L'argomento del giorno è sicuramente il lancio, ormai prossimo, di Threads, la nuova applicazione di Meta (la stessa di Whatsapp, Facebook e Instagram) che punta a fare concorrenza a Twitter. Cos'ha di diverso? Dovrebbe integrarsi nel fediverso (ma non subito). Cosa ha Meta da guadagnarci? E il mondo del fediverso, dovrebbe gioire?
Venendo all'unione europea, invece, vediamo che l'AI Act (per ora ancora una bozza) includerà delle limitazioni sia sulle AI generative sia sull'uso di AI all'interno della sorveglianza biometrica. Decisamente meno positivo quel che si muove in Francia, dove il governo vuole rispondere alle fortissime proteste che contestano la violenza della polizia con maggiori dispositivi di sorveglianza, repressione e censura.
A seguire, un po' di notiziole.
Dopo che Elon Musk ha comprato Twitter in molti stanno cercando un’alternativa.
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Molti utenti si sono spostati da Twitter verso un social network chiamato Mastodon che, sotto i radar, si stava sviluppando da qualche anno e che, da allora, sta continuando a crescere al riparo dei riflettori.
Twitter è un po’ come WhatsApp, mentre Mastodon è un po’ come la mail: su Twitter (come WhatsApp) tutti gli utenti stanno su uno stesso server; su Mastodon (come con la mail) chiunque può stare sul server che preferisce, e tutti i server sono collegati consentendo a tutti gli utenti del mondo la piena raggiungibilità reciproca, proprio come accade per la mail.
Mentre Twitter è un centro commerciale di proprietà di un solo soggetto, Mastodon è un insieme di piazze pubbliche, connesse tra loro, ciascuna gestita da un gruppo di volontari che ne cura anche la moderazione in modo assai efficace. Il più grande server italiano è mastodon.uno.
Leggi l'articolo su "Domani"
Apriamo sulla notizia tecnologica del momento: un gruppo israeliano, Team Jorge, era impegnato nel dare supporto a campagne elettorali ed aziendali utilizzando il solito repertorio della disinformazione online, unito però ad una elevata competenza tecnologica, facendo largo uso di bot.
A proposito di disinformazione, il nuovo nemico è TikTok: dopo il divieto USA, anche la commissione europea lo proibisce per il personale della commissione. Si parla di proibirlo anche in Italia. Il motivo? aldilà delle dichiarazioni di facciata, sulla privacy, sulla disinformazione, e sui minorenni, il timore evidentemente è quello che funga da cavallo di Troia per il governo cinese.
A proposito: secondo Google (nello specifico, consultando il Play Store) TikTok, Twitter, e tante altre applicazioni non diffondono dati a terzi. È vero? A giudicare dalle stesse Privacy Policy pubblicate sui siti delle rispettive compagnie, no. Una ricerca di Mozilla ci aiuta a capirne di più.
A seguire notiziole.
Chiudiamo con il periodico aggiornamento ferroviario.
Puntata del 26/02/2023
Ascolta il podcast sul sito di Radio Onda Rossa
Nella trasmissione del 12/02/2023 si parla di applicazioni che non fanno quello che ci si aspetta.
Ascolta la puntata sul sito di Radio Onda Rossa
Un articolo di CrimethInc sulla fine dei social media.
Come tuttɜ sanno già, CrimethInc è statɜ sospesɜ da Twitter mentre quel tale di Elon Musk ha reintegrato noti neo-nazi nella piattaforma. In una piattaforma come Twitter, un progetto prezioso come il nostro è come un canarino in una miniera di carbone: quando le cose cambiano siamo lɜ primɜ ad andare, e ciò significa che il conto alla rovescia sta arrivando a zero per chiunque.
Oggi parliamo a voi dall’altro lato del grande divario. Bannatɜ su Facebook, Instagram, ed ora su Twitter, continuiamo ad esistere e ad organizzarci. Se puoi ancora sentirci - se stai leggendo queste parole - allora c’è vita oltre i social media. Questo vale sia per interi movimenti sociali che per singoli individui.
Guardando questa situazione da un contesto storico più ampio, Twitter stesso è come un canarino in una miniera di carbone. L’acquisizione della piattaforma da parte di Elon Musk conferma la fine dei social media come li conosciamo, almeno ai fini di un cambiamento sociale positivo. Tutte le principali piattaforme che hanno avuto un ruolo nei movimenti dell’ultimo decennio sono stati portati sotto il diretto controllo di reazionari, determinati ad assicurarsi che non possano essere utilizzate per coordinare la resistenza.
I motivi per smettere di essere utenti delle piattaforme degli oligopoli USA sono vari e diversificati. Ciò non significa smettere immediatamente di utilizzare i social network e gli altri servizi delle grandi aziende tecnologiche americane.
Siamo tutte nella stessa barca e abbiamo tutte vulnerabilità che vengono sfruttate dalle megamacchine per farci passare molto tempo "attaccate" alle loro piattaforme. Si tratta di intraprendere un percorso alla scoperta degli automatismi che mettiamo in atto che ci impediscono di scegliere, inventando soluzioni che facciano tesoro delle alternative tecnologiche già esistenti.
Entriamo nel vivo e vediamo alcuni dei motivi per cui vale la pena intraprendere questo percorso.
Leggi l'articolo completo nel sito di C.I.R.C.E.
Riprende la nuova stagione delle dita nella presa, ripartendo da social network, sorveglianza, smartphone...
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Dal Podcast del Corriere della sera.
Al secondo tentativo, l’uomo più ricco del mondo ce l’ha fatta: per 44 miliardi di dollari è diventato il proprietario del social network più influente nel campo dell’informazione. Massimo Gaggi spiega in che modo il fondatore di Tesla e SpaceX interverrà sulla libertà di parola, adottando sui contenuti una linea di apertura che va nella direzione contraria alle nuove norme (Digital Services Act - Dsa) alle quali sta pensando Bruxelles, come racconta Massimiliano Jattoni Dall’Asén .
Con Maurizio Graffio proviamo a dare una lettura riguardo la notizia dell'acquisizione da parte di Elon Musk della piattaforma social Twitter, non c'è in ballo nessuna democrazia ma è solo una classica storia del capitalismo contemporaneo.
Ascolta il podcast (15 minuti) sul sito di Radio Onda Rossa.
Ricchissima puntata di "Le Dita Nella Presa"
La puntata si apre con un riferimento alle puntate precedenti: una storia che leggiamo da wired ci conferma che i Bitcoin non sono anonimi.
Alcune dinamiche dei social network, il commento a un articolo di The Atlantic: dato che i social network privilegiano i contenuti carichi di emotività (in quanto portano a più interazioni) si viene a creare un clima violento; è questo clima violento a creare la necessità di dividersi in gruppi coesi e distanti.
Ennesimo caso di Malware in Catalogna: anche questa volta tra gli intercettati ci sono esponenti di primo piano della politica catalana. L'attacco è stato mostrato da Citizen Lab. I responsabili sono NSO e Candiru, due società israeliane che sviluppano Malware.
Ci spostiamo in Ucraina, dove - come abbiamo segnalato già da tempo - Facebook sta prendendo parte attiva nel conflitto adattando le proprie policy sull'hate speech e sui video che contengono violenza accogliendo, almeno in parte, le richieste del governo di Kiev.
Infine consueta chiusura con notiziole varie.
Ascolta il podcast sul sito di Radio Onda Rossa
Il sito di Indymedia di nuovo on line, un canale Telegram e un account Twitter che permettono di leggere tutti i post e di commentare. E' questa la versione di Indymedia 20.0 ovvero vent'anni dopo, in occasione dei vent'anni dagli eventi, proteste e repressioni di Genova 2001. Una pagina da non dimenticare e dunque è stata rimessa online senza filtri, esattamente com'era nel 2001, per consentire a chi non ha vissuto in prima persona quei giorni di sperimentare in diretta le stesse senzazioni di allora. La storia senza interpretazioni.
"Sii il tuo media" era il motto di Indymedia, che permetteva a tutti di pubblicare articoli, foto, registrazioni, commenti, senza bisogno di login, senza controlli né moderazione dei post.
Indymedia era uno strumento unico di pubblicazione partecipata, un proto social-network con ambizioni libertarie: dopo Indymedia non è stato più possibile fare altrettanto. Oggi le piattaforme digitali di massa hanno invece dei padroni che estraggono dati per poter manipolare le nostre scelte. Quelli che ora crediamo essere "spazi liberi della rete" per comunicare, sono in realtà banche di dati che sfruttano contenuti e utenti per creare il valore economico più importante del mondo del capitale.
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È nata a giugno puntarella.party, nodo romano di Mastodon, il social network fondato dal tedesco Eugen Rochko. Arriva dopo le esperienze Bologna, Torino e Milano e ne conserva i valori libertari, antifascisti e autogestiti
Internet è stata un tempo una terra selvaggia dove convivevano ricercatori e ricercatrici universitarə, appassionatə di informatica, hacker e fricchettonə. Nessuno ci faceva soldi, tutte e tutti scambiavano informazioni, materiale accademico, libri, fanzine, codice di software. Collegarsi costava assai, ma ne valeva la pena. Fra le pionierə di questa Internet c’erano anche tante e tanti di coloro che animavano collettivi e centri sociali: gli anni ’90 videro nascere i primi bollettini e siti web italofoni di movimento. Sono in buona parte le stesse persone che nei primi 2000 daranno vita al nodo italiano di Indymedia (che proprio in questi giorni è tornato online con il suo archivio dal 2001 al 2006 e diverse iniziative per il ventennale del g8 di Genova, vedi: https://itm.vado.li), a un’esperienza ancora oggi fondamentale come Autistici/Inventati e a molti altri progetti volti all’uso critico e sociale delle tecnologie informatiche...
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"A breve saranno tre anni dall'inizio della sperimentazione di questo strumento. Abbiamo pensato che fosse un buon momento per tracciare un bilancio dell'esperienza, sperando possa aiutare la riflessione collettiva e farci crescere insieme."
Il testo vuole essere un bilancio del percorso ad oggi, ed è scritto da chi attualmente fa parte del collettivo. Il testo sarà discusso durante l'incontro del 9 aprile (ore 19:00).
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