Un articolo de "Le alternative" che elenca una serie di software che si possono usare per realizzare dei Form invece di usare il sistema di Google... Perché se il servizio è gratis forse il prodotto sei tu...
"Una delle maggiori richieste che abbiamo ricevuto durante il periodo di lockdown è stata proprio quella di trovare delle alternative a Google Forms. È infatti uno dei metodi più utilizzati per creare sondaggi su internet ed il suo utilizzo è ormai prassi comune sia per aziende per molte aziende e privati.
Il suo utilizzo, come spesso accade per i prodotti Google, è in effetti semplice, veloce ed intuitivo. Sappiamo bene però che la privacy di Google è sempre la stessa ed i prodotti sono gratuiti perché, di fatto, Google è una azienda pubblicitaria.
Purtroppo i metodi che vi andremo a suggerire non sono sempre del tutto gratuiti, sappiamo bene però che il lavoro va pagato e che sarebbe anche ora di pagare per i servizi che utilizziamo. Quando trovate qualcosa di gratuito su internet pensate sempre: “chi sta pagando per tutto questo?”. Molti progetti vivono di donazioni come ad esempio Tor Project. Telegram, ad esempio, vive solo grazie alle generose donazioni di Pavel Durov. Mozilla oltre alle donazioni guadagna soprattutto grazie all’accordo milionario fatto con Google per lasciarlo come motore di ricerca predefinito su Firefox.
L’alternativa alle donazioni ed al pagamento del prodotto è la pubblicità. E purtroppo come ben sappiamo la pubblicità su internet, tranne rari casi come DuckDuckGo, è sempre invasiva."
"A breve saranno tre anni dall'inizio della sperimentazione di questo strumento. Abbiamo pensato che fosse un buon momento per tracciare un bilancio dell'esperienza, sperando possa aiutare la riflessione collettiva e farci crescere insieme."
Il testo vuole essere un bilancio del percorso ad oggi, ed è scritto da chi attualmente fa parte del collettivo. Il testo sarà discusso durante l'incontro del 9 aprile (ore 19:00).
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Se ne è accorta persino Repubblica. Per questo ha pubblicato un video in cui intrervista una serie di persone che, più o meno attivamente, cercano di non utilizzare i servizi offerti dalle Big Tech: No gmail, no Whatsapp e così via.
Dall'ingegnere e padre di famiglia che installa un server in casa per gestire i documenti in cloud, passando per i Fridays For Future Italia, fino all'ex parlamentare Stefano Quintarelli, in molti mostrano che è possibile utilizzare servizi digitali che non vengono erogati dalle multinazionali del digitale e funzionano!
Guarda il video sul sito di repubblica
Visita anche il sito che raccoglie tutte le alternative ai servizi dei Big Tech
All’interno di questo sito potrete trovare alternative etiche a tutti i prodotti di Google come Gmail e Chrome, e di moltissime altre realtà mainstream come ad esempio Whatsapp.
Gli autori del sito mettono in chiaro una cosa importante: "in questo sito cercheremo di non fare complottismi e dietrologie, né di andare alla ricerca del servizio più puro di tutti. Si cercano solo valide alternative che rispettino il più possibile la privacy, che siano possibilmente open source e che abbiano un background il più possibile etico."
Gli autori provano tutte le alternative prima di segnalarle sul sito.
E le alternative ci sono, sono tante e funzionano! Leggile su "le alternative"