Pillole

Pillole di informazione digitale

Segnalazioni di articoli su diritti digitali, software libero, open data, didattica, tecno-controllo, privacy, big data, AI, Machine learning...

Parigi chiede a Bruxelles di agire contro le ingerenze di Musk.

Prima Elon Musk, poi Mark Zuckerberg. Quasi una manovra a tenaglia. Il primo destabilizza l'Europa prendendo di mira capi di Stato e di governo nei suoi post e spinge i movimenti di estrema destra, il secondo - sull'onda di una conversione tardiva al trumpismo - si scaglia contro l'eccessiva regolamentazione dell'Unione Europea ed evoca persino la censura. L'Ue non vuole alzare i toni, pur vedendo le nubi addensarsi all'orizzonte.

Non è il suo stile, diciamo. Eppure tocca marcare il territorio: "La moderazione dei contenuti - nota Bruxelles - non significa censura". "La libertà di espressione è al centro del Digital Services Act (Dsa), che stabilisce le regole per gli intermediari online per contrastare i contenuti illegali, salvaguardando la libertà di espressione e d'informazione online: nessuna disposizione del Dsa obbliga le piattaforme a rimuovere i contenuti leciti", dichiara all'ANSA un portavoce della Commissione Europea in risposta alle accuse del patron di Facebook.

Link all'articolo qui

Le mani sulle reti L’eccezionalismo muskiano sembra una categoria analitica fallace (come anche «tecnodestra» ma sarebbe un altro discorso) che dietro la cortina di fumo creata intorno al personaggio rischia di ostacolare la comprensione di fenomeni strutturali ben più importanti.

Nel dibattito pubblico italiano ed europeo si sta affermando una sorta di eccezionalismo muskiano. Molti commentatori e politici, infatti, descrivono Elon Musk come fosse un fenomeno nuovo e totalmente a sé stante nel panorama del digitale (o, più in generale, dei grandi detentori di capitali). Alcune questioni di fondo vanno chiarite per evitare di trovarsi spiazzati quando un altro miliardario tecnocrate, come è adesso il caso di Zuckerberg, compie mosse che vanno incontro al nuovo potere trumpiano. Dove sarebbe allora questo eccezionalismo di Musk? Quello che fa veramente la differenza non sono tanto le sue parole.

Quello che mi sembra di gran lunga più importante è il processo che ha portato tutti i principali Paesi europei, con l’Italia in prima fila, a consegnare a una manciata di imprese statunitensi il controllo di tre infrastrutture essenziali, ovvero, le infrastrutture di comunicazione, archiviazione ed elaborazione delle informazioni. Stati che non controllino, anche fisicamente, queste infrastrutture sono, per dirla in maniera delicata, a sovranità limitata.

Leggi l'articolo di J.C. De Martin

Ultimo atto di una strategia di avvicinamento a Donald Trump, ma anche punto finale del distanziamento di Meta dalla stagione “liberal” aperta nel 2016. La decisione avrà riflessi sulle organizzazioni giornalistiche che si occupavano di verificare le notizie

Meta chiude il suo programma di fact-checking e punta a sostituirlo con un sistema di “note della comunità” simile a quello introdotto sul social concorrente X, di proprietà di Elon Musk. È un passo definitivo per l’azienda di Mark Zuckerberg, che rivoluziona l’approccio del gruppo che possiede i social Facebook, Instagram e Threads e la app di messaggistica Whatsapp rispetto all’informazione e ai media tradizionali.

Il Ceo di Meta lo ha annunciato di persona martedì in un video su Facebook. Nel suo discorso fa esplicito riferimento al mutato panorama politico e sociale, e parlando del desiderio di abbracciare “la libertà di parola”, ossia il free speech che è diventato lo slogan di Elon Musk dopo l’acquisto della piattaforma Twitter, oggi rinominata X. Ma cita anche i “troppi errori” commessi dal sistema di moderazione dei contenuti di Meta e in particolare gli scandali scoppiati durante le elezioni presidenziali Usa.

Leggi tutto

Versione non integrale e privo dell’apparato delle note, di un articolo uscito sul numero 64 della rivista Le nuove frontiere della scuola.

Questo breve dialogo è la continuazione e la sintesi di un confronto molto fecondo, che dura ormai da tempo, sulle tematiche del digitale e su un’idea della tecnologia non asservita ai grandi interessi economici. L’intenzione è quella di liberare la riflessione attorno alle nuove tecnologie, e all’Intelligenza artificiale in particolare, dal pensiero magico e dal tecnoentusiasmo del PNRR sulla scuola

Luca Malgioglio: Stefano, la lettura del tuo bellissimo libro sull’intelligenza artificiale mi ha aiutato a chiarire un paio di questioni che mi piacerebbe approfondire ulteriormente insieme a te. La prima la porrei così: l’intelligenza artificiale, come molte altre cose, ci viene presentata come un prodotto senza storia, un dato di fatto tecnologico di fronte al quale l’unico approccio possibile sarebbe quello di capire come utilizzarlo...

leggi l'articolo

Apple pagherà 95 milioni di dollari per evitare un lungo scontro in tribunale. L’accordo extragiudiziale (PDF) è stato raggiunto con lo studio legale che ha denunciato l’azienda di Cupertino per violazione della privacy. Le conversazioni degli utenti sono state registrate tramite Siri e condivise con terze parti.

Link all'articolo qui

Puntata di natale che inizia con un lungo approfondimento sull'uso dei malware in Serbia, con riferimento anche alle tecnologie utilizzate per la loro installazione.

Sempre più chiaro il ruolo attivo di Meta nel silenziare le voci Palestinesi. L'azienda dice che il silenziamento è stato un effetto collaterale non voluto,ma le sue scuse sembrano peggiorare la situazione.

Seguono notizie su Copyright (da youtube alla Serie A), alfabetizzazione informatica, il mondo del bitcoin e altro ancora...

Ascolta l'audio sul sito di Radio Onda Rossa

È sufficiente una veloce ricerca su Shodan o Censys per scoprire oltre 680 stream RTSP pubblici di webcam italiane che mostrano interni di abitazioni, negozi, studi medici… senza alcuna protezione!

Nei momenti di relax mi diverte esplorare i risultati su shodan.io, piattaforma che raccoglie e indicizza le informazioni tecniche sui nodi connessi a Internet. In particolare, la sezione dedicata alle immagini, tra cui flussi RTSP, VNC e RDP, regala sempre sorprese interessanti. Per gioco ho voluto vedere se, a distanza ormai di qualche anno dai miei articoli relativamente ai rischi connessi dalle telecamere domestiche esposte su Internet senza protezione (Insecam, il database delle telecamere pubbliche (a loro insaputa), Oltre 1800 telecamere di sorveglianza italiane esposte sul Web e via dicendo), qualcosa nel panorama nazionale fosse cambiato.

È così bastata una banale query sui flussi RTSP (Real Time Streaming Protocol, il protocollo di trasmissione dati per lo streaming di flussi video, porta tcp 554) geolocalizzati in Italia per ottenere oltre 680 risultati (per la cronaca: “country:it rtsp“).

Tra i vari flussi video esposti in Rete senza protezione, troviamo case private, giardini privati, sale di attesa di studi professionali, negozi e molto altro.

Leggi tutto

L’Ufficio Scolastico Regionale (USR) del Veneto , in collaborazione con gli Uffici Ambiti Territoriali (UU.AA.TT.), ha recentemente pubblicato quanto è stato studiato e proposto dal Gruppo di lavoro regionale sull’Educazione alla Legalità. Questo gruppo ha prodotto un documento dettagliato che illustra come adottare il Software Libero nelle scuole.

Il gruppo di lavoro, composto da circa cento docenti delle scuole della Regione Veneto, ha organizzato quattro incontri formativi e informativi da remoto grazie al coordinamento delle referenti di Legalità, Politiche Giovanili e Partecipazione degli Uffici Ambiti Territoriali di Verona e Vicenza.

Leggi tutto

Il processo a Pegasus L'azienda israeliana condannata a pagare un risarcimento al social network di Meta che verrà fissato in un secondo processo nel 2025

Venerdì 20 dicembre il tribunale del Northern District della California ha dato ragione a Whatsapp in una causa intentata dal social network contro la compagnia di spyware israeliana Nso Group, produttrice e distributrice del software Pegasus.

Per la giudice Phyllis Hamilton Nso Group ha violato la legge federale statunitense in materia di hacking e i termini di servizio di Whatsapp, sfruttando il social network per infettare più di mille smartphone con il proprio spyware Pegasus.

L’entità dei danni che Nso Group dovrà pagare a Whatsapp sarà stabilità in un secondo processo l’anno prossimo.

Pegasus era stato sviluppato da Nso Group nel 2011 e promosso tra le agenzie governative internazionali come strumento per combattere terrorismo e criminalità organizzata.

Leggi l'articolo completo su Il Manifesto

A oltre 140 moderatori di contenuti di Facebook è stato diagnosticato un disturbo post traumatico, causato dall’esposizione prolungata a immagini e video di omicidi, suicidi, abusi sessuali su minori e affini.

A rivelarlo è il Guardian, che ha precisato che i moderatori in questione hanno lavorato tra le 8 e le 10 ore al giorno nella struttura di Samasource in Kenya, una società esterna che si è occupata di gestire l’attività di moderazione per conto di Meta, utilizzando per lo più collaboratori provenienti dall’Africa.

“Le prove sono indiscutibili: moderare Facebook è un lavoro pericoloso che provoca un disturbo da stress post traumatico per tutta la vita a quasi tutti coloro che lo fanno”, ha dichiarato al Guardian Martha Dark, fondatrice di un’organizzazione britannica non a scopo di lucro che sta seguendo il caso dei moderatori kenioti. Ma Meta non ha rilasciato alcun commento al riguardo.

Link all'articolo qui

Come riporta l'Ansa, Facebook ha fortemente limitato la capacità delle agenzie di stampa palestinesi di raggiungere il pubblico durante la guerra tra Israele e Gaza.

In un'analisi completa dei dati di Facebook, Bbc ha scoperto che le redazioni nei territori palestinesi (a Gaza e in Cisgiordania) hanno subito un forte calo del coinvolgimento del pubblico dall'ottobre 2023.

Nel corso dell'ultimo anno, i giornalisti palestinesi hanno espresso il timore che i loro contenuti online siano stati sottoposti allo shadow ban da parte di Meta, ovvero che il numero di persone che li visualizzano sia stato limitato.

Meta è stata già in passato accusata dai palestinesi e dai gruppi per i diritti umani di non aver moderato equamente l'attività online.

Un rapporto indipendente del 2021 commissionato dall'azienda ha affermato che ciò non era intenzionale, ma dovuto alla mancanza di competenze di lingua araba tra i moderatori. Parole e frasi venivano interpretate come offensive o violente, quando in realtà erano innocue.

Rispondendo alla ricerca della BBC, Meta ha ammesso di aver adottato "misure temporanee sui prodotti e sulle politiche" nell'ottobre 2023, per affrontare una sfida nel bilanciare il diritto alla libertà di parola con il fatto che Hamas era sanzionato dagli Stati Uniti e allo stesso tempo considerato un'organizzazione pericolosa dalle politiche dello stesso Meta.

Qui la notizia completa sul sito della BBC.

La Commissione irlandese per la protezione dei dati (Dpc) ha emesso una sanzione di 251 milioni di euro nei confronti di Meta, la società madre di Facebook, per aver trasgredito le normative europee sulla privacy dei dati (Gdpr).

La multa, annunciata martedì 17 dicembre, è il risultato di un’indagine su una violazione di sicurezza risalente a luglio 2017, che ha compromesso oltre tre milioni di account nel territorio dell’Unione Europea.

“Gli individui sono stati esposti a rischi significativi per i loro diritti fondamentali a causa della mancata integrazione dei requisiti di protezione dei dati”, ha affermato Graham Doyle, vice commissario del Dpc irlandese.

La falla è stata causata da un errore di progettazione nella piattaforma Facebook, che ha consentito a soggetti non autorizzati di accedere a profili utente non altrimenti visibili.

Clicca qui per l'articolo completo.

Dove trovare INCLUSIVE DESIGN Guida per siti web, app e prodotti digitali accessibili e a norma di Enrico Bisenzi.

"Quando al mio amico di vecchia data M.L. (che non sta per Marxista Leninista ma insomma…) confidai che Apogeo mi avrebbe pubblicato un libro con classica licenza di copyright esclamò: “Eh ma così svendi i nostri ideali…” (facendo riferimento a passate e comuni mobilitazioni culturali per la libera condivisione del Sapere), una quantità di fiele e amaro invase il mio organismo che non succedeva da quando prendevo l’ennesimo 2-di-picche da giovane e mi ubriacavo di Amaro Lucano per dimenticare…

Eppure io la scelta di Apogeo l’avevo fatta scientemente perché sapevo che poi mi avrebbe consentito di diffondere l’argomento Inclusive Design in maniera molto più capillare di quanto non fossi riuscito a fare fino adesso e, infatti, a distanza di qualche mese dalla pubblicazione mi trovo nelle università, accademie, librerie e biblioteche, web agency e spazi di coworking, ministeri e agenzie governative, scuole, conservatori, enti di beneficenza, gallerie d’arte eccetera a diffondere “il verbo” dell’accessibilità. Però mi era rimasto il rammarico di aver “tradito gli ideali” (!?!) e allora mi sono fatto una domanda: come trasformare un libro protetto da copyright in un’esperienza utente pubblica ovvero open-source? Come farlo rispettando i legittimi interessi economici della casa editrice il cui supporto è stato peraltro preziosissimo in fase di editing e non solo? Ci voleva un hack, ovvero un’intuizione risolutiva, innovativa, attuata con risorse limitate a disposizione e utile socialmente ovvero un atto di #HackerArt… la risposta poteva essere diffondere il libro nel territorio più possibile con l’obiettivo di renderlo reperibile almeno in una biblioteca pubblica per regione italiana!"

Leggi come funziona l'opera d'arte

Il 30 agosto 2022 l’app Spyhide registra un nuovo utente. È un uomo di Milano che vuole sapere se la donna con cui si sta frequentando lo tradisce. Per provare l’applicazione si registra al sito web con il suo indirizzo email e sceglie una password. Spyhide gli fornisce un link .apk (un formato di file contenente un’app Android, ndr) da scaricare sul telefono. Da quel momento in poi l’app registra ogni azione che l’uomo fa con il suo smartphone: messaggi di testo inviati e ricevuti, chiamate in entrata e uscita, spostamenti e numeri presenti in rubrica, foto e video.

L’inchiesta in breve

  • Gli stalkerware sono strumenti di sorveglianza digitale sempre più comuni, usati anche per controllare il partner. Un esempio è Spyhide, app scaricata anche da utenti italiani prima di essere ritirata dal mercato in seguito a un attacco informatico
  • Almeno 64 utenti italiani hanno utilizzato l’app Spyhide infettando almeno 31 persone tra donne e uomini. Le persone contattate hanno dichiarato di aver utilizzato l’app per ragioni quali la sorveglianza senza consenso della partner o per volontà di conoscerne il funzionamento
  • In Italia, secondo una ricerca di Kaspersky pubblicata a febbraio 2024, sono state registrate 252 infezioni su telefoni
  • I Centri antiviolenza e gli spazi autogestiti che trattano vittime di violenza raccontano di aver accolto donne che testimoniano di essere state sorvegliate anche digitalmente
  • Il caso del femminicidio di Giulia Cecchettin esemplifica un collegamento tra sorveglianza digitale e violenza di genere fisica che è ancora ampiamente sottovalutato

leggi l'inchiesta sul sito di IRPIMEDIA

Due giorni di festeggiamenti per il trentennale di AvANa (Avvisi Ai Naviganti).

Venerdì 20 dicembre Dalle 21, workshop

  • scacchi online e sistemi di anticheating
  • digital vinyl system, workshop pratico di utilizzo di software libero per scratchare. Il workshop degenererà in djset di chiusura!

Sabato 21 dicembre
Si inizia dalle 14:30 con 100 CELLENGE: una caccia al tesoro nelle celle del forte! La caccia al tesoro dura fino alle 19!
Dopo cena, evento di gala conclusivo della caccia al tesoro. A seguire, concerto con:

  • Cobol
  • Bionde Elettromagnetiche (?)
  • Dj Set di UAP a seguire

AvANa è un hacklab. Ad inizi anni '90 nasce AvANa bbs. Da li' ha subìto tante trasformazioni.

Qui alcuni link utili se vuoi approfondire:

Avana Timeline. Aggiornata al 2014

intervista su radioblackout

Altre info sul sito di AvANa

Chiuse le indagini per una presunta evasione fiscale di oltre 887 milioni di euro nei confronti dei rappresentanti legali di Meta Platforms Ireland Limited (società che controlla Facebook, Instagram, WhatsApp e Messenger). Lo ha reso noto con un comunicato stampa il procuratore di Milano, Marcello Viola.

Al gruppo Meta viene contestato di aver omesso la dichiarazione di oltre 3,9 miliardi di euro fra il 2015 e il 2021 e aver evaso l’Iva per oltre 887 milioni di euro. Le indagini avrebbero verificato come Meta “acquisisca e gestisca, per scopi commerciali, dati, informazioni personali e interazioni sulle piattaforme di ciascun iscritto” per “consentire agli utenti l’utilizzo” gratuito “del proprio software e dei correlati servizi digitali”, fa sapere il procuratore di Milano. Un “rapporto“, secondo gli investigatori, che andrebbe assoggettato a regimi Iva in quanto ricompreso nella “cornice normativa” della “operazione permutativa“.

Leggi l'articolo

Puntata di domenica 8 dicembre. La prima parte della puntata è dedicata alle variegate malefatte dei soliti noti: Google e Meta.

Prima parliamo della situazione di Google con l'antitrust, che vede avvicinarsi il verdetto anche per quanto riguarda il settore pubblicità. Avevamo già parlato della questione del motore di ricerca, ma questa è un'altra storia.

Passiamo poi ai legami tra grandi aziende e militarismo:

  • Google continua a negare i suoi rapporti con l'apparato militare israeliano, ma i dati sono sempre più chiari
  • Meta si lancia apertamente nelle applicazioni militari dell'intelligenza artificiale generativa
  • Hannah Byrne ha lavorato per anni nel gruppo "antiterrorismo e organizzazioni pericolose", si è licenziata nel 2023, e racconta alcuni dei motivi per cui crede che la selezione dei contenuti fatta da Meta sia sbagliata fin dalla radice

Chiudiamo infine rimandando un audio andato in onda recentemente su Data Center, consumo di energia e di acqua.

Ascolta l'audio sul sito di Radio Onda Rossa

L’introduzione dell’intelligenza artificiale in medicina dovrebbe essere valutata caso per caso, e con grande attenzione. È una tecnologia tutt’altro che neutra, soggetta al problema delle “allucinazioni” e non sempre rispettosa dei protocolli tipici della ricerca scientifica. Errori metodologici pericolosi che un certo marketing asfissiante vuole cancellare. L’analisi di Stefano Borroni Barale

“Cosa succede quando abbiamo messo la decisione [sulla vita o morte di un paziente, ndr] nelle mani di un’inesorabile macchina a cui dobbiamo porre le giuste domande in anticipo, senza comprendere appieno le operazioni o il processo attraverso cui esse troveranno risposta?”. Norbert Wiener, “God and Golem, Inc.”, 1963.

Questa citazione ha aperto un recente congresso sull’uso dell’Intelligenza artificiale (Ai) in ambito sociosanitario durante il quale era intenzione di chi scrive provocare un dibattito per cercare di uscire dallo “spettro delle opinioni accettabili” (Noam Chomsky) e -al contempo- ampliare la comprensione del fenomeno, ripercorrendone la storia.

leggi l'articolo

Sta circolando un’accusa pesante che riguarda il popolarissimo software Word di Microsoft: userebbe i testi scritti dagli utenti per addestrare l’intelligenza artificiale dell’azienda. Se l’accusa fosse confermata, le implicazioni in termini di privacy, confidenzialità e diritto d’autore sarebbero estremamente serie.

Questa è la storia di quest’accusa, dei dati che fin qui la avvalorano, e di come eventualmente rimediare. Benvenuti alla puntata del 25 novembre 2024 del Disinformatico, il podcast della Radiotelevisione Svizzera dedicato alle notizie e alle storie strane dell’informatica.

Le intelligenze artificiali hanno bisogno di dati sui quali addestrarsi. Tanti, tanti dati: più ne hanno, più diventano capaci di fornire risposte utili. Un’intelligenza artificiale che elabora testi, per esempio, deve acquisire non miliardi, ma migliaia di miliardi di parole per funzionare decentemente.

Procurarsi così tanto testo non è facile, e quindi le aziende che sviluppano intelligenze artificiali pescano dove possono: non solo libri digitalizzati ma anche pagine Web, articoli di Wikipedia, post sui social network. E ancora non basta. Secondo le indagini del New York Times, OpenAI, l’azienda che sviluppa ChatGPT, aveva già esaurito nel 2021 ogni fonte di testo in inglese pubblicamente disponibile su Internet.

Per sfamare l’appetito incontenibile della sua intelligenza artificiale, OpenAI ha creato uno strumento di riconoscimento vocale, chiamato Whisper, che trascriveva il parlato dei video di YouTube e quindi produceva nuovi testi sui quali continuare ad addestrare ChatGPT. Whisper ha trascritto oltre un milione di ore di video di YouTube, e dall’addestramento basato su quei testi è nato ChatGPT 4.

Leggi la storia o ascolta l'audio su Attivisimo.me

Non dobbiamo dare lo smartphone per acquisito e limitarci a discuterne l’uso. Dovremmo anche mettere in discussione come è fatto lo smartphone, a tutti i livelli

Da molti mesi si parla con particolare intensità di smartphone e adolescenti. Era qualche anno che se ne discuteva, dando anche vita alle prime iniziative, ma è solo nel 2024 che l’argomento dell’impatto dello smartphone sul benessere psicologico e sulle prestazioni scolastiche dei più giovani è entrato con forza nel dibattito pubblico, conquistando spazio nei media e diventando oggetto di iniziative politiche. In particolare, sono due le proposte intorno alle quali si polarizzano l’attenzione e le proposte: se proibirne o meno l’uso a scuola (come è stato deciso di recente in Italia e in altre Paesi, europei e non) e se proibire o meno del tutto lo smartphone sotto una certa età (per esempio, sotto i 16 anni).

Il modello, insomma, è quello delle sigarette...

Leggi l'articolo di Juan Carlos De Martin sul sito de "Il Manifesto"