Pillole

Pillole di informazione digitale

Segnalazioni di articoli su diritti digitali, software libero, open data, didattica, tecno-controllo, privacy, big data, AI, Machine learning...

La chiusura delle scuole causerà problemi in quelle famiglie dove mancano i device e la connessione. Le periferie delle grandi città e le aree rurali sono i territori più a rischio. Il vicepresidente di Con i Bambini: «La Dad al 100% comporterà una crisi educativa»

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di Alessia Bleve

Challenge social e sfide sociali. Riflessioni in margine, per un chill out consapevole.

questo articolo verrà pubblicato in "Formare... a distanza?", II edizione, C.I.R.C.E. novembre 2020

Tanto tempo fa in una galassia lontana lontana c’erano quelli che, come me, avevano tra gli undici e i quattordici anni negli anni Novanta, troppo cresciuti per essere ancora bambini, troppo ingenui per essere adulti, in quella delicata fascia che cerca una definizione, un’appartenenza che spazzi via il senso profondo di inadeguatezza.

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The new Netflix documentary is a distraction from the drive to regulate tech companies, including Netflix itself

BY John Menick in Opinion | 29 OCT 20

A new subgenre of documentary is emerging, one in which young, white, semi-retired tech workers voice their regrets for having built the digital platforms that rule our lives. In well-rehearsed paragraphs, our heroes tell similar stories. First, they dropped out of a top-tier university, usually Stanford, overeducated in computer science and undereducated in everything else. They were then hired by one of the tech companies belonging to the Pynchonian acronym, FAANG: Facebook, Amazon, Apple, Netflix and Google. While there, they worked on new features for time-wasting apps, such as the Like Button or photo tagging.

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I sovranisti digitali dicono che l'Italia deve gestire i dati dei propri cittadini. Intanto nasce Gaia-X e la Corte di Giustizia Europea invalida l'accordo "Privacy Shield" con gli USA, ma siamo sicuri che abbiamo davvero bisogno di memorizzare tutti questi dati?
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Nella puntata di domenica 25 ottobre si parla di:

  • Negli ultimi due DPCM c'è un articolo particolare: obbliga gli operatori sanitari a caricare il codice immuni dei pazienti positivi sulla piattaforma del ministero. Perché, non lo facevano già? Evidentemente no. Cosa che ci riporta al problema della app immuni, ovvero il fatto che può funzionare solo con un sistema sanitario nazionale ben organizzato.
  • un bug sul sistema di crittografia GPG, ed ai suoi keyserver.
  • bot che raccolgono foto su Telegram e le trasformano in deepnude
  • FCC dà una mano a Trump nella sua lotta contro i social
  • Google torna a collaborare con la creazione di un muro tra USA e Messico

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Dopo l’invalidazione di Privacy Shield e l’effettiva illegalità delle piattaforme dei colossi con sede negli US, (vedi articolo di Paolo Vecchi su Agenda Digitale) è il momento giusto per muoversi.

Strumenti messi a disposizione dal Linux User Group di Bolzano Leggi tutto

Da Internazionale: Dana Mackenzie, Knowable, Stati Uniti

L’edonometro è un sistema informatizzato per valutare la nostra felicità e la nostra disperazione.

L’edonometro è uno strumento relativamente recente in un campo in cui ormai da cinquant’anni gli informatici cercano di valutare lo stato emotivo del mondo usando i computer. Per costruirlo, l’informatico dell’Uvm Chris Danforth ha dovuto insegnare a una macchina a capire le emozioni dietro i tweet analizzati (nessun essere umano potrebbe mai leggerli tutti). Questo processo, chiamato analisi del sentimento, ha fatto grandi progressi negli ultimi anni, trovando molteplici applicazioni.

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Il lockdown deciso dal governo Italiano e dalla maggior parte dei governi degli Stati a capitalismo avanzato ha determinato un'accelerazione fortissima dell'uso del digitale.

Scuole ed università si sono viste costrette ad adottare la didattica a distanza per poter proseguire le lezioni.

Questa situazione di emergenza ha fatto venire al pettine tutti i nodi di decenni di immobilismo e distruzione del poco che era stato costruito.

Innanzi tutto va detto che gli insegnanti, ma anche gli studenti e, ahimè, i genitori, si sono dovuti far carico della distanza, di inventarsi "a distanza", poiché poco o nulla è stato sperimentato sotto la guida degli organi competenti e quindi nulla è stato messo a sistema. In ordine sparso, scuole e università hanno tentato di fare buon viso a cattivo gioco, a volte facendo finta di nulla: riprodurre la didattica in presenza attraverso le video chat. Poi, pian piano, sono arrivate le assegnazioni dei compiti da fare a casa; chi attraverso le mail, chi attraverso Google Drive, qualcuno attraverso piattaforme come Edmodo, e così via. Nel frattempo il Ministero ha cominciato a dare indicazioni, tramite la sua pagina web (https://www.istruzione.it/coronavirus/didattica-a-distanza.html), sulle piattaforme per la didattica a distanza da adottare: Google Suite, Office 365, Weschool. [...] In questo panorama sono spariti completamente il metodo didattico, la libertà di insegnamento, la questione della privacy e dei dati, il digital divide. Proviamo a farli riemergere.

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Le “killer application” che vengono proposte oggi per il 5G, con la notevole eccezione del mercato business e dell’IIoT, sono generalmente banali e quasi sicuramente destinate a non avverarsi. Vediamo perché, e quale sarà, ancora una volta, l’elemento preponderante per l’uso delle nuove reti da parte degli utenti

Il 5G è fondamentale per lo sviluppo economico del paese. Si, ma perché? Per la sua minore latenza? Perché ci permetterà di dialogare col frigo e di sapere se lo yogurt è scaduto? Per abilitare la circolazione delle auto a guida autonoma o per consentire operazioni chirurgiche a distanza?

Proviamo a fare un po’ di chiarezza, per capire – oltre l’hype – perché la vera killer application della nuova generazione mobile, per gli utenti, non sarà, probabilmente, nessuna di quelle finora pubblicizzate. Leggi tutto

di Enrico Nardelli, professore di Informatica all’Università Roma Tor Vergata e presidente di Informatics Europe.

Una comunità pubblica che non sviluppa e controlla una propria infrastruttura di gestione e scambio di dati e competenze pagherà un prezzo enorme in termini di possibilità di scegliere la sua direzione di sviluppo perché sarà sempre più dipendente da sistemi e conoscenze che non le appartengono, soggetta alla sorveglianza di chi controlla le infrastrutture usate. Leggi tutto