Pillole

Pillole di informazione digitale

Segnalazioni di articoli su diritti digitali, software libero, open data, didattica, tecno-controllo, privacy, big data, AI, Machine learning...

L’infrastruttura grazie alla quale miliardi di persone comunicano realizza i due sogni del potere: sapere chi parla con chi e influenzare le conversazioni

L’arresto in Francia del fondatore di Telegram sta provocando forti reazioni, anche a livello politico. Come però già in casi precedenti, basti pensare alle controversie relative a Facebook o a TikTok, le polemiche contingenti rischiano di oscurare le questioni strutturali di fondo. Si tende a dimenticare, infatti, che le tecnologie della comunicazione sono sempre state cruciali strumenti di potere e quindi sono sempre state – e oggi, più che mai, sono – tecnologie intrinsecamente politiche. Chi comunica con chi, quando, con quale frequenza, di che cosa e in quali circostanze sono informazioni che il potere – nelle sue varie forme e articolazioni, sia pubbliche, sia private – ha sempre desiderato possedere.

Inoltre, il potere ha sempre desiderato controllare il più possibile il flusso di informazioni che in qualche modo potevano influenzarne l’azione o intaccarne la legittimità. Due pulsioni, quella di tutto conoscere e quella di tutto controllare, rese entrambe ancora più intense in periodi di guerra o, comunque, di tensioni politico-sociali.

Leggi l'articolo di De Martin su "Il Manifesto"

Il video dell'incontro, tenutosi il 13 maggio, organizzato dalla Scuola critica del digitale del CRS e dal ForumDD, per la presentazione del libro di Juan Carlos De Martin "Contro lo smartphone. Per una tecnologia più democratica" (add editore).
Ne hanno discusso con l’autore Giulio De Petra, Maurizio (Graffio) Mazzoneschi e Teresa Numerico.

Guarda il video

Lo smartphone è la macchina che ha segnato di più questa prima parte del secolo. Inventato appena sedici fa e diffusosi capillarmente in modo rapidissimo soprattutto negli ultimi dieci anni, è usato oggi da oltre quattro miliardi di persone. Nel giro di pochi anni siamo arrivati a una situazione in cui la metà della popolazione mondiale possiede e usa quotidianamente centinaia di volte, per l’equivalente di 4-5 ore al giorno, una macchina sofisticata che quindici anni fa nemmeno esisteva.

Pochi, però, colgono un aspetto strabiliante di questo successo: lo smartphone è diventato, di fatto se non ancora per legge, necessario.

La puntata mensile dedicata ai saggi ha avuto come argomento la tecnologia. Lo abbiamo fatto parlando di e con:

  • ▷ Contro lo smartphone - Per una tecnologia più democratica di Juan Carlos De Martin (add editore)
  • ▷ L’intelligenza inesistente - Un approccio conviviale all'intelligenza artificiale di Stefano Borroni Barale (Altraeconomia)
  • ▷ Le emissioni segrete. L'impatto ambientale dell'universo digitale di Giovanna Sissa (Il Mulino)

Ascolta l'audio sul sito di Radio Onda Rossa

Lunedì 13 maggio a Roma, in Via della Dogana Vecchia 5, dalle ore 17:30, l'incontro, organizzato dalla Scuola critica del digitale del CRS e dal ForumDD, per la presentazione del libro di Juan Carlos De Martin "Contro lo smartphone. Per una tecnologia più democratica" (add editore).

Ne discutono con l’autore Giulio De Petra, Maurizio "Graffio" Mazzoneschi e Teresa Numerico.

Lo smartphone è la macchina che ha segnato di più questa prima parte del secolo. Inventato appena sedici fa e diffusosi capillarmente in modo rapidissimo soprattutto negli ultimi dieci anni, è usato oggi da oltre quattro miliardi di persone. Nel giro di pochi anni siamo arrivati a una situazione in cui la metà della popolazione mondiale possiede e usa quotidianamente centinaia di volte, per l’equivalente di 4-5 ore al giorno, una macchina sofisticata che quindici anni fa nemmeno esisteva.

Pochi, però, colgono un aspetto strabiliante di questo successo: lo smartphone è diventato, di fatto se non ancora per legge, necessario.

Leggi l'articolo completo

E' un testo conciso e pungente, Contro lo smartphone. Per una tecnologia più democratica (Add editore, 2023, pp. 200), il nuovo libro di Juan Carlos De Martin, professore ordinario al Politecnico di Torino e co-fondatore del Nexa Center for Internet & Society. Onnipresente, lo smartphone si è imposto prima come gadget alla moda, poi come «oggetto simbolo della nostra era», argomenta De Martin. In poco più di centocinquanta pagine, bibliografia esclusa, l’autore riesce a condurre il lettore in un vero giro del mondo lungo le catene di produzione di questi «piccoli parallelepipedi» di plastica e silicio che hanno penetrato le scuole, l’intimità casalinga o i mezzi di trasporto.

Leggi l'articolo sul sito de "Il manifesto"

Lo smartphone è stato progettato per rubarci l'attenzione, e il tempo: esiste un modo per disintossicarsi?

“You don’t get cured”. In una battuta di The West Wing, scritta da Aaron Sorkin, c’è una lezione sulle dipendenze. Leo è il capo gabinetto del Presidente degli Stati Uniti, il personaggio che risolve problemi: affronta crisi di stato con incrollabile senso di giustizia, prima di fare colazione segnala al New York Times un errore nelle parole crociate e – in segreto – partecipa alle riunioni degli alcolisti anonimi. La cura non c’è. Le persone dipendenti sono in trattativa perenne con l’oggetto della loro dipendenza. Non si guarisce. Ci sono periodi di astinenza più o meno lunghi. È la situazione in cui ci troviamo con il nostro smartphone.

Scrive Juan Carlos De Martin nel libro-manifesto Contro lo smartphone (add, 2023): “lo smartphone è una macchina che è stata esplicitamente progettata, anche con l’apporto di neuroscienziati e di psicologi, per creare dipendenza”. Nel 2014 l’iPhone era più redditizio delle sigarette Marlboro, un prodotto incessantemente pubblicizzato che contiene una sostanza in grado di dare assuefazione fisica. Le applicazioni dello smartphone sono costruite per non essere abbandonate e, a differenza delle sostanze, si adattano alle modalità d’uso creando un percorso di rafforzamento basato sulle abitudini individuali, osserva lo psicologo Matthias Brand su Science, in un articolo sulla dipendenza da internet. Siamo dipendenti dal telefono e non c’è cura, solo periodi più o meno lunghi di astinenza.

Leggi l'articolo

Juan Carlos De Martin, autore di “Contro lo smartphone. Per una tecnologia più democratica”, sarà ospite del Festival del Pensare contemporaneo il 23 settembre a Piacenza. Il suo intervento verterà sullo smartphone, strumento simbolo del nostro tempo, e sul ruolo che ha nelle vite di tutti. A cominciare dai piccolissimi e dalla scuola. Tanto che la Svezia (e non solo) dall’ed-tech sta iniziando a fare retromarcia

Dispositivi tecnologici che impattano pesantemente sulle nostre vite e il cui controllo è nelle sole mani delle big tech. Algoritmi e sensori che predano i dati di cittadini spesso inconsapevoli, talvolta senza strumenti. La politica che fatica a tenere il passo: scarsa conoscenza, inquadramenti tardivi e qualche volta inefficaci. Eppure il governo della tecnologia ha bisogno della politica e delle democrazie, di decisori e di cittadini.

Leggi l'intervista completa su Vita

In Svezia, dove telefoni e tablet si usano fin dall’asilo, la ministra dell’istruzione Lotta Edholm ha chiesto a tutti gli insegnanti di tornare il più possibile ai libri di carta e la scrittura a mano. Carlo Milani, saggista, traduttore e ricercatore, collaboratore di C.I.R.C.E. è stato intervistato da Internazionale.it per il numero odierno del podcast quotidiano. Nel podcast anche notizie dalla situazione Libica dopo l'inondazione dei giorni scorsi.

Milani dice la sua sulle tecnologie tossiche, quelle conviviali e sulle contraddizioni che generano i divieti nell'uso dei dispositivi digitali.

Ascolta il podcast sul sito di Internazionale.it. Se volete ascoltare solo l'intervista a Carlo Milani potete andare direttamente al minuto 12.

I dispositivi elettronici, inclusi i telefoni cellulari e i tablet, saranno banditi dalle aule scolastiche in Olanda. Lo ha annunciato il governo.

L'iniziativa, introdotta in collaborazione con gli istituti, entrerà in vigore all'inizio del prossimo anno. Lo riporta la Bbc.
"Anche se i telefoni cellulari sono quasi intrecciati con le nostre vite, non appartengono alla classe", ha detto il ministro dell'Istruzione Robbert Dijkgraaf, sottolineando che "gli studenti devono essere in grado di concentrarsi e di avere tutte le opportunità per imparare bene". Mentre invece "sappiamo dalla ricerca scientifica che i telefoni cellulari interrompono questo processo".

Leggi l'articolo

L’uso intensivo e precoce degli smartphone nei ragazzini non favorisce l’apprendimento, anzi, riduce le performance scolastiche di una parte consistente della popolazione studentesca. E ora, una ricerca di Milano-Bicocca e SUPSI sui dati INVALSI lo conferma, andando oltre le semplici correlazioni.

La ricerca dal titolo“Earlier smartphone acquisition negatively impacts language proficiency, but only for heavy media users. Results from a longitudinal quasi-experimental study”, condotta da Tiziano Gerosa, ricercatore della Scuola universitaria professionale della Svizzera italiana (SUPSI) e Marco Gui, direttore del Centro Benessere Digitale di Milano-Bicocca (dipartimento di Sociologia e Ricerca sociale) ha testato le principali ipotesi teoriche sul ruolo dello smartphone nei processi di apprendimento, sia quelle che ipotizzano benefici sia quelle che si attendono impatti negativi.

Leggi l'articolo