RTT lab è la seconda tappa unplugged della comunità di Reclaim The Tech. A differenza del festival, questo meeting avrà un’impronta più laboratoriale e orientata all’incontro e al confronto: sarà un appuntamento per rilanciare il processo di Reclaim the Tech, continuare a tessere legami e alleanze, condividere saperi, iniziative, pratiche e azioni, sperimentare ambiti di progettazione comuni, ma soprattutto per riprogettare le interazioni all’interno della community e tracciare idee e proposte per il festival di Reclaim the Tech 2024.
RTT lab partirà venerdì 10 novembre alle 18.00 con l’accoglienza e la tavola rotonda di apertura su Tecnologie e saperi come terreno di conflitto, a Zero81, in collaborazione con la rivista Gli Asini.
Proseguirà per tutta la giornata di sabato 11 novembre a L’Asilo con due sessioni parallele: la mattina, con RTT deep learning and actions (tavoli di discussione tematici – in particolare sugli assi tecnologie ed educazione e tecnologie e conflitti ecologici – e mappatura). Il pomeriggio ci saranno attività di networking e conoscenza reciproca e i laboratori interattivi (che daranno vita a momenti di progettazione e sperimentazione orientati su output quali: autodifesa digitale femminista, usi alternativi e conflitti con l’IA, tecnologie partecipative, inclusive e alternative). La giornata si concluderà con la RTT night con i mini-talk (interventi, video, performance) in teatro, e la presentazione di Moleculocracy (E. Braga) in biblioteca.
Infine, domenica 12 novembre, sempre a L’Asilo, la mattina è prevista la sessione Sulle tracce di Reclaim the Tech: 2 laboratori di progettazione creativa e partecipata, uno rivolto all’ideazione dell’edizione del festival Reclaim the Tech 2024, l’altro alla ri-progettazione della community di RTT (uso, contenuti, strumenti, finalità, relazioni, partecipazione). RTT lab si chiuderà, dopo pranzo, con i saluti e la condivisione di un’agenda comune di appuntamenti e azioni.
Calcolo non è solo informatica, informatica non è solo intelligenza artificiale, intelligenza artificiale non è solo Large Language Models e agenti discorsivi che al mercato mio padre comprò.
Siamo sull’autostrada A1 tra Bologna e Firenze, provenienti da Venezia. L’itinerario è molto semplice, e stimiamo di essere a casa per cena. Siccome però c’è parecchio traffico, accendiamo il navigatore (quello di serie dell’auto, una versione un po’ datata) per avere un’idea più precisa dell’ora di arrivo. Il navigatore, anzi la navigatrice, sulla base di un avviso di traffico di TMC, ci avverte che la variante “Direttissima” è chiusa al traffico e ci consiglia di prendere la “Panoramica”. L’ora di arrivo prevista è diventata 21:30, ma pazienza.
I cartelloni luminosi sull’autostrada però non ne fanno cenno. Approssimandoci al bivio vediamo che sono in tanti a prendere la Panoramica, molti più del solito. Dopo un po’ di esitazioni decidiamo di fidarci della società Autostrade per l’Italia e imbocchiamo la Direttissima, e che Dio che la mandi buona.
La navigatrice a questo punto va nel panico. Prima ci consiglia un’inversione a U, poi dice che non è in grado di suggerire nessun itinerario, poi comincia a ri-ri-ricalcolare il percorso, mostrando come ora di arrivo le 8:30 (!). Dopo un po’ di aggiustamenti (5:30, poi 2:30) si placa e ci avverte che arriveremo a casa alle 21:35 – cosa che difatti accadrà.
Guerre di Rete - una newsletter di notizie cyber a cura di Carola Frediani
N.171 - 28 ottobre 2023
In questo numero:
INTERNET E CONFLITTO Blackout su Gaza
"Nella scorsa newsletter avevo raccontato come la Striscia di Gaza stesse subendo una progressiva riduzione della connettività. Negli ultimi tre giorni questa ha visto un ulteriore tracollo. Mentre le Forze di Difesa israeliane annunciavano di "espandere le operazioni di terra", il servizio che monitora internet Netblocks riferiva di un "crollo della connettività nella Striscia di Gaza". Vuol dire no internet, no comunicazioni telefoniche. Uno dei principali e ormai ultimi fornitori di telecomunicazioni palestinesi, Paltel, è stato fortemente colpito dagli intensi attacchi aerei, e ha dichiarato di aver subito "un'interruzione completa di tutti i servizi di comunicazione e internet" a seguito del bombardamento.
Interruzione confermata da Netblocks."
[...]
Cassandra Crossing/ Quanto è sfaccettato il problema delle capacità delle false IA e delle loro ''allucinazioni'' quando viene discusso nei salotti? E nel marketing? E nella filosofia?
Perché il termine allucinazioni è volutamente errato e ingannatore? Perché l'avere allucinazioni implica un funzionamento razionale e una percezione corretta del mondo o del dominio di conoscenza del sistema, in tutti gli altri casi.
E dove manca non solo intelligenza, ma anche il semplice determinismo, non è possibile, anzi è totalmente disonesto parlare di "allucinazioni", quando invece si tratta manifestazioni particolarmente forti della normale assenza di significato di tutte le risposte, anche quelle "esatte".
La puntata inizia parlando di social network autogestiti: intervista a Puntarella Party, un nodo Mastodon autogestito di Roma.
Prosegue poi parlando di Intelligenza Artificiale provando a contribuire allo spunto che ha dato il Manifesto . È interessante che gruppi anche grandi prendano posizioni riguardo al rapporto con l'intelligenza artificiale, ma come possiamo articolare queste critiche senza basarci su arbitrarie distinzioni tra IA e non-IA?
Chiudiamo con qualche notizia:
Ascolta la puntata sul sito di Radio Onda Rossa
Puntata del 15 ottobre 2023
I sistemi di predizione del crimine non funzionano.
Negli USA, dove i sistemi predittivi cominciano ad avere una certa diffusione, è stato fatto uno studio sulla loro accuratezza: il risutato è che questa è minima, con valori <1%. Il sistema studiato è paranoico, cioè predice un numero di crimini quasi 100 volte superiore a quelli segnalati e comunque la corrispondenza tra crimini predetti e segnalati è ridicolmente bassa.
L'Antitrust USA indaga su Google ed Amazon per pratiche scorrette che porterebbero a generare situazioni di monopolio con danno ai venditori/inserzionisti e di conseguenza ai consumatori.
La Microsoft vira al nucleare: è vero? Effettivamente stanno assumendo qualcuno per studiare la fattibilità di alimentare i data center con piccoli reattori di IV generazione.
Infine, le notiziole: parliamo di un cavo sincero che ammette di mandare tutti i tuoi dati in Cina, della sparizione di un utile add-on su Firefox, della dipartita del mai dimenticato (!) VBScript e della possibilità che Windows abbia licenze in abbonamento.
A volte osannata come tecnologia rivoluzionaria, altre volte accompagnata da dubbi e paure, l’intelligenza artificiale è stata negli ultimi mesi al centro del dibattito, purtroppo spesso inquinato da mitologie turbocapitaliste o da incomprensioni sulle sue effettive potenzialità. Partendo dallo stato della ricerca, passando per le conseguenze nel mondo del lavoro, nei rapporti geopolitici e nell’immaginario comune, proviamo a delineare un quadro realistico sul ruolo di questa tecnologia
Alune riflessioni sull'Intelligenza Artificiale e sulle possibilità di ricerca e di intervento "di parte" di Daniele Gambetta in due parti
leggi la prima parte sul sito di DinamoPress
e la seconda parte: "Technic and magic: animismo di piattaforma e svolta linguistica 2.0"
Insieme a centinaia di altri siti di tutto il mondo, il manifesto ha bloccato i software che "alimentano" le enormi banche dati private delle IA
Newsletter N.168 - 24 settembre 2023 a cura di Carola Frediani.
In questo numero:
Juan Carlos De Martin, autore di “Contro lo smartphone. Per una tecnologia più democratica”, sarà ospite del Festival del Pensare contemporaneo il 23 settembre a Piacenza. Il suo intervento verterà sullo smartphone, strumento simbolo del nostro tempo, e sul ruolo che ha nelle vite di tutti. A cominciare dai piccolissimi e dalla scuola. Tanto che la Svezia (e non solo) dall’ed-tech sta iniziando a fare retromarcia
Dispositivi tecnologici che impattano pesantemente sulle nostre vite e il cui controllo è nelle sole mani delle big tech. Algoritmi e sensori che predano i dati di cittadini spesso inconsapevoli, talvolta senza strumenti. La politica che fatica a tenere il passo: scarsa conoscenza, inquadramenti tardivi e qualche volta inefficaci. Eppure il governo della tecnologia ha bisogno della politica e delle democrazie, di decisori e di cittadini.
Cosa ci insegna la storia di ELIZA, il primo chatbot che sembrava conversare come un umano. A partire da come il suo creatore divenne un critico feroce della perdita di autonomia dell’umano.
Tra i tanti ruoli che ChatGPT ha rapidamente iniziato ad assumere nelle vite dei milioni di utenti che lo utilizzano su base quasi quotidiana, ce n’è uno probabilmente inatteso. Per molti, il sistema di OpenAI con cui è possibile conversare su ogni argomento, e spesso in maniera convincente, è diventato un amico, un confidente. Addirittura uno psicologo. Una modalità non prevista (almeno esplicitamente) da OpenAI, ma scelta da un numero non trascurabile di utenti, che si relazionano a ChatGPT come se davvero fosse un analista. Per impedire un utilizzo giudicato (per ragioni che vedremo meglio più avanti) improprio e pericoloso, OpenAI impedisce al suo sistema di intelligenza artificiale generativa di offrire aiuto psicologico, che infatti di fronte a richieste di questo tipo si limita a fornire materiale utile da consultare. Ciò però non ha fermato gli “utenti-pazienti” che, su Reddit, si scambiano trucchi e tecniche per sbloccare ChatGPT affinché fornisca loro consigli psicologici.
Un risvolto che potrebbe sorprendere molti. Uno dei pochi che sicuramente non si sarebbe sorpreso e che avrebbe avuto moltissimo da dire sull’argomento è Joseph Weizenbaum, scienziato informatico e docente al MIT di Boston, scomparso nel 2008. Colui che già parecchi decenni prima della sua morte aveva preconizzato – o meglio, affrontato e approfondito in prima persona – molti degli aspetti che portano le persone a relazionarsi in maniera intima con le macchine e le cause di questo comportamento.
Nell'ultima puntata dell'estate di DataKnightmare, Vannini prende spunto da un paper per porre alcune domande e diversi avvertimenti.
Il paper si pone due domande semplici.
Se l'uso di chat gpt possa veramente migliorare la produttività e se l'uso di chat gpt abbia effetti diversi su lavoratori meno schillati che su lavoratori più schillati.
Le risposte sono chiare.
Con chat gpt il livello medio dei testi migliora e i tempi di produzione si abbassano, quindi siamo autorizzati a dire che la produttività cresce. Inoltre con chat gpt la differenza fra le capacità dei singoli viene fortemente ridotta.
Pur prendendo per buono il risultato del paper, le criticità sono molte.
Tra e altre: avere addestrato le cosiddette intelligenze artificiali in prevalenza su contenuti disponibili in internet, con le virgolette, significa che le intelligenze artificiali sanno scrivere come un marchettaro a cottimo, Perché quelli sono i contenuti prevalenti in internet, marketing, report aziendali senza anima e comunicazione funzionale.
Ieri abbiamo insegnato alle macchine come scrivono gli esseri umani usando come esempio quando gli esseri umani scrivono come macchine.
Il pericolo è che i vari chat gpt diventino il termine di paragone, per cui da domani gli esseri umani dovranno scrivere come macchine per non perdere la competizione contro macchine che scrivono come esseri umani che scrivono come macchine.
Ascolta la puntata e buon ascolto.
In anteprima e in uscita progressiva per i donatori, e poi per i lettori, la monografia di guerre di rete sull'intelligenza artificiale
Guerre di Rete - una newsletter di notizie cyber a cura di Carola Frediani N.167 - 4 settembre 2023
La newsletter riprende con l'annuncio dell’uscita del primo ebook di Guerre di Rete. Si intitola Generazione AI e, indovinate un po’, è dedicato agli ultimi sviluppi dell’intelligenza artificiale generativa, e al loro impatto sulla società, l’economia, la geopolitica. È stato ideato e curato da Carola Frediani, da Sonia Montegiove e da Federico Nejrotti, e i suoi articoli sono firmati da Stefano Casini, Antonio Dini, Carola Frediani, Federica Meta, Giuditta Mosca, Federico Nejrotti, Antonio Piemontese e Andrea Signorelli.
Troverete l’introduzione di Carola Frediani; Andrea Signorelli che racconta la storia del chatbot ELIZA e soprattutto di Joseph Weizenabum, e i suoi riverberi attuali; Antonio Dini ci trasporta in profondità nella “guerra fredda” dell’AI, lo scontro Usa e Cina, e le varie angolature geopolitiche della partita, da Taiwan all’Ucraina; Federica Meta si muove tra Usa, Ue e Cina, tra legislazione e investimenti, e poi analizza alcune delle aziende in campo; Federico Nejrotti racconta e analizza l’impatto dell’AI generativa sul mondo artistico; Giuditta Mosca sviscera un ampio studio, che analizza e critica il ruolo di Big Tech; Antonio Piemontese intervista alcuni esperti fra giornalismo, accademia e politica (Virginia Padovese; Mariarosaria Taddeo; Brando Benifei) sul rischio della generazione automatica di disinformazione; e Stefano Casini descrive alcuni degli strumenti di AI esplosi per il grande pubblico negli ultimi mesi.
Cassandra Crossing/ Com'era prevedibile, ChatGPT evolve verso un'architettura di API e plugin. Questo rappresenta un rischio, perché deresponsabilizza sia chi vende i servizi di GPT4 sia chi li usa.
Circa due mesi fa un annuncio di OpenAI ha reso nota la realizzazione di plugin che consentono di interfacciare ChatGPT con fonti esterne di dati e servizi.
Tecnicamente, si tratta di una API che permette la realizzazione di plugin che interfacciano, anche in maniera bidirezionale, una fonte di dati o un servizio con ChatGPT (per esempio) e viceversa.
In questo modo ChatGPT può utilizzare risorse informative per produrre le sue "risposte". E nella direzione opposta gli "oggetti intelligenti", i servizi e i siti possono far generare testi, programmi e immagini alla falsa IA di turno, e utilizzarli per produrre i risultati o le pagine che devono fornire.
È perfettamente chiaro come questa architettura permetta un immediato inserimento delle false Intelligenze Artificiali nei tessuti profondi della Rete come la conosciamo oggi.
Nella puntata del 16 luglio, un'ospite speciale ci aiuta a capire meglio le implicazioni più sottili dell'approccio "big data" (basato cioè sull'accumulazione di archivi di dati caratterizzati dalla quantità prima che dalla qualità) nello specifico della linguistica.
Puntata con focus sui problemi più prettamente linguistici, osservando come i modelli di intelligenza artificiale che generano testo (insomma i vari ChatGPT) creano a tutti gli effetti la lingua; la raccolta di dati "a strascico", lungi dall'essere un metodo per ascoltare tutte le voci si dimostra un modo per selezionare le voci legittime; così, quello che poteva sembrare un problema semplice per un algoritmo innocuo apre il problema, per niente banale, della rappresentazione.
Lo facciamo seguendo, in parte, l'articolo che è costato il licenziamento di Timnit Gebru e accompagnati da musiche centroasiatiche.
Le immagini che metti sui socialnework sono molto più di un ricordo. Il video che ogni genitore dovrebbe guardare
Il 75% dei genitori condivide immagini e dati dei propri figli sui social media. Otto genitori su 10 sono seguiti sui propri social da gente che conoscono e non hanno mai incontrato. Inizia così un video targato Telekom, uno dei maggiori operatori di telecomunicazione tedeschi - ma questo conta poco o, forse nulla perché i suoi contenuti non riguardano un prodotto o un servizio commerciale – tutti, da genitori, dovremmo guardare e riguardare.
La storia raccontata nel video è quella di Ella, una bambina di 9 anni, i cui genitori, appartengono a quel 75% che usa condividere foto, video e dati dei propri figli online, momenti e scene di vita vissuta innocenti, naturali, magari semplici ricordi.
Smontare l’”illusione quantitativa” con cui un certo fanatismo tecnologico guarda al linguaggio, e in particolare la traduzione, non è difficile
Appreso dal capo di una grande società italiana di traduzione automatica, nel corso di un recente convegno al Senato, che entro cinque anni il suo lavoro verrà svolto dall’intelligenza artificiale, Silvia Pareschi, nota traduttrice, ha reagito rilasciando un’intervista su La Stampa che nei giorni scorsi ha fatto molto discutere.
Il rischio – ha detto – è che ci si abitui gradualmente e inconsapevolmente a traduzioni automatiche a basso costo di qualità scadente, non accorgendosi dei danni che questo arrecherà al pensiero umano, così come la rana non si accorge che l’acqua in cui nuota è quella di una pentola che sta sul fuoco. Si tratta di un allarme giustificato?
Puntata andata in onda il 13 luglio.
Accanto ai disastri e agli abusi di cui si parla tanto, nell'intelligenza artificiale ci sono moltissimi episodi di uso positivo e costruttivo, già adottabili in pratica nel lavoro di tutti i giorni di tantissime persone. Dalla semplice scrittura di una mail fino all’aiuto alle persone con disabilità, ecco una rassegna ragionata di applicazioni utili, insieme alla storia di un "ostacolo inatteso" nella corsa frenetica allo sviluppo di questa tecnologia, con i due semplici criteri che permettono di decidere se un uso dell’IA è buono o cattivo.
Ascolta l'audio della puntata di Paolo Attivissimo sulla Radiotelevisione Svizzera
La città impone alle aziende che usano la Ai per le assunzioni di non discriminare sulla base di razza e genere
Le aziende di New York City che utilizzano dei programmi d’intelligenza artificiale per gestire le assunzioni dovranno dimostrare che il software che impiegano non segue criteri discriminatori, sessisti o razzisti. Questa nuova legge, entrata in vigore mercoledì, è la prima al mondo del suo genere, e sicuramente detterà la linea da seguire per le aziende che vogliono avvalersi dell’ausilio di intelligenze artificiali per assumere personale
Questi software, chiamati automatic employment decision tool, strumento di decisione automatica sull’occupazione, o Aedt, hanno la funzione sia di segnalare i candidati promettenti, che di scartare quelli ritenuti non idonei, aprendo così la strada a tutta una serie di preoccupazioni riguardanti i criteri di valutazione delle intelligenze artificiali. Una donna in età fertile è una candidata appetibile al pari di un uomo della stessa età? E una persona non bianca?
In questo podcast uno scambio di opinioni sull'AI Act con l'ospite speciale Alessandro Longo, direttore responsabile di agendadigitale.eu. l'AI Act è il regolamento Europeo per l'intelligenza artificiale, il primo al mondo. E' stato approvato dal Parlamento Europeo ed è l'inizio di una nuova negoziazione con le altre due istituzioni - Commissione e Consiglio. Non è ancora la versione definitiva, né è ancora in vigore.
Diversi spunti interessanti a cominciare dalla mancanza di regolamentazione delle applicazioni di intelligenza artificiale per applicazioni di tipo militare. Il secondo punto di attenzione è la questione dell'appropriazione dei dati pubblicati nel web, poiché il fatto che siano accessibili a tutti non vuol dire automaticamente che siano utilizabili per l'addestramento di AI senza consenso.
E poi c'è una questione che non è legata direttamente al regolamento: "l'intelligenza artificiale cambierà tutto in un momento in cui non siamo sicuri che quelli che rischiano di rimanere indietro siano in grado invece di avere voce in capitolo e quindi non siamo sicuri che tutta questa grande rivoluzione poi porterà benessere a tutti".