Pillole

Pillole di informazione digitale

Segnalazioni di articoli su diritti digitali, software libero, open data, didattica, tecno-controllo, privacy, big data, AI, Machine learning...

Giovedì 21 marzo alle ore 17:00 nel coworking Dialogue Place (Napoli) incontreremo l'aurore del libro L'intelligenza Inesistente. Un approccio conviviale all’intelligenza artificiale (Altreconomia 2023).

Con l'autore dialogheranno: Josè Compagnone, Web and Design Anthropologist fondatore di Goodea, Cristina Mele, ordinario Economia e innovazione dei servizi UNINA. Modera: Dana Cappiello, PM di Project Ahead. Discussione aperta, con interventi del pubblico.

Un'occasione fantastica per misurarci sul tema dell'AI, comprendendone i pro e i contro, per provare a immaginare e costruire tecnologie alternative, che promuovano la convivialità e la partecipazione diffusa, a scuola come nella società.

Maggiori informazioni sul sito di Dialogue Place

La Commissione europea ha violato le norme sulla protezione dei dati personali per le istituzioni, il Gdpr, usando Microsoft 365. Lo ha fatto sapere il Garante europeo per la protezione dei dati, a seguito di un’indagine aperta sull’esecutivo europeo, che ha evidenziato come la Commissione non sia stata in grado assicurare un livello adeguato di protezione ai dati trasferiti fuori dall’Unione europea o dallo Spazio economico europeo.

Secondo il Garante, Wojciech Wiewiórowski, la Commissione ha infranto diverse disposizioni del regolamento 1725 del 2018, relativo alla protezione dei dati raccolti e trattati all’interno delle istituzioni, degli organi, degli uffici e delle agenzie dell’Unione. Una violazione che ha origine dallo stesso contratto stipulato tra Microsoft e l’esecutivo, nel quale l’istituzione ha mancato di specificare quali dati siano raccolti e a quale scopo quando si utilizza Microsoft 365, che comprende World, Excel, PowerPoint, Outlook e altri applicativi.

leggi l'articolo

Cassandra Crossing/ Perché un dettaglio tecnico delle false IA, per giunta di tipo matematico, dovrebbe essere conosciuto da tutti?

Il collasso di un modello di LLM avviene quando un modello, addestrato sui dati generati da generazioni precedenti di modelli, inizia a perdere informazioni, particolarmente sulle code della distribuzione statistica dei dati originali, e alla fine converge verso una stima a punto singolo, con poca varianza statistica (in soldoni, fornisce sempre la stessa risposta a qualsiasi domanda).

Leggi l'articolo su ZEUS News

Da Etica digitale

Quando nel 2016 fu revisionata la legge sui servizi di intelligence del Paese, per placare l'opinione pubblica il governo dell'epoca e il capo dei servizi segreti dichiararono che non ci sarebbe stata una sorveglianza generalizzata dellɜ cittadinɜ, e che la legge si sarebbe applicata solo alle persone risiedenti al di fuori del confine elvetico.

Tuttavia, dai documenti e le ricerche fatte da Republik, risulta che:

  1. il traffico internet dellɜ cittadinɜ svizzerɜ è stato letto e analizzato, con tanto di archiviazione dei dati per ricerche successive
  2. i tre grandi fornitori di rete (Sunrise, Swisscom e Salt) sono obbligati dalla legge a monitorare e inviare i dati ai servizi segreti
  3. l'intercettazione avviene tra mail e chat private, basandosi su alcune parole chiave come nomi di persone, aziende, numeri di telefono e parole cercate sui motori di ricerca

In loro difesa, i servizi segreti avevano dichiarato al Tribunale Federale Amministrativo che sono in grado di monitorare solo il traffico che parte dalla Svizzera e che arriva in una specifica regione (ad esempio la Siria). Tuttavia, l'ingegnere Fredy Künzler smentisce questa affermazione, perché internet non funziona così: il traffico è dinamico e muta nel tempo, ovvero ciò che oggi può puntare in Siria, domani potrebbe puntare su un'altra area del mondo.

Sempre dal Tribunale risale la dichiarazione dell'attuale direttore dei servizi segreti, Christian Dussey; che, nel rispondere alla causa intentata nel 2016 da un gruppo di attivistɜ, giornalistɜ e avvocatɜ, che accusa la legge di violare il diritto della tutela delle fonti e del segreto professionale, ha affermato che nessuna comunicazione tra un`giornalista e la sua fonte è stata monitorata dal 2017. Con il problema che, per fare un'affermazione del genere davanti al tribunale c'è solo un modo: aver revisionato il contenuto di tutte le chat e le mail setacciate.

Leggi l'articolo originale

Appuntamento il 10 marzo alle 15. Si giocherà al wargame OverTheWire BANDIT per esplorare le funzioni del terminale di Linux, da quelle base a quella più avanzate. Come sempre porta i tuoi progetti, dubbi e curiosità per discuterne.

Dove
Villa Occcupata
Via Litta Modignani, 66 - Milano

Maggiori info

Insieme al colosso degli Iphone e al gruppo di Elon Musk, anche Microsoft, Alphabet e Dell sono state denunciate da un’ong negli Stati Uniti per aver consapevolmente impiegato metallo estratto da minatori bambini in Congo. Se i giudici daranno via libera sarà la prima causa in tribunale relativa alle forniture di cobalto

Tesla, Apple e altri campioni dell’hi-tech «made in Usa» rischiano di finire alla sbarra per il cobalto insanguinato. Sarebbe il primo caso in tribunale relativo alle forniture del metallo impiegato nelle batterie: una causa che fa da pendent a quella che di recente ha visto ExxonMobil assolta dal reato di aver nascosto all’opinione pubblica il ruolo del petrolio nel cambiamento climatico e che potrebbe fare da apripista ad analoghe azioni giudiziarie contro società che vantano credenziali “green”.

Sono accuse gravissime quelle che International Rights Advocates, una ong americana, rivolge ad alcuni tra i maggiori utilizzatori mondiali di batterie a nome di 14 famiglie della Repubblica democratica del Congo, Paese da cui proviene oltre il 60% del metallo impiegato nei catodi, noto per le continue violazioni dei diritti umani.

Maurizio Franzini e Lisa Magnani prendendo spunto da un emendamento alla legge australiana sul Fair Work, approvato recentemente, riflettono sul diritto dei lavoratori a disconnettersi fuori degli orari normali di lavoro, ignorando messaggi e chiamate del datore di lavoro. Gli autori richiamano brevemente gli ostacoli al pieno riconoscimento di questo diritto e ritengono che in gioco non vi sia soltanto il problema del confine tra lavoro e non lavoro ma la più generale concezione del lavoro e del suo ruolo nella vita delle persone.

Il 12 febbraio scorso Camera e Senato australiano hanno approvato un emendamento che modifica il Fair Work Act del 2009. La notizia ha avuto risonanza a livello internazionale perché il tema è di grande importanza, per le ragioni che cercheremo di chiarire. Si tratta del diritto dei lavoratori alla disconnessione al di fuori degli orari di lavoro, quindi il riconoscimento del diritto di non rispondere, in quegli orari, a chiamate o mail del datore di lavoro o di terze parti (ad esempio, clienti).

Leggi l'articolo

L’Antitrust Ue ha comminato una multa record da 1,8 miliardi di euro ad Apple per violazioni delle regole sulla concorrenza con i servizi di streaming musicale. Una nota dell’esecutivo europeo parla di “condizioni commerciali sleali” praticate dal gruppo. Secondo quanto emerso nell’indagine Apple non consente agli sviluppatori di app di streaming musicale di poter informare gli utenti con iPhone e iPad sui servizi di streaming musicale alternativi e più economici. L’indagine è partita su reclamo di Spotify. L’importo è nettamente più alto delle indiscrezioni di stampa che parlavano di una multa di 500 milioni.

Leggi l'articolo

All-In Plan lega gli utenti all'azienda per almeno due anni fornendo stampanti, inchiostri e un numero massimo di pagine stampabili.

Con l'inizio del mese di marzo HP ha iniziato a realizzare il suo sogno di imprigionamento degli utenti con il lancio del servizio HP All-In Plan.

Disponibile per ora nei soli Stati Uniti, è un piano in abbonamento dalle ambizioni molto più ampie rispetto a quelle di Instant Ink: in cambio di una quota mensile, infatti, fornisce non soltanto le cartucce, ma anche la stampante. I prezzi vanno dai 6,99 dollari al mese necessari per sottoscrivere per l'offerta base, che include una stampante HP Envy (attualmente, si tratta della Envy 6020e) e consente di stampare un massimo di 20 pagine al mese, e arrivano fino ai 35,99 dollari mensili dell'offerta più completa, che include una HP OfficeJet Pro e consente di stampare fino a 700 pagine al mese.

Leggi l'articolo su ZEUS News

E' un testo conciso e pungente, Contro lo smartphone. Per una tecnologia più democratica (Add editore, 2023, pp. 200), il nuovo libro di Juan Carlos De Martin, professore ordinario al Politecnico di Torino e co-fondatore del Nexa Center for Internet & Society. Onnipresente, lo smartphone si è imposto prima come gadget alla moda, poi come «oggetto simbolo della nostra era», argomenta De Martin. In poco più di centocinquanta pagine, bibliografia esclusa, l’autore riesce a condurre il lettore in un vero giro del mondo lungo le catene di produzione di questi «piccoli parallelepipedi» di plastica e silicio che hanno penetrato le scuole, l’intimità casalinga o i mezzi di trasporto.

Leggi l'articolo sul sito de "Il manifesto"

Dopo aver raggiunto il successo le grandi aziende tecnologiche finiscono sempre con lo sfruttare gli utenti, gli inserzionisti e i lavoratori. È ora di invertire la rotta, per creare una rete davvero libera

L’anno scorso ho coniato il termine enshittification, merdificazione, per descrivere il declino delle piattaforme digitali. Questa parolina oscena ha avuto molto successo: evidentemente riflette lo spirito del tempo. L’American dialect society l’ha scelta come parola dell’anno del 2023 (per questo, temo, sulla mia tomba ci sarà inevitabilmente l’emoji della cacca).

Ma cos’è la merdificazione, e perché se n’è parlato tanto? È una mia teoria che spiega in che modo internet è stata colonizzata dalle piattaforme digitali; perché si stanno tutte degradando rapidamente e completamente; perché è un fatto rilevante e cosa possiamo fare per rimediare. Siamo nel pieno di una grande merdificazione, in cui i servizi su cui facciamo più affidamento si stanno trasformando in mucchi di merda. È frustrante, demoralizzante, perfino terrificante.

Cory Doctorow è un giornalista e scrittore canadese. Si occupa di diritti digitali e sicurezza informatica. È consulente dell’Electronic frontier foundation, un’organizzazione non profit che difende i diritti digitali e la libertà d’espressione su internet. Questo articolo è l’adattamento di un discorso tenuto a gennaio per la Marshall McLuhan lecture all’ambasciata del Canada di Berlino, in Germania.

Leggi l'articolo sul sito di Internazionale

Giovedì 29 febbraio a Roma, in Via della Dogana Vecchia 5, dalle ore 17:30 alle 19:30, il terzo incontro del ciclo "L’intelligenza artificiale che genera testi e che predice il futuro", organizzato dalla Scuola critica del digitale del CRS e dal ForumDD. Conversazione con Daniela Tafani.

I sistemi di apprendimento automatico sono utilizzati oggi per prevedere il futuro di singoli individui, e assumere decisioni conseguenti: gli studenti vengono valutati sulla base del voto che si prevede riceverebbero se sostenessero l’esame, i candidati a un posto di lavoro vengono assunti o scartati sulla base di una previsione della loro futura produttività e la polizia si affida a statistiche automatizzate per prevedere chi commetterà un crimine o dove un crimine verrà commesso, e agire di conseguenza.

Tali sistemi non sono in realtà in grado di prevedere il futuro di singole persone, per la semplice ragione che ciò non è possibile.

Leggi tutte le informazioni

Iniziamo la puntata presentando un'iniziativa che si terrà al CSOA Forte Prenestino Giovedì 29 Febbraio alle ore 19: la presentazione di "On not dying: secular immortality in the age of technoscience"; ne parliamo al telefono con due compagni che si sono occupati spesso di simili tematiche, cercando di capire i motivi, le sottigliezze e i pericoli di questa ideologia (fondamentalmente suprematista) particolarmente in voga tra le elite della Silicon Valley.

Continuiamo spostandoci in tutt'altra parte del mondo,ovvero in Indonesia, ma col filo rosso della mancata rassegnazione alla morte. Ringraziamo StakkaStakka per l'audio! Da lì al caso del Deep Fake usato come modo per "superare" il divieto di partecipare attivamente alle elezioni, che abbiamo visto in Pakistan, il passo è breve.

Continuiamo a parlare di Piracy Shield, il provvedimento che permette una rapida censura dei siti che secondo la Serie A violano il copyright. Secondo l'AGCOM, non si sono stati problemi, e la prova è che non ci sono stati ricorsi, nonostante una apposita procedura per riceverli. Peccato che la procedura sia sostanzialmente rotta... Comunque, stiamo tranquilli: finora non è stato bloccato nessun sito della Pubblica Amministrazione.

Continuiamo con altre notiziole a tema biometria.

Ascolta l'audio sul sito di Radio Onda Rossa

Sarebbero 4 le linee Internet danneggiate. La conferma arriva da una sola società, che non si sbilancia sulle cause. Ma l’allarme era stato lanciato 3 settimane fa.

Prima gli attacchi alle navi occidentali nel Mar Rosso, adesso (forse) il sabotaggio di alcuni cavi sottomarini che trasmettono dati e tengono in piedi l’infrastruttura globale di Internet. Le rappresaglie dei miliziani Houthi, gruppo armato yemenita filo-iraniano, si intensificano e potrebbero aver trovato nuovi obiettivi, anche se i miliziani hanno smentito questa ipotesi.

Partiamo dall’inizio: secondo diversi media dell’area, sarebbero almeno quattro i cavi sottomarini danneggiati nel Mar Rosso: il cavo AAE-1 (Asia-Africa-Europa 1, lungo 25mila chilometri, dal sud-est asiatico all’Europa; il cavo Seacom (cavo da 17mila chilometri che collega Sudafrica, Kenya, Tanzania, Mozambico, Gibuti, Francia e India); il cavo Europe India Gateway (Eig) di 15mila chilometri. Almeno per uno di questi cavi c’è la conferma ufficiale del danneggiamento: si tratta del cavo Seacom.

Il vero punto è però un altro: non è chiaro se i danni siano dovuti a sabotaggi o a più banali incidenti marittimi (magari causati da attrezzature da pesca come reti da traino o ancore trascinate sul fondo del mare). C’è da dire che la seconda ipotesi sembra tuttavia abbastanza difficile, considerato che la costruzione e la posa dei cavi tengono conto del traffico marittimo e di queste eventualità.

Leggi l'articolo

Sabato 24 febbraio 2024 la piattaforma PiracyShield ha ordinato ai provider italiani di escludere un IP dalla navigazione, una delle tantissime segnalazioni. Ma si trattava di un IP di Cloudflare: in un colpo "bannati" decine di siti leciti.

Ore 16:15 di sabato 24 febbraio 2024. Dalla piattaforma anti-pezzotto Piracy Shield arriva a tutti i provider italiani un ticket relativo a un indirizzo IP da oscurare, il 188.114.97.7. I provider, come da disposizioni di legge, eseguono ed oscurano l'indirizzo. Qualcuno, dall'altra parte del marchingegno donato dalla Lega Calcio all'AGCOM aveva 60 secondi prima creato il ticket con quell'IP, senza curarsi però del fatto che l'indirizzo appartiene a Cloudflare (uno dei più grandi operatori cloud e CDN) e che dietro quell'indirizzo ci fossero decine, forse centinaia di siti. Tra cui, quasi sicuramente, anche uno pirata. Che, per quello che ci è dato di capire, poco dopo si è spostato di qualche IP ed è ancora vivo e vegeto.

leggi tutta la storia

Google ha dovuto sospendere la funzione di Gemini di generare immagini dopo essere stato accusato di negare la realtà storica rappresentando come nere figure che storicamente non potevano esserlo. Ecco come nel tentativo di superare gli stereotipi razziali e di genere, il chatbot è finito nei guai.

Forse le intenzioni erano buone, ma i risultati non lo sono stati affatto. Così, oltre a scusarsi, Google ha deciso di sospendere il generatore di immagini della sua intelligenza artificiale Gemini, dopo essere finito al centro della polemica per aver creato una serie di immagini storiche che sono state accusate di "revisionismo storico". Ma cos'è successo?

Continua sul sito di Fanpage

Nel caso dell'utilizzo di Google Workspace nelle scuole primarie e secondarie inferiori, l'Agenzia danese per la protezione dei dati ritiene che non vi sia una base giuridica che legittimi l'invio dei dati personali a Google per tutti gli scopi per cui vengono attualmente divulgati. Pertanto, l'Agenzia danese per la protezione dei dati emette ora un ordine ai comuni per rendere il trattamento conforme alle norme e indica vari modi per farlo.

Secondo Stefano Quintarelli l’ingiunzione è particolarmente interessante perché prescinde dai trasferimenti transatlantici e dalla normativa USA e dipende esclusivamente dai ToS e dalle Privacy Policy dichiarate da Google.

Google infatti dichiara esplicitamente di utilizzare i dati degli studenti (e dei dipendenti) della propria suite educational per finalità proprie non tecnicamente necessarie all’erogazione del servizio, e tali trattamenti non sono compatibili con il GDPR.”

Leggi la traduzione dell'ingiunzione sul sito di MonitoraPA

La crescita dell’AI ha riproposto il dibattito sul Reddito di Base Universale

Da sempre, gli interessi economici hanno trainato lo sviluppo e l’implementazione delle tecnologie di automazione, e da sempre la società civile ha cercato di partecipare alla conversazione sulle politiche relative al loro uso.

Chi beneficia dell’introduzione di una tecnologia nel processo lavorativo? Come riconfigura i rapporti con la forza lavoro? Cosa faranno i lavoratori che verranno rimpiazzati? Sarà possibile formarli nuovamente? O questi sviluppi tecnologici sono il preludio di una spirale di precarizzazione sistemica?

Tutte queste domande (e molte, molte altre) giocano un ruolo politico decisivo nelle economie di tutto il mondo. L’opinione pubblica che si genera attorno a esse rappresenta un equilibrio fondamentale, e la stessa idea sulle capacità effettive di una tecnologia, su come si possa sviluppare e come sia in grado di riconfigurare i rapporti di forza condiziona le scelte politiche, per cui diventa un tema delicato anche dal punto di vista propagandistico (come nel caso del cosiddetto AI doomerism).

leggi l'articolo sul sito di Guerre di Rete

Leggi anche l'ultimo numero della newsletter di Carola Frediani

Puntata 16 di EM, quarta del ciclo tecnologico Estrattivisimo dei dati, parliamo di Intelligenza Artificiale e lavoro, con un ospite, Antonio Casilli, docente di sociologia presso Télécom Paris, la scuola di ingegneria delle telecomunicazioni del Politecnico di Parigi.

Nella prima parte della trasmissione passiamo in rassegna, con una serie di esempi, il ruolo dell'IA nel mondo del lavoro, tra parcellizzazione, cottimo e sfruttamento nel Sud del Mondo, sfatando miti e smascherando retoriche pericolose.

Nella seconda parte analizziamo in particolare la precarizzazione del lavoro con l'IA, click work, micro task, uberizzazione, anche in relazione alla fornitura di lavoro gratuito e dati da parte degli utenti del web nel Nord del Mondo, utilizzati poi anche per l'addestramento delle IA. Introduciamo anche la necessità di redistribuire il surplus derivante dall'estremo aumento di efficienza attraverso l'introduzione di un reddito universale di cittadinanza.

Nella terza parte proviamo a parlare di futuro del lavoro, di opportunità e limiti per una mobilizzazione dei laboratori nel Nord e nel Sud del Mondo e delle nuove sfide che ci attendono.

Ascolta l'audio sul sito di Radio Onda Rossa

Iniziamo la puntata di oggi ricordando il coinvolgimento delle grandi aziende dell'informatica nelle operazioni militari dello stato di Israele, come denuncia la campagna No Tech 4 Apartheid.

Proseguiamo con una serie di notizie riprendendo l'amato tema del trasporto pubblico, ed in particolare di quello su ferro. I dubbi che avevamo mostrato tempo fa quanto ai processi futuristici da completare entro il Giubileo si sono dimostrati fin troppo ottimistici, visto che c'è un concreto rischio che nessuna delle opere ipotizzate sia pronta entro la fine del 2025. Oltre al prevedibile ritardo in tutte le fasi della realizzazione di queste opere, si è aggiunto il completo definanziamento del trasporto rapido di massa da parte del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, stornando tutta la cifra sul finanziamento del ponte sullo stretto di Messina.

Sempre dall'Italia continuiamo a seguire l'implementazione del Piracy Shield. Come già dicevamo, un sistema del genere deve scegliere tra selettività ed efficacia. Hanno scelto l'efficacia, e di conseguenza sono stati oscurati già molti siti "innocenti".

Ascolta la puntata nel sito di Radio Onda Rossa

Il sito di No Tech for Apartheid