Pillole

Pillole di informazione digitale

Segnalazioni di articoli su diritti digitali, software libero, open data, didattica, tecno-controllo, privacy, big data, AI, Machine learning...

Riprende la nuova stagione delle dita nella presa, ripartendo da social network, sorveglianza, smartphone...

  • Come mai molte applicazioni utilizzano il "loro" browser invece di usare quello di sistema?
  • Qualcuno ha avuto un'ideona per scovare i pedofili: perché non mettiamo una IA che ti sorveglia dentro al cellulare? Un esempio chiarisce le possibili conseguenze
  • Facebook fa di tutto per non essere trasparente riguardo alle pubblicità elettorali negli Stati Uniti. E per le prossime elezioni in Italia? Quì il problema non si pone nemmeno, perché non ci sono leggi in proposito...
  • Una azienda statunitense vende alle polizie sistemi di sorveglianza a basso costo che funzionano utilizzando dati raccolti per scopi commerciali.
  • E varie altre notiziole...

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Dal Podcast del Corriere della sera.
Al secondo tentativo, l’uomo più ricco del mondo ce l’ha fatta: per 44 miliardi di dollari è diventato il proprietario del social network più influente nel campo dell’informazione. Massimo Gaggi spiega in che modo il fondatore di Tesla e SpaceX interverrà sulla libertà di parola, adottando sui contenuti una linea di apertura che va nella direzione contraria alle nuove norme (Digital Services Act - Dsa) alle quali sta pensando Bruxelles, come racconta Massimiliano Jattoni Dall’Asén .

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Con Maurizio Graffio proviamo a dare una lettura riguardo la notizia dell'acquisizione da parte di Elon Musk della piattaforma social Twitter, non c'è in ballo nessuna democrazia ma è solo una classica storia del capitalismo contemporaneo.

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Ricchissima puntata di "Le Dita Nella Presa"

La puntata si apre con un riferimento alle puntate precedenti: una storia che leggiamo da wired ci conferma che i Bitcoin non sono anonimi.

Alcune dinamiche dei social network, il commento a un articolo di The Atlantic: dato che i social network privilegiano i contenuti carichi di emotività (in quanto portano a più interazioni) si viene a creare un clima violento; è questo clima violento a creare la necessità di dividersi in gruppi coesi e distanti.

Ennesimo caso di Malware in Catalogna: anche questa volta tra gli intercettati ci sono esponenti di primo piano della politica catalana. L'attacco è stato mostrato da Citizen Lab. I responsabili sono NSO e Candiru, due società israeliane che sviluppano Malware.

Ci spostiamo in Ucraina, dove - come abbiamo segnalato già da tempo - Facebook sta prendendo parte attiva nel conflitto adattando le proprie policy sull'hate speech e sui video che contengono violenza accogliendo, almeno in parte, le richieste del governo di Kiev.

Infine consueta chiusura con notiziole varie.

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indy-time-machine-transparentIl sito di Indymedia di nuovo on line, un canale Telegram e un account Twitter che permettono di leggere tutti i post e di commentare. E' questa la versione di Indymedia 20.0 ovvero vent'anni dopo, in occasione dei vent'anni dagli eventi, proteste e repressioni di Genova 2001. Una pagina da non dimenticare e dunque è stata rimessa online senza filtri, esattamente com'era nel 2001, per consentire a chi non ha vissuto in prima persona quei giorni di sperimentare in diretta le stesse senzazioni di allora. La storia senza interpretazioni.

"Sii il tuo media" era il motto di Indymedia, che permetteva a tutti di pubblicare articoli, foto, registrazioni, commenti, senza bisogno di login, senza controlli né moderazione dei post.

Indymedia era uno strumento unico di pubblicazione partecipata, un proto social-network con ambizioni libertarie: dopo Indymedia non è stato più possibile fare altrettanto. Oggi le piattaforme digitali di massa hanno invece dei padroni che estraggono dati per poter manipolare le nostre scelte. Quelli che ora crediamo essere "spazi liberi della rete" per comunicare, sono in realtà banche di dati che sfruttano contenuti e utenti per creare il valore economico più importante del mondo del capitale.

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È nata a giugno puntarella.party, nodo romano di Mastodon, il social network fondato dal tedesco Eugen Rochko. Arriva dopo le esperienze Bologna, Torino e Milano e ne conserva i valori libertari, antifascisti e autogestiti

Internet è stata un tempo una terra selvaggia dove convivevano ricercatori e ricercatrici universitarə, appassionatə di informatica, hacker e fricchettonə. Nessuno ci faceva soldi, tutte e tutti scambiavano informazioni, materiale accademico, libri, fanzine, codice di software. Collegarsi costava assai, ma ne valeva la pena. Fra le pionierə di questa Internet c’erano anche tante e tanti di coloro che animavano collettivi e centri sociali: gli anni ’90 videro nascere i primi bollettini e siti web italofoni di movimento. Sono in buona parte le stesse persone che nei primi 2000 daranno vita al nodo italiano di Indymedia (che proprio in questi giorni è tornato online con il suo archivio dal 2001 al 2006 e diverse iniziative per il ventennale del g8 di Genova, vedi: https://itm.vado.li), a un’esperienza ancora oggi fondamentale come Autistici/Inventati e a molti altri progetti volti all’uso critico e sociale delle tecnologie informatiche...

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"A breve saranno tre anni dall'inizio della sperimentazione di questo strumento. Abbiamo pensato che fosse un buon momento per tracciare un bilancio dell'esperienza, sperando possa aiutare la riflessione collettiva e farci crescere insieme."

Il testo vuole essere un bilancio del percorso ad oggi, ed è scritto da chi attualmente fa parte del collettivo. Il testo sarà discusso durante l'incontro del 9 aprile (ore 19:00).

Temi

  • Da dove siamo partitə e perché l'abbiamo fatto
  • Come l'abbiamo fatto
  • Cosa è successo davvero
  • Cosa è andato bene
  • Cosa è andato male
  • "Dinamiche da social"?
  • Moderazione
  • Privacy, anonimato e servizi autogestiti
  • Prossimi passi sul lato tecnico
  • Piani per il presente e per il futuro

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