Iniziamo con la multa della commissione europea ai danni di X: leggiamo le motivazioni e cerchiamo di capire se davvero, come alcuni dicono, è cambiata la musica per le Big Tech, con una Unione Europea più interventista.
In Irlanda la ICCL apre un procedimento contro Microsoft presso la commissione per la protezione dei dati dell'Unione Europea per la fornitura di servizi all'esercito israeliano, in particolare l'esteso sistema di raccolta di tutte le intercettazioni di tutte le persone a Gaza. Quando la notizia è diventata pubblica, la Microsoft ha interrotto l'accordo (pur mantenendo molti altri legami con Israele).
Usare le VPN tutela la vostra privacy? Dipende dalla VPN: il caso di Urban VPN Proxy è, come per tutte le VPN gratuite, negativo.
Anna's Archive annuncia un backup completo di Spotify, con 300TB di musica e metadati. Si tratterebbe del più grande archivio pubblico di musica.
Notiziole
Partiamo con un report di Hackrocchio, evento organizzato dall'hacklab torinese Underscore, di cui abbiamo parlato anche recentemente.
Continuiamo passando alle Americhe, guardando agli stati che si stanno distinguendo per gli usi disparati dell'IA, soprattutto votati all'attacco alla cultura woke.
In conclusione, un approfondimento sul tema dei data center in Uruguay: un paese che si trova da anni in una situazione di siccità, ma che può offrire molta acqua per i data center di Google. Pesa, nella scelta, il fatto che l'Uruguay sia tra i paesi con la più alta percentuale di energia elettrica da fonti rinnovabili. Analizziamo quindi alcune delle questioni tecniche legate al raffreddamento dei data center.
Ascolta la trasmissione sul sito di Radio Onda Rossa
Di seguito due siti di cui si è parlato ad Hackrocchio:
Richieste improprie e che subito bloccate se poste in linguaggio naturale, vengono invece accettate dai large language model se messe in forma di versi e rime: com’è possibile?
Avere la certezza che ChatGPT, Gemini, Claude e tutti gli altri si rifiuteranno sempre di produrre contenuti vietati dalle loro policy non è possibile. Per quale ragione? “I provider hanno la responsabilità di proteggere gli utenti da contenuti dannosi e per farlo usano principalmente due strategie. La prima è l’allineamento in fase di addestramento, con cui il modello viene istruito a rifiutare determinate richieste oppure a seguire specifiche regole. La seconda strategia riguarda invece dei filtri esterni o classificatori che analizzano input e output del modello, bloccando tutto ciò che corrisponde a pattern riconosciuti come pericolosi”, spiega, parlando con Wired, Matteo Prandi, ricercatore ed esperto di AI Safety. “Il problema è che entrambi gli approcci si basano su esempi di richieste formulate in modo diretto, prosastico o estremamente preciso”, prosegue Prandi.
Jailbreak in versi
Ed è proprio per questa ragione che, nel corso degli anni, sono emersi molteplici metodi che permettono di aggirare le barriere: formulando comandi indiretti e creativi...
Quando si parla di tecnologia a scuola, sopratutto tra colleghi, è solo questione di tempo prima che qualcuno pronunci – con la massima determinazione – la seguente frase: “Il problema non è la tecnologia X. Basta usarla bene”. Analisi di una “catchphrase” di gran moda
Di questa frase ( “Il problema non è la tecnologia X. Basta usarla bene”) ne esistono numerose varianti che sostituiscono la parola “bene” con locuzioni specifiche, senza variare il significato complessivo. Se la tecnologia in questione è l’intelligenza artificiale, le varianti più probabili, solitamente, sono le seguenti: “in modo etico”, “in modo sostenibile” oppure “consapevole” o ancora “appropriato”.
In tempi più recenti, e soprattutto nei testi ministeriali, spesso queste varianti appaiono tutte insieme (melius abundare, come nel latinorum di Don Abbondio): “Basta usarla in modo etico, appropriato, sostenibile e consapevole”. Il risultato è quello che gli inglesi chiamano "catchphrase". Acchiappa. Diventa virale. Monetizza, magari. Ma è anche vera?
leggi l'articolo di Stefano Borroni Barale
Giovedì 20 novembre 2025, al cinema del CSOA Forte Prenestino verrà proiettato "IN THE BELLY OF AI", il documentario che mostra il lavoro nascosto che fa funzionare la cosidetta Intelligenza Artificiale.
AvANa & CinemaForte presentano e proiettano su grande schermo "IN THE BELLY OF AI", I sacrificati dell'IA (Fra 2024) 73', diretto da Henri Poulain
Dietro l'intelligenza artificiale si nasconde il più grande sfruttamento umano e territoriale del XXI secolo.
Un'analisi approfondita, ben documentata e illuminante sulla nuova rivoluzione digitale e su ciò che essa comporta in termini di costi umani e ambientali.
Magiche, autonome, onnipotenti... Le intelligenze artificiali alimentano sia i nostri sogni che i nostri incubi.
Ma mentre i giganti della tecnologia promettono l'avvento di una nuova umanità, la realtà della loro produzione rimane totalmente nascosta.
Mentre i data center ricoprono di cemento i paesaggi e prosciugano i fiumi, milioni di lavoratori in tutto il mondo preparano i miliardi di dati che alimenteranno i voraci algoritmi delle Big Tech, a scapito della loro salute mentale ed emotiva.
Sono nascosti nelle viscere dell'IA. Potrebbero essere il danno collaterale dell'ideologia del “lungo termine” che si sta sviluppando nella Silicon Valley ormai da alcuni anni?
Sul sito del Forte Prenestino tutte le informazioni sulla proiezione
Nella puntata di domenenica 17 novembre intervistiamo Antonio Casilli sul lavoro nascosto e senza diritti che fa funzionare l'Intelligenza Artificiale; di questi temi parleremo meglio Giovedì 20 al Forte Prenestino con la proiezione di In the belly of AI. Segnaliamo alcune iniziative, poi le notiziole: l'Unione Europea attacca il GDPR per favorire le grandi imprese dell'IA; Google censura video che documentano il genocidio in Palestina: quali alternative?
Nella lunga intervista con Antonio Casilli, professore ordinario all'Istituto Politecnico di Parigi e cofondatore del DiPLab, abbiamo parlato del rapporto tra Intelligenza Artificiale e lavoro: la quantità di lavoro diminuisce a causa dell'intelligenza artificiale? quali sono i nuovi lavori che crea? come si situano nella società le data workers, ovvero le persone che fanno questi lavori? come è strutturata la divisione (internazionale) del lavoro che fa funzionare l'intelligenza artificiale? è vero che sostituisce il lavoro umano?
Per approfondire questi sono alcuni siti di lavoratori che si organizzano menzionati durante la trasmissione:
Inoltre:
Tra le iniziative:
Ascolta la puntata intera o l'audio dei singoli temi trattati sul sito di Radio Onda Rossa
Le allucinazioni nei modelli linguistici sono un problema intrinseco, non un difetto risolvibile. I tentativi di controllo qualità sui dati richiedono risorse impossibili da ottenere. L’unica soluzione pratica: assistenti personali addestrati su dati limitati
I modelli linguistici rappresentano oggi il cuore pulsante – e più fragile – dell’industria dell’intelligenza artificiale. Tra promesse di precisione e realtà di caos statistico, si rivelano strumenti tanto affascinanti quanto pericolosi, specchio fedele delle illusioni tecnologiche del nostro tempo.
L‘insistenza criminale sui sistemi predittivi fallimentari
C’è solo una cosa peggiore della continua serie di disastri inanellata da tutti i sistemi predittivi nelle pubbliche amministrazioni negli ultimi dieci anni, ed è la criminale, idiota insistenza a volersene dotare.
Uno vorrebbe parlare di informatica parlando di scienza, bene, allora parliamo di tre articoli che i ricercatori in intelligenza artificiale hanno tirato fuori di recente. Ma non temete, non ci mettiamo a discuterli in dettaglio, facciamo un discorso più generale.
leggi l'articolo di Vannini oppure ascolta il suo podcast (Dataknightmare)
L’IA entra in finanza e moltiplica i rischi di bolle e instabilità. Algoritmi simili, pochi attori dominanti e un mercato sempre più irrazionale
«Ehi, ChatGPT, che azioni mi compro?» Potrebbe sembrare una domanda fatta per gioco, tanto per vedere che risposte si ottengono. Invece, secondo un articolo che riprende una ricerca svolta in 13 Paesi su 10mila investitori, uno su dieci si rivolge a una qualche intelligenza artificiale. Molti tra questi prenderebbero in considerazione l’idea di lasciare direttamente nelle mani dell’IA la scelta su quali transazioni finanziarie eseguire. Dalla ricerca, sembra che le risposte dei chatbot siano ragionevoli e prudenti, insistendo sul fatto che è impossibile predire l’andamento dei mercati, in ragione della complessità e della quantità di fattori che possono influenzarli.
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Riassumendo: un oligopolio di imprese tecnologiche fornisce algoritmi che guidano gli investimenti sui mercati, mercati dominati da un oligopolio di investitori istituzionali, che sono i loro maggiori azionisti. Cosa potrebbe mai andare storto?
Oggi l’intelligenza artificiale, lasciata in mano a una manciata di miliardari, diviene una minaccia esistenziale alla scuola. Oggi, contro questa I.A., diciamo BASTA!
Nella trasmissione di Radio Onda Rossa, l'Ora di Buco, si riparla di Intelligenza artificiale a scuola: un docente di informatica spiega tutto quello che non va nelle fumose linee guida ministeriali. Inoltre presenta l'appello alla comunità educante per rifiutare l'introduzione dell'Intelligenza Artificiale delle multinazionali e proporre invece delle tecnologie realmente utili a studenti, insegnanti e personale non docente della scuola.
Qui alcune riflessioni critiche e preoccupate, con l'appello da diffondere e firmare.
Riceviamo e volentieri pubblichiamo.
Colleghe, colleghi, madri, padri, alle nostre allieve e allievi di ogni colore, genere, orientamento, provenienza.
Noi siamo il prodotto di 35 anni di lotte, dalla riforma Berlinguer al taglio di un anno di istruzione tecnica e professionale, in via di realizzazione da parte del Ministro Valditara. Alcune abbandonate, alcune perse, alcune - per fortuna - vinte.
Oggi l’intelligenza artificiale, lasciata in mano a una manciata di miliardari, diviene una minaccia esistenziale alla scuola.
Oggi, contro questa I.A., diciamo BASTA!
Leggi l'appello e firma.