animatore digitale, esperto di didattica a distanza che descrive con tono scanzonato e pure molto profondo la situazione di insegnanti e studenti nella scuola ai tempi del COVID.

Leggi l'articolo di Alfredo Imbellone

Di come la scuola italiana abbia dato il peggio di sé con la tecnologia, finendo con noncuranza nell’illegalità

L'articolo ripercorre le nefandezze delle scelte della scuola (e non solo) sul digitale con particolare attenzione alla questione dei dati e della privacy. Ricordando che "è ora, insomma, di rifiutarsi di essere merce che rappresenta l’ultima ruota del carro, e di ricordarsi di essere persone. È ora, ora, di dire basta."

Leggi tutto su eticadigitale

Il guasto a Google è servito anche a confermare che le credenziali di tutti gli utilizzatori dei loro servizi sono gestite da un’unica piattaforma di autenticazione situata negli Stati Uniti. E questo – come si è visto per i servizi colpiti – riguarda anche le scuole italiane. È ora che il Garante Privacy intervenga

La documentazione ed i contratti proposti da Google indicano chiaramente che i dati personali “potrebbero” essere trasferiti negli Stati Uniti ma diversi addetti alla privacy, istituzioni come il Ministero dell’Educazione o altre organizzazioni diversamente abili dal punto di vista tecnico ed in materia di protezione dei dati hanno promosso gli strumenti Google, e Microsoft, credendo che i dati ed i servizi sarebbero rimasti in Europa.

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Cancelli, Cancellini e cancelletti.

Una recensione di Giuliano Milani.

Trovate la recensione della seconda edizione di "Formare a distanza?" nel numero 1387 del 4 dicembre di Internazionale .

Potete leggerla nella scansione della pagina.

è arrivata la seconda edizione di "formare... a distanza?"

Si trova anche in libreria, 212 pagine di contributi su Inventare, Raccontare e Didattica a distanza.

leggere la prima edizione online

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Didattica a distanza, formazione a distanza... Cosa vuol dire formare a distanza? È possibile? Come? Il libro raccoglie una serie di contributi che raccontano, fra entusiasmi e frustrazioni, relazioni formative «da lontano», apprendimenti attraverso gli schermi digitali.

Con questa seconda edizione rivista, corretta e ampliata, formare a distanza è disponibile in libreria grazie a Ledizioni

Leggi indice e alcuni contributi nel sito di C.I.R.C.E.

Non tutte le scuole hanno risorse formate per rivestire un ruolo strategico nell’innovazione e nella digitalizzazione. Servirebbero laureati in informatica, ingegneria e così via. Per questo in molti sperano nella figura dell’Assistente Tecnico Informatico. Ma l’esperienza delle scuole è costellata di luci e ombre.

Le persone sono la chiave di volta. Occorre formazione adeguata, qualificata, certificata e obbligatoria, per saper scegliere le soluzioni tecnologiche adatte ai diversi contesti. Non tutte le scuole posseggono risorse umane formate opportunamente per rivestire un ruolo strategico nell’innovazione e nella digitalizzazione.

Leggi l'articolo completo di Nicoletta Vitali

A quanto pare, come nella prima ondata della pandemia di Covid-19, il MIUR e, quindi la scuola, si è fatto trovare impreparato da diversi punti di vista. Da quello della progettazione didattica: il blended learning ha la stessa necessità di progettare le attività didattiche della DaD o della didattica in presenza, anzi forse di più; dal punto di vista dell’utilizzo dei dati: per la verità la questione si è aggravata, perché nel frattempo la Corte di Giustizia Europea ha invalidato l’accordo, detto “Privacy Shield”, tra l’Unione Europea e gli Usa; infine anche dal punto di vista del software libero.

questo articolo è pubblicato in "Formare... a distanza?", II edizione, C.I.R.C.E. novembre 2020

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Perché non approfittare degli strumenti tecnologici ‘a distanza’ per riaggregarsi in Rete?

Ho utilizzato https://meet.jit.si molte volte sia come app che come servizio Web e la trovo una fantastica opportunità Open Source alternativa alle offerte commercial per la Didattica A Distanza (con il limite però di 50 partecipanti che lo rende inutilizzabile in alcuni contesti didattici)...

Leggi come fare su scacco al web

 

di Constant

Traduzione e adattamento di Dear student, teacher, worker in an educational institution,

questo articolo è pubblicato in "Formare... a distanza?", II edizione, C.I.R.C.E. novembre 2020

Agli studenti, agli insegnanti e ai lavoratori impiegati nella formazione...

Insieme abbiamo assistito all'avvento della "didattica a distanza", che per la maggior parte degli istituti scolastici si è tradotto nella firma di contratti e accordi con le grandi piattaforme commerciali. Quello che pochi mesi fa avevamo chiamato "un elefante nella stanza"[^1] ha finito per travolgere gli spazi della formazione. Nonostante possa sembrare un cambiamento repentino ed emergenziale, in realtà è il proseguimento di un processo in atto già da tempo.

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La chiusura delle scuole causerà problemi in quelle famiglie dove mancano i device e la connessione. Le periferie delle grandi città e le aree rurali sono i territori più a rischio. Il vicepresidente di Con i Bambini: «La Dad al 100% comporterà una crisi educativa»

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