Pillole

Pillole di informazione digitale

Segnalazioni di articoli su diritti digitali, software libero, open data, didattica, tecno-controllo, privacy, big data, AI, Machine learning...

Nelle ultime settimane, hanno suscitato grande scalpore alcune applicazioni sviluppate per segnalare alle autorità competenti i cittadini stranieri che vivono illegalmente negli Stati Uniti. In particolare, secondo The Verge, a ricevere il sostegno di Donald Trump e dei filotrumpiani è stata ICERAID, un’app che promette di premiare con una criptovaluta proprietaria, il token RAID, “i cittadini che acquisiscono, caricano e convalidano le prove fotografiche di otto categorie di sospette attività criminali”. Tra queste i maltrattamenti di animali, i rapimenti, gli omicidi, le rapine, gli atti terroristici e, naturalmente, l’immigrazione clandestina.

[...] La tecnologia per difendersi dalla politica di Trump

Con l’intensificarsi delle azioni, politiche e non, messe in campo da Donald Trump per combattere l’immigrazione clandestina, anche i migranti stanno ricorrendo alla tecnologia per sfuggire ai raid delle forze dell’ordine e assicurarsi una permanenza nel paese. Secondo quanto riferito da Newsweek, nelle ultime settimane sta riscuotendo un buon successo SignalSafe, un’app di community reporting usata dai migranti o chi li aiuta per segnalare le operazioni degli agenti federali e della polizia locale. Una piattaforma che dichiara di non voler ostacolare le attività dell’ICE (United States Immigration and Customs Enforcement), ma che ha l’obiettivo di “dare potere alle comunità fornendo ai cittadini uno strumento per segnalare e condividere quello che accade negli spazi pubblici”, come riferiscono gli sviluppatori dell’applicazione, che per il momento hanno preferito mantenere segreta la loro identità.

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Builder.AI è una startup londinese nata nel 2016 con la promessa di offrire un assistente AI in grado di sviluppare app e software in pochi secondi e in modo quasi completamente automatizzato. Oggi è in bancarotta per aver gonfiato i bilanci, oltre a essere stata accusata di sfruttare il lavoro umano molto più di quanto abbia mai ammesso.

Le bugie hanno le gambe corte, anche quando sei una startup quotata 1,5 miliardi di dollari. In questi giorni ha fatto il giro del mondo la notizia del fallimento di Builder.AI, un'azienda tech con base a Londra, che dopo aver ricevuto per anni milioni di investimenti, anche da colossi come Microsoft, ha dovuto fare i conti con la verità.

Builder.AI è stata fondata nel 2016 come una startup innovativa nel settore dell'intelligenza artificiale. Il suo fiore all'occhiello era "Natasha", un assistente AI in grado di sviluppare software e app in modo del tutto automatizzato. O almeno, questo era quello che prometteva.

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Meta, colosso tech fondato da Mark Zuckerberg, e Anduril, la società di tecnologie per la difesa di Palmer Luckey (fondatore di Oculus acquisita da Facebook), stanno collaborando su una gamma di prodotti XR integrati, progettati specificamente per i soldati americani.

Il ceo di Anduril, Palmer Luckey, ha elogiato la partnership come una spinta tecnologica necessaria per le forze armate. “Di tutti i settori in cui la tecnologia a duplice uso può fare la differenza per l’America, questo è quello che mi entusiasma di più”, ha affermato Luckey. “La mia missione è da tempo quella di trasformare i combattenti in tecnomanti, e i prodotti che stiamo sviluppando con Meta fanno proprio questo”.

Da parte sua Zuckerberg ha dichiarato nella nota che “Meta ha trascorso l’ultimo decennio a sviluppare intelligenza artificiale e realtà aumentata per abilitare la piattaforma informatica del futuro”. “Siamo orgogliosi di collaborare con Anduril per contribuire a portare queste tecnologie ai militari americani che proteggono i nostri interessi in patria e all’estero” ha aggiunto il numero uno di Meta.

Non va dimenticato che solo lo scorso novembre Meta ha cambiato politica per aprire Llama al governo degli Stati Uniti per “applicazioni di sicurezza nazionale”. Tra gli appaltatori governativi a cui Meta stava aprendo Llama ci sono Amazon Web Services, Lockheed Martin, Microsoft, Palantir e appunto Anduril.

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Ecco perché, secondo un articolo di Key4Biz, serve un nuovo manifesto degli appalti pubblici: Consip e MePa aprano alle PMI italiane dell’innovazione.

La paura che un fornitore di servizi cloud statunitense, come AWS, Microsoft o Google, possa essere “spento” a causa di un ordine esecutivo o di una decisione privata (ad esempio, un ipotetico spegnimento di Starlink in Ucraina da parte di Musk) ha rappresentato il vero campanello d’allarme per l’UE. Questa preoccupazione non è teorica e non è retorica: è radicata in veri cambiamenti geopolitici, come il disimpegno di Donald Trump dalla NATO (tema al centro del bilaterale tra Emmanuel Macron e Giorgia Meloni) o la riduzione della condivisione di intelligence con alleati come l’Ucraina. Ormai è chiaro a tutti che la dipendenza dai servizi cloud basati negli Stati Uniti per infrastrutture critiche – civili e militari -espone l’Europa a rischi esistenziali se i servizi vengono interrotti o l’accesso ai dati è compromesso da leggi USA come il FISA o il Cloud Act.

Sovranità digitale priorità della Ue
Questa vulnerabilità ha spinto l’UE – stavolta con una retorica quasi stucchevole perché non dà seguito a fatti – a dare priorità alla sovranità digitale, in particolare nel Cloud Computing, dove i GAFAM dominano (AWS, Microsoft e Google controllano due terzi del mercato globale del cloud).

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Parassita perfetto: smartphone sfrutta dopamina e algoritmi per tenerci schiavi. Scienza propone "polizia digitale" per liberarci.

Pensavate di possedere uno smartphone? Sbagliato: è lui che possiede voi. Se non state leggendo queste righe da un cellulare, probabilmente il vostro telefono è lì accanto che aspetta. Vibra, suona, lampeggia, fa di tutto per catturare la vostra attenzione. Secondo Rachael Brown dell’Australian National University e i suoi colleghi, questa non è più una relazione simbiotica dove entrambi traete beneficio. È diventata una forma di parassitismo evoluto, dove voi fate da ospiti inconsapevoli a un parassita digitale che ha imparato a manipolare i vostri istinti più profondi per tenervi incollati allo schermo.

Dal mutualismo al parassitismo: un’evoluzione darwiniana

La ricerca applica i principi dell’evoluzione darwiniana al rapporto uomo-tecnologia. Brown e il suo team spiegano che inizialmente la relazione era mutualistica: noi traevamo beneficio dalla tecnologia e la tecnologia “prosperava” grazie al nostro utilizzo. Ma poi è successo qualcosa di evolutivamente prevedibile: il mutualismo si è trasformato in parassitismo. Non è un fenomeno raro in natura. Molti organismi che iniziano come simbionti benefici finiscono per diventare parassiti quando le condizioni evolutive lo favoriscono.

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Lo annuncia il fondatore dell'app di messaggistica Pavel Durov, la partnership è da 300 milioni di dollari

Con un messaggio sul proprio canale ufficiale di Telegram, il fondatore Pavel Durov ha ufficializzato l'accordo con Elon Musk che porterà quest'estate tutte le funzionalità di intelligenza artificiale basate su Grok a bordo dell'app di messaggistica. Secondo le informazioni diffuse, si tratta di una partnership da 300 milioni di dollari, che potrà dare un bel boost al servizio multipiattaforma per cerare di pareggiare i conti con gli eterni rivali di WhatsApp con la loro soluzione proprietaria basata su Meta AI.

L'accordo avrà una durata di un anno e le funzionalità riguarderanno la platea globale degli utilizzatori di Telegram, stimata in circa un miliardo di utenti. Già da qualche tempo Grok era disponibile per gli abbonati a Telegram Premium, ma presto sarà sfruttabile anche gratuitamente.

Durov specifica come Telegram riceverà la somma di 300 milioni in dollari e azioni di xAI e otterrà anche il 50% dei ricavi dagli abbonamenti a xAI che saranno sottoscritti dagli utenti che arrivano appunto dall'app.

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I cellulari che abbiamo in tasca ci offrono un enorme ventaglio di possibilità, ma ogni app, ogni login, ogni geolocalizzazione può far breccia nella nostra sicurezza digitale. Così come esistono modi per tenere sotto controllo le nostre comunicazioni, però, esistono anche strategie per verificare di non essere vittime della sorveglianza digitale.

Un approccio critico è indispensabile per vivere nel mondo del web senza subirlo: ne parliamo con Raffaele Angius, giornalista di IrpiMedia, a Cagliari per partecipare all'Hackmeeting, l'appuntamento annuale degli hacker.

Chi sono oggi gli hacker, dove operano, che cosa è cambiato dagli albori del web? Risponde Giuliana Sorci, autrice del libro "Server ribelli. R-esistenza digitale e hacktivismo nel Fediverso in Italia" (Meltemi editore, 2025). Al microfono Elisabetta Tola

Ascolta l'audio su RaiPlay Sound

Qui il programma dell'Hackmeeting

Dopo l'assemblea dell'8 Maggio ad Acrobax, l'istanza romana di Gancio esce dalla sperimentazione e diventa ancora più "ufficiale". Raccontiamo quindi cos'è e come si usa questa agenda di movimento, spiegando in modo dettagliato come si aggiungono gli eventi, se e come crearsi un utente... ma anche come stampare facilmente una locandina con la lista degli eventi della prossima settimana.

Ascolta l'audio del racconto di roma.convoca.la (Gancio de Roma)

Passiamo poi a parlare di Pedagogia Hacker, raccontando come, con un approccio esperenziale, mescolando l'attitudine hacker e la pedagogia degli oppressi di Paulo Freire, ci permetta di capire meglio il modo in cui ci relazioniamo con le macchine, togliendo degli strati e quindi riducendo l'alienazione tecnica e aprendo possibilità di liberazione.

Ascolta l'audio sulla Pedagogia Hacker, corsi e laboratori

Concludiamo con il racconto dell'esperienza di Gazaweb, una pratica di resistenza all'occupazione israeliana. Ricordiamo che subito dopo l'alluvione al-aqsa Israele ha colpito duramente le comunicazioni telematiche nella striscia di Gaza, di fatto isolandola completamente. Gazaweb cerca di mantenere delle possibilità di comunicazione, affidandosi alla tecnologia della e-SIM e al fondamentale lavoro dei giardinieri della rete.

Ascolta l'audio sull'esperiena di gazaweb e gli alberi della rete, corsi e laboratori

Ascolta la puntata completa sul sito di Radio Onda Rossa

L’incontro annuale delle controculture digitali italiane quest'anno avrà luogo dal 30 maggio al primo giugno nello spazio di sa Domu nel centro di Cagliari.

L’hackmeeting è l’incontro annuale delle controculture digitali italiane, di quelle comunità che si pongono in maniera critica rispetto ai meccanismi di sviluppo delle tecnologie all’interno della nostra società. Ma non solo, molto di più. Lo sussurriamo nel tuo orecchio e soltanto nel tuo, non devi dirlo a nessuno: l’hackit è solo per hackers, ovvero per chi vuole gestirsi la vita come preferisce e sa s/battersi per farlo. Anche se non ha mai visto un computer in vita sua.

Tre giorni di seminari, giochi, dibattiti, scambi di idee e apprendimento collettivo, per analizzare assieme le tecnologie che utilizziamo quotidianamente, come cambiano e che stravolgimenti inducono sulle nostre vite reali e virtuali, quale ruolo possiamo rivestire nell’indirizzare questo cambiamento per liberarlo dal controllo di chi vuole monopolizzarne lo sviluppo, sgretolando i tessuti sociali e relegandoci in spazi virtuali sempre più stretti.

Anche quest'anno è ricchissimo il progrmama di laboratori, seminari ed incontri. Si comincia venerdì 30 alle ore 15 per finire domenica alle ore 11 con l'assemblea finale.

Gli incontri sono sia tecnici (es.: reti neurali in Python) che di riflessione e dibattito (diverse le presentazioni di libri). Non mancheranno incontri divulgativi e laboratori di autodifesa digitale.

Il programma si trova sul sito dell'hackmeeting dove si trovano anche tutte le altre informazioni

Lo scorso 16 maggio a Bologna si è tenuta una discussione, in un evento di preparazione alla Bologna Anarchist Book Fair che si terrà il prossimo settembre, su alcuni progetti web nati e sviluppatisi negli ambienti dell’antagonismo e dei centri sociali. L’evento è stato descritto come Archivi digitali dei movimenti sociali: memoria collettiva e riappropriazione tecnologica.

Alla discussione hanno partecipato Grafton9, il non più attivo NGVision, ed ECN Antifa. Tre progetti apertamente diversi nella forma, nei contenuti trattati e nell’organizzazione. Sintetizzando i tre progetti hanno in comune il desiderio di curare le informazioni: un processo di cura volto alla riorganizzazione, alla semplificazione, ed infine alla condivisione.

Oggi, nell’uso quotidiano del web, i movimenti dimostrano una scarsa capacità di cura, che si riflette in una frammentazione e dispersione dei contenuti, spesso con limiti di accesso, e quindi con una conseguente difficoltà nella conservazione per il futuro.

Questo bisogno di riprendersi cura del web oggi viene espresso da diversi fronti, spesso collocato sotto la definizione di “giardino digitale”

Leggi l'articolo completo in cui trovi anche una serie di link sull'argomento.