Pillole

Pillole di informazione digitale

Segnalazioni di articoli su diritti digitali, software libero, open data, didattica, tecno-controllo, privacy, big data, AI, Machine learning...

Ecco perché, secondo un articolo di Key4Biz, serve un nuovo manifesto degli appalti pubblici: Consip e MePa aprano alle PMI italiane dell’innovazione.

La paura che un fornitore di servizi cloud statunitense, come AWS, Microsoft o Google, possa essere “spento” a causa di un ordine esecutivo o di una decisione privata (ad esempio, un ipotetico spegnimento di Starlink in Ucraina da parte di Musk) ha rappresentato il vero campanello d’allarme per l’UE. Questa preoccupazione non è teorica e non è retorica: è radicata in veri cambiamenti geopolitici, come il disimpegno di Donald Trump dalla NATO (tema al centro del bilaterale tra Emmanuel Macron e Giorgia Meloni) o la riduzione della condivisione di intelligence con alleati come l’Ucraina. Ormai è chiaro a tutti che la dipendenza dai servizi cloud basati negli Stati Uniti per infrastrutture critiche – civili e militari -espone l’Europa a rischi esistenziali se i servizi vengono interrotti o l’accesso ai dati è compromesso da leggi USA come il FISA o il Cloud Act.

Sovranità digitale priorità della Ue
Questa vulnerabilità ha spinto l’UE – stavolta con una retorica quasi stucchevole perché non dà seguito a fatti – a dare priorità alla sovranità digitale, in particolare nel Cloud Computing, dove i GAFAM dominano (AWS, Microsoft e Google controllano due terzi del mercato globale del cloud).

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Parassita perfetto: smartphone sfrutta dopamina e algoritmi per tenerci schiavi. Scienza propone "polizia digitale" per liberarci.

Pensavate di possedere uno smartphone? Sbagliato: è lui che possiede voi. Se non state leggendo queste righe da un cellulare, probabilmente il vostro telefono è lì accanto che aspetta. Vibra, suona, lampeggia, fa di tutto per catturare la vostra attenzione. Secondo Rachael Brown dell’Australian National University e i suoi colleghi, questa non è più una relazione simbiotica dove entrambi traete beneficio. È diventata una forma di parassitismo evoluto, dove voi fate da ospiti inconsapevoli a un parassita digitale che ha imparato a manipolare i vostri istinti più profondi per tenervi incollati allo schermo.

Dal mutualismo al parassitismo: un’evoluzione darwiniana

La ricerca applica i principi dell’evoluzione darwiniana al rapporto uomo-tecnologia. Brown e il suo team spiegano che inizialmente la relazione era mutualistica: noi traevamo beneficio dalla tecnologia e la tecnologia “prosperava” grazie al nostro utilizzo. Ma poi è successo qualcosa di evolutivamente prevedibile: il mutualismo si è trasformato in parassitismo. Non è un fenomeno raro in natura. Molti organismi che iniziano come simbionti benefici finiscono per diventare parassiti quando le condizioni evolutive lo favoriscono.

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Lo annuncia il fondatore dell'app di messaggistica Pavel Durov, la partnership è da 300 milioni di dollari

Con un messaggio sul proprio canale ufficiale di Telegram, il fondatore Pavel Durov ha ufficializzato l'accordo con Elon Musk che porterà quest'estate tutte le funzionalità di intelligenza artificiale basate su Grok a bordo dell'app di messaggistica. Secondo le informazioni diffuse, si tratta di una partnership da 300 milioni di dollari, che potrà dare un bel boost al servizio multipiattaforma per cerare di pareggiare i conti con gli eterni rivali di WhatsApp con la loro soluzione proprietaria basata su Meta AI.

L'accordo avrà una durata di un anno e le funzionalità riguarderanno la platea globale degli utilizzatori di Telegram, stimata in circa un miliardo di utenti. Già da qualche tempo Grok era disponibile per gli abbonati a Telegram Premium, ma presto sarà sfruttabile anche gratuitamente.

Durov specifica come Telegram riceverà la somma di 300 milioni in dollari e azioni di xAI e otterrà anche il 50% dei ricavi dagli abbonamenti a xAI che saranno sottoscritti dagli utenti che arrivano appunto dall'app.

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I cellulari che abbiamo in tasca ci offrono un enorme ventaglio di possibilità, ma ogni app, ogni login, ogni geolocalizzazione può far breccia nella nostra sicurezza digitale. Così come esistono modi per tenere sotto controllo le nostre comunicazioni, però, esistono anche strategie per verificare di non essere vittime della sorveglianza digitale.

Un approccio critico è indispensabile per vivere nel mondo del web senza subirlo: ne parliamo con Raffaele Angius, giornalista di IrpiMedia, a Cagliari per partecipare all'Hackmeeting, l'appuntamento annuale degli hacker.

Chi sono oggi gli hacker, dove operano, che cosa è cambiato dagli albori del web? Risponde Giuliana Sorci, autrice del libro "Server ribelli. R-esistenza digitale e hacktivismo nel Fediverso in Italia" (Meltemi editore, 2025). Al microfono Elisabetta Tola

Ascolta l'audio su RaiPlay Sound

Qui il programma dell'Hackmeeting

Dopo l'assemblea dell'8 Maggio ad Acrobax, l'istanza romana di Gancio esce dalla sperimentazione e diventa ancora più "ufficiale". Raccontiamo quindi cos'è e come si usa questa agenda di movimento, spiegando in modo dettagliato come si aggiungono gli eventi, se e come crearsi un utente... ma anche come stampare facilmente una locandina con la lista degli eventi della prossima settimana.

Ascolta l'audio del racconto di roma.convoca.la (Gancio de Roma)

Passiamo poi a parlare di Pedagogia Hacker, raccontando come, con un approccio esperenziale, mescolando l'attitudine hacker e la pedagogia degli oppressi di Paulo Freire, ci permetta di capire meglio il modo in cui ci relazioniamo con le macchine, togliendo degli strati e quindi riducendo l'alienazione tecnica e aprendo possibilità di liberazione.

Ascolta l'audio sulla Pedagogia Hacker, corsi e laboratori

Concludiamo con il racconto dell'esperienza di Gazaweb, una pratica di resistenza all'occupazione israeliana. Ricordiamo che subito dopo l'alluvione al-aqsa Israele ha colpito duramente le comunicazioni telematiche nella striscia di Gaza, di fatto isolandola completamente. Gazaweb cerca di mantenere delle possibilità di comunicazione, affidandosi alla tecnologia della e-SIM e al fondamentale lavoro dei giardinieri della rete.

Ascolta l'audio sull'esperiena di gazaweb e gli alberi della rete, corsi e laboratori

Ascolta la puntata completa sul sito di Radio Onda Rossa

L’incontro annuale delle controculture digitali italiane quest'anno avrà luogo dal 30 maggio al primo giugno nello spazio di sa Domu nel centro di Cagliari.

L’hackmeeting è l’incontro annuale delle controculture digitali italiane, di quelle comunità che si pongono in maniera critica rispetto ai meccanismi di sviluppo delle tecnologie all’interno della nostra società. Ma non solo, molto di più. Lo sussurriamo nel tuo orecchio e soltanto nel tuo, non devi dirlo a nessuno: l’hackit è solo per hackers, ovvero per chi vuole gestirsi la vita come preferisce e sa s/battersi per farlo. Anche se non ha mai visto un computer in vita sua.

Tre giorni di seminari, giochi, dibattiti, scambi di idee e apprendimento collettivo, per analizzare assieme le tecnologie che utilizziamo quotidianamente, come cambiano e che stravolgimenti inducono sulle nostre vite reali e virtuali, quale ruolo possiamo rivestire nell’indirizzare questo cambiamento per liberarlo dal controllo di chi vuole monopolizzarne lo sviluppo, sgretolando i tessuti sociali e relegandoci in spazi virtuali sempre più stretti.

Anche quest'anno è ricchissimo il progrmama di laboratori, seminari ed incontri. Si comincia venerdì 30 alle ore 15 per finire domenica alle ore 11 con l'assemblea finale.

Gli incontri sono sia tecnici (es.: reti neurali in Python) che di riflessione e dibattito (diverse le presentazioni di libri). Non mancheranno incontri divulgativi e laboratori di autodifesa digitale.

Il programma si trova sul sito dell'hackmeeting dove si trovano anche tutte le altre informazioni

Lo scorso 16 maggio a Bologna si è tenuta una discussione, in un evento di preparazione alla Bologna Anarchist Book Fair che si terrà il prossimo settembre, su alcuni progetti web nati e sviluppatisi negli ambienti dell’antagonismo e dei centri sociali. L’evento è stato descritto come Archivi digitali dei movimenti sociali: memoria collettiva e riappropriazione tecnologica.

Alla discussione hanno partecipato Grafton9, il non più attivo NGVision, ed ECN Antifa. Tre progetti apertamente diversi nella forma, nei contenuti trattati e nell’organizzazione. Sintetizzando i tre progetti hanno in comune il desiderio di curare le informazioni: un processo di cura volto alla riorganizzazione, alla semplificazione, ed infine alla condivisione.

Oggi, nell’uso quotidiano del web, i movimenti dimostrano una scarsa capacità di cura, che si riflette in una frammentazione e dispersione dei contenuti, spesso con limiti di accesso, e quindi con una conseguente difficoltà nella conservazione per il futuro.

Questo bisogno di riprendersi cura del web oggi viene espresso da diversi fronti, spesso collocato sotto la definizione di “giardino digitale”

Leggi l'articolo completo in cui trovi anche una serie di link sull'argomento.

Tra body cam, riconoscimento facciale e decreto sicurezza i diritti umani in Italia vanno sempre peggio. Il rapporto annuale di Amnesty International, presentato lunedì 28 aprile a Roma, non fa classifiche, come accade per altri indici, come quello internazionale sulla trasparenza. Ma dalla conferenza stampa e, soprattutto, dalle pagine del volume, si delinea un quadro a dir poco complesso.

A preoccupare la ong è, tra gli altri temi, anche l'utilizzo indiscriminato delle nuove tecnologie, dell'intelligenza artificiale e delle piattaforme come strumenti di repressione e di diffusione di notizie false e fuorvianti, Quella che il portavoce di Amnesty International Italia, Riccardo Noury, definisce “miscela malefica tra autoritarismo e tecnocrazia”.

Il paradosso italiano è che invece di dare la possibilità a chi manifesta pacificamente di segnalare abusi commessi dalle forze dell'ordine attraverso codici identificativi apposti sulle divise, si dotano queste ultime di strumenti tecnologici avanzati per colpire e identificare i manifestanti.

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Un’inchiesta del New York Times parte da un rapporto Wood MacKenzie e dagli aumenti dei prezzi degli ultimi anni: privati e piccole imprese potrebbero caricarsi ulteriormente sulle spalle gli oneri degli aggiornamenti della rete necessari a Big tech.

Famiglie e piccole imprese statunitensi stanno pagando l’energia a prezzi maggiorati, negli ultimi anni, ma le tariffe elettriche a loro carico potrebbero aumentare ulteriormente, a breve. E la ragione non è in quel che consumano loro, ma in quel che consuma il settore Big tech per mandare avanti datacenter e servizi di Intelligenza artificiale (Artificial intelligence, AI).

Secondo i dati citati dal NYT si prevede che la domanda di elettricità in alcune parti degli Stati Uniti aumenterà fino al 15% solo nei prossimi quattro anni. «Il rapido aumento dei datacenter, che utilizzano l'elettricità per alimentare i server di computer e mantenerli freschi, ha messo a dura prova molte utility», scrive il quotidiano statunitense. Oltre a investire per soddisfare la domanda, i servizi pubblici stanno spendendo miliardi di dollari per rendere i loro sistemi più sicuri contro incendi, uragani, ondate di calore, tempeste invernali e altre condizioni meteorologiche estreme: «I disastri naturali, molti dei quali sono legati al cambiamento climatico, hanno reso le reti elettriche più inaffidabili degli Stati Uniti. Questa spesa è uno dei motivi principali per cui le tariffe dell'elettricità sono aumentate negli ultimi anni».

Negli Stati Uniti e in Europa tali costi vengono al momento “socializzati” e redistribuiti sulle bollette di tutti gli utenti. Un approccio comprensibile se l’obiettivo è un bene comune (per esempio la decarbonizzazione grazie al passaggio alle rinnovabili). Ma se invece gli investimenti in infrastrutture energetiche servono a facilitare i già colossi guadagni dei giganti digitali, è giusto che a pagare siano le famiglie e le piccole imprese?

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Riprendiamo il tema, trattato nella scorsa puntata, dell'uso di un Signal modificato da parte dell'amministrazione Trump. Ora sono emersi alcuni dettagli sull'hack grazie al quale si sono scoperte molte informazioni, e i dettagli mostrano un'inettitudine inaspettata.

Vediamo per sommi capi il programma dell'Hackmeeting (30 Maggio - 2 Giugno) a Cagliari.

Un report curato da State Watch e La quadrature du net dettaglia l'uso dei sistemi digitali, inclusi quelli di polizia predittiva, da parte delle polizie francesi.

Entriamo nel terreno delle notiziole:

  • furto di identità
  • multe e vicissitudini varie per alcune delle grandi aziende della tecnologia statunitensi
  • Whatsapp vince la causa contro NSO relativa all'(ab)uso dei server di Whatsapp per l'installazione di Pegasus
  • Trump chiude di tutto un po': dal database degli eventi climatici estremi, all'accesso internet nelle scuole pubbliche... in compenso dà il via libera all'IA per sostituire gli impiegati licenziati.

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