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Fin dal 2015, con il referendum sulla Brexit e l’elezione di Donald Trump, sappiamo che la manipolazione dell’opinione pubblica nell’epoca di internet è passata a un livello industriale. Ma la vera sorpresa della vicenda Team Jorge, rivelata il 15 febbraio da un consorzio di giornalisti di tutto il mondo tra cui anche quelli di Radio France, non riguarda l’esistenza di queste pratiche, bensì la loro portata.
Nella notizia arrivata il 15 febbraio c’è qualcosa di specifico (e nuovo): la passività degli stati e la complicità, attiva o meno, delle grandi multinazionali della tecnologia, soprattutto statunitensi.
L’inchiesta, avviata dall’ong francese Forbidden stories, ha rivelato l’esistenza di un’azienda israeliana, Team Jorge, fondata da ex militari, che vende prestazioni diverse da qualsiasi altra
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Il caos nel quale sono precipitati nello scorso weekend numerosi server molto importanti in Francia, Germania, Canada, Italia, Usa, Turchia, Uk, Finlandia e altri paesi non è necessariamente un caso. Non è neppure una dimostrazione di grande bravura degli attaccanti. Non mancano dubbi sul fatto che possa essere addirittura una manifestazione di lentezza dei difensori.
Secondo una ricostruzione del Computer Emergency Response Team (Cert) francese, infatti, si tratta di un attacco ai server VMware ESXi che non erano stati aggiornati con una patch per una vulnerabilità che era stata scoperta due anni fa (BleepingComputer). In effetti, patch su questi prodotti sono presenti sul servizio VMware da due anni (VMware).
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