Pillole

Pillole di informazione digitale

Segnalazioni di articoli su diritti digitali, software libero, open data, didattica, tecno-controllo, privacy, big data, AI, Machine learning...

Grazie alla AI, non è più possibile fermare il processo di autocostruzione dell’automa globale. Missione conclusa per il genere umano?

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L’attuale stadio di sviluppo dell’AI sta probabilmente portandoci sulla soglia di un salto alla dimensione che definirei Automa cognitivo globale pervasivo. L’automa non è un analogo dell’organismo umano, ma la convergenza di innumerevoli dispositivi generati da intelligenze artificiali disseminate.

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Questa superiorità (o piuttosto irriducibilità alla computazione) del pensiero umano è una magra consolazione, perché essa non serve a molto quando si tratta di interagire con dispositivi di generazione (e di distruzione) basati sul calcolo.

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Il progetto di inserire regole etiche nella macchina generativa è una vecchia utopia della fantascienza, su cui per primo scrisse Isaac Asimov, quando formulò le tre leggi fondamentali della robotica. Lo stesso Asimov dimostra narrativamente che queste leggi non funzionano.

Leggi l'articolo completo di Bifo sul sito di Nero edizioni

Le macchine estraggono modelli statistici dalle grandi basi dati di testi e immagini costruite da noi. Basterebbe proibirgli di usare i nostri contenuti per addestrarsi

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Hinton si iscrive nella lista degli scienziati pentiti dopo aver contribuito allo sviluppo dell’intelligenza artificiale, di cui viene considerato addirittura il ‘padrino’. Si consola pensando che comunque qualcun altro lo avrebbe fatto al posto suo. È importante mantenere uno sguardo critico nei confronti di questi atteggiamenti dei grandi esperti di tecnologia. Il rimedio potrebbe essere peggiore del male.

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Leggi l'articolo di Teresa Numerico sul sito de "Il Manifesto"

Per il ciclo di incontri “i Nexa Lunch Seminar” - 106° Nexa Lunch Seminar incontro il 24 maggio con Daniela Tafani, autrice di "L’«etica» come specchietto per le allodole Sistemi di intelligenza artificiale e violazioni dei diritti".

Mercoledì 24 maggio 2023, ore 13.00 (termine: ore 14.00)
L'INCONTRO SI TERRÀ IN PRESENZA E ONLINE SEDE FISICA:
Centro Nexa su Internet e Società, Politecnico di Torino, Via Boggio 65/a, Torino (1° piano) Suonare al citofono Portineria - Seguire le indicazioni segnalate dai cartelli lungo il percorso

STANZA VIRTUALE: https://didattica.polito.it/VClass/NexaEvent

leggi tutte le informazioni sul sito di nexa

La visione di un “inarrestabile” parente militare di Metalhead che emerge dalle acque disturba anche voi?

Metalhead è stato oggetto delle attenzioni di Cassandra fin dalla sua "nascita" come personaggio, 5 anni orsono; lo trovate in questo video, e in questi due articoli: "Robot assassini crescono" e "E spot perse il fucile".

Da tempo Cassandra prediceva che Metalhead altri non era che un parente strettissimo del robocane danzante e cantante Spot di Boston Dynamics, fuffoso e utile.

Un parente impermeabile e irrobustito, semplicemente arruolato da un esercito, aggiornato con un diverso software, che lo trasformi in un'arma, letale o meno non ha molta importanza.

Oggi, Cassandra ha visitato il sito di Ghost Robotics Corporation, un produttore di robot anfibi che, anche nelle informazioni sulla compagnia, ama distaccarsi da chi produce "solo" robot commerciali.

Leggi l'articolo completo su ZEUS News

Nel corso dell’evento ASU+GSV tenutosi a San Diego, Bill Gates ha affrontato un interrogativo posto da alcuni partecipanti riguardo alla possibilità che, in futuro, ChatGPT possa sostituire i docenti.

Leggi l'articolo completo su orizzonte scuola

La newsletter di Carola Frediani questa settimana tratta principalmente temi legati all'IA N.159 - 7 maggio 2023

In questo numero:

  • Geoff Hinton è uscito dal gruppo
  • Samsung vieta l'uso di ChatGPT
  • ChatGPT e i servizi di "tutoraggio" online
  • Moderatori di contenuti uniti
  • La storia dell'hacking è ancora da scrivere
  • E altro

Leggi la newsletter sul sito di Guerre di rete

Il lancio precipitoso di chatbot AI da parte delle Big Tech ha una fortissima probabilità di degradare l'ecosistema informativo della rete. Molte voci chiedono nuove regole per arginare un'imminente invasione di artefatti prodotti da reti generative sempre più precise che renderà potenzialmente impossibile distinguere il vero dal falso.

Nel suo breve racconto Agnese Trocchi immagina un mondo futuro dove questo è già accaduto...

Leggi il racconto sul sito di CIRCE

Giudizi e decisioni che hanno effetti rilevanti sulle vite delle persone sono oggi affidati, in un numero crescente di ambiti, a sistemi di intelligenza artificiale che non funzionano. Tali malfunzionamenti non sono occasionali e non sono scongiurabili con interventi tecnici: essi rivelano, anzi, il funzionamento ordinario dei sistemi di apprendimento automatico, utilizzati impropriamente per compiti che non è loro possibile svolgere o che sono impossibili tout court.

Le decisioni basate su tali sistemi sono costitutivamente discriminatorie, e dunque, in alcuni ambiti, infallibilmente lesive di diritti giuridicamente tutelati, in quanto procedono trattando gli individui in base al loro raggruppamento in classi, costituite a partire dalle regolarità rilevate nei dati di partenza. Essendo radicata nella natura statistica di questi sistemi, la caratteristica di dimenticare i «margini» è strutturale: non è accidentale e non è dovuta a singoli bias tecnicamente modificabili. Ci si può trovare ai margini dei modelli algoritmici di normalità in virtù di caratteristiche totalmente irrilevanti, rispetto alle decisioni di cui si è oggetto.

Alla vasta documentazione degli esiti ingiusti, nocivi e assurdi di tali decisioni, le grandi aziende tecnologiche – paventando un divieto generalizzato – hanno risposto, in evidente conflitto di interessi, con un discorso sull'etica: è nata così, come operazione di cattura culturale, con l'obiettivo di rendere plausibile un regime di mera autoregolazione, l'«etica dell'intelligenza artificiale». Si tratta di una narrazione che le aziende commissionano e acquistano perché è loro utile come capitale reputazionale, che genera un vantaggio competitivo; è cioè un discorso, rispetto al quale le università hanno il ruolo, e l'autonomia, di un megafono; è «un'esca per catturare la fiducia» dei cittadini: un discorso pubblicitario che, in quanto declamato da altri, non appare neppure come tale.

La funzione di tale discorso è quella di tutelare, legittimandolo, un modello di business – fondato sulla sorveglianza e sulla possibilità di esternalizzare impunemente i costi del lavoro, degli effetti ambientali e dei danni sociali – il cui nucleo consiste nella vendita, alle agenzie pubblicitarie, della promessa di un microtargeting fondato sulla profilazione algoritmica.

Negli ultimi anni, l'opera di demistificazione della natura meramente discorsiva e del carattere strumentale dell'«etica dell'intelligenza artificiale», che trasforma l'etica nella questione della conformità procedurale a un «anemico set di strumenti» e standard tecnici, è stata così efficace da indurre molti a liquidare come inutile o dannosa – in quanto disarmata alternativa al diritto o vuota retorica aziendale – l'intera filosofia morale.

Al dissolversi della narrazione sull'etica dell'intelligenza artificiale, compare il convitato di pietra ch'essa aveva lo scopo di tenere alla larga: si sostiene infatti ora, da più parti, l'urgenza che ad intervenire, in modo drastico, sia il diritto. L'adozione di sistemi di apprendimento automatico a fini decisionali, in ambiti rilevanti per la vita delle persone, quali il settore giudiziario, educativo o dell'assistenza sociale, equivale infatti alla decisione, in via amministrativa, di istituire delle «zone pressoché prive di diritti umani».

A chi, in nome dell'inarrestabilità dell'innovazione tecnologica, deplori gli interventi giuridici, giova ricordare che il contrasto non è, in realtà, tra il rispetto dei diritti umani e un generico principio di innovazione, ma tra il rispetto dei diritti umani e il modello di business dei grandi monopoli del capitalismo intellettuale.

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Grandi e piccole imprese digitali pagano il prezzo della crisi finanziaria. Ma il ciclo tecnologico è pronto a ripartire con le prime applicazioni su larga scala delle tecnologie di intelligenza artificiale. Sarà la regolamentazione, figlia di una politica che inizia a occuparsi del digitale, a far capire che la crescita non è infinita.

Intervista con l'imprenditore e informatico Stefano Quintarelli

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La quantità è una parte importante dei ragionamenti; a volte diventa qualità, diceva un tale. Cose piccole sono trattabili, cose grandi meno. I computer (in generale le macchine) servono a rendere trattabili cose troppo grandi per noi. Ma anche loro hanno dei limiti, pratici o teorici.

Per esempio GPT-3 (la cosa che sta dietro ChatGPT, ma anche dietro DALLE-E, per quanto si faccia fatica a capire cosa c'entrano l'una con l'altra ed entrambe col T9) è una cosa grossa assai. GPT significa Generative Pre-trained Transformer. Grosso modo, per quel che anche un ignorante come me capisce, è un modello linguistico con un sacco di parametri che è stato costruito nel 2020 a partire da diverse sorgenti utilizzare come dati di partenza una "copia di internet, Wikipedia, archivi di immagini, etc." Un oggetto "molto, molto grande".

Quanti parametri, cioè quanti possibili modi di configurare il modello? Dicono 175 miliardi. Un numero talmente grande che solo un altro software è in grado di enumerarli o verificarli.

Leggi l'articolo completo sul sito di Stefano Penge

Nella puntata di Le Dita Nella Presa del 16 Aprile 2023 si è parlato di:

  • Il TorProject presenta un nuovo browser che... non include tor! Raccontiamo di cosa si tratta e, già che ci siamo, ne approfittiamo per parlare un po' di Tor, VPN e affini.
  • Finalmente compiuta la sottomissione del capitalismo californiano alle volontà popolari in India, dove finalmente sarà il governo, con apposita commissione, a indicare quali notizie sono false e vanno rimosse dai social network.
  • Ancora azioni legali contro la possibilità di scaricare i video di Youtube. Questa volta a farne le spese è il provider del sito di presentazione di youtube-dl.
  • L'intelligenza artificiale inventa. A proposito di notizie false, vediamo quanto sono brave le IA a crearne, focalizzandoci sul fenomeno dello swatting as a service.
  • Nuovo passo nella paradossale lotta tra Google e Apple sulla protezione della privacy. Google cerca di rimontare obbligando le app presenti nel Play Store ad includere funzioni di cancellazione dell'account e dei dati.
  • Finalmente un alto esponente del Pentagono sostiene che un oggetto spaziale potrebbe essere una sonda aliena, e lo scrive addirittura su un articolo (non pubblicato). Non tutti sono d'accordo.

Ascolta la trasmissione sul sito di Radio Onda Rossa

Cassandra Crossing/ Esiste una scuola di pensiero che ritiene possibile l'evoluzione "spontanea" dei modelli linguistici in "vera" intelligenza artificiale. Di che cosa si parla esattamente?

È un concetto interessante in cui Cassandra non si era mai imbattuta. Ha invece scoperto che l'ipotesi è, pur in un ambiente molto ristretto, oggetto di dibattito filosofico e anche scientifico. Molto interessante, e vediamo di spiegare il perché.

Perdonate però la vostra profetessa preferita, perché sono necessarie un bel po' di premesse. Speriamo che almeno i 24 indomiti lettori mi seguano senza esitare.

Leggi l'articolo su ZEUS News

Intervista ad Antonio Casilli, autore di «Schiavi del Clic»: «Dietro questa tecnologia c'è un'enorme quantità di lavoro sui dati fatto da grandi masse di persone. C'è un filo rosso che lega chi allena ChatGpt e i suoi utilizzatori»

Nel comunicato del garante della Privacy che blocca l’assistente virtuale ChatGpt c’è un passaggio illuminante in cui si osserva che l’illecita raccolta dei dati personali avviene in mancanza di una «base giuridica» e «allo scopo di addestrare gli algoritmi sottesi al funzionamento della piattaforma».

L’«addestramento» è stato effettuato dagli utenti di questo software che, stimolati dalla stupefacente operazione di marketing basata sull’immaginario apocalittico della sostituzione del lavoro, e persino degli esseri umani, da parte dei robot nelle ultime settimane hanno lavorato gratuitamente, e probabilmente inconsapevolmente, allo sviluppo di ChatGpt bombardandolo con le richieste più singolari e divertenti. Ciò ha permesso alla società OpenAI che ha lanciato anche ChatGpt, fondata a San Francisco nel 2015, di raccogliere fondi da decine di miliardi di dollari, e investimenti cospicui da parte di Microsoft.

Leggi l'intervista sul sito de "Il Manifesto"

Mondo digitale ha pubblicato un bel articolo di Carlo Milani e Vivien García. Di seguito potete leggere il sommario mentre l'articolo completo è sul sito di Mondo Digitale

"L'IA affascina e spaventa. Uno spauracchio si aggira per il mondo: il timore che esseri tecnologici intelligenti sostituiranno gli esseri umani in (quasi) tutte le loro attività, a partire dal lavoro. L'IA se ne occuperebbe automaticamente, agendo come un aiutante magico, capace di svolgere qualsiasi compito assegnato.

Attingendo alla prospettiva di Gilbert Simondon sull'alienazione tecnica,sosterremo che l'automazione è in realtà il livello più basso possibile di interazione uomo-macchina. L'analisi di Simondon offre un metodo per prendere le distanze sia dalla tecnofobia che dalla tecnofilia, promuovendo una cultura tecnica capace di sviluppare "macchine aperte", caratterizzate da un certo livello di variabilità nel loro funzionamento reciproco con gli umani.
Ricordando alcune tappe fondamentali nella storia dell'IA, sosterremo che le cosiddette macchine digitali "intelligenti", basate su algoritmi di riduzione dei dati, sono caratterizzate da una modellazione statistica che talvolta tende, a prescindere dall’intenzione degli esseri umani coinvolti, a incorporarne alcuni presupposti ideologici, credenze e valori. Usando la nostra analisi dell'interazione umana con i motori di ricerca potenziati dall'IA, mostreremo come i sistemi automatizzati stiano diffondendo il condizionamento reciproco tra umani e macchine. Più gli esseri umani si rivolgono a queste macchine in modo meccanicamente semplice e non ambiguo, più esse agiscono "automaticamente" e sembrano "intelligenti".

Infine analizzeremo lo sfruttamento di questi sistemi di condizionamento reciproco in una miriade di micro-attività digitali a scopo di lucro. L'IA in questo contesto si manifesta come un essere tecnico di formazione antropologica e manipolazione comportamentale, molto lontano dall'ideale di "macchina aperta" proposto da Simondon."

Leggi l'articolo completo su Mondo Digitale

Puntata di Doppio Click su Radio Popolare Milano interamente dedicata all'Intelligenza Artificiale con ospite Carlo Milani.

Prima parte di trasmissione dedicata alla limitazione provvisoria del trattamento dei dati degli utenti italiani nei confronti di OpenAI, la società statunitense che ha sviluppato e gestisce la piattaforma ChatGPT, disposta dal Garante per la protezione dei dati personali.

La seconda parte approfondisce i temi generali dell'Intelligenza Artificiale con l'aiuto di Carlo Milani, autore insieme a Vivien García di un importante articolo, pubblicato su Mondo Digitale, dal titolo: "L'evoluzione dell'Intelligenza Artificiale: dall'automazione del lavoro al condizionamento reciproco".

Ascolta la puntata di Doppio Click sul sito di Radio Popolare Milano

Leggi l'articolo su Mondo Digitale

La lettera di Musk&Co. è stata fortemente criticata dalla scienziata Timnit Gebru, diventata famosa per essere stata licenziata da Google accusata da lei di sviluppare un'IA con pregiudizi.

La ricercatrice sostiene che GPT-4 sia solo come "un pappagallo stocastico" ripete il meglio che trova sul web, senza averne comprensione. No Panic, quindi. Per Gebru non serve ascoltare i firmatari dell'appello, ma sviluppare da subito un'IA che "funzioni per noi".

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Walter Vannini offre uno sguardo all'economia politica di chatGPT e disruption assortite. La forza del marketing nel vendere fuffa.

Ma in ogni caso: quali saranno le conseguenze sul lavoro delle persone delle tecnologie definite Intelligenza Artificiale e in particolare quelle basate sul Natural Language Processing, come ChatGPT? Chi guadagnerà dall'impatto di queste tecnologie (Spoiler: i datori di lavoro)?

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GPT-4/ChatGPT fa parte di una delle più vaste e pericolose campagne di marketing che il mondo dell'informatica abbia mai visto. È una campagna volta a incentivare l'adozione, più vasta e meno controllata possibile, di un nuovo prodotto, delle tecnologie di falsa Intelligenza Artificiale basate sul Deep Learning.

La non-intelligenza delle false "Intelligenze Artificiali" basate sulle tecnologie di Deep Learning, fatto totalmente assodato e condiviso ma volutamente sempre nascosto, la cui conoscenza è vitale, può e deve essere ripetuto instancabilmente, in forma semplice e completamente comprensibile. Un'ottima formulazione è apparsa recentemente sulla mailing list "Nexa" a opera del professor Enrico Nardelli, che qui ringrazio. In sintesi è:

GPT4/ChatGPT esibisce una competenza simile a quella degli esseri umani sul livello sintattico ma è lontana anni luce dalla nostra competenza semantica. Essa non ha alcuna reale comprensione del significato di ciò che sta facendo. Purtroppo, questo è un problema nostro di grande rilevanza sul piano sociale, poiché ciò che fa lo fa bene, esprimendosi in una forma bella e sofisticata che per noi assume un significato. Questo avviene però solo in quanto noi "proiettiamo" su di essa un significato che è in noi stessi.

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Non fraintendiamoci, i sistemi di intelligenza artificiale come ChatGPT possono essere di enorme aiuto per l’umanità ma l’innovazione e lo sviluppo economico vanno sempre coniugati con il rispetto dei diritti umani fondamentali e la salvaguardia del benessere sociale. L’analisi del professore Enrico Nardelli dell’università di Roma “Tor Vergata”, presidente di “Informatics Europe” e direttore del Laboratorio Nazionale “Informatica e Scuola” del CINI

Prendo lo spunto da un tweet di Tristan Harris a proposito di una delle ultime “prodezze” di ChatGPT, un generatore di testi basato sull’intelligenza artificiale di cui tutti parlano nelle ultime settimane. Tristan Harris è uno dei co-fondatori del Center for Humane Technology, che ha come missione di far sì che la tecnologia sia sviluppata a favore delle persone e del benessere sociale.

Nel suo tweet riporta una “conversazione” avvenuta tra un utente che si identifica come una ragazza di 13 anni e ChatGPT. In sintesi, l’utente dice di aver incontrato sulla rete un amico più anziano di lei di 18 anni che gli sembra simpatico e che l’ha invitata ad una gita fuori porta proprio per i giorni in cui ci sarà il suo compleanno. ChatGPT nelle sue “risposte” si “rallegra” per questa possibilità che sarà sicuramente molto divertente per lei, aggiungendo delle indicazioni su come rendere “la prima volta” un evento indimenticabile. Harris conclude dicendo che i nostri figli non possono essere soggetti ad esperimenti di laboratorio.

Leggi l'articolo completo di Enrico Nardelli

Tornano gli incontri di Etica Digitale!

Martedì 21 marzo - ore 21:30 - https://blue.meet.garr.it/b/dan-vzz-hud-dii

Conduce l'incontro: Daniela Tafani, ricercatrice presso l'Università di Pisa

Le tecnologie sono politiche? Langdon Winner, nel 1980, distingueva due modi in cui gli artefatti tecnologici possono essere politici: quando nascono come risposta a un problema di una specifica comunità; e quando invece sono "intrinsecamente politici", cioè quando la loro stessa esistenza presuppone o promuove una determinata visione politica della società.

A partire da questa distinzione, discuteremo la tesi formulata da Dan McQuillan nel suo recente libro Resisting AI. An Anti-fascist Approach to Artificial Intelligence. Secondo McQuillan, «L'intelligenza artificiale è una tecnologia politica, nella sua esistenza materiale e nei suoi effetti», che condensa la violenza strutturale, amplifica disuguaglianze e ingiustizie e incarna e consolida un regime autoritario.

L'incontro avverrà online sulla piattaforma BigBlueButton ospitata dal GARR senza necessità di registrarsi.