Monitora-PA ha sviluppato Minos, uno strumento che è in grado di effettuare una analisi approfondita dei trasferimenti di dati personali effettuati durante una visita ad un sito web.
Il software è ancora in versione alpha ma già funziona degnamente.
Come un qualsiasi browser web, Minos permette di navigare il sito web di interesse, eventualmente autenticandosi alle aree protette da username e password, registrando tutte le comunicazioni effettuate durante l'operazione.
Cliccando sul pulsante "Analizza" viene richiesto all'utente dove salvare il log di tali comunicazioni che verranno analizzate automaticamente per individuare eventuali trasferimenti di dati personali verso terze parti problematiche.
Tale analisi viene effettuata completamente in locale, sul PC dell'utente, così che nessuno dei dati personali registrati venga inviato a Monitora PA o a terze parti.
Laddove vengano individuati trasferimenti sospetti, Minos permette all'utente di compilare con pochi click un reclamo da inviare successivamente all'Autorità Garante per la Protezione dei Dati Personali.
Lo scopo di Minos è duplice: da un lato permettere ai Titolari di siti web pubblici o privati di individuare autonomamente eventuali illeciti in corso (senza aspettare le ormai consuete PEC di Monitora PA 😜), dall'altro permettere a ogni cittadino di analizzare i siti web che frequenta abitualmente e reclamare facilmente al Garante qualora i suoi diritti siano stati violati durante la navigazione.
da venerdi 28 luglio a domenica 30 luglio 2023 c/o laboratorio e deposito musei MIAI e MusIF Edificio Ex-CUD – Via C.B. Cavour 4, Rende (CS)
..per il terzo anno consecutivo, un fine settimana di mezza estate dedicato al restauro del sistema GE-120 dei musei MIAI e MusIF!
Nel 2017 abbiamo recuperato questo cosone, che gestiva l’aereoporto di Zurigo negli anni ’70, e stiamo lavorando per riportarlo in vita!
Leggi tutte le informazioni sul sito dei Musei dell'Informatica (MIAI e MusIF)
7-10 settembre 2023 presso il CSOA Angelina Cartella, Gallico Marina, Reggio Calabria
L’hackmeeting è l’incontro annuale delle controculture digitali italiane, di quelle comunità che si pongono in maniera critica rispetto ai meccanismi di sviluppo delle tecnologie all’interno della nostra società. Ma non solo, molto di più. Lo sussuriamo nel tuo orecchio e soltanto nel tuo, non devi dirlo a nessuno: l’hackit è solo per hackers, ovvero per chi vuole gestirsi la vita come preferisce e sa s/battersi per farlo. Anche se non ha mai visto un computer in vita sua.
Quattro giorni di seminari, giochi, dibattiti, scambi di idee e apprendimento collettivo, per analizzare assieme le tecnologie che utilizziamo quotidianamente, come cambiano e che stravolgimenti inducono sulle nostre vite reali e virtuali, quale ruolo possiamo rivestire nell’indirizzare questo cambiamento per liberarlo dal controllo di chi vuole monopolizzarne lo sviluppo, sgretolando i tessuti sociali e relegandoci in spazi virtuali sempre più stretti.
L’evento è totalmente autogestito: non esiste chi organizza o fruisce, esiste solo chi partecipa.
Rispondi alla call for contents, proponi il tuo contenuto in mailing list: crea un nuovo thread dedicato alla tua proposta. Nel subject inserisci [TALK] (ad esempio [TALK] come sbucciare le mele con un cluster di GPU) così che sia facile ritrovarlo per chi è interessato.
Sono ormai mesi che l'Unione Europea è al lavoro sul ritorno delle batterie rimovibili in smartphone e cellulari, possibilità che consentirebbe di allungare la vita utile dei dispositivi e ridurre i rifiuti elettronici.
Un nuovo passo in questa direzione è stato fatto pochi giorni fa, quando il Parlamento Europeo ha approvato - con 587 voti a favore, 9 contrari e 20 astenuti - la revisione delle regole sulle batterie.
All'interno del testo approvato, accanto a varie imposizioni ideate per ridurre le possibilità di inquinamento, è chiaramente elencata l'introduzione dell'obbligo di «progettare le batterie portatili nei dispositivi in maniera tale da consentire agli utenti di rimuoverle e sostituirle da sé con facilità».
Sarà valido fino a fine 2025, e non era scontato visto che piacciono molto al ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi
La Camera ha approvato decreto-legge 51 del 2023 che tra le altre cose contiene l’estensione della moratoria sui sistemi di riconoscimento facciale in scadenza alla fine dell’anno. Fino al 31 dicembre 2025, e non più fino al 31 dicembre 2023, le autorità pubbliche e i privati non potranno installare impianti di videosorveglianza con sistemi di riconoscimento facciale in luoghi pubblici e aperti al pubblico. L’emendamento che ha confermato il divieto in scadenza era stato presentato da Marianna Madia, Lia Quartapelle e Filiberto Zaratti del Partito Democratico, e approvato la scorsa settimana in commissione.
La conferma della moratoria non era scontata perché alla fine di aprile il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, aveva sostenuto la necessità di installare sistemi di riconoscimento facciale nelle stazioni, negli ospedali e nelle zone commerciali delle grandi città per garantire più sicurezza. «La videosorveglianza è uno strumento ormai unanimemente riconosciuto come fondamentale», aveva detto Piantedosi, intervistato dal Quotidiano Nazionale. «La sua progressiva estensione è obiettivo condiviso con tutti i sindaci. Il riconoscimento facciale dà ulteriori e significative possibilità di prevenzione e indagine». L’estensione del divieto fino al 2025 non era scontata anche perché negli ultimi anni molti sindaci, soprattutto di centrodestra, avevano cercato di installare telecamere a riconoscimento facciale: tutti i tentativi fatti finora erano stati bloccati dal Garante della privacy.