AI Intelligenza Artificiale Allucinazioni
Naomi Klein, The Guardian, Regno Unito
Le aziende tecnologiche sostengono che l’intelligenza artificiale risolverà molti problemi e migliorerà la vita delle persone. Ma senza regole adeguate produrrà sfruttamento e povertà
Tra i molti dibattiti in corso sulla rapida diffusione della cosiddetta intelligenza artificiale (ia) ce n’è uno relativamente sconosciuto sulla scelta della parola “allucinazioni”. È il termine che i programmatori e i sostenitori dell’ia generativa (quella in grado di generare a richiesta testi, immagini o altro in risposta a una richiesta) usano per descrivere le sue risposte quando sono completamente inventate o semplicemente sbagliate. Per esempio, quando chiediamo a un chatbot (un software che simula la conversazione di un essere umano) la definizione di una cosa che non esiste e il programma, in modo piuttosto convincente, ce ne dà una con tanto di note a piè di pagina false. “Nel nostro campo nessuno è ancora riuscito a risolvere il problema delle allucinazioni”, ha detto di recente Sundar Pichai, l’amministratore delegato di Google e dell’Alphabet, l’azienda che controlla il motore di ricerca californiano.