Pillole

Pillole di informazione digitale

Segnalazioni di articoli su diritti digitali, software libero, open data, didattica, tecno-controllo, privacy, big data, AI, Machine learning...

Il 21 marzo 2025 ha aperto al pubblico la nuova sede del Museo Interattivo di Archeologia Informatica (MIAI)!

Dopo lo stop imposto dalla pandemia e dopo un complicato trasloco, siamo finalmente in grado di inaugurare la nostra nuova esposizione permanente – fresca di allestimento!

Gli ultimi 5 anni di chiusura al pubblico dell’esposizione ci hanno visti impegnati in numerose attività divulgative, educative e di ricerca. Contemporaneamente abbiamo portato avanti i lavori di adeguamento della nuova sede e di allestimento della nuova esposizione, divertendoci ad arricchirla con opere di arte visiva ed installazioni multimediali a tema, realizzate appositamente per i nuovi spazi.

Il museo comprende centinaia di reperti di informatica storica risalenti fino agli anni ’60, tra mastodontici mainframe, una timeline di personal computer, workstation professionali, arcaiche console giochi, periferiche hardware di ogni genere e una nutrita biblioteca con documentazione tecnica, manuali e letteratura scientifica.

Leggi tutto sul sito del MIAI

Prima parte dedicata ad "Un dos tres: passo passo oltre le big tech", l'iniziativa di AvANa per aiutare le realtà di movimento che vogliono rendere più indipendente la propria presenza nel Web.

Continuiamo poi con una serie di notiziole:

  • Ungheria: il parlamento ungherese proibisce le attività legate al pride e autorizza il riconoscimento facciale per sanzionare le persone che vi partecipano
  • Trump: desecretati materiali relativi all'omicidio Kennedy... inclusi i dati personali di persone che lavoravano nello staff presidenziale al tempo.
  • Piracy Shield contro Google
  • Seagate: dischi usatissimi ma venduti come nuovi

Chiudiamo con gli aggiornamenti sul caso Paragon dopo la pubblicazione, mercoledì sera, di un report da parte di Citizen Lab sulla vicenda.

Ascolta la puntata sul sito di Radio Onda Rossa

Come funziona l’infrastruttura di Internet? Come vengono scambiati i pacchetti di dati da una parte all’altra del mondo? Il traffico voce e dati passa soprattutto sott’acqua

Se la risposta a queste domande non arriva da un percorso di educazione digitale, allora è la geopolitica a rendere tutto più concreto. Sebbene in questi anni si sia parlato spesso di connessioni Internet satellitari, con Starlink di Elon Musk a farla da padrona in Ucraina, la stragrande maggioranza dei dati di Internet passa sott’acqua. Cavi sottomarini di fibra ottica che sembrano infiniti, posti sul fondo del mare con grandi carrucole navali. Secondo le stime, attraverso di loro passa il 98% del traffico internazionale, voce e dati, di più di 7 miliardi di persone. Se i cavi si rompessero, il sistema informatico di interi Paesi andrebbe in tilt, bloccando le forniture di energia, la trasmissione di informazioni sensibili, le transazioni bancarie elettroniche.

Leggi l'articolo sul sito di Guerre di rete

Il luddismo, l'agire di quelle operaie e di quegli operai che agli inizi del 1800 prendevano a martellate o a zoccolate le macchine che toglievano loro lavoro, è comunemente giudicato atteggiamento retrogrado ed infantile. Ad uno sguardo più attento, il luddismo appare invece il primo passo, del tutto comprensibile ed anzi necessario, di reazione ad una novità. L'energia inizialmente indirizzata verso l'inutile attacco alla macchina trova negli anni immediatamente successivi una destinazione costruttiva. Nascono così le mutue, i sindacati, i partiti dei lavoratori. Oggi ci troviamo esattamente nella stessa situazione: seguire i luddisti nel non subire passivamente, trovare vie per rispondere costruttivamente. Questo articolo è stato rifiutato nel 2017 dalla rivista 'Prometeo'. Il motivo: è pessimista, fosco. Ma come scrivo nella conclusione "Credo che ci convenga essere turbati, spaventati, come lo erano i luddisti". Il turbamento è il necessario passaggio iniziale verso una presa di coscienza che si traduce in azione. Ripubblico qui l'articolo senza cambiare una virgola.

Leggi l'articolo di Francesco Varanini

L'intelligenza umana come risposta alternativa all'imposizione dell'intelligenza artificiale e del digitale nel piano scuole 4.0. Interviste a margine dell'incontro tenuto ad Ancora su "la transizione del digitale nella scuola".

L'incontro, inserito nella carovana CUB-COBAS che ha attraversato la penisola, è stato un momento di riflessione e un passo concreto verso una scuola più consapevole e inclusiva, capace di affrontare la trasformazione digitale senza perdere di vista la sua missione educativa e sociale.

Nel servizio della Tgr Marche le interviste a: Stefano Borroni Barale (Docente formatore sindacale Cub-Sur), Ferdinando Alliata (Consulente del lavoro Cobas), e Vittorio Sergi (Docente Rds Cgil Ancona)

Guarda il servizio

Meta, la società che controlla Facebook e Instagram, sta facendo di tutto per evitare che Careless People, un libro molto critico nei suoi confronti, continui a essere venduto e diffuso. La scorsa settimana ha ottenuto in tribunale che l’autrice Sarah Wynn-Williams, una ex dipendente di Facebook, sospenda la promozione del libro in attesa di una decisione sull’eventuale violazione del contratto che aveva firmato con Meta. Nonostante la decisione, il libro continua a essere venduto e la casa editrice Macmillan ha detto di non avere intenzione di ritirarlo.

Il libro cita anche il periodo intorno al 2016, quando Facebook decise di fornire assistenza con il proprio personale alla campagna elettorale per Donald Trump, che vinse poi le elezioni contro Hillary Clinton. Wynn-Williams aggiunge che – in seguito al successo di Trump – Zuckerberg valutò seriamente di candidarsi alla presidenza degli Stati Uniti, tenendo alcuni discorsi negli stati in bilico in cui suonava «come un bambino che pensa che un presidente parli in quel modo».

Articolo completo qui

Iniziamo la puntata mettendoci in contatto con lo sviluppatore di Blob, uno strumento di aggregazione contenuti (articoli, podcast, ...) che permette di sapere cosa si dice in giro senza usare Telegram o Instagram.

Proseguiamo dando qualche aggiornamento sulla vicenda Paragon, di cui a breve arriverà un ulteriore report da parte di Citizen Lab e che potrebbe ulteriormente crescere di volume.

Ci spostiamo negli Stati Uniti, concentrandoci sulle iniziative del governo Usa che rimuovono e invisibilizzano contenuti sgraditi alle logiche escludenti dell'alt-right.

Concludiamo dando l'appuntamento a due eventi di Hacking che si terranno a Milano e a Cosenza il prossimo fine settimana (21-22 Marzo).

Ascolta la trasmissione sul sito di Radio Onda Rossa

Lunedì 31 Marzo 2025, a Torino, si terrà il Corso di Formazione Nazionale per il personale della scuola pubblica statale dal titolo “La scuola nella transizione digitale. Il prossimo futuro di didattica e lavoro”.

Alcuni dei temi che saranno toccati nelle relazioni:

  • l'effetto dei device digitali sui bambini della scuola dell'infanzia e primaria,
  • l'influenza illegale dei GAFAM (Google, Amazon, Facebook, Apple e Microsoft) sulla libertà d'insegnamento attraverso le loro "piattaforme educative",
  • l'effetto del Piano Scuola 4.0 e delle continue "riforme" (tagli di contenuti e durata) che interessano la scuola etc.

Pa partecipazione all'incontro, sia online che in presenza, dà diritto all'ESONERO DAL SERVIZIO per i docenti e personale ATA e offrirà numerosi spunti anche a genitori (di tutte le età) e allievi dalla 4° superiore in su.

La partecipazione è gratuita per tutte e tutti, si chiede unicamente la registrazione al seguente indirizzo: http://iscrizioneto.vado.li. Il link per la partecipazione online sarà inviato a chi si registra. Per chi non risiede nella provincia di Torino sarà possibile ottenere l'esonero anche per la partecipazione online.

Lunedì 31 Marzo 2025 - ore 8:15/17:00
presso I.t.i.s. “G.B.Pininfarina”- Via Ponchielli 16,10024 Moncalieri (TO)

In un evento al Parlamento europeo organizzato dai Verdi il ricercatore di Citizen Lab fa il punto sulle analisi sui telefoni di giornalisti e attivisti spiati. Il direttore di Fanpage Francesco Cancellato: “Abbiamo chiesto trasparenza, abbiamo ricevuto omissioni e silenzio”.

“Il primo rapporto pubblico sul caso Paragon uscirà nei prossimi giorni, e in quel rapporto mostreremo le prime prove forensi sulla portata di questo attacco”. John Scott Railton è il ricercatore di Citizen Lab che studia da anni gli spyware governativi come Pegasus, oltre a essere la persona a capo del team che sta indagando su Graphite, il software spia di Paragon Solutions che è entrato nel telefono di oltre novanta tra giornalisti e attivisti in tutta Europa, tra cui il direttore di Fanpage.it Francesco Cancellato.

Durante il convegno “Paragon Scandal” organizzato dai parlamentari europei dei Verdi Leoluca Orlando, Hannah Neumann e Saskia Bricmont, che ha avuto luogo giovedì 13 marzo all’Europarlamento di Strasburgo, Scott Railton ha fatto chiarezza su molti aspetti del caso: “Stavamo investigando su Paragon da tempo – ha spiegato – e nella nostra investigazione su Paragon abbiamo avuto il sospetto che Whatsapp potesse essere un veicolo d’ingresso per lo spyware. Abbiamo condiviso questa informazione con Meta, che a sua volta l’ha condivisa con Whatsapp, che ha identificato i bersagli e li ha avvisati con un messaggio”.

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Giovedì 13 marzo, presso lo Spazio Libero Autogestito Vag61 (BO) incontro con gli autori di Pedagogia Hacker: Davide Fant e Carlo Milani.

La gente ha il potere: "people have the power" (cit.). Ma non ce lo ricordiamo, così come dimentichiamo che le reti sociali (social network) non sono i media sociali (social media): è ora di abbandonare narrazioni e abitudini tossiche e immaginare quello che ci piace fare con le tecnologie che amiamo, e come.

Vi portiamo alcune nostre storie. Altre le trovate qui:

Giovedì 13 marzo,
ore 18
Spazio Libero Autogestito Vag61
Via Paolo Fabbri 110
Bologna

Edward Snowden, la gola profonda che nel 2013 ha svelato il programma di sorveglianza di massa organizzato dall’agenzia di spionaggio civile degli Stati Uniti, sosteneva che la macchina della tirannia automatizzata fosse già pronta e che fossimo a un giro di chiave dal suo avviamento. Gli eventi recenti negli Usa sembrano tristemente confermare questa profezia. E in Europa?

“Siate dunque decisi a non servire mai più e sarete liberi. Non voglio che scacciate i tiranni e li buttiate giù dal loro trono; basta che non li sosteniate più, e li vedrete crollare, […] come un colosso a cui sia stato tolto il basamento”. Étienne de La Boétie, “Discorso sulla servitù volontaria”, 1576.

Giorgio vive a Roma ed è un militante a tempo pieno. Fa parte di un sindacato di base della scuola, è segretario del circolo di uno dei tanti partiti della diaspora della sinistra, è femminista, appassionato praticante dell’inclusione dei suoi allievi con disabilità e non. La sua vita, a parte i rari momenti in cui riposa o in cui si dedica ai suoi genitori molto anziani, è dedicata a cercare di ricostruire quel “tessuto collettivo” in cui è cresciuto, negli anni tra il sessantotto e il settantasette, e che lo ha visto prendere parte poi, giovanissimo, al movimento ecologista e nonviolento dei primi anni 80.

Leggi l'articolo di Stefano Borroni Barale

Il suo ’Dipartimento’ ora appare come un’iniziativa che unisce la retorica dell’efficienza ad un approccio ingegneristico al “problema” del governo federale. E scompaiono migliaia di ’dataset’ dai siti federali, relativi a genere, sanità, sessualità, inquinamento, disuguaglianza sociale e cambio climatico: i dati di un’agenda progressista

Uno degli aspetti che più colpiscono di questo primo mese di amministrazione Trump è stata la velocità con cui si è mosso il minuscolo esercito guidato da Elon Musk sotto le insegne del dipartimento per l’efficienza governativa (DOGE). Da qualche settimana, questi ventenni – tra loro molti ingegneri informatici – stanno scorrazzando nei corridoi del potere di Washington, richiedendo accesso a informazioni riservate, e spedendo email di massa a migliaia di dipendenti – con effetti che vanno dall’incredulità al caos amministrativo. Vari osservatori hanno paragonato il loro entusiasmo zelante a quello di squadristi e camice brune e Musk, a cui non dispiace indulgere nell’immaginario della destra radicale, li ha definiti i suoi “spartani”.

In realtà il modello per l’azione di questi novelli agenti del caos è molto più vicino: è Silicon Valley. Il motto move fast and break things si adatta perfettamente a quello che stanno facendo, come pure il verbo preferito dal mondo tech: to disrupt, che potrebbe essere tradotto letteralmente come produrre caos.

Leggi l'articolo su Il Manifesto

Puntata dedicata in gran parte al tema dell'internazionalizzazione dei nomi di dominio. Infatti da diversi anni questi non sono più limitati ai caratteri dell'alfabeto inglese, ma supportano anche caratteri di altre lingue. Il dibattito è abbastanza aperto, e vede contrapposte delle esigenze tecniche di semplicità e sicurezza alle esigenze di persone non inglesi di poter scrivere nella propria lingua.

Passiamo poi alle notiziole: dall'acqua al fluoro passando dai licenziamenti massivi del DOGE e dai suoi piani di automatizzazione. Si allarga l'uso del DNA nelle indagini di polizia. Meta si rivendica l'uso di Torrent, sostenendo che scroccare non è reato. Nonostante le censure e le multe e le minaccie di licenziamento da parte dei grandi studi legali, una ricerca mostra che la maggior parte degli avvocati americani usa l'Intelligenza Artificiale per il suo lavoro.

Ascolta l'audio sul sito di Radio Onda Rossa

Lungarno ha intervistato Carlo Milani, coautore con Davide Fant di Pedagogia hacker.

Se vi chiedessi qual è la prima cosa che guardate la mattina e l’ultima che vedete la sera, mi direste lo smartphone. Non è un giudizio, lo faccio anche io. Lo smartphone è una protesi digitale, uno strumento così integrato nelle nostre vite da sembrare indispensabile. Uscite di casa senza e ditemi come vi sentite: smarriti, nudi, addirittura incompleti. Come possiamo allora evitare che la tecnologia prenda un controllo così pervasivo sulla nostra vita? A questa domanda cercano di rispondere il ricercatore Carlo Milani e il formatore Davide Fant con il saggio Pedagogia Hacker (Elèuthera, 2024). I due, attraverso attività pedagogiche che fanno propria l’attitudine hacker, aiutano giovani e adulti a sviluppare un rapporto più critico e meno alienante con il digitale.

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La dipendenza europea dall’infrastruttura cloud americana solleva preoccupazioni sulla sicurezza. Il Cloud Act permette agli USA di accedere ai dati globali, mettendo a rischio la privacy e la sicurezza nazionale dell’Europa

Cinque settimane di Donald Trump e gli europei stanno scoprendo per la prima volta quello che Vasco cantava 46 anni fa: non siamo mica gli americani. E non solo non siamo gli americani, improvvisamente scopriamo che i loro interessi non coincidono con i nostri. E non solo i loro interessi non coincidono con i nostri, presto scopriremo che spesso sono opposti.

Indice degli argomenti

  • La fine dell’alleanza transatlantica e le conseguenze per l’Europa
  • L’incontro Trump-Zelensky e la vera natura della politica estera americana
  • Terre rare: l’estorsione di Trump all’Ucraina e il destino dell’Europa
  • Il problema dell’infrastruttura cloud e la dipendenza europea dagli Usa
  • Il Gdpr e i fallimenti degli accordi per la protezione dei dati
  • La soluzione per liberarsi dal cloud americano
  • Il ritorno all’hosting come alternativa praticabile

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Sono circa 100mila gli studenti e 200mila i genitori attualmente raggiunti da questi contenuti pubblicitari. Ma potrebbero aumentare nel silenzio della questione

Genitori e studenti di tutta Italia utilizzano il registro elettronico per consultare voti, assenze, ritardi e compiti assegnati a scuola. Una novità, però, sta sollevando polemiche: all’interno dell’app ClasseViva, una delle più diffuse nel Paese, sono spuntati una serie di contenuti commerciali che promuovono servizi di vario genere, dal supporto psicologico alle attività sportive, fino a prestiti studenteschi, corsi di lingue e persino videogame. L’integrazione di questi contenuti all’interno di uno strumento ufficiale della scuola ha sollevato tra i genitori diversi interrogativi su quanto sia corretto veicolare offerte commerciali attraverso un canale destinato alla gestione della didattica della scuola pubblica

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Un gruppo di ricerca dell'Università di Heidelberg e dell'Università di Colonia (in Germania), ha indagato cosa accade al nostro cervello se ne riduciamo l'utilizzo per 72 ore, e scoperto che rinunciare a questi dispositivi anche per poche ore può addirittura rimodellare l'attività cerebrale. I dettagli della ricerca sono stati pubblicati sulla rivista Computers in Human Behavior.

Durante le scansioni cerebrali eseguite dopo il periodo di 72 ore, ai partecipanti sono state mostrate diverse immagini, tra cui immagini di smartphone accesi e spenti, nonché immagini "neutre" di soggetti come barche e fiori. Quando venivano mostrare le immagini del telefono, nei partecipanti sono stati osservati cambiamenti nelle aree del cervello proposte all'elaborazione della ricompensa e del desiderio, simili a quelli osservati nella dipendenza da sostanze, il che suggerisce che questi dispositivi possono creare dipendenza come la nicotina o l’alcol.

"I nostri dati non distinguono tra il desiderio di usare lo smartphone e il desiderio di interagire socialmente, due processi oggi strettamente interconnessi - hanno affermato i ricercatori -. Sebbene i nostri dati mostrino risultati solidi senza svelare questi processi, gli studi futuri dovrebbero mirare ad affrontare questo aspetto".

E’ da quando è apparso il primo smartphone che gli scienziati stanno indagando su come il loro utilizzo influenzi l'attività del nostro cervello. Grazie a questa ricerca sappiamo qualcosa in più sui sintomi (simili all'astinenza da alcune sostanze stupefacenti) come ansia, insonnia, inappetenza, agitazione fisica, irritabilità, che compaiono quando non utilizziamo il telefonino per un pò di tempo.

Link alla ricerca qui

L’Europa dipende dalle big tech americane, rischiando la sicurezza nazionale. Servono alternative europee integrate a tutti i livelli dell’infrastruttura digitale. La collaborazione pubblico-privato e l’open source sono fondamentali per costruire l’EuroStack e garantire l’indipendenza tecnologica europea

La dipendenza dell’Europa dalle tecnologie digitali americane e cinesi rappresenta una minaccia significativa per la sua sovranità, sicurezza e competitività economica. Per affrontare questa sfida, è essenziale sviluppare un “EuroStack“, un ecosistema digitale integrato che copra tutti i livelli, dai chip alle applicazioni, garantendo così l’autonomia tecnologica del continente.

L’Eurostack è un’iniziativa proposta dall’Ucl all’Unione Europea per creare un ecosistema tecnologico indipendente e sovrano, con l’obiettivo di ridurre la dipendenza da colossi tecnologici stranieri come Alphabet, Amazon, Apple, Microsoft e altri.

Questo progetto mira a sviluppare infrastrutture digitali completamente europee, tra cui piattaforme cloud, intelligenza artificiale (AI), reti di telecomunicazione e software, in linea con i valori europei di protezione dei dati personali, sovranità digitale e supporto alle imprese locali.

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Domenica 2 marzo, C.I.R.C.E. partecipa alla giornata di riflessione sull'educazione digitale organizzata da MovEre nell'ambito del percorso itinerante ideato da insegnanti e genitori dell'IC Simonetta Salacone.

Dalle ore 15:00 - 18:00, presso IC Salacone, plesso Iqbal Masih, via Ferraironi, 28 - Roma

Molti videogiochi catturano la nostra attenzione al punto da creare forme di abitudine e assuefazione, costruite magistralmente sulle vulnerabilità comuni a tutti gli umani. In maniera analoga siamo chiamati a partecipare e a contribuire instancabilmente alle “comunità” digitali dei social media, costruite seguendo tecniche di gamificazione.
Ogni esperienza di interazione sociale si trasforma in una complicata gara, con un sacco di punti e classifiche, livelli e campioni. Conosciamo per esperienza diretta le regole di questi “giochi”: se ci comportiamo bene, otteniamo molti “like”, strike, notifiche, cioè caramelle sintetiche per i nostri cervelli (sotto forma di dopamina); se siamo scarsi rimaniamo a bocca asciutta.

Possiamo fare a meno di gmail? Sappiamo scegliere una password sicura? Farsi domande come queste significa essere consapevoli che la privacy è una ricchezza da preservare e da difendere in prima persona. Sostenere lo sviluppo di un approccio hacker alla tecnologia e all’apprendimento in generale è un modo per diffondere pratiche di consapevolezza e autodifesa digitale. Contribuisce a far emergere l’hacker che si nasconde in ognuno e ognuna, dargli valore e aiutarlo a crescere.

Radio Blackout ha intervistato Silvano Cacciari, ricercatore presso il NAFF dell’Università di Firenze e il CheerLab dell’Università di Prato

La competizione strategica tra Cina e Stati Uniti è più complessa e meno lineare di come viene solitamente rappresentata dai media generalisti. Conta, in prima luogo l’interdipendenza economica tra i due giganti che da qualche decennio struttura quel fenomeno che abbiamo conosciuto come “globalizzazione”, basato sui due macro-fenomeni: una corposa delocalizzazione delle produzione verso il polo asiatico (centro cinese); una sempre maggiore finanziarizzazione dell’economia euro-atlantica (polo statunitense). Questa interdipendenza è ancora più evidente se si osserva il livello degli scambi delle merci ad alto contenuto di tecnologia incorporata, dove l’uno e il maggiore cliente dell’altro, e viceversa. Si tratta però di un equilibrio perennemente instabile e a-simmetrico, che in questo momento storico viene rimesso in discussione da una Cina sempre meno disponibile a restare confinata negli scalini più bassi della scala del valore.

L’uscita politicamente ben orchestrata delle nuova intelligenza artificiale Made in China DeepSeek ha causato profondi tonfi nelle borse statunitensi ma, a differenza del passato (vedi crisi dei subprime, 2008) questa volta l’innesco è stato esterno, cinese appunto, e non interno alle dinamiche della finanziarizzazione americano-centrica. Dopo qualche decennio di osservazione sui meccanismi predatori della finanza a stelle e strisce , i cinesi hanno imparato a condurre, pro domo loro, la guerra finanziaria e ne hanno fornito un primo assaggio ai competitor strategici. Tra le realtà più colpite, oltre alla ben nota Chat GPT c’è anche la più nascosta, e meno conosciuta dai non addetti ai lavori, Palantir, specializzata nel servizio di controllo e fornitura dati, all’interno di quello che potremmo chiamare paradigma del “capitalismo della sorveglianza” e della “guerra ibrida”. Il CEO di questa azienda, Peter Thiel, già fondatore di PayPal autore di diversi manifesti politici tecno-reazionari, si è preso il compito nell’ultimo lustro di dare una strigliata ideologica (e politica) alla Silicon Valley libertaria e rizomatica degli anni ’90 per intrupparla in un nuovo corso dove devono essere chiare le gerarchie e le finalità (nemesi) politiche.

Ascolta l'audio sul sito di Radio Blackout