"Mi trovo a scrivere in una condizione particolare: per 15 anni mi sono occupato di didattica a distanza in centri di ricerca universitari, fino a essere assunto nel 2015 come professore di matematica al liceo."
La testimonianza di un docente, animatore digitale, esperto di didattica a distanza che descrive con tono scanzonato e pure molto profondo la situazione di insegnanti e studenti nella scuola ai tempi del COVID.
Leggi l'articolo di Alfredo Imbellone
Fra gli strani regali della fine di questo 2020, c’è stato un particolare annuncio pubblicitario, uscito sul The Wall Street Journal, sul New York Times, e sul Washington Post. L’annuncio riguarda un aggiornamento dei sistemi operativi mobili di Apple (e, in particolare, su IOS 14), che obbliga gli sviluppatori a ottenere il permesso specifico dagli utenti qualora desiderassero tracciarli di sito in sito, attraverso domini web multipli.
Per quanto possa sembrare paradossale, l’annuncio è stato pubblicato da Facebook, che ha anche tirato su un sito web e la relativa campagna di comunicazione per cercare di dimostrare quanto l’aggiornamento di sicurezza “incriminato” risulti dannoso per i piccoli imprenditori locali, proprio quelli già così in difficoltà a causa dei grandi operatori del commercio elettronico, in tempi di COVID.
[...]
Tuttavia la storia, recente e non, di Facebook e dei suoi comportamenti anticompetitivi, le infrazioni della privacy e il suo atteggiamento capace di mettere in pericolo i diritti e le libertà di centinaia di milioni di persone, rendono questo tentativo quantomeno bizzarro.
Leggi tutto l'articolo di Salvatore Iaconesi
È la prima volta che succede in una grande società tecnologica americana, ed è il culmine di un lungo percorso di proteste. Questa settimana 230 lavoratori di Google, che presto sono diventati più di 400, hanno per la prima volta formato un sindacato che accoglie assieme ingegneri, programmatori e i dipendenti a tempo determinato dell’azienda. Il sindacato, che si chiama Alphabet Workers Union (AWU; Alphabet è il nome del conglomerato che comprende Google e YouTube, tra gli altri), è anche uno dei primi in assoluto all’interno dell’industria tecnologica americana, il primo in una delle sue aziende più importanti.
Leggi l'articolo completo su "Il Post"
Il numero di agenzie governative e società private infiltrate è più alto di quello che si pensava, e sono stati trovati gravi problemi alle difese informatiche americane.
Il grande attacco informatico contro gli Stati Uniti scoperto a dicembre, che ormai viene identificato con SolarWinds, l’azienda texana che è stata il principale punto d’ingresso degli hacker, sta diventando sempre più grave ed esteso mano a mano che gli esperti di sicurezza e le agenzie governative americane proseguono con le indagini e valutano i danni: potrebbero volerci mesi per capire quanto l’attacco sia andato in profondità, e potrebbero volerci anni per rimettere tutti i sistemi informatici in sicurezza, con grosse perdite economiche e danni politici. Negli Stati Uniti si sta anche cominciando a parlare delle responsabilità: non soltanto quelle dell’attacco, che secondo gli esperti è stato ordinato dall’intelligence russa, ma anche di chi avrebbe dovuto prevenirlo e non l’ha fatto.
Leggi l'articolo completo su "Il Post"
La guerra dei dati . Palantir, il colosso dello spionaggio Usa, entra in Gaia X, il consorzio europeo che gestirà i dati nel nostro continente. Attivisti e associazioni per i diritti civili preoccupati.
Un nome – arrivato alle cronache qualche anno fa, quando Snowden denunciò che era uno degli strumenti della Cia per spiare il mondo – che ha spaventato tanti, tantissimi. Da Marietje Schaake, direttrice del Cyber Peace Insititute dell’Eff, una delle più autorevoli organizzazioni internazionali per i diritti digitali. Passando per molti, molti altri. Fino ad arrivare a un’interrogazione all’europarlamento di Strasburgo di Cornelia Ernst, deputata della Die Linke tedesca – interrogazione numero E-000173/2020 – che imporrebbe una risposta scritta da parte della commissione. Risposta mai arrivata.
Leggi l'articolo completo di Stefano Bocconetti su "Il Manifesto"
Nell’ambito del progetto DOORS, a dicembre 2020 è iniziato il laboratorio online di formazione gratuita in Pedagogia Hacker per insegnanti ed educatori a cura di Magazzino dei Semi in collaborazione con C.I.R.C.E. (Centro Internazionale per le Convivialità Elettriche). Il percorso di formazione multimediale è condotto da Agnese Trocchi insieme a esperti di comunicazione, formazione e nuove tecnologie. Agnese è social media strategist, copywriter, storyteller ed autrice del libro “Internet mon amour” dove esplora il rapporto sottile tra tecnologie informatiche e mezzi di comunicazione.
Di come la scuola italiana abbia dato il peggio di sé con la tecnologia, finendo con noncuranza nell’illegalità
L'articolo ripercorre le nefandezze delle scelte della scuola (e non solo) sul digitale con particolare attenzione alla questione dei dati e della privacy. Ricordando che "è ora, insomma, di rifiutarsi di essere merce che rappresenta l’ultima ruota del carro, e di ricordarsi di essere persone. È ora, ora, di dire basta."
Nella puntata del 20 dicembre si parla di vari argomenti.
Ascolta il podcast sul sito di Radio Onda Rossa
Una indagine condotta negli scorsi mesi ha fatto emergere una situazione piuttosto grave nei confronti dell'adozione del software libero e opensource da parte di centinaia di piccole amministrazioni pubbliche: uno dei maggiori fornitori di software gestionale documentale, adottato da circa 1700 comuni in tutta Italia, supporta esclusivamente documenti prodotti nei formati proprietari gestiti da Microsoft Office, di cui raccomanda caldamente l'utilizzo (alimentando inoltre la sua propria attività di rivendita di licenze).
Gli oltre 300mila lavoratori del comparto sono spesso definiti gli operai del nuovo millennio, ma senza rappresentanti sindacali, né un contratto nazionale di riferimento: sono infatti inquadrati come metalmeccanici, addetti alle telecomunicazioni o al commercio. Questo, sommato alla frammentazione del settore, rende di fatto complicato organizzarsi in azienda e anche solo pensare a uno sciopero. «Il problema di fondo, in realtà, è che molti di noi si sentono già privilegiati per avere un lavoro e uno stipendio, così accettano di sottomettersi alla violazione dei propri diritti e a pratiche illegali, come il body rental», spiegano da TWC - Italia.
Continua a leggere su L'Espresso
===