Scuola, il far west dei registri elettronici: pubblicità e videogiochi. L’ira dei presidi: «Dirigenti spesso non consapevoli di ciò che acquistano»

Scuola, il far west dei registri elettronici: pubblicità e videogiochi. L’ira dei presidi: «Dirigenti spesso non consapevoli di ciò che acquistano»

scuola registro elettronico

Sono circa 100mila gli studenti e 200mila i genitori attualmente raggiunti da questi contenuti pubblicitari. Ma potrebbero aumentare nel silenzio della questione

Genitori e studenti di tutta Italia utilizzano il registro elettronico per consultare voti, assenze, ritardi e compiti assegnati a scuola. Una novità, però, sta sollevando polemiche: all’interno dell’app ClasseViva, una delle più diffuse nel Paese, sono spuntati una serie di contenuti commerciali che promuovono servizi di vario genere, dal supporto psicologico alle attività sportive, fino a prestiti studenteschi, corsi di lingue e persino videogame. L’integrazione di questi contenuti all’interno di uno strumento ufficiale della scuola ha sollevato tra i genitori diversi interrogativi su quanto sia corretto veicolare offerte commerciali attraverso un canale destinato alla gestione della didattica della scuola pubblica

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