Dal prossimo 15 maggio sarà necessario accettare la nuova policy sulla privacy di WhatsApp per evitare di incappare in varie limitazioni.
Il Garante tedesco ha ordinato a Facebook di interrompere la raccolta dei dati con effetto immediato per i prossimi tre mesi. L'autorità ha inoltre chiesto l'intervento dell'European Data Protection Board (EDPB) per ottenere una decisione valida in tutta Europa.
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Il 5 marzo è spuntata nell’app di WhatsApp, in cima alle chat, il messaggio “Stiamo aggiornando i termini e l’informativa sulla privacy”.
Il messaggio, che si compone di due pagine, termina così: "I termini entreranno in vigore il 15 maggio 2021. Ti invitiamo ad accettarli per continuare a usare WhatsApp dopo questa data"
Ma il messaggio a chi è rivolto?
Quali sono le relazioni che stabiliamo attraverso le App di messagistica instantanea? Come lo strumento ci induce a preferire dei comportamenti piuttosto che altri? E perche? Abbiamo esplorato le caratteristiche di questi strumenti e delle interazioni che si stabiliscono tra esseri umani ed esseri macchinici quando inviamo dei messaggi istantanei; perché scriviamo molti messaggi? Che effetto ha su di noi questa enorme produzione di messaggi?
In parte, questo è dovuto alla tecnologia dell'instant messaging in sé; in parte questo è alimentato con tecniche inserite negli strumenti da chi li ha progettati, tecniche finalizzate a farci produrre sempre più dati, in un'epoca dove i dati sono il nuovo petrolio. Ma non è tutto nero quello che appiccica e in chiusura proponiamo delle tecniche di autodifesa che ripartendo dall'idea di relazioni conviviali e consapevoli ci permettono di usare questi strumenti senza essere posseduti dai loro demoni!
WhatsApp ha fornito ulteriori chiarimenti in merito all’aggiornamento dei termini di servizio e della privacy policy per il 2021, che l’utente dovrà accettare entro l’8 febbraio per continuare ad usare il social: l’iniziativa ha suscitato perplessità, in particolare relativamente al data sharing con le altre aziende di Facebook. WhatsApp aveva già precisato che per gli utenti della regione europea e del Regno Unito non cambierà niente. Ma forse proprio per questo la novità è interessante per noi europei. Ecco perché
La Federal Trade Commission e la Procura generale di New York lo accusano di aver creato un monopolio con le acquisizioni di WhatsApp e Instagram.
Facebook, il social network fondato nel 2004 da Mark Zuckerberg e tra le più potenti società al mondo, è stato denunciato per «comportamenti anticoncorrenziali e metodi di concorrenza sleali» dalla Federal Trade Commission (FTC) – l’agenzia governativa statunitense per la tutela dei consumatori e della privacy – e dalla Procura generale di New York: la denuncia di quest’ultima è stata sottoscritta dalle procure di altri 46 Stati, e da quelle del District of Columbia e del Guam.
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