Pillole

Pillole di informazione digitale

Segnalazioni di articoli su diritti digitali, software libero, open data, didattica, tecno-controllo, privacy, big data, AI, Machine learning...

Stupri, abusi, suicidi, i moderatori rimangono per ore seduti davanti al computer, guardano ed eliminano tutti i filmati per ripulire i social. Abbiamo parlato con Sara per capire come funziona il lavoro invisibile di chi filtra i nostri feed.

"Per due anni ho guardato in casa delle persone, so cosa vedono, cosa cercano, cosa scrivono. Ora non ho più un filtro che separa me dagli altri". Sara ci risponde in videochiamata, ha 28 anni ed è una moderatrice per TikTok Italia. Vuole nascondere la sua identità, il nome è di fantasia. Il suo lavoro consiste nel guadare otto ore al giorno i video che nessun altro vorrebbe vedere. Stupri, abusi su minori, suicidi, autolesionismo. "Ho visto filmati di bambini violentati da animali, o la clip di un padre che girava per strada con in mano la testa mozzata di sua figlia". Sara guarda, tagga ed elimina i video.

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La puntata Inizia con un QWAC! La proposta di regolamento dell'unione europea riguardo all'identità digitale include una sezione (non molto pertinente) sui certificati web qualificati. Nonostante il regolamento non preveda niente a riguardo, l'implementazione che si preannuncia potrebbe essere molto negativa (permettendo indirettamente un grosso controllo governativo sulla crittografia su Internet) e per nulla funzionale.

Si prosegue con un MIAO. Traendo spunto dall'intervento di un nostro compagno, parliamo del calo nell'uso dei social network. Va detto che questo calo è leggero e molto specifico di alcune fasce d'età e parti del mondo. In preda al pensiero desiderante ragioniamo sulle cause del fenomeno.

Diamo qualche dato sul blackout delle telecomunicazioni a Gaza. Un blackout che fa parte della strategia di isolamento perpetrata da Israele.

Notiziole assortite in chiusura.

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Mastodon, Bluesky, Threads, Discord, Hive, Reddit, Tumblr. In questi mesi il panorama dei competitor di X – ex-Twitter – è cresciuto a dismisura, grazie soprattutto alle scelte compiute da Elon Musk dopo la sua acquisizione. Non è un caso, infatti, che Bluesky – il social fondato da Jack Dorsey, già cofondatore di Twitter, considerato oggi uno dei rivali più “agguerriti” di X – abbia assistito a settembre a un’ondata di nuovi utenti, proprio il giorno seguente a quello in cui Musk ha rivelato di voler rendere X un’app a pagamento per tutti, e non solo per il servizio premium. Secondo quanto riportato dal sito di monitoraggio Bluesky Stats, la piattaforma ha registrato un aumento consistente rispetto ai trend usuali pari a 53.585 utenti tra il 18 e il 19 settembre 2023, ossia nei giorni seguenti all’annuncio inaspettato del nuovo proprietario di Twitter.

Non si è trattata della prima volta in cui un concorrente del social ha tratto vantaggio dalle azioni dell’imprenditore di Tesla e SpaceX. All’inizio dell’estate, Bluesky ha dichiarato di aver registrato un “traffico record” lo stesso giorno in cui Elon Musk ha annunciato il limite temporaneo al numero di tweet visualizzabili dagli utenti, tanto da aver dovuto sospendere le nuove iscrizioni. E ancora prima è stato Eugen Rochko, fondatore di Mastodon, a dichiarare apertamente che la sua piattaforma era cresciuta in concomitanza alla fuga da Twitter, passando dai 300.000 ai 2,5 milioni di utenti attivi mensili tra ottobre e novembre 2022 – ossia nei mesi in cui l’imprenditore ha concluso l’acquisizione della piattaforma.

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I profili del Ministero e delle Forze di Difesa di Tel Aviv hanno più volte condiviso contenuti "propagandistici" sull'esplosione del nuovo conflitto a partire dallo scorso 7 ottobre, giorno dell'attacco di Hamas. La guerra ibrida prosegue anche sulle piattaforme digitali

Ogni conflitto ha la sua propaganda. Soprattutto quando si parla di “tensioni” (per usare un eufemismo) che proseguono da decine di anni in una porzione di Mondo contesa praticamente da sempre. E con le piattaforme digitali – come abbiamo già visto tra Russia e Ucraina – i paradigmi della comunicazione istituzionali in tempo di guerra sono cambiati rispetto al passato. Mentre sul “campo” continuano i bombardamenti a Gaza e prosegue la crescita esponenziale di innocenti civili morti sotto i missili, i canali social di Israele (quelli ufficiali, ma anche quelli vicini al primo ministro Benjamin Netanyahu) hanno avviato una comunicazione quantomeno aggressiva.

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La puntata inizia parlando di social network autogestiti: intervista a Puntarella Party, un nodo Mastodon autogestito di Roma.

Prosegue poi parlando di Intelligenza Artificiale provando a contribuire allo spunto che ha dato il Manifesto . È interessante che gruppi anche grandi prendano posizioni riguardo al rapporto con l'intelligenza artificiale, ma come possiamo articolare queste critiche senza basarci su arbitrarie distinzioni tra IA e non-IA?

Chiudiamo con qualche notizia:

  • Meta chiarisce la sua posizione riguardo al conflitto in Palestina: se ne parli, purché se ne parli male (di Hamas)
  • Le stampanti 3D sono a tutti gli effetti armi, almeno a NY
  • Ubuntu incappa in problemi con le traduzioni

Ascolta la puntata sul sito di Radio Onda Rossa

Una foto di Enrico Berlinguer con Yasser Harafat, datata 1982 e accompagnata da alcune righe sul pensiero del segretario del Pci morto nel 1984 sulla questione israelo-palestinese, tratte da una biografia scritta da Chiara Valentini. È l’ultimo post della pagina Facebook e Instagram collegata al sito enricoberlinguer.it, 500 mila e 17 mila follower ciascuna. Ma per qualche giorno non l’ha vista nessuno. “Siamo passati da migliaia di visualizzazioni l’ora a poche decine”, racconta Pierpaolo Farina, che gestisce questi account e quelli di WikiMafia, di cui è direttore. Vicenda denunciata anche sul suo sito. La pubblicazione di quel post risale al 9 ottobre, il secondo giorno dell’operazione militare di Israele sulla Striscia di Gaza, in risposta agli attacchi di Hamas del 7, che hanno fatto 1400 morti e la presa di 199 ostaggi.

L’esperienza di Farina è condivisa da centinaia di utenti dei social network: Instagram e Facebook e TikTok. In Italia come altrove.

Leggi l'articolo su "Il Fatto quotidiano"

Il Festivaletteratura è cultura, ma è anche formazione soprattutto quando si parla delle nuove tecnologie di comunicazione. I social media, infatti, sono stati al centro di un incontro avvenuto ieri mattina alla scuola Pomponazzo con la partecipazione di due esperti dell’Associazione Circe; Carlo Milani e Agnese Trocchi.

I due hacker hanno interagito con i giovani presenti partendo da questo presupposto: “Demoni, Angeli e Social – Pedagogia Hacker”, e invitandoli a vivere una sorta di esperienza estemporanea entrando nel sito del Centro Internazionale di Ricerca per le Convivialità Elettriche.

Leggi l'articolo e guarda i video sul sito "Mincio e d'intorni"

Le immagini che metti sui socialnework sono molto più di un ricordo. Il video che ogni genitore dovrebbe guardare

Il 75% dei genitori condivide immagini e dati dei propri figli sui social media. Otto genitori su 10 sono seguiti sui propri social da gente che conoscono e non hanno mai incontrato. Inizia così un video targato Telekom, uno dei maggiori operatori di telecomunicazione tedeschi - ma questo conta poco o, forse nulla perché i suoi contenuti non riguardano un prodotto o un servizio commerciale – tutti, da genitori, dovremmo guardare e riguardare.

La storia raccontata nel video è quella di Ella, una bambina di 9 anni, i cui genitori, appartengono a quel 75% che usa condividere foto, video e dati dei propri figli online, momenti e scene di vita vissuta innocenti, naturali, magari semplici ricordi.

Leggi l'articolo di Guido Scorza

Guarda il video su youtube

L'argomento del giorno è sicuramente il lancio, ormai prossimo, di Threads, la nuova applicazione di Meta (la stessa di Whatsapp, Facebook e Instagram) che punta a fare concorrenza a Twitter. Cos'ha di diverso? Dovrebbe integrarsi nel fediverso (ma non subito). Cosa ha Meta da guadagnarci? E il mondo del fediverso, dovrebbe gioire?

Venendo all'unione europea, invece, vediamo che l'AI Act (per ora ancora una bozza) includerà delle limitazioni sia sulle AI generative sia sull'uso di AI all'interno della sorveglianza biometrica. Decisamente meno positivo quel che si muove in Francia, dove il governo vuole rispondere alle fortissime proteste che contestano la violenza della polizia con maggiori dispositivi di sorveglianza, repressione e censura.

A seguire, un po' di notiziole.

Ascolta la registrazione della trasmissione del 09/07/2023

Dopo che Elon Musk ha comprato Twitter in molti stanno cercando un’alternativa.

[...]

Molti utenti si sono spostati da Twitter verso un social network chiamato Mastodon che, sotto i radar, si stava sviluppando da qualche anno e che, da allora, sta continuando a crescere al riparo dei riflettori.

Twitter è un po’ come WhatsApp, mentre Mastodon è un po’ come la mail: su Twitter (come WhatsApp) tutti gli utenti stanno su uno stesso server; su Mastodon (come con la mail) chiunque può stare sul server che preferisce, e tutti i server sono collegati consentendo a tutti gli utenti del mondo la piena raggiungibilità reciproca, proprio come accade per la mail.

Mentre Twitter è un centro commerciale di proprietà di un solo soggetto, Mastodon è un insieme di piazze pubbliche, connesse tra loro, ciascuna gestita da un gruppo di volontari che ne cura anche la moderazione in modo assai efficace. Il più grande server italiano è mastodon.uno.

Leggi l'articolo su "Domani"

Apriamo sulla notizia tecnologica del momento: un gruppo israeliano, Team Jorge, era impegnato nel dare supporto a campagne elettorali ed aziendali utilizzando il solito repertorio della disinformazione online, unito però ad una elevata competenza tecnologica, facendo largo uso di bot.

A proposito di disinformazione, il nuovo nemico è TikTok: dopo il divieto USA, anche la commissione europea lo proibisce per il personale della commissione. Si parla di proibirlo anche in Italia. Il motivo? aldilà delle dichiarazioni di facciata, sulla privacy, sulla disinformazione, e sui minorenni, il timore evidentemente è quello che funga da cavallo di Troia per il governo cinese.

A proposito: secondo Google (nello specifico, consultando il Play Store) TikTok, Twitter, e tante altre applicazioni non diffondono dati a terzi. È vero? A giudicare dalle stesse Privacy Policy pubblicate sui siti delle rispettive compagnie, no. Una ricerca di Mozilla ci aiuta a capirne di più.

A seguire notiziole.

Chiudiamo con il periodico aggiornamento ferroviario.

Puntata del 26/02/2023

Ascolta il podcast sul sito di Radio Onda Rossa

Nella trasmissione del 12/02/2023 si parla di applicazioni che non fanno quello che ci si aspetta.

  • Ad esempio Telegram offre molte meno proprietà di sicurezza di quello che lascia spesso intendere. Lo sa bene la polizia russa, che in qualche modo riesce ad accedere a contenuti in teoria riservati. Del resto sono tante le applicazioni di messaggistica che dichiarano di essere super sicure, salvo poi essere puntualmente smentite.
  • Raccontiamo la storia di una vulnerabilità di sicurezza di Facebook: l'impatto di questa vulnerabilità è molto piccolo, perché è stata corretta presto, ma è interessante capire come funzionava.
  • Una nuova causa riguarda il mondo dei siti che permettono di scaricare da youtube, ormai rubrica fissa di questa trasmissione. Questa volta però, i "nostri" sono quelli che denunciano. In particolare Yout.com ha denunciato la RIAA chiedendole di smettere di segnalare il loro sito a Google per ottenerne la rimozione dai risultati di ricerca. Inaspettatamente, viene in aiuto... la Microsoft.
  • Per chiudere, alcune storie di telemetria (nei suoi usi e abusi) e di ChatGPT (vedi sopra).

Ascolta la puntata sul sito di Radio Onda Rossa

Un articolo di CrimethInc sulla fine dei social media.

Come tuttɜ sanno già, CrimethInc è statɜ sospesɜ da Twitter mentre quel tale di Elon Musk ha reintegrato noti neo-nazi nella piattaforma. In una piattaforma come Twitter, un progetto prezioso come il nostro è come un canarino in una miniera di carbone: quando le cose cambiano siamo lɜ primɜ ad andare, e ciò significa che il conto alla rovescia sta arrivando a zero per chiunque.

Oggi parliamo a voi dall’altro lato del grande divario. Bannatɜ su Facebook, Instagram, ed ora su Twitter, continuiamo ad esistere e ad organizzarci. Se puoi ancora sentirci - se stai leggendo queste parole - allora c’è vita oltre i social media. Questo vale sia per interi movimenti sociali che per singoli individui.

Guardando questa situazione da un contesto storico più ampio, Twitter stesso è come un canarino in una miniera di carbone. L’acquisizione della piattaforma da parte di Elon Musk conferma la fine dei social media come li conosciamo, almeno ai fini di un cambiamento sociale positivo. Tutte le principali piattaforme che hanno avuto un ruolo nei movimenti dell’ultimo decennio sono stati portati sotto il diretto controllo di reazionari, determinati ad assicurarsi che non possano essere utilizzate per coordinare la resistenza.

Leggi l'articolo completo

I motivi per smettere di essere utenti delle piattaforme degli oligopoli USA sono vari e diversificati. Ciò non significa smettere immediatamente di utilizzare i social network e gli altri servizi delle grandi aziende tecnologiche americane.

Siamo tutte nella stessa barca e abbiamo tutte vulnerabilità che vengono sfruttate dalle megamacchine per farci passare molto tempo "attaccate" alle loro piattaforme. Si tratta di intraprendere un percorso alla scoperta degli automatismi che mettiamo in atto che ci impediscono di scegliere, inventando soluzioni che facciano tesoro delle alternative tecnologiche già esistenti.

Entriamo nel vivo e vediamo alcuni dei motivi per cui vale la pena intraprendere questo percorso.

Leggi l'articolo completo nel sito di C.I.R.C.E.

Riprende la nuova stagione delle dita nella presa, ripartendo da social network, sorveglianza, smartphone...

  • Come mai molte applicazioni utilizzano il "loro" browser invece di usare quello di sistema?
  • Qualcuno ha avuto un'ideona per scovare i pedofili: perché non mettiamo una IA che ti sorveglia dentro al cellulare? Un esempio chiarisce le possibili conseguenze
  • Facebook fa di tutto per non essere trasparente riguardo alle pubblicità elettorali negli Stati Uniti. E per le prossime elezioni in Italia? Quì il problema non si pone nemmeno, perché non ci sono leggi in proposito...
  • Una azienda statunitense vende alle polizie sistemi di sorveglianza a basso costo che funzionano utilizzando dati raccolti per scopi commerciali.
  • E varie altre notiziole...

Ascolta l'audio sul sito di Radio Onda Rossa

Dal Podcast del Corriere della sera.
Al secondo tentativo, l’uomo più ricco del mondo ce l’ha fatta: per 44 miliardi di dollari è diventato il proprietario del social network più influente nel campo dell’informazione. Massimo Gaggi spiega in che modo il fondatore di Tesla e SpaceX interverrà sulla libertà di parola, adottando sui contenuti una linea di apertura che va nella direzione contraria alle nuove norme (Digital Services Act - Dsa) alle quali sta pensando Bruxelles, come racconta Massimiliano Jattoni Dall’Asén .

Ascolta il podcast

Con Maurizio Graffio proviamo a dare una lettura riguardo la notizia dell'acquisizione da parte di Elon Musk della piattaforma social Twitter, non c'è in ballo nessuna democrazia ma è solo una classica storia del capitalismo contemporaneo.

Ascolta il podcast (15 minuti) sul sito di Radio Onda Rossa.

Ricchissima puntata di "Le Dita Nella Presa"

La puntata si apre con un riferimento alle puntate precedenti: una storia che leggiamo da wired ci conferma che i Bitcoin non sono anonimi.

Alcune dinamiche dei social network, il commento a un articolo di The Atlantic: dato che i social network privilegiano i contenuti carichi di emotività (in quanto portano a più interazioni) si viene a creare un clima violento; è questo clima violento a creare la necessità di dividersi in gruppi coesi e distanti.

Ennesimo caso di Malware in Catalogna: anche questa volta tra gli intercettati ci sono esponenti di primo piano della politica catalana. L'attacco è stato mostrato da Citizen Lab. I responsabili sono NSO e Candiru, due società israeliane che sviluppano Malware.

Ci spostiamo in Ucraina, dove - come abbiamo segnalato già da tempo - Facebook sta prendendo parte attiva nel conflitto adattando le proprie policy sull'hate speech e sui video che contengono violenza accogliendo, almeno in parte, le richieste del governo di Kiev.

Infine consueta chiusura con notiziole varie.

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indy-time-machine-transparentIl sito di Indymedia di nuovo on line, un canale Telegram e un account Twitter che permettono di leggere tutti i post e di commentare. E' questa la versione di Indymedia 20.0 ovvero vent'anni dopo, in occasione dei vent'anni dagli eventi, proteste e repressioni di Genova 2001. Una pagina da non dimenticare e dunque è stata rimessa online senza filtri, esattamente com'era nel 2001, per consentire a chi non ha vissuto in prima persona quei giorni di sperimentare in diretta le stesse senzazioni di allora. La storia senza interpretazioni.

"Sii il tuo media" era il motto di Indymedia, che permetteva a tutti di pubblicare articoli, foto, registrazioni, commenti, senza bisogno di login, senza controlli né moderazione dei post.

Indymedia era uno strumento unico di pubblicazione partecipata, un proto social-network con ambizioni libertarie: dopo Indymedia non è stato più possibile fare altrettanto. Oggi le piattaforme digitali di massa hanno invece dei padroni che estraggono dati per poter manipolare le nostre scelte. Quelli che ora crediamo essere "spazi liberi della rete" per comunicare, sono in realtà banche di dati che sfruttano contenuti e utenti per creare il valore economico più importante del mondo del capitale.

Vai alla Indymedia Time Machine

È nata a giugno puntarella.party, nodo romano di Mastodon, il social network fondato dal tedesco Eugen Rochko. Arriva dopo le esperienze Bologna, Torino e Milano e ne conserva i valori libertari, antifascisti e autogestiti

Internet è stata un tempo una terra selvaggia dove convivevano ricercatori e ricercatrici universitarə, appassionatə di informatica, hacker e fricchettonə. Nessuno ci faceva soldi, tutte e tutti scambiavano informazioni, materiale accademico, libri, fanzine, codice di software. Collegarsi costava assai, ma ne valeva la pena. Fra le pionierə di questa Internet c’erano anche tante e tanti di coloro che animavano collettivi e centri sociali: gli anni ’90 videro nascere i primi bollettini e siti web italofoni di movimento. Sono in buona parte le stesse persone che nei primi 2000 daranno vita al nodo italiano di Indymedia (che proprio in questi giorni è tornato online con il suo archivio dal 2001 al 2006 e diverse iniziative per il ventennale del g8 di Genova, vedi: https://itm.vado.li), a un’esperienza ancora oggi fondamentale come Autistici/Inventati e a molti altri progetti volti all’uso critico e sociale delle tecnologie informatiche...

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